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Il segmento testuale istriane è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 14Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 122

Brano: Istria

sca, migliaia furono i caduti italiani e slavi. Tra gli organizzatori e i principali dirigenti della Resistenza fucilati o uccisi in combattimento si ricordano Aldo Negri, Aldo Rismondo, Giordano Paliaga, Joakim Rokovac, Vladimir Svalba, Giovanni Duic e Remigio Picovich.

La Liberazione

Dopo alcuni mesi di intensificata attività repressiva da parte delle forze nazifasciste, durante i quali la maggior parte delle formazioni istriane dovette trasferirsi sul Gorski Kotar, la primavera del 1945 vide ovunque la piena ripresa dell’attività partigiana. Alla fine di aprile, questa culminò nelle insurrezioni popolari di Fiume, Pola, Rovigno e di tutta l’Istria. Contemporaneamente sopraggiunse la

IV Armata dell'Esercito di liberazione jugoslavo che, dopo 10 giorni di duri combattimenti, liberò l’intera regione sino all’isonzo, dove si congiunse con gli angloamericani.

Si calcola che, dal 1942 alla Liberazione, abbiano partecipato alla lotta antifascista, come partigiani

0 patrioti, non meno di 28.000 istriani delle due n[...]

[...] che, dopo 10 giorni di duri combattimenti, liberò l’intera regione sino all’isonzo, dove si congiunse con gli angloamericani.

Si calcola che, dal 1942 alla Liberazione, abbiano partecipato alla lotta antifascista, come partigiani

0 patrioti, non meno di 28.000 istriani delle due nazionalità. Circa 5.000 furono i combattenti caduti; 5.800, le vittime civili.

La questione dei confini

La guerra di liberazione condotta dalle popolazioni istriane (e giuliane) non poteva non risentire dell'influenza concomitante dei due movimenti, lo jugoslavo e l’italiano. Insieme alla questione della cacciata dei tedeschi, si poneva quella del futuro assetto dei confini.

La questione nazionale era stata trattata bilateralmente soltanto dai comunisti (italiani e jugoslavi) e aveva trovato una definizione in accordi che risalivano al 193334, accordi necessariamente limitati a fissare il principio generale del diritto all’autodecisione dei popoli dell’lstria e della Venezia Giulia, fino al distacco dall’Italia. In seguito, con lo scoppio del conflitt[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 470

Brano: [...] 1941, i comunisti dell’Albonese, sempre sotto la guida di Zustovich, furono i primi a inserirsi compattamente nel Movimento popolare di liberazione e poi nelle fila partigiane, fornendo il maggior numero di quadri dirigenti politici e militari alla Resistenza nella regione.

In quello stesso periodo Zustovich ebbe però seri contrasti con i dirigenti dei Partito comunista croato, in quanto si opponeva al distacco delle organizzazioni comuniste istriane dal P.C.I. e alla loro confluenza in quello jugoslavo. Nel dicembre 1943 finì per accettare la linea dei comunisti jugoslavi e nell’agosto 1944 divenne membro del Comitato distrettuale di liberazione. Verso la fine dell’autunno dello stesso anno fu inviato nel Gorski Kotar, regione montana della Croazia, dove scomparve in circostanze finora mai chiarite. Si ignorano la data e il luogo esatti della sua morte. Presentato sotto cattiva luce dalla storiografia croata nel dopoguerra, è stato “riabilitato” negli anni Ottanta e giustamente definito un « importantissimo promotore e creatore degli avv[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 215

Brano: Unione dei Lavoratori Italiani

ferro e a fuoco, i massimi organi del Movimento di liberazione (M. P.L.) avevano dovuto operare alla macchia, l'“Ufficio degli Italiani” era stato sciolto e i suoi componenti avevano assunto funzioni dirigenti nelle varie località istriane e nelle formazioni militari. A livello regionale aveva funzionato una Sezione italiana della Commissione di agitazione e propaganda, in dicembre erano iniziate le pubblicazioni de II nostro giornale, al quale si erano aggiunti altri fogli partigiani italiani (v. Stampa partigiana italiana in Istria). Caduto nella lotta Pino Budicin (8. 2.1944, insieme ad Augusto Ferri), gli italiani erano stati rappresentati al Parlamento da Aldo Negri, mentre la loro adesione alla lotta di liberazione e al movimento popolare diventava massiccia. Si sentiva perciò la necessità di incanalare queste forze organ[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 280

Brano: [...] Giovanni Turcinovich, Giorgio Privileggio (v.), Lorenzo Sponza, Romano Malusà e Giuseppe Maricich, la Sezione del P.C. d’I. venne ricostruita, ma essa sarà ripetutamente decapitata dall’arresto dei dirigenti, confinati o condannati dal Tribunale speciale, a cominciare da Budicin, Privileggio e Naddi nel 1934.

Carcere, confino e guerra di Spagna

Dal 1930 al 1939 Rovigno diede alla lotta antifascista uno dei contributi più alti fra le città istriane.

Si ebbero qui 9 confinati: Romano Malusà (classe 1913, operaio); Francesco Poretti (1908, operaio); Giovanni Pignaton (1906, artigiano); Domenico Buratto (1897, contadino); Pietro Buratto (1903, contadino); Silvio Zorzetti (1892, artigiano); Antonio Zorzetti (1881, artigiano); Matteo Benussi (1906, contadino); Milan Iskra (1917, minatore).

I condannati dal Tribunale speciale furono 8: Antonio Budicin (1908, operaio, condannato a 10 anni e 8 mesi); Pino Budicin (1911, operaio, condannato una prima volta a 7 anni e una seconda a 12 anni); Giorgio Privileggio (1912, operaio, due condanne [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 54

Brano: [...]e le italiane delle regioni orientali, che costituirono il maggior numero delle deportate dall'Italia, esse furono inizialmente inviate ad Auschwitz e nei Kommandos dipendenti. Da qui, a partire dal luglioagosto 1944, esse furono trasferite in vari lager della Germania, ma soprattutto a Ravensbruck, poi smistate in diversi campi e Kommandos di lavoro. Quando i campi dell 'Est furono smantellati in seguito all’avanzata delle truppe sovietiche, le istriane finirono a Ravensbruck. Secondo la testimonianza di Rosina Cantoni, un grosso trasporto proveniente da Est arrivò a Ravensbruck ancora nell’inverno 194445 e successivamente venne trasferito in altri campi. Molte delle deportate provenienti dalle regioni orientali dell'Italia erano considerate jugoslave e furono immatricolate come tali, con una J sul triangolo rosso.

Secondo testi ufficiali, sono stati deportati a Ravensbruck anche uomini: in realtà, in un piccolo campo annesso al lager principale furono rinchiusi circa 400 deportati di varie nazionalità, tra cui alcuni italiani. Un notevol[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 632

Brano: [...]i distaccamenti. Del comando, assunto dai generali Sava Vukelic e Joze SkociJic inviati dal Quartier generale dell’Esercito popolare di liberazione della Croazia, entrò a far parte anche l’italiano Mario Cherin, con il grado di tenente. Con l’occasione, giunse a Pisino Franz RozmanStane, capo di stato maggiore dell’E.P.L. della Slovenia.

In base agli ordini diramati dagli organismi politicomilitari insediati a Pisino, le formazioni partigiane istriane passarono ovunque all’attacco dei presìdi. Nell’intera regione, i partigiani raccolsero le armi abbandonate da circa 8.600 soldati e carabinieri italiani, nonché 120 autocarri, 9 cannoni, 2 navi, 6 carri armati, 12 autoblinde e altro bellico.

Il 13.9.1943 fu costituito a Pisino il primo Comitato popolare regionale di liberazione dell'lstria, di cui entrarono a far parte, in rappresentanza degli antifascisti italiani, Giacomo Urbini di Pola e Giuseppe Budicin (Pino) di Rovigno. Quest'ultimo fu anche eletto deputato al Parlamento rivoluzionario della Croazia (Z.A.V.N.O.H.). Il 25 dello stess[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 566

Brano: Marturano, Famiglia

Nel 1921 scrive Marija Cetina la Martinuzzi « raggiunse l'apice della sua ascesa rivoluzionaria ».

Nello stesso anno partecipò all’elaborazione dello statuto del Gruppo femminile comunista di Trieste e solidarizzò con la « Repubblica di Albona », il tentativo rivoluzionario dei lavoratori delle miniere istriane. Ritiratasi, ormai intaccata nella salute, nella nativa Albona, fu perseguitata dal regime e, a 81 anni, ebbe ancora la casa perquisita dai fascisti.

Bibliografia: Marija Cetina, Giuseppina Martinuzzzi. Documenti del periodo rivoluzionario. 18961925, Pola 1970; Giuseppe Piemontese, Il movimento operaio a Trieste. Dalle origini all'avvento del fascismo, Roma 1974, ad indicem.

E.Sa.

Martire, Salvatore

N. a Cosenza nel 1902.

Membro fondatore della Federazione giovanile comunista nel 1921, nello stesso anno subì il suo primo arresto. Antifascista militante, dopo l’avvento del fasci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 603

Brano: [...] governo provvisorio » al Governo militare alleato, le capacità effettive dei Comitati come organi guida della lotta di liberazione. Il C.L.N.A.I. riesce a costituire (il 9 giugno) un Comando militare unitario, col quale coordina e finanzia assai meglio di prima l'attività delle bande; difende, sulla base dell’autodecisione dei popoli e dell’autogoverno e senza venir meno al principio della collaborazione internazionale, l’italianità delle terre istriane e della Valle d’Aosta; respinge tutte le manovre per attenuare l’intransigenza della lotta, guida con equilibrio ed energia gli esperimenti di amministrazione democratica nelle «zone libere» (v.).

Rapporti con governo e Alleati

Queste indubbie prove di idoneità della direzione politica della Guerra di liberazione accentuano però, in un certo senso, il distacco fra i C.L.N. dell’Italia occupata e i C.L.N. e il governo dell’Italia liberata. Il prevalere dei moderati nel governo Bonomi e i timori degli Alleati di una prevalenza comunista tra le forze della Resistenza rendono difficili i ra[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine istriane, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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