Brano: [...]stenza individuale, messe in atto da volontari selezionati. Nell'ottobre 1934 annunciò formalmente il suo ritiro dal Congresso indiano e dalla vita politica: tuttavia, attraverso i discepoli, continuò a controllare l'attività del principale partito politico dell’india. Dopo il 1934, per vari anni si dedicò essenzialmente al problema degli « intoccabili », gli esclusi da ogni casta e perciò considerati al più basso livello della gerarchia sociale indiana. Egli volle chiamarli Harijans, « figli di Dio », e iniziò la sua attività nelle province centrali avendo come base il villaggio di Sevagram (Shevgaon).
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando il viceré inglese dichiarò l’india paese belligerante e assunse i pieni poteri, Gandhi fu richiamato alla politica attiva. Di fronte al rifiuto britannico di accettare una proposta di collaborazione indiana alla sforzo bellico condizionata dal riconoscimento del principio dell’indipendenza, il Congresso affidò al Mahatma il compito di dirigere la campagna per la disobbedienza civile. Ma quando, nel dicembre 1941, il Giappone entrò in guerra e il Congresso offrì la propria incondizionata collaborazione alle Nazioni Unite, Gandhi si ritirò nuovamente dalla scena politica lasciando il posto a Pandit Nehru (v.).
Nel 1942, a fianco di Nehru, il Mahatma partecipò alle trattative con la missione Cripps per l’immediata costituzione di un governo indiano indipendente, ma il fallimento di quelle tratta[...]
[...]venne liberato per motivi di salute solo nel maggio 1944, qualche mese dopo che sua moglie si era spenta in carcere e mentre il conflitto stava volgendo al termine in Europa. Un suo « digiuno », protrattosi per 21 giorni, non aveva avuto questa volta alcun esito.
Negli anni del dopoguerra il Mahatma ebbe una parte di primo piano durante le trattative che, iniziate nel 1945, si conclusero il 15.8.
1947 con la proclamazione dell’indipendenza indiana e con la divisione del territorio in due Stati, l’uno propriamente indiano (Unione Indiana) e l’altro musulmano (Pakistan) , secondo criteri geografici e politici aspramente contestati, e tali da dare luogo a una lunga crisi di assestamento. Simbolo di questa crisi fu anche l’uccisione di Gandhi, colpito da un emissario di una organizzazione ortodossa indù mentre stava recandosi a pregare.
Il gandhisitio
Il pensiero gandhiano (la dottrina della Satyagraha: insistere per la verità) rispecchia la confluenza di influssi mistici della filosofia reli
giosa indiana e di idee umanitarie di tipo tolstoiano. Sfecondo Gandhi, il possesso « della verità interiore » fa l'uomo invincib[...]
[...]stan) , secondo criteri geografici e politici aspramente contestati, e tali da dare luogo a una lunga crisi di assestamento. Simbolo di questa crisi fu anche l’uccisione di Gandhi, colpito da un emissario di una organizzazione ortodossa indù mentre stava recandosi a pregare.
Il gandhisitio
Il pensiero gandhiano (la dottrina della Satyagraha: insistere per la verità) rispecchia la confluenza di influssi mistici della filosofia reli
giosa indiana e di idee umanitarie di tipo tolstoiano. Sfecondo Gandhi, il possesso « della verità interiore » fa l'uomo invincibile e rende quindi inutile il ricorso alla violenza. È significativo che il Mahatma intitoli la propria autobiografia / miei esperimenti con la verità.
Sul piano strettamente economico le teorie gandhiane hanno carattere anacronistico, predicando un ritorno all'artigianato e rifiutando la realtà dello sviluppo sociale. Più efficace è invece da considerarsi l’azione di Gandhi sul piano politico: benché sempre preoccupato dallo sviluppo del movimento operaio e sindacale (partico[...]
[...]ndhiane hanno carattere anacronistico, predicando un ritorno all'artigianato e rifiutando la realtà dello sviluppo sociale. Più efficace è invece da considerarsi l’azione di Gandhi sul piano politico: benché sempre preoccupato dallo sviluppo del movimento operaio e sindacale (particolarmente indicativo, a tale riguardo, il suo atteggiamento di riserva durante l’insurrezione dei marinai a Bombay nel 1946), e legato per fili diversi alla borghesia indiana, grazie al fascino della sua straordinaria personalità e all’esempio di una vita ascetica egli riuscì a mobilitare il suo popolo nella lotta per l'indipendenza e a fare della resistenza passiva, come notò Antonio Gramsci, « una guerra di posizione, che diventa guerra di movimento in certi momenti e in altri guerra sotterranea ».
Tra le sue opere si ricordano: La giovane India, 19191922; / miei esperimenti con la verità, 19281930; Satyagraha nel Sudafrica, 1928. La sua autobiografia è stata tradotta anche In italiano.
R.Bo.
Gandi, Enzo
N. a Firenze il 27.9.1908; operaio vetraio. Co[...]