Brano: [...]cque, con le stesse iniziali e sotto forma di associazione culturale dal nome Pendidikan Nasional Indonesia (Unione culturale indonesiana), diretta da altri giovani leader (Hatta e Sjahir). Dopo alcuni anni di intensa attività anche il nuovo P.N.I. venne sciolto. Hatta e Sjahir dovettero, come Sukarno, prendere la via dell’esilio.
Il movimento nazionalista riacquistò slancio nel 1939, con la costituzione della Federazione dei partiti politici indonesiani (G.A.P.I.), la quale rivendicò l’autodeterminazione, un parlamento nazionale e l’unità territoriale dell’Arcipelago.
Nel maggio 1940 il G.A.P.I. si riunì a congresso e decise l'adozione di una lingua, di un inno e di una bandiera nazionali: la sfida ai colonialisti era aperta. Gli olandesi risposero con nuove ondate di repressioni che spinsero parte dei nazionalisti indonesiani nelle braccia del Giappone fascista.
Come scriveva Sjahir dall'esilio, comportandosi in quel modo i colonialisti non facevano che alimentare « sempre più fortemente il sentimento antiolandese che si traduce in una spinta nazionalista più ampia, ma anche in correnti di simpatia per I'Asse RomaBerlinoTokio ».
L'occupazione nipponica
Nel 1942 i giapponesi invasero l’Indonesia. L’esercito reale olandese, dopo una resistenza simbolica di 6 giorni, preferì cedere le armi. I giapponesi si comportarono all’inizio con una certa scaltrezza: arrestarono i piantatori olandesi; liberarono Hatta, [...]
[...]mpedire che avvenissero incidenti sanguinosi, Sukarno diede or* dine alla popolazione di non circolare per le strade dopo le otto di sera. La disciplina con cui quest’ordine fu applicato dimostrò tanto palesemente la forza e l’autorità di Sukarno fra le masse popolari, che gli inglesi ne rimasero impressionati. Ma la situazione si era spinta troppo avanti perché si potesse evitare lo scontro: nel mese di novembre, a Surabaja, migliaia di giovani indonesiani affrontarono le truppe colonialiste appoggiate da navi e aerei. L’intera città scese nelle strade e la rivolta dilagò in tutto il paese.
I patrioti indonesiani ebbero migliaia di morti, ma il risultato fu l’intensificarsi della lotta armata nelle foreste. A questo punto gli olandesi cercarono di negoziare, ponendo però condizioni talmente inaccettabili che i nazionalisti preferirono continuare la lotta.
Solo nel 1946 furono avviate trattative che culminarono nell’accordo di Lingadjati. Riconosciuta dagli olandesi l’indipendenza dell’Indonesia, l’accordo prevedeva una federazione di tre Stati (Indonesia, Borneo, Indonesia Orientale), collegata all’Olanda attraverso una unione simile a quella del Commonwealth britannico. L’accordo, che per altro no[...]