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Prosperi, Osvaldo Pacifico
L’azione da compiere contro la « carneficina mondiale » era quindi, per gli internazionalisti, anzitutto quella di diffondere la idea della fraternizzazione dei lavoratori al di sopra di tutte le frontiere; il nemico non era il proletario vestito con una divisa diversa, ma il capitalismo che ogni lavoratore aveva alle sue spalle.
Quanto all’atteggiamento da assumere verso i soldati tedeschi, che i partiti democratici esortavano a combattere, « Prometeo » sosteneva che bisognava porre al centro della strategia rivoluzionaria il proletariato tedesco che, quantunque massicciamente irreggimentato dal nazismo, aveva dietro di sè la grande tradizione di lotta di cui Karl Liebknecht e Ros[...]
[...]neva che la presenza sovietica nel fronte democratico cambiava la natura del conflitto, facendolo diventare una guerra tra totalitarismo fascista e democrazia, « Prometeo » rispondeva che l’U.R.S.S. non era più da considerarsi uno Stato socialista: la Russia della Rivoluzione d'Ottobre, dei Soviet e di Lenin era stata oramai soffocata e la sua struttura aveva subito un’involuzione che ne aveva mutato i connotati economici e politici. Secondo gli internazionalisti, la Russia di Stalin era ormai diventata un potente Stato capitalista con al vertice una nuova classe sfruttatrice, classe che altro non era se non la vecchia borghesia mascherata con nuove sembianze. Pertanto, secondo quell’analisi, i lavoratori dovevano prendere le distanze, sia dallo Stato sovietico che dai partiti a esso legati. Il P.C.I. di Togliatti diventava quindi, agli occhi di « Prometeo », un partito come tutti gli altri; si differenziava da questi solo per il fatto di mantenere la vecchia denominazione e di avere tra i suoi seguaci molti operai convinti di lottare per la rivoluzio[...]
[...]rcavano di convivere con gli occupanti, ma di fatto appoggiavano e dirigevano le forze della democrazia. La Repubblica di Salò, che « Prometeo » faceva oggetto di duri attacchi e di denigrazione costante, non aveva più alcuna base sociale solida su cui appoggiarsi ed era pertanto considerata perdente nei rapporti di forza internazionali. La facciata sociale e l’espediente della « socializzazione » da parte dei fascisti repubblichini, secondo gli internazionalisti, era solo un tentativo fascista di crearsi un seguito tra le masse, ma queste avevano ben avuto modo di conoscere il fascismo in vent’anni di dittatura e non si facevano certo ingannare da quelle « innovazioni ».
Il problema della socializzazione non veniva però sottovalutato da « Prometeo », in quanto i partiti democratici, sotto varie forme, ne riprendevano i contenuti. Gli internazionalisti sostenevano che, al di là dei motivi contingenti che spingevano questo o quel partito a diffondere l’idea della socializzazione, era un fatto che, essendosi l’economia evoluta in grandi blocchi che centralizzavano e concentravano ingenti quantità di capitale, poteva prospettarsi in un prossimo avvenire una forma capitalistica di Stato. I programmi di socializzazione o statizzazione che venivano da più parti avanzati erano quindi consoni al nuovo livello delle forze produttive.
Quando, all’inizio del 1944, i partiti del C.L.N. si accinsero a promuovere un grande sciopero politico da attuare[...]
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Quando, all’inizio del 1944, i partiti del C.L.N. si accinsero a promuovere un grande sciopero politico da attuare in marzo, « Prometeo » (che aveva appoggiato tutti gli scioperi scoppiati nel 1943) si schierò contro l’iniziativa definendola « scioperomania » e sostenendo che lo sciopero, organizzato solo in funzione antinazista, sottometteva alla guerra l’unico strumento di difesa della classe. Tuttavia, quando lo sciopero ebbe inizio, gli internazionalisti vi parteciparono, diffondendo però le loro parole d’ordine contro la guerra e per la difesa degli interessi materiali dei lavoratori. Alla fine di marzo, quando Togliatti definì la nuova linea politica del P.C.I. (svolta di Salerno) apprestandosi a entrare in un governo di
unità nazionale, « Prometeo » vide in ciò la conferma di quanto era andato sostenendo riguardo alla natura del Partito comunista. Nella seconda metà del 1944 le crescenti difficoltà derivanti dallo stato di guerra si ripercossero anche su «Prometeo». Dopo il numero di agosto, il giornale apparve una sola volta in ottobre[...]
[...]he i partiti democratici stavano preparando l’insurrezione popolare, erano tutt’altro che favorevoli ad accreditare forze estremiste le quali potevano spingere la classe operaia al di là della linea unitaria e nazionale che era stata fissata negli accordi tra Alleati, governo di Roma, C.L.N. e C.V.L.. Il P.C.I accentuò quindi gli attacchi a tutte le forze di estrema sinistra, in primo luogo contro « Prometeo ». All’insurrezione del 25 aprile gli internazionalisti parteciparono portando le loro parole d'ordine, ma si trovarono del tutto emarginati.
A. Per.
Prosperi, Osvaldo Pacifico
N. nel 1887 a Treia (Macerata), m. a La Spezia il 21.7,1964; medico. Proveniente da una famiglia di tradizioni borghesi, compiuti gli studi universitari nel 1914 entrò nella Marina militare come tenente medico. Scoppiata la guerra, andò volontario nel reggimento di fanteria di Marina mobilitato nel basso Piave.
Dopo la smobilitazione chiese l’aspettativa dal servizio militare attivo per frequentare YEcoIe Dentai re Supérieure a Ginevra e 'nel 1922 si stabilì all[...]