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Il segmento testuale liberalsocialisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 24Entità Multimediali , di cui in selezione 15 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 355

Brano: [...]te per talune personalità più rilevate e mature — come Guido Dorso (v.) — il lavorio di organizzazione interna e di proselitismo prevalentemente intellettuale poteva essere più o meno congeniale, coprendo un vuoto sulla destra dei nuclei comunisti e sulla sinistra dell'indirizzo liberale, nonché di altre tradizionali formazioni moderate, in una fase in cui né il partito socialista né il partito cattolico si erano ricostituiti. La piattaforma dei liberalsocialisti ebbe quindi in un certo senso un carattere necessariamente transitorio, condizionato dalla obiettiva dislocatone degli schieramenti sociali! e ideologici in atto negli ultimi anni del fascismo. Un elemento essenziale, vitale, di queste prese di posizione e adesioni in fondo abbastanza eterogenee, se viste dall'interno della dialettica del movimento, fu data da quella che Aldo Capitini chiamò fin dal 1937 l'esigenza di un « decentramento collettivistico »: esigenza di libertà sociale e religiosa, in cui affiora

esplicitamente il richiamo alla tradizione della Prima Internazionale (v.) nella[...]

[...]collettivistico »: esigenza di libertà sociale e religiosa, in cui affiora

esplicitamente il richiamo alla tradizione della Prima Internazionale (v.) nella sua versione nazionale italiana, di spirito libertario.

Per altro verso Calogero, più collegato alla cultura liberale, cercò invece di definire e di precisare la teoria costituzionale di uno Stato di democrazia, come guida e cardine di un intimo (ma vago) approccio al socialismo.

Sui liberalsocialisti, segnatamente nel 1942 e nel 1943, la reazione del

lo polizia si abbatté nella fase in cui, creata l’armatura e tessuta la trama del movimento, si era venuto delineando un più vasto e maturo disegno politico, diramato attraverso l’azione e l'iniziativa dei singoli gruppi, un po’ in tutto il Paese. Gli arresti di Capitini e di Calogero vennero grosso modo a coincidere con la confluenza nel Partito d’Azione e con la polemica con Benedetto Croce, cioè col culmine e con l’esaurirsi del momento insieme più rigoglioso, autonomo e fluido dei movimento.

Considerata nell'interezza del suo ciclo,[...]

[...]zionale anticonformismo andava trasformandosi in chiaro antifascismo, vi erano Antonio D'Andrea, Antonio Russi, Giuseppe Motta e altri scolari di Calogero. A Lucca, esponenti del movimento erano l'avvocato Mario Frezza e il professore Aldo Muston. Tra gli altri aderenti in varie città italiane si ricordano Enzo Tagli acozzo, Tommaso Fiore, Giacinto Cadorna, Norberto Bobbio, Wolf Giusti, Guido De Ruggiero, Sergio Fenoaltea.

Arresti

Numerosi liberalsocialisti furono arrestati, sia per la loro appartenenza al movimento sia perché erano collegati ad altri gruppi antifascisti. Ma in generale i liberalsocialisti non furono colpiti da condanne del Tribunale speciale.

Nel febbraio 1942 Capitini, Calogero, Ragghianti ed Enriques Agnoletti dovevano incontrarsi in una riunione clandestina a Firenze, ma la polizia, informata, li arrestò prima ancora che la riunione avesse luogo. Dopo un’istruttoria durata 4 me

355



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 354

Brano: [...]one della libertà » e « libertà dal bisogno »: da qui la concezione di un’economia mista, a due settori, di un rapporto fra le autonomie e il piano, di un organamento delle garanzie democratiche in una società animata dallo spirito del socialismo.

A parte il tentativo di superare o conciliare ogni distinzione fra le scuole solo parzialmente coincidenti del liberalismo e del socialismo, molti altri punti più propriamente politici dei programmi liberalsocialisti non potevano avere presa alcuna sulla realtà.

Collocandosi aH'interno dell'antifascismo, i liberalsocialisti, con le loro varie componenti, erano intimamente convinti di « aver fatto tesoro del meglio deH'esperienza politica dei grandi partiti tradizionali » e, cadendo in un tipico idealismo intellettualistico, pensavano di poterne superare le divisioni cambiandone

o ricambiandone l'anima. Ma, in queste sue vedute, la nuova scuola

Guido Calogero nel dopoguerra

liberalsocialista rifletteva un duplice movimento: il ristagno della circolazione delle idee sotto la dittatura, e un primo risveglio delle coscienze e delle intelligenze; il peso della spoliticizzazione e l'avvio, come ha osservato L[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 353

Brano: [...]i per la speciale tutela ed esplicazione dei suoi principi; e riserverà a se stessa l’uso della forza armata ».

Il Manifesto continuava chiedendo il consenso e la collaborazione di ogni altro partito e formulando i due principi fondamentali del liberalsocialismo che erano alla base dei 6 punti: « Assicurare la libertà nel suo funzionamento effettivo, costruire il socialismo attraverso questa libertà ». Riguardo alla politica internazionale, i liberalsocialisti precisavano di essere contrari a ogni nazionalismo, al razzismo e all’imperialismo. Il Manifesto concludeva con un appello rivolto alle diverse correnti antifasciste. Ai liberali: « Voi siete stati, in altri tempi, i protagonisti della lotta per la libertà, i primi alfieri della sua bandiera. Ma siete stati anche angosciati dall’incertezza circa il limite a cui vi fosse concesso di giungere nel disciplinare la libertà ». Quin

di li rimproverava di aver lasciato la libertà ai nemici della libertà e li chiamava ad affrancare la loro « migliore verità dal suo superstite eclettismo ».

L’app[...]

[...]el Vangelo. Esso non è che una forma di cristianesimo pratico, di servizio di Dio calato nella realtà. Chi ama il suo prossimo come se stesso, non può non lavorare per la giustizia e per la libertà ».

Il Manifesto non conteneva una sola parola di incitamento alla lotta né indicazioni sull’attività da svolgere, sui mezzi da impiegare, sulle forze da mobilitare per abbattere la dittatura fascista.

Il punto di coagulo e il metodo d’azione dei liberalsocialisti consistette pertanto in dibattiti interni e in convegni che, a partire dal 1937, furono infatti abbastanza frequenti e numerosi; nel maggio del 1940, ad Assisi, fu inoltre stabilita un’intesa con « Giustizia e Libertà ». Nel 1943 anche il movimento liberalsocialista confluì nel Partito d’Azione, salvo Aldo Capitini che, attestato su posizioni « non violente » (oscillanti tra gandhismo e socialismo), propose allora un’organizzazione extrapartitica imperniata su una pluralità di « centri ».

Fondamenti ideali

Il liberalsocialismo, come « concentrazione di premesse culturali e di impulsi pr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 588

Brano: [...]a giellista. Quasi tutti i dirigenti dovettero cercare scampo altrove: chi negli Stati Uniti, chi in Gran Bretagna, chi in Portogallo. A New York, un gruppo formatosi attorno a Garosci, Bruno Zevi, Enzo Tagliacozzo e Renato Poggioli diede vita ai Quaderni Italiani, allo scopo di continuare il dibattito sui temi che erano stati la sostanza della « revisione » socialistaliberale di Rosselli e accogliendo anche i contributi provenienti dai gruppi « liberalsocialisti » sorti in Italia sulla scia dell'elaborazione di Giulio Calogero e Aldo Capitini.

Nell'ottobre 1941 Silvio Trentin e Fausto Nitti, rimasti nella Francia meridionale, sottoscrissero a Tolosa, a nome di G.L., un accordo unitario con i comunisti e i socialisti, dando vita a un « Comitato dazione per l’unità del popolo italiano » sulla base delle posizioni da cui era sorto il Fronte popolare. Quando ebbero notizia di quella adesione, i giellisti d’oltreoceano non condivisero l’iniziativa di Trentin e Nitti, ma Emilio Lussu, rientrato in Francia nel 1943, la riconfermò il 3 marzo, stipulando c[...]

[...]iniziativa di Trentin e Nitti, ma Emilio Lussu, rientrato in Francia nel 1943, la riconfermò il 3 marzo, stipulando con i comunisti e con i socialisti il Patto di unità dazione (v.).

Il Partito d'Azione

Mentre all’estero si svolgevano le vicende dei residui nuclei giellisti, fin dall'agosto 1942 era andato costituendosi in Italia il Partito d'Azione (v,), nel quale erano confluiti i protagonisti delle precedenti esperienze del movimento, i liberalsocialisti di Calogero, nonché i repubblicàni e radicali che avevano operato nell’orbita di G.L. ai tempi della sua attività nel Paese: di fatto, il nuovo partito aveva assorbito le antiche componenti di G.L., salvo trascurabili eccezioni.

Non appena potè raggiungere l’Italia (agosto 1943), Lussu avanzò qualche dubbio sull’identificazione che gli azionisti facevano fra' il nuovo partito e il vecchio movimento, ma aderì al P.d’A., stanti le esigenze immediate di lotta che si ponevano, salvo rivendicare (come fece al primo convegno nazionale azionista, a Firenze, nel settembre di quello stesso anno) l’[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 356

Brano: Liberalsocialista, Movimento

si, la questura di Firenze non potè tuttavia raccogliere prove sufficienti per incriminarli.

Nel maggio 1943, quando si intensificò in tutta Italia la repressione contro i gruppi antifascisti, fu nuovamente arrestato a Perugia Capitini.

Lo scioglimento

Nei giorni che seguirono il 25.7.1943, con la pubblica ricomparsa dei partiti antifascisti, i liberalsocialisti si trovarono a dover decidere sulle proprie prospettive future e sulla eventuale confluenza in un partito, optando infine per questa soluzione.

Alla vigilia del primo convegno nazionale del Partito d’Azione, tenuto a Firenze il 56.9.1943, Capitini e alcuni dei suoi più stretti collaboratori si recarono a Firenze: « C'erano con me — scriverà Capitini — Alberto Antoni, Franco Mercurelli (un avvocato di Assisi), Luca Mario Guerrizio, un ex colonnello: doveva esserci una riunione con Emilio Lussu rientrato dalla Francia. Nel pomeriggio precedente io dovetti prendere una posizione precisa; avev[...]

[...]scì per due numeri, diretta da Guido Calogero. Agli amici più vicini consigliavo di iscriversi, se volessero entrare in un partito, al partito socialista per rinnovarlo; e per me usai, forse per primo in Italia, il termine di ” indipendente di sinistra ”, che poteva riuscire più chiaro che ” liberalsocialista ” e accentuarne l’opposizione ». (Da Nuova socialità e riforma religiosa, Torino, 1950).

A differenza di Capitini, la maggior parte dei liberalsocialisti confluì nel Partito d’Azione e il movimento si sciolse.

Bibliografia: Guido Calogero, Difesa del Liberalsocialismo, Roma, 1945; Aldo Capitini, Elementi di una esperienza religiosa, Bari, 1937; Aldo Capitini, Antifascismo tra i giovani, Trapani, 1966; C.L. Ragghianti, Disegno della Liberazione Italiana, Pisa, 1954; Leo Valiani, Il Liberalsocialismo, in « Rivista storica italiana », marzo 1969; Ruggero Zangrandi, Il lungo viaggio attraverso il fascismo, Milano, 1962.

Liberia

Repubblica presidenziale deH’Africa occidentale. Confinante con la Sierra Leone, la Guinea e la Costa d’Avorio, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 329

Brano: [...]ato a Venezia nell’autunno del 1942: a tale riguardo, essenziale fu l’incontro tra Attilio Casilli, Luigi Martignoni e Armando Gavagnin, già aderenti a “Giustizia e Libertà” (v.), e Agostino Zanon Dal Bo che era in contatto a Padova con Norberto Bobbio (v.) e, a Vicenza, con Antonio Giuriolo (v.), cioè col gruppo degli aderenti al Movimento Liberalsocialista (v.) e molti altri antifascisti.

La costituzione e la presenza di gruppi socialisti e liberalsocialisti prima del 25.7.1943 fu importante, perché essi ebbero la possibilità di penetrare in quegli strati sociali che avevano costituito la base di massa

del fascismo, incontrando in quell’ambito vecchi personaggi delì’opposizione prefascista, ma anche giovani la cui unica scuola politica era stata quella fascista.

Quanto al mondo cattolico, l’uomo chiave dell’operazione di distacco dalle precedenti compromissioni col regime e della rinascita di un movimento politico dei cattolici fu a Venezia l’ex popolare Piero Mentasti. Fin dall’inizio, cioè poco prima del 25 luglio, egli parve godere di un[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 691

Brano: [...]terzaforzismo», il passaggio a una più distesa considerazione della cultura marxista e a un dialogo più serrato con le sue espressioni politiche, anche in relazione all’accelerato processo di industrializzazione che, mutando il volto del Paese, impose verifiche sostanziali dei procedimenti d’analisi e delle categorie interpretative. Nuovi collaboratori, provenienti dalle file socialiste, vennero via via occupando il posto degli azionisti e dei « liberalsocialisti », benché il culto di un'intera tradizione continuasse a suggerire pronunciamenti e scelte. Dapprincipio fiduciosamente coinvolto nell’esperienza del centrosinistra, il « Ponte » seppe con critica fermezza individuare i retroscena e i limiti della collaborazione tra cattolici e socialisti, attestandosi ben presto sul fronte determinato dalla scissione dello P.S.I.U.P. e garantendo un trait d’union tra la sinistra lombardiana e l’area della cultura socialista che aveva rifiutato di avallare la spaccatura del movimento operaio.

Maturò inoltre, a ridosso del ’68, Io spostamento di alcuni pres[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 89

Brano: Antifascismo giovanile organizzato

gruppi consistette nell’affiggere manifesti pacifisti fin dentro i cinema e nel mandare lettere ad alti'ufficiali, per dissuaderli dal partecipare al conflitto. Quindi i liberalsocialisti si preoccuparono di organizzare su scala nazionale i collegamenti del movimento, che venne via via irrobustendosi con l’ingresso di nuovi adepti di diversa provenienza e con successiva diversa . destinazione (Luigi Preti, Attilio Bartolucci, Francesco Arcangeli, Guido e Enzo Fasso, Carlo Doglio, Renzo Bonfiglioli, Enzo Tagli acozzo, Giacinto Cardona, Federico Comandini, Wolf Giusti, Raffaello Ramat, Guido De Ruggiero, Ugo La Malfa, Sergio Fenoaltea, Leone Cattani, Carlo Antoni, Gino De Sanctis), e del gruppo di giovanissimi di Architrave (Guido Aristarco, Renzo Renzi, Roberto Roversi), la mag[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 203

Brano: [...]d’Azione era la risultante della confluenza, attorno ai « 7 punti », di tutti i primi aderenti a « Giustizia e Libertà », di una corrente repubblicana di sinistra e del movimento liberalsocialista fondato nel giugno del 1940 da Guido Calogero e Aldo Capitini con un ^programma di rinnovamento eticopolitico della vita nazionale e di ricerca di una sintesi fra istanze liberali e contenuti di avanzato riformismo sociale. Nel corso del 1942, i nuclei liberalsocialisti (v. Antifascismo giovanile organizzato) erano stati quasi decapitati dall’arresto dei loro massimi esponenti (Enzo Enriques Agnoletti, Butticci, Guido Calogero, Aldo Capitini, Tristano Codignola, Guido De Ruggiero, Tommaso Fiore, Carlo Ludovico Ragghianti, D’Amati, Nel

lo Traquandi). Alcuni di questi saranno liberati dal carcere soltanto dopo il 25.7.1943. E, prima di quella data, potrà uscire soltanto un secondo numero di « Italia Libera ».

In Francia, dove qualche copia dei « 7 punti » era arrivata ai primi del 1943, il programma ivi espresso venne inteso come quello di un partito che[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 204

Brano: [...]iò immediatamente nel Partito d’Azione le impostazioni di « Giustizia e Libertà », mentre le formazioni partigiane organizzate dal partito stesso adottarono il nome di Carlo Rosselli, denominandosi prima bande « Italia Libera » e poi bande « Carlo Rosselli », per divenire infine divisioni « Giustizia e Libertà » con l’emblema del movimento sulle proprie insegne. Nella composita fisionomia del Partito d’Azione, accanto ai giovani repubblicani, ai liberalsocialisti e ai democratici di sinistra, si schierarono così forze di più chiara tendenza socialista, convinte dei contenuti classisti da affermare nell’indirizzo del nuovo partito.

Nessuno dei partiti politici, neppure il P.C.I., che solo parzialmente aveva determinato i grandi scioperi del marzo nel Nord, aveva avuto influenza sugli avvenimenti che portarono al colpo di stato del 25 luglio

1943, e nessuno ne ebbe su quelli dell’8 settembre successivo. Tutti i partiti dovevano in primo luogo organizzarsi, per esistere realmente. E anche il Partito d’Azione andava collegando i suoi quadri per dare[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine liberalsocialisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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