Il segmento testuale lealismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 56Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 226
Brano: [...]ù impegnate, come una circolare dello Stato Maggiore del 24.9.1920, diretta ai comandanti di Corpo d’armata e nella quale si trovavano espressioni lusinghiere nei confronti delle attività fasciste.
Non è a dire che mancassero atteggiamenti diversi in seno agli Alti Comandi, specialmente tra le nuove leve: tipico è il caso del generale Emanuele Pugliese, comandante della XVI Divisione di stanza a Roma, che nell’ottobre 1922 fece professione di lealismo al governo di Luigi Facta (v.) quando fu ventilata l’ipotesi di proclamare lo stato d’assedio per impedire la « marcia su Roma ».
Lo stato d’animo degli Alti Comandi dell'esercito è bene espresso dal telegramma che il presidente del Consiglio Facta indirizzò al re il 7.10.1922, dopo un colloquio con Diaz e Pietro Badoglio (v.), convocati per sondare i loro propositi nel caso di un colpo di stato fascista: « Conferito con LL.EE. Diaz e Badoglio che assicurano che esercito, malgrado innegabile simpatia verso i fascisti farà suo dovere qualora do
vesse difendere Roma ». Una formula tanto a[...] [...]telegramma che il presidente del Consiglio Facta indirizzò al re il 7.10.1922, dopo un colloquio con Diaz e Pietro Badoglio (v.), convocati per sondare i loro propositi nel caso di un colpo di stato fascista: « Conferito con LL.EE. Diaz e Badoglio che assicurano che esercito, malgrado innegabile simpatia verso i fascisti farà suo dovere qualora do
vesse difendere Roma ». Una formula tanto ambigua da lasciare pochi dubbi sui reali propositi di lealismo.
Una posizione a sé ebbe Badoglio. Egli preferì tenersi in disparte, astenendosi da manifestazioni di adesione al fascismo, sino a crearsi una certa fama di oppositore e ad avvalorare la voce che si sarebbe pronunciato per l’intervento dell’Esercito a disperdere le squadracce fasciste. Sta di fatto che nel dicembre 1923 Mussolini lo allontanò dall’Italia inviandolo ambasciatore in Brasile. Comunque, consolidatosi il regime, Badoglio non tardò a mutare atteggiamento sino a inviare un telegramma di solidarietà a Mussolini dopo il delitto Matteotti.
Gli anni del regime
Nei primi anni de[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 114
Brano: [...]de ad attaccare non solo più gli stessi indirizzi dell’accademismo, ma le sue stesse persone; allorché, infine, Mussolini stesso sembra aderire alle tesi dei giovani, enunciate come sono a sostegno della « rivoluzione fascista » nel clima « duro », il mondo ufficiale e accademico reagisce.
L’immediato e più agevole aggancio al potere politico da parte del monopolio professionale tradizionalista, che ha più buon gioco nel dichiarare il proprio lealismo verso il regime, ha fondamentalmente il senso di una naturale alleanza in difesa di interessi professionali precostituiti. La polemica fra i due gruppi, nella misura in cui dibatte la mistificatoria questione di chi fra i due sia più fascista dell’altro, per la natura stessa del fascismo non può non chiudersi in vantaggio dei tradizionalisti. Nella misura in cui, ponendosi pregiudizialmente una stessa matrice ideologica alla base di entrambe le tendenze, ci si deve limitare a porre in antagonismo solo più delle forme (« decorazioni o muri lisci, archi e colonne o pilastri e piattabande, linee[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 191
Brano: [...]putati, in segno di clamorosa protesta contro l’assassinio di Giacomo Matteotti (v.), perpetrato dai fascisti con la diretta complicità dell’allora capo del governo Benito Mussolini.
Il delitto Matteotti
L’Aventino sorse aH’indomani dei delitto Matteotti, ma F.L. Ferrari, in un articolo su il Domani d’Italia, dopo le elezioni politiche del 6.4.
1924, aveva espressamente parlato di un « ritiro sulI’Aventino » dandogli un significato di « lealismo costituzionale ». L’idea ritornò quando la nuova Camera fu convocata. « I repubblicani ed Amendola — scriveva Turati alla Kuliscioff il 29 maggio — sono più vogliosi di noi di cogliere ogni pretesto per disertare. Anche oggi, ai primi diverbi con gli agenti provocatori che abbiamo alle spalle, Amendola e qualche altro consigliavano l’uscita in massa; ma io stesso ho resistito. Se si esce bisognerebbe farlo per non ritornare; e per questo ci vogliono motivi più decisivi ».
In questo stato d’animo era naturale che la prima reazione delle opposizioni al delitto Matteotti fosse l’abbandono del[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 329
Brano: [...]al culmine quando, nel 1912, alcuni esponenti della frazione, in partico
lare l’on. Podrecca, presero apertamente posizione a favore dell’impresa coloniale libica; e il 14 marzo di quello stesso anno, in occasione di un attentato al re, espressero al sovrano i loro sentimenti di devozione. Bonomi, con Bissolati e Cabrini, partecipò al corteo dei deputati che recavano le condoglianze della Camera al Quirinale. Queste scoperte manifestazioni di lealismo regio, di affiancamento alle forze tradizionali del conservatorismo nazionale, determinarono l’insurrezione della maggioranza dei congressisti convenuti a Reggio Emilia per il XIII Congresso del Partito socialista (710 luglio 1912). Bonomi fu espulso dal partito con i rappresentanti della destra riformista e diede vita, assieme ad essi, al « Partito riformista ». Formazione gracile, senza tessuto ideologico e basata essenzialmente sul prestigio locale e parlamentare di alcuni capi, il Partito riformista non ebbe alcun rilievo e visse stentatamente fino al
1917, quando cercò di ridarsi slan[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 668
Brano: [...]eri, “La Stampa” (in violenta polemica con l’interventista “Corriere della Sera”) abbracciò le tesi neutraliste. Ma poiché i gruppi industriali piemontesi andavano logicamente allineandosi al fronte interventista, nel marzo 1915 il giornale registrò una caduta netta di
50.000 copie di vendita nell’arco di poche settimane.
L’ingresso dell’Italia nel conflitto e gli anni della guerra videro il giornale di Frassati attestarsi in una sorta di “lealismo patriottico”. Negli anni deH’immediato dopoguerra, inauguratisi con la “vittoria mutilata”, il foglio riprese a essere fedele al Giolitti, interpretandone le proposte politiche incardinate sulla visione di un rapporto collaborativo fra borghesia democratica e socialismo gradualista, uniti per trarre fuori il Paese dalle arretratezze e consentirgli di affrontare positivamente le profonde trasformazioni economicosociali delineatesi durante il conflitto.
Punto focale dell’adesione de “La Stampa” al programma eeonomicosociale presentato da Giolitti e che gli avrebbe dato l’occasione di costitu[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 15
Brano: [...]h
N. a Wandsbek (Ruhr) il 24.4.1876, m. a Kiel (R.F.T.) il 6.11.1960; ammiraglio tedesco.
Ufficiale di grado elevato nella Marina imperiale già allo scoppio della Prima guerra mondiale, prese parte alle battaglie del Doggerbank e dello Skagerrack come capo di stato maggiore deH’ammiraglio Hipper. Alla fine della guerra era comandante dell’incrociatore “Còln II”; sorpreso e scosso dalla rivoluzione di novembre, nonostante il suo sostanziale lealismo monarchico non abbandonò il servizio effettivo: passato nella Marina della Repubblica di Weimar, assolse a funzioni di comando (tra l’altro, nel settore del Baltico) e a compiti presso uffici ministeriali.
Comandante della Marina tedesca
Considerato uno delle personalità più spiccate del corpo ammiraglio,
I’1.10.1928 fu chiamato a reggere il comando della Marina. In questa carica, che conservò anche dopo l’avvento al potere del nazismo e che avrebbe lasciato solo nel 1943, proseguì e perfezionò l'opera da lui già prestata alla ricostituzione della flotta tedesca e al superamento dei [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 42
Brano: Nazionalismo italiano
dato il clima di lealismo monarchico dell’ambiente politico italiano e
il carattere anche di conservazione sociale della Triplice Alleanza, fu coltivato invece il problema delle terre irredente (v. Irredentismo), ancora sottomesse all’AustriaUngheria, che rimase quindi appannaggio della tradizione repubblicana.
I nazionalisti pensavano piuttosto a una rivincita e affermazione del
lo Stato italiano in un ambito più vasto: si riferivano a Roma, non la Roma di Giuseppe Mazzini (v.)f ma a una Roma « imperiale ». Erano angustiati dalle « bassure » della democrazia politica, dall’incalzare delle masse e del «materi[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 473
Brano: Maira, Valle
anni la roccaforte politica dello statista liberale Giovanni Giolitti. Dopo l'avvento di Mussolini al potere la perdurante influenza giolittiana unita a quella limitata ma tenace delle idee socialiste e a un radicale lealismo monarchico, determinò nella popolazione locale un atteggiamento di rifiuto verso il regime. Il progressivo depauperamento della zona durante il ventennio fascista, l'aggressione del giugno
1940 alla Francia (nazione con la quale le genti dell’Alpe cuneese hanno sempre conservato naturali rapporti e affinità culturali) e infine l’autentica decimazione subita combattendo nei battaglioni alpini" durante le campagne di Grecia e di Russia fecero poi sorgere negli abitanti della valle Maira una sorda e irreversibile ostilità nei confronti della dittatura.
Dopo l’armistizio dell’8.9.1943, quan[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 41
Brano: [...], orientato a destra in politica interna, ma anch’esso irredentista, con il giornale L'Alto Adige; e infine il partito popolare, che aveva nel « Trentino » il suo'organo ufficiale, forte soprattutto tra i contadini, di indirizzo cattolicomoderato, favorevole alla parità di diritti con i sudditi di nazionalità tedesca e a una larga autonomia linguistica, culturale e amministrativa delle minoranze etniche italiane, nel quadro tuttavia di un celato lealismo alla monarchia austriaca. Non si dimentichi, del resto, che l’impero austroungarico era allora visto, dalle alte gerarchie ecclesiastiche, anche in Italia, come l’ultimo baluardo del cattolicesimo e dell’ordine costituito nell’Europa centromeridionale.
L'attività politica di De Gasperi, in tutto questo periodo, e soprattutto negli anni del suo mandato parlamentare a Vienna (1911
1918), è stata molte volte sottoposta a critiche, anche prescindendo dalla volgare campagna di accuse mosse contro di lui dal Popolo d'Italia mussoliniano, a scopi d'intimidazione e di ricatto politico, nella se[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine lealismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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