Il segmento testuale latifondista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 81Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 255
Brano: [...]sso di isolamento delle avanguardie operaie e di frammentazione delle organizzazioni sindacali, successivamente alimentato dalla guerra fredda.
L’assetto “svizzero” dell’Uruguay crollò definitivamente nel 1958, con la vittoria elettorale del Partito nazionale (nuova denominazione dei “blancos”) che, nel 1959, introdusse una riforma monetaria e dei cambi, grazie alla quale si registrò un trasferimento di reddito verso l’insieme della borghesia latifondista, ridusse i salari reali e avviò lo smantellamento dell’apparato statale di intervento nell’economia. Ma la crisi del modello battlista era cominciata già alla metà deqli anni Cinquanta, con la fine della guerra di Corea (19501953) che aveva permesso all'Uruguay eccezionali profitti grazie agli alti prezzi internazionali della carne e della lana. La successiva caduta dei redditi da esportazione e la conseguente diminuzione del saggio di profitto provocarono una diminuzione della produzione e dei redditi, nonché un aumento dell’inflazione.
Con l’intervento del Fondo mone
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 209
Brano: [...]legava in Ungheria la questione nazionale (soprattutto in rapporto alle nazionalità non magiare incluse nel territorio della Corona di Santo Stefano) e la questione sociale: travolti, certo in buona misura, da condizioni internazionali avverse, essi mostrarono appieno la debolezza di progetti e di consenso che li caratterizzava.
// regime di Horthy
La fine della Repubblica dei Consigli significò la restaurazione di fatto del vecchio potere latifondista e il ritorno delle vecchie classi al potere, cancellando anche l’esperienza democraticoborghese di Kàrolyi. I signori feudali si erano, per di più, radicalizzati al punto di ritenere che tutti i mali da cui appariva afflitta la società ungherese (dalle sconfitte militari ai disastri economici e all’espansione dei comunisti) andassero attribuiti alle attività degli ebrei i quali, arricchitisi soprattutto con il commercio, erano particolarmente numerosi nella capitale e in tutto il paese. È vero che soltanto un insieme di slogan come
Manifestazione popolare a Budapest per la proclamazione de[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 207
Brano: [...]o d’Ungheria anche dopo la definizione deH’Ai/sg/e/c/? (compromesso) nel 1867, quando un’impostazione dualistica trasformò il vecchio Stato centroeuropeo neH’Impero AustroUngarico. All’affermarsi dell’egemonia magiara sul piano politico non corrispose così, su quello economico e sociale, la capacità di far decollare l’economia ungherese a cavallo tra Otto e Novecento, a causa soprattutto dell’impossibilità di ridimensionare il potere nobiliare e latifondista. Aggravata da queste contraddizioni, che impedivano una soluzione positiva del problema nazionale e dell’arretratezza economica, la sconfitta del 1918 si trasformò in una catastrofe che ridimensionò profondamente il territorio stesso dell’Ungheria.
Primo dopoguerra
Con la firma del trattato di Trianon del 1920 l’Ungheria fu ridimensiona
ta a poco più del 32% del territorio che possedeva prima della guerra. Analogamente, la sua popolazione si ridusse al 41,6%. Dei territori ceduti, la Transilvania e il Partium passarono alla Romania; iLBanato venne diviso fra Romania e Serbia che, ins[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 187
Brano: [...]le” ed essi potevano presentarsi come tutori della Costituzione e “salvatori della patria”.
Ouale fattore di ricorrente perturbazione del sistema di potere militare, si poteva aggiungere la chiesa islamica che, pur espropriata di poteri reali dal kemalismo, mai aveva rinunciato di riproporsi, anche per le sollecitazioni provenienti dal mondo arabo e proprie dell’integralismo islamico, come rappresentante degli interessi della grande proprietà latifondista storicamente ed economicamente emarginata dal sistema.
All'inizio del 1971, dopo il rapimento di 4 militari di una base U.S.A. e scontri fra polizia e dimostranti nelle università, che provocarono numerosi morti e feriti, seguiti da una ondata di scioperi rivendicativi, i militari decisero di riportarsi sulla scena in prima persona: il 12.3.1971 occuparono la capitale, deposero il governo, modificarono la Costituzione introducendovi altre norme che aumentavano ulteriormente il loro potere.
Dopo circa un anno e mezzo di governo militare, nell'ottobre 1973 furono indette nuove elezioni “s[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 108
Brano: [...]ata nei ranghi del fascismo rurale. Nei centri più caldi della resistenza contadina e^ssa costituì anzi il supporto armato della opposizione antisindacale e antisocialista. Massiccia fu la presenza di esponenti mafiosi, con pesanti gravami penali, nell'originaria struttura delle organizzazioni fasciste sorte ad Alcamo e a Castellammare del Golfo, a Salemi e in tutta la valle del Belice. Nell'Agro Ericino, a capeggiare il movimento fascista fu il latifondista Stefano Fontana, “compare” del prefetto Mori e, secondo la insospettabile testimonianza del canonico Antonino Amico che ne scrisse nel suo “Diario”, uomo di tutto rispetto. I Fontana (figli e nipoti di don Stefano) avrebbero mantenuto sempre nel fascismo provinciale posizioni di spicco e di potere, tali da consentire loro delicate funzioni mediatrici (come durante l’operazione Mori contro la mafia, nel 19241925) e di cooptazione degli interessi agrari.
A Castelvetrano (dove l'adesione della famiglia Gentile al regime fu gratificata mediante la concessione di lucrosi appalti comunali) la ma[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 403
Brano: [...]ppo.
La colonia e l’indipendenza
Abitato da tribù appartenenti al ceppo Tupìguaranì, il territorio del Paraguay fu esplorato tra il 1521 e
il 1526 da Aleyxo G arci a e successivamente assoggettato da altri conquistadores spagnoli, attirati dalle notizie sulle favolose ricchezze della zona.
In seguito alla creazione, da parte dei missionari gesuiti, di comunità agricole o città missionarie (reducciones) sottratte alla grande proprietà latifondista, il territorio paraguayano divenne una regione avanzata, ma dopo l’espulsione dei gesuiti (1767) e l’incorporazione del paese nel Vicereame del Rio de la Piata (1776), il Paraguay fu declassato a provincia di frontiera soggetta al governo di Buenos Aires. Sventando i propositi di dominio
della giunta rivoluzionaria d’Argentina, insediatasi nel paese dopo la sollevazione contro il dominio coloniale spagnolo, nel 1811 il Paraguay si ribellò alla soggezione argentina e, nell’ottobre 1813, si proclamò repubblica. Questa cadde immediatamente sotto la dittatura di José G. Rodrìguez Francia (£/ S[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 364
Brano: [...] firmò con Pechino un accordo di frontiera, grazie al quale 2.050 miglia quadrate di territorio pakistano passarono alla Cina, mentre 750 miglia quadrate di territorio cinese passarono al Pakistan. Due anni dopo, Ayub Khan visitò Pechino dove ebbe accoglienze trionfali.
Le elezioni presidenziali del 196465 confermarono la dittatura di Ayub Khan, il quale costituì un nuovo governo con gli uomini più fidati del regime e con il dinamico avvocato latifondista Zulfikar Alì Bhutto come ministro degli Esteri.
Nel 196465 i propositi espansionistici del l’india si espressero in una serie di provvedimenti per l’integrazione totale del Kashmir nello Stato indiano. L’1.9.1965 i contrasti si trasferirono sul piano militare, con duri scontri fra indiani e pakistani. Pechino appoggiò immediatamente il Pakistan e la « giusta lotta di autodeterminazione nazionale » del Kashmir, ma Ayub, rendendosi conto di aver messo in moto un meccanismo che poteva sfuggirgli di mano, cercò una composizione del conflitto chiedendo la mediazione sovietica e americana. Il 23[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 268
Brano: [...]enindustrie, LG.
taneo orientamento delia produzione a scopi eminentemente bellici voluto dal nuovo regime le aprì un campo vastissimo di attività e stabilì l’intimo intreccio tra i suoi di, rigenti e i massimi personaggi del nazismo.
Nel luglio 1933 Bosch fu designato membro del Consiglio generale dell'economia del Reich, cioè dell’organismo nel quale erano presenti i maggiori esponenti del capitalismo germanico, da von Thyssen a Krupp al latifondista Herbert Backe al banchiere Schroeder e che aveva la funzione di coordinare per conto del regime i piani dell’economia di guerra. Nel volgere di un quinquennio il processo di concentrazione attuato nell’industria e nella finanza tedesche all’ombra dei piani nazisti portò la I.G.F. alle dimensioni di un autentico colosso monopolistico che nel 1938 (nel quadro del « piano quadriennale » elaborato per preparare il Paese ai suoi impegni bellici) dominava interamente la produzione di materie sintetiche e di prodotti farmaceutici. È stato calcolato che, per sostenere con gli opportuni favori politic[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 682
Brano: [...]piacere l’autorità politica. Allorché, nel gennaio 1939, il Consiglio nazionale delle corporazioni fu riordinato per renderlo più idoneo a svolgere azione legislativa (già annoverava 825 membri), si trovavano in esso, gomito a gomito con i gerarchi del regime, i più bei nomi dell’industria e dell’economia italia
na: nella Corporazione ortoflorofrutticola, per esempio, la proprietà terriera e l’industria erano rispettivamente rappresentate dal latifondista principe Rodolfo Borghese e da Luigi del Gaizo, proprietario della Cirio, mentre a « tutelare » gli interessi dei lavoratori si trovavano i deputati fascisti Chiarelli, Costamagna e il gerarca Davide Fossa, nella Corporazione olearia si trovava, con Angelo Costa e il principe Ruffo di Calabria, l’attuale giornalista e deputato liberale Vittorio Zingone; in quella delle bietole e dello zucchero, l’industriale veneto llario Montesi', nella Corporazione dei tessili, il generale della Milizia Oreste Montagna e il gerarca Bruno Biagi (destinato a diventare ministro delle Corporazioni) a fianco di [...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine latifondista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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