Brano: Irredentismo
Irredentismo
Movimento per la liberazione di territori « irredenti », ossia non liberati dal dominio straniero.
In Italia l’irredentismo ebbe particolare sviluppo dopo il 1866 e fu rivolto all’annessione di Roma e delle Venezie ancora soggette, rispettivamente, al dominio papale e< a quello austriaco. Il movimento ebbe un carattere democratico e repubblicano, in polemica con la monarchia sabauda accusata di sacrificare i diritti e le aspirazioni delle popolazioni irredente al gioco diplomatico e agli interessi di casta. Non che i governi monarchici avessero rinunciato all’unificazione di tùtti gli italiani nel nuovo Stato nazionale, ma essi miravano a conseguire tale obiettivo con accordi internazionali, escludendo quindi l'in[...]
[...]azioni delle popolazioni irredente al gioco diplomatico e agli interessi di casta. Non che i governi monarchici avessero rinunciato all’unificazione di tùtti gli italiani nel nuovo Stato nazionale, ma essi miravano a conseguire tale obiettivo con accordi internazionali, escludendo quindi l'intervento delle masse popolari per il timore di compromettere l’equilibrio sociale a danno dei ceti possidenti. Dopo la liberazione di Roma (20.9.
1870) l’irredentismo perse la componente anticlericale e assunse più marcata l’impronta nazionalistica, rivelando peraltro la sua doppia anima, borghese e democraticopopolare. Mentre per la borghesia nazionalista le terre e le popolazioni italiane da « redimere » servivano solo da copertura a una politica espansionistica verso i Balcani, in funzione subimperialista rispetto allo stesso Impero austroungarico, per le masse popolari la liberazione delle terre irredente si identificava in una lotta democratica e per la libertà, contro l’Austria che da un secolo era l’odiato gendarme d’Europa.
La componente democra[...]
[...]ficava in una lotta democratica e per la libertà, contro l’Austria che da un secolo era l’odiato gendarme d’Europa.
La componente democraticopopolare, che comprendeva repubblicani e radicali da un lato e socialisti dall’altro, assumeva anche carattere di opposizione al governo che (in dispregio alle aspirazioni irredentistiche del Paese) aveva impegnato l’Italia in una alleanza con rimpero austroungarico [Triplice Alleanza, 18821903).
Dall'irredentismo al fascismo
Alla vigilia della Prima guerra mondiale e nella fase di neutralità dell’Italia le varie correnti irredentistiche confluirono nell’interventismo (v.). Ma mentre i borghesi nazionalisti erano per un interventismo « triplicista », cioè per partecipare alla guerra a fianco della Germania e deìl’AustriaUngheria, gli irredentisti democratici erano per un interventismo « intesista », ossia a fianco della Francia e della Gran Bretagna. Su posizioni « intesiste » si
schierò anche una parte della borghesia imperialista.
Con il trattato di Londra del 1915, in seguito al quale l’Ita[...]
[...]ntino, il Tirolo sino al Brennero, Gorizia, Gradisca, Trieste, l’intera Istria fino al Golfo del Quarnaro e le isole adiacenti, la Dalmazia, Valona e l’isola di Saseno in Albania, il Protettorato di Dùrazzo da costituire con l’Albania centrale,
il Dodecanneso, parte della Turchia mediterranea in caso di spartizione, e infine compensazioni nelle colonie ai confini deH’Eritrea, della Libia e della Somalia.
La guerra 191518 segnò la fine dell’irredentismo italiano, non solo per la ottenuta annessione delle popolazioni italiane che erano rimaste fuori dai confini dopo il Risorgimento, ma soprattutto perché la soluzione nazionalistica e imperialistica del problema aveva portato aH’interno dei nuovi confini politici minoranze irredentiste slava e tedesca, sicché l’Italia era diventata a sua volta un paese oppressore.
Nondimeno i fascisti cercarono di dare una vernice « irredentistica » alla loro politica estera aggressiva e sciovinista. Sorsero così negli anni del regime le associazioni « prò Dalmazia » che rivendicavano l’« italianità » della[...]
[...]entata a sua volta un paese oppressore.
Nondimeno i fascisti cercarono di dare una vernice « irredentistica » alla loro politica estera aggressiva e sciovinista. Sorsero così negli anni del regime le associazioni « prò Dalmazia » che rivendicavano l’« italianità » della intera costa adriatica della Jugoslavia, e fu alimentato anche il mito del « mare nostrum » per giustificare le pretese fasciste su Malta, Tunisi, la Corsica, ecc.. Ma ormai l’irredentismo aveva perduto ogni connotato di credibilità per trasformarsi nel più vieto sciovinismo.
Nel secondo dopoguerra il passaggio dell’lstria alla Jugoslavia ha alimentato neH’ambito del neofascismo rigurgiti di irredentismo « giuliano », rimasti peraltro isolati di fronte all’opinione pubblica.
Isère
Dipartimento della regione francese Rodano e Alpi, avente come capoluogo Grenoble. Per la sua vicinanza al confine dell'Italia, l’Isère ha sempre ospitato una numerosa emigrazione italiana, sia temporanea che permanente. Tra questi emigrati, molti parteciparono alla Resistenza e numerosi furono i caduti. Tra gli altri si ricordano:
Attilio Allois, caduto in combattimento a PontàRoyans;
Gino Barbisan, n. a Cornuda (Treviso) il 14.1.1923, militante nella Gioventù comunista e tra i primi animatori della Res[...]