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Il segmento testuale lasciano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 1323Entità Multimediali , di cui in selezione 15 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 21

Brano: [...]lbania e l’Italia

Di tatto, allo scoppio della prima guerra mondiale esistono, nell’interno dell’Albania, ben 6 diversi governi, sostenuti da altrettante potenze straniere interessate alla spartizione del paese. Guglielmo Wied, malvisto, deve fuggire il 4.9. 1914 e, nell’ottobre dello stesso anno, l’Italia occupa l’isola di Saseno e Valona. Nel 1915 serbi e montenegrini si impossessano delle regioni settentrionali e centrali, ma nel 1916 essi lasciano il posto alle truppe austroungariche, mentre i francesi si installano a Korcia. li 26.4.1915 viene concluso a Londra un patto segreto (che i bolscevichi renderanno noto dopo il 1917), il quale assegna all’Italia lì protettorato sulle regioni centrali dell’Albania e inoltre prevede, alla fine del conflitto, la spartizione del paese tra Italia, Serbia, Montenegro e Grecia. Nonostante l’esistenza di detto accordo, l’Italia istiga Ismail Kemelbey a proclamare nuovamente l’indipendenza e l'unità dell’Albania, sotto il protettorato italiano (3.6.1917). Nel 1920 il governo italiano decide di evacuar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 146

Brano: [...]spra e si rivolge non più solo contro la retorica celebrativa del '900 fascista, ma anche contro le forme distaccate della « assenza » e della « torre d'avorio ». Sono gli anni della guerra di Spagna. Il fascismo prepara nuove rovine, la coscienza dei giovani matura e la loro voce si alza, sonora, nelle esposizioni; si impone alla critica, al pubblico, nei premi; penetra nei giornali e nelle riviste. Persino riviste come Primato, come Documento, lasciano più o meno consapevolmente filtrare i nostri disegni, mentre i giornali dei Guf diventano, in molti casi, luoghi di incontro e di reciproca conoscenza tra i giovani artisti ribelli. Quando la Resistenza pone gli artisti in condizioni di lotta aperta, molti di essi entrano direttamente nella lotta, nei Gap, nelle formazioni partigiane. A Roma si stampano clandestinamente cartoline con collages, e disegni di propaganda. I pittori scendono, nelle ore di coprifuoco, a disegnare sulle mura della città i simboli della rivolta. Nello studio dello scultore Mazzacurati è in funzione un «Ufficio artist[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 720

Brano: [...]definitivo di quel socialismo riformista e legalitario del quale « Critica sociale » era stata, per oltre un trentennio, la coerente banditrice in Italia.

Dopo la marcia su Roma

Le prime reazioni alla conquista fascista del potere sono unanimi nella considerazione che « il socialismo è nei fatti» (115.11.1922) e che il fascismo « si sta sgretolando fatalmente » (Turati a Nofri, 27 novembre, ma probabilmente ottobre 1922). Ma i nuovi eventi lasciano lacerazioni profonde tra le esigue file dei socialriformisti, ed esse si riflettono anche sulle pagine della rivista, particolarmente in ordine all’atteggiamento da tenere nei confronti del nuovo governo. Se si prevede il « profilarsi, a non lontana scadenza, (di) una nuova lega di tutti gli uomini liberi (...) per la salvaguardia degli interessi collettivi più alti e più veramente nazionali » (editoriale Ora di attesa e di preparazione, 115 novembre); se non cessa, ma anzi trova espressione ufficiale, nel manifesto del 2.11.1922 del nuovo Partito socialista unificato, l’appello al « silenzio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 58

Brano: [...] sono oggi due diversi modi di intendere il socialismo — affermò il Murri in una conferenza (L’Ancora. Urbino. 5.7.1903) —, uno che ne fa una cosa di classe, vale a dire del proletariato, in opposizione decisa con le altre classi e con i loro interessi; e l’altro che ne fa una cosa di tutta la società, la cui coscienza si imbeve sempre più di giustizia e di solidarietà. Spesso si confonde fra socialismo e movimento sociale: si attribuiscono e si lasciano a quello i meriti di questo o si incolpano a questo i demeriti di quello. Ma è essenziale distinguere. E distinguendo apparisce sempre meglio che siamo dinanzi a due diverse filosofie.

Il movimento sociale, in opposizione al socialista, coincide con la democrazia, i cui grandi pensieri sono pur sempre libertà, giustizia, fraternità Dopo le aberra

zioni economicomaterialistiche della seconda metà del secolo scorso, si tende oggi a dar sempre maggiore importanza nella vita sociale all'elemento etico e religioso: alla rivoluzione si sostituisce la riforma, alla lotta di classe la solidarie[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 166

Brano: [...]ia di tutti gli ebrei delle regioni annesse della Bessarabia e della Bucòvina.

La « irregolarità » di queste azioni irritò i tedeschi: il 30.6.1941 il capo dell’E/nsafzgruppe D scrisse a Berlino: « I rumeni agiscono contro gli ebrei senza aver concordato un piano generale di lavoro. Nulla vi sarebbe da ridire sulle numerose esecuzioni di ebrei, se la preparazione e l'esecuzione tecnica non lasciassero tanto a desiderare. Generalmente i rumeni lasciano i fucilati sul posto, senza sotterrarli ».

Nella Transnistria (la regione sovietica temporaneamente rimasta sotto l’occupazione rumena), di

300.000 ebrei deportati, 2 anni dopo ne erano rimasti in vita solo 55.000 che vennero infine liquidati dagli Einsatzgruppen; e ciò senza che fosse stato attuato un vero e proprio piano tecnico di eliminazione, ma lasciando la popolazione morire lentamente di fame e di stenti. Dagli ebrei della Romania propriamente detta, il conducator Antonescu si era invece proposto di ottenere taglie; così se ne poterono salvare circa 250.000, che Antonescu si rif[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 179

Brano: Eccidi in Italia

miraggio; gli agrari che assoldano bande armate; il governo complice attivo; le forze di polizia che sparano; la magistratura che condanna le vittime e infine i ministri degli Interni che lasciano impuniti i fucilatori, se addirittura non li premiano. Non si ricorda che nel corso di 80 anni si sia mai verificato il caso di un carabiniere o di un agente di polizia condannato per aver sparato sugli inermi. Quanto ai cittadini assassinati in tali circostanze, le autorità governative e la stampa padronale si sono regolarmente prodigati per presentarli come « rivoltosi », uccisi per necessità dai « tutori dell’ordine », per far rispettare la legge o per « legittima difesa », o caduti per fatali circostanze.

Tali sistemi, indegni di un paese civile, vennero denunciati nel passato e con no[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 33

Brano: [...] nelle condizioni di terreno più favorevoli, si predispone nella previsione che debbano transitare notevoli forze nemiche o quando le colonne procedono con regolari dispositivi di sicurezza: avanguardia, reparti e uomini distanziati tra loro, retroguardia. Quando, lungo la strada, sono scaglionati diversi nuclei partigiani incaricati di effettuare un'imboscata multipla, è il nucleo più arretrato che deve agire per primo. I primi gruppi appostati lasciano che il nemico si inoltri nella strada senza sparare; solo quando il nucleo più arretrato comincia a far fuoco sulla testa della colonna, allora anche gli altri intervengono cogliendo il nemico alle spalle. Può anche avvenire il contrario: attaccare prima col nucleo più avanzato le spalle della colonna e poi, approfittando del disorientamento che ogni attacco a tergo provoca nel nemico, in

Imboscata partigiana lungo una camionabile del Cuneense durante la Guerra di liberazione

33



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 64

Brano: [...]nto e l’indignazione delle classi oppresse. Per lo scoppio della rivoluzione non basta ordinariamente che "gli strati inferiori non vogliano ", ma occorre anche che gli ” strati superiori non possano " vivere come per il passato;

2) un aggravamento, superiore del solito, dell’angustia, e della miseria delle classi oppresse;

3) in forza delie cause suddette, un rilevante aumentò dell'attività delle masse, le quali in periodo " pacifico " si lasciano depredare tranquillamente, ma in tempi burrascosi sono spinte, sia da tutto l'insieme della crisi che dagli stessi strati superiori, ad un’azione storica indipendente.

Senza questi cambiamenti obbiettivi, indipendenti dalla volontà non soltanto di singoli gruppi o partiti, ma anche delle singole classi, la rivoluzione — di regola — è impossibile. L’insieme di tutti questi cambiamenti obbiettivi si chiama situazione rivoluzionaria ». (Lenin, il fallimento della II Internazionale, Opere, voi. XXI, pag. 191).

Lenin non ha mai considerato l'insurrezione come un atto isolato, senza rapporto [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 225

Brano: Kolbe, Massimiliano

« Ritratto di un artista degenerato » (1937), autoritratto di Oskar Kokoschka

tate i bambini baschi! (1937), in solidarietà con la Spagna repubblicana, e AnschiussAlice nei paese delie meraviglie (1939), descrizione allegorica del « Non vedono, non sentono, non parlano, lasciano fare! », contro l'atteggiamento di sostanziale connivenza adottato dalle democrazie borghesi di fronte all’occupazione tedesca dell’Austria e della Cecoslovacchia.

Con l’invasione della Cecoslovacchia (marzo 1939) Kokoschka fu costretto a lasciare Praga e si rifugiò a Londra. Nell’estate di quel

lo stesso anno diede inizio a una grande opera d’ispirazione politica, L’uovo rosso (terminato nel 1941), dove il frutto delle rapine di Monaco è un pollo che sta prendendo il volo, lasciando delusi i due commensali Hitler e Mussolini davanti a un guscio « rosso » spezzato e vuoto, profetica ant[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 196

Brano: [...].9.1920, — con l’occupazione operaia, il potere dispotico nella fabbrica è spezzato: il diritto di suffragio per la scelta dei funzionari industriali è passato alla classe operaia. Ogni fabbrica è uno stato illegale, è una repubblica proletaria che vive giorno per giorno, attendendo lo svolgersi degli eventi. Ma se una grande incertezza regna ancora sull’avvenire di questa repubblica proletaria, dato che le forze avversarie non si rivelano e non lasciano comprendere le loro reali intenzioni, la constatazione che queste "repubbliche" vivono ha una portata e un valore storico smisurato ».

Bene orientate dalla linea dell'« Ordine Nuovo », le maestranze torinesi si impegnarono al massimo nel complesso esperimento di autogestione, seguito alla decisione della

F.I.O.M. di non interrompere la produzione nelle fabbriche occupate. Nella assemblea convocata alla Fiat Centro, divenuta elemento propulsore dell’intera organizzazione operaia torinese, i commissari di reparto illustrarono le disposizioni di massima che dovevano sovraintendere al nuovo[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine lasciano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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