Brano: [...]
Dal 1945 la pace mondiale é stata minacciata gravemente soltanto in tre occasioni: al tempo del blocco di Berlina e durante le fasi conclusive delle guerre in Corea e in Indocina. I combattimenti in Indonesia potrebbero costituire la quarta occasione. La differenza fondamentale tra i primi tre casi e quello Indonesiano sta nel fatto che, mentre nei primi tre l'Occidente aveva dalla sua la maggior parte delle ragioni giuridiche, nella situazione Indonesiana esse sono tutte a favore dei suoi oppositori.
É piuttosto significativo che né l'entità del pericolo, né i problemi in questione siano conosciuti dall'opinione pubblica occidentale. La ragione sta in parte nella lontananza delle isole Indonesiane e, in parte, nel fatto che l'opinione pubblica occidentale è informata quasi esclusivamente tramite agenzie controllate dall'Americä. Le Autorità ii dòñësiane non hanno a loro disposizione alcuna organizzazione paragonabile per presentare il Ioro caso. Per di più, un certo numero di questioni interdipendenti hanno confuso il problema oppure hanno in[...]
[...]à di giurisprudenza. La prima facoltà di Medicina aprì i battenti nel 1927, un anno dopo la prima insurrezione nazionalista. E di un certo interesse ricordare che la prima Facoltà di Medicina in India si aprì nel 1835 e che tutte le città più importanti ebbero le loro Università fin dal 1857. Altrettanto interessante sarà qualche confronto nei gradi più bassi dell'istruzione. Nel 1926, in una popolazione circa cinque volte più numerosa di quella Indonesiana, il numero di Indiani che studiavano nelle scuole superiori era mille volte più alto che in Indonesia: 1.716.000 in India, contra 1786 in Indonesia quattordici anni dopo. Quando, nel 1926, la prima ed unica Università Indonesiana aveva solo sette anni, già 87.600 Indiani studiavano in collegi tecnici e Università.
Così, quando gli Olandesi furono costretti a rinunciare alla loro sovranità su ciò che un tempo costituiva le Indie Orientali Olandesi, essi lasciarono una popolazione_ di 70 milioni con meno di 850 medici e meno di 4000 individui con istruzione universitaria ad affrontare i problemi di amministrazione di uno dei paesi geograficamente più complicati del mondo.
Prima ancora di immaginare come una popolazione priva di esperienza, con una minoranza così inadeguata di persone istruite, potesse cercare di crear[...]
[...]ne fu sottolineata solamente dall'intenzione dichiarata da Sukarno di modificare il tipo occidentale della democrazia parlamentare del paese e sostituirla con una « idea » sua per
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sonale di una « democrazia guidata » nella quale un Consiglio no minato, comprendente tutti i partiti in un comitato di esperti, avrebbe avuto la facoltà di veto sul parlamento.
Fin dall'inizio dell'indipendenza Indonesiana risultò chiaro che il paese era diviso in due principali correnti politiche. La prima era vagamente Marxista, nazionalista antioccidentale e aveva, le radici del suo dinamismo nella lotta anticoloniale. Si attuava principalmente nel Partito Nazionalista, fondato dallo stesso Sukarno. Alla sua sinistra c'erano i Comunisti, all'inizio rivali del Partito del Presidente, ma dopo i primi anni di indipendenza, suoi principali alleati. La seconda era essenzialmente conservatrice e la religione fungeva da comune denominatore. Era antimarxista, musulmana progressiva o ortodossa e, nel complesso, pront[...]
[...]ti maggiori: i Nazionalisti (57seggi) e i Comunisti da un lato i Masjumi (anch'essi 57 seggi) e i Nahdatul Ulama (un'altra formazione musulmana con 45 seggi) dall'altro. I Comunisti, quarti in ordine di forza, ottennero nel nuovo Parlamento 39 seggi sul totale di 257. Ma i due principali partiti musulmani il Masjumi e il Nahdatul Ulama — formavano una specie di blocco religioso e si imponevano come una potente forza anticomunista nella politica Indonesiana.
Il risultato inevitabile fu che si ebbero governi di coalizione, nessuno di essi sufficientemente stabile, che si appoggiavano sempre
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di più sulla forza equilibratrice di piccoli e discordi partitini. Di fronte a una tale instabilità di Governo — benché i Nazionalisti avessero ottenuto mezzo milione di voti in più dei loro principali avversari, i Masjumi — inevitabilmente venne a formarsi un blocco di sinistra sotto forma di una collaborazione sempre più stretta tra i Nazionalisti e il Partito Comunista. Il Presidente Sukarno, fidandosi della sua popolarità personale nel pa[...]
[...]el Presidente Sukarno fu lanciata nel vivace dibattito politico indonesiano. Retrospettivamente, sembra ora che essa rappresentò una svolta decisiva sia nella vita di Sukarno che in quella dell'Indonesia.
Nel giugno del 1957, dopo prolungate discussioni, si formò un Consiglio Nazionale, presieduto dallo stesso Presidente Sukarno. I membri del Consiglio erano nominati dal Governo e dovevano rappresentare tutti i principali elementi della società Indonesiana. Gli operai e i contadini, gli intellettuali e i soldati, i rappresentanti della gioventù e degli exguerriglieri, gli artisti, i leaders di minoranze nazionali, i capi di regione e i notabili in genere, i giornalisti nonché le donne, tutti dovevano avere i loro rappresentanti nel Consiglio. I due partiti più rappresentati erano quello nazionalista e quello comunista. Il Nahdatul Ulama, uno dei partiti Musulmani, decise dopo molte esitazioni di parteciparvi. Ma i Masjumi si schierarono tutti all'opposizione e, ciò che è anche più grave, lo stesso ex VicePresidente Hatta espresse energicamente [...]
[...] agli esperimenti, tipo quello Indonesiano, tendenti a rafforzare il potere esecutivo, può essere, ed è in realtà, interpretata in Asia come una preferenza dell'Occidente per le strutture democratiche inefficienti e superficiali che — secondo questa inter
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pretazione — rendono relativamente facili gli interventi economici da parte di imprenditori o uomini politici occidentali.
Cosi, mentre una grossa parte dell'opinione pubblica Indonesiana era sinceramente contraria all'« idea » del Presidente Sukarno, era relativamente facile convincere l'altra parte, altrettanto grossa e anticolonialista che tale opposizione non era che l'espressione di interessi personali da parte di stabili posizioni occidentali.
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Sulla sfondo particolare dell'opposizione latente fra l'Indonesia « affollata » e quella « vuota », le discussioni per la formazione del Consiglio Nazionale non potevano fare a meno di rafforzare la rivalità tra la « sinistroide » Giava e le altre isole « conservatrici », in particolare la più ricca fra queste: Sumatra. Il pr[...]
[...] 1960, l'Indonesia potrebbe votare per un regime comunista. Nella stesso tempo, il preesistente contrasto economico tra Giava e le altre isole fu messo ancor più in evidenza da questo sviluppo politico e uno stato di allarme all'estero si accompagnò con l'intensificazione di rivalità interne tra Giava
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e le altre isole;. tra gli elementi progressivi e quelli conservatori della vita politica indonesiana; e, infine, ma non ultimi, tra Sukarno e Hatta stessi. Evidentemente la situazione era matura per ulteriori e decisivi sviluppi. La scintilla che li provocò fu fornita dalla vecchia disputa sull'avvenire della Nuova Guinea Occidentale.
La Nuova Guinea é l'isola più a est tra quelle che formano le Indie Olandesi. E anche di gran lunga la più vasta. È stata divisa in due parti; quella orientale che appartiene all'Australia, e quella occidentale che appartiene all'Olanda. La Nuova Guinea Occidentale (la parte che appartiene all'Olanda) ha da sola la superficie della Francia, ma con una popolazi[...]
[...]on le isole dell'Indonesia molto prima che il colonialismo olandese comparisse sulla scena. Naturalmente né l'Olanda, né l'Australia hanno potuto sfruttare le presunte ricchezze della Nuova Guinea. Così gli argomenti si riferiscono a posizioni formali che non hanno nulla a che vedere con la situazione reale. Il fatto che l'Australia, durante i periodici dibattiti dell' ONU sul problema abbia opposto il veto formale all'estensione della sovranità Indonesiana in prossimità delle sue coste, è a mala pena menzionato.
Nel frattempo, il Ministro degli Esteri olandese, sul suo annuario del 195253, ha silenziosamente trasportato la Nuova Guinea Occidentale (ora ribattezzata dagli indonesiani « Western Irian ») nella colonna dei possedimenti olandesi d'oltre mare. Questa ha immediatamente provocato una dichiarazione da parte dell'Indonesia che l'atto violava gli accordi della Conferenza della Tavola Ro tonda del 1949. Aggiunsero che essi non avrebbero riconosciuto alcun obbligo contratto dall'Olanda a nome dell'Irian Occidentale.
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[...]verno, pur non incoraggiando attivamente gli eccessi, non sempre riuscì ad impedirli. Benché non vi siano stati espropri veri e propri, le imprese olandesi furono effettivamente poste sotto controllo armato; e benché non vi siano state espulsioni formali di cittadini olandesi, in alcuni casi il loro soggiorno divenne tanto sgradevole da esser costretti a lasciare il paese.
Nel febbraio del 1956, in seguito alla dissoluzione dell'Unione Olandese Indonesiana (che prevedeva una collaborazione sotto la Corona olandese sia nella politica estera che nella difesa nazionale), apparve che gli indonesiani, nel loro odio contro gli olandesi, erano disposti a interrompere anche i rapporti economici con l'Olanda. Questo era un passo grave. Circa il 70% della produzione totale delle piantagioni e più del 70% della navigazione tra le isole era ancora in mani olandesi, sotto la guida di tecnici ed esperti olandesi. Per di più le piantagioni controllate dagli olandesi fornivano da sole il 20% del totale delle esportazioni dell'Indonesia, e gli stessi olandesi a[...]
[...] di aiuto firmato in precedenza, alcune navi sovietiche sono state trasferite al governo di Giacarta. Tuttavia, per il momento, entrambe le parti esitano a compiere un passo fatale che potrebbe portare a un'altra Corea, ma questa volta avente come posta un paese molto piú ricco e situato in una zona strategica, dove sarebbero immediatamente e direttamente coinvolte diverse grandi potenze.
Se non riceverà aiuti, la nuova fase della guerra civile indonesiana può ancora impantanarsi nella giungla di Sumatra, con Giacarta capace di controllarla militarmente, ma probabilmente incapace di darle il colpo mortale. Per sopravvivere, i ribelli dovrebbero dar prova di essere in grado di condurre una guerriglia per lungo tempo. Altrimenti essi possono allearsi con i vari altri ribelli
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già esistenti nelle altre isole — per lo più appartenenti ai movimenti musulmani ortodossi — e perdere così ogni pretesa alla simpatia degli elementi più illuminati sia dentro che fuori l'Indonesia.
Le sorprese non sono escluse. I capi militari ribelli potre[...]
[...] che gli insorti ricevevano aiuti. dall'estero. Il governo di Giakarta espose nella capitale una gran quantità di armi catturate, di fattura recente e di provenienza estera_ Le autorità indonesiane hanno prove che per lo meno due stranieri (due bianchi) sono stati paracadutati nella zona di Padang (nel centro di Sumatra) per istruire gli insorti sull'uso di alcune armi leggere moderne fornite loro con lanci di paracadute. L'agenzia giornalistica indonesiana « Antara » riportò nei primi giorni di maggio che due piloti americani e alcuni avieri della Cina nazionalista (provenienti da Formosa) furono uccisi quando un appa
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recchio dei ribelli venne abbattuto durante un'incursione sul campo d'aviazione di Mandai. In più, dei bombardieri, di base nelle Celebes del nord, attaccarono le città indonesiane, senza che però appartenessero all'armamento indonesiano. Il governo di Giakarta offre prove che aeroplani e altra fornitura bellica, proveniente da Formosa e dalle Filippine, sono stati usati dag[...]
[...]oni interne la soluzione non è bombardarla in nome degli insorti che favoriscono gli occidentali, quanto aiutarla a risolvere i propri problemi economici politici e amministrativi. E se ciò é vero per l'Indonesia, lo é altrettanto per un gran numero di paesi sottosviluppati.
Se il tentativo fallito di rovesciare il governo legale indonesiano con l'aiuto dei governifantoccio ha chiarito tutto questo, allora qualsiasi sofferenza la guerra civile indonesiana avrà provocato, non sarà stata vana.
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