Il segmento testuale liberisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 45Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 7
Brano: [...]italiani risul
tavano estremamente modesti, ma la loro incostante e disuguale presenza nelle campagne era piuttosto da imputare alla mancanza di una consistente classe media contadina, che viceversa esisteva in Francia.
Diversificazione regionale e sociale
Si ripropone, a questo proposito, la questione della diversificazione sociale del radicalismo nostrano tra regione e regione: l’inesistenza di una corrente radicale nel Mezzogiorno (i liberisti e F. Saverio Nitti meritano un discorso a parte) va ricondotta all'assenza della piccola borghesia fondiaria in queste zone, così che la presenza democratica era circoscritta alle città (soprattutto Napoli e Messina). In sostanza, le roccheforti radicali erano situate quasi tutte al Nord, in Lombardia innanzitutto, in Liguria, in Emilia Romagna. Più tarda fu la penetrazione nel Veneto e in Toscana, mentre ancora differenti caratteri presentava il radicalismo romano, dove i legami con la massoneria e la burocrazia statale erano particolarmente evidenti.
Nella Valle Padana, invece, i radical[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 764
Brano: [...]ce » soprattutto come tribuna di incontro e verifica di esperienze culturali anche profondamente divergenti fra loro, tendendo, attraverso il confronto, all’unificazione in senso nazionale delle varie culture regionali. Sua ambizione era anzi quella di fondare un vero e proprio « partito d’intellettuali » che orientasse le scelte della nazione.
Ne « La Voce » conversero varie componenti culturali che si opponevano al sistema, come idealisti e liberisti, nonché personalità come Giovanni Amendola e Gaetano Salvemini. Vennero altresì divulgati scrittori allora sconosciuti come Papini, Ardengo Soffici, Scipio Slataper, Emifio Cecchi, G. A. Borgese,
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 867
Brano: [...] in un certo senso, l’esponente rappresentativo di tutta una generazione, di tutta una situazione: di una cerchia di vari elementi usciti dalla matrice rivoluzionaria nella crisi, non soltanto deM’interventismo ma della socialdemocrazia, nella versione italiana dei vari revisionismi più di sinistra che di destra propri dell’età giolittiana.
Come intorno all’« Avanti!» tra il 1912 e il 1914 aveva raccolto alcuni ex sindacalisti rivoluzionari e liberisti di sinistra, con una politica che poteva andare da Amilcare Cipriani a Gaetano Salvemini, così intorno al « Popolo d’Italia » riuscirà a realizzare altre alleanze, meno illustri, che produrranno il loro frutto nel 1922. Già con la guerra il suo è un « socialismo » che viene da sinistra e marcia verso destra; e neH’immediato dopoguerra mostra di avere già raccolto molto dell’ideologia produttivistica propria dell’industria pesante. Di qui i motivi, che non abbandonerà più, di un imperialismo (v.) nazionale italiano, che ricava dal grande conflitto tra le nazioni e gli imperi europei, un imperi[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 128
Brano: [...]e del prudente riformismo del Villari e del Franchetti. Secondo il Salandra, le classi erano l’unico fondamento dell’« edificio della società rinnovellata »; per favorire i contadini e la plebe urbana occorreva « favorire il progresso della cultura, dell’educazione ed anche della ricchezza della borghesia e dei proprietari di campagna ». Per il Salandra il problema, insomma, non riguardava la distribuzione, ma la produzione della ricchezza.
I liberisti ebbero l’appoggio della Sinistra, che era particolarmente sensibile alle richieste dei gruppi agrari del Mezzogiorno. Alle elezioni del 1874 essa ottenne la maggioranza proprio in alcune regioni meridionali, mentre la Destra prevalse ancora al Nord ed al Centro, ma con una maggioranza indebolita. A sua volta, però, una parte della Sinistra, nel corso della campagna elettorale, aveva assunto alcuni atteggiamenti moderati: accanto alla richiesta deH’alIargamento del consenso popolare all’attività della classe dirigente, da ottenere con una serie di riforme, nel Sud c’era stata la difesa di inte[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 127
Brano: [...]cendosi alle idee di alcuni economisti tedeschi, chiamati « socialisti della cattedra » (sebbene nella massima parte non fossero affatto dei socialisti) che avevano tenuto un congresso ad Eisenach nel 1872, cominciò a portare una viva attenzione ai problemi sociali ed a richiedere, per alcune questioni, l’intervento dello stato. Il loro movimento si collegò con quello degli industrialisti, che già da qualche anno erano in aspra polemica contro i liberisti sul problema dell’intervento statale. In questa atmosfera intellettuale e politica nacquero la richiesta di una legislazione sociale e le grandi inchieste rivolte ad una migliore conoscenza della società italiana.
La * questione sociale »
In essa operarono anche i meridionalisti raccolti intorno alla Rassegna settimanale: anch’essi volsero
lo sguardo alla situazione interna,
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine liberisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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