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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 81
Brano: [...] lottare contro la socialdemocrazia con maggior vigore, ma non è d'accordo sulla necessità di concentrare l'attacco contro la sinistra socialdemocratica. È questo invece l'aspetto che vuole marcare Stalin, la vera novità nell'orientamento del VI Congresso » (P. Spriano, Storia del Partito comunista italiano, voi. Il, Torino 1969, pp. 168169).
Le tesi sulla situazione internazionale definivano « inevitabile » una nuova fase di guerre tra Stati imperialisti, di guerre di liberazione nazionale contro gli imperialisti e di loro interventi, e di grandi lotte di classe. Inoltre sottolineavano la imminenza del pericolo di un’aggressione all’Unione Sovietica e chiamavano i partiti comunisti, nel caso che ciò si verificasse, a battersi per trasformare la guerra imperialistica in guerra civile e organizzare l’aiuto all’Unione Sovietica. Il Congresso proclamò il pieno appoggio deH’Internazionale e di tutti i partiti comunisti ai movimenti di liberazione; riferendosi in particolare alla lotta che si svolgeva in Cina (v.) contro gli imperialisti, e in considerazione di quanto andava accadendo nel Kuomintang, definì la borghesia nazionale come forza non in grado di partecipare alla lotta contro l’imperialismo.
Il Congresso adottò anche il programma — elaborato da Bucharin — che, caratterizzando in modo rigoroso il capitalismo e in particolare il periodo della sua crisi generale (v.), sottolineava al tempo stesso l’importanza del primo Stato socialista per la lotta rivoluzionaria nei paesi capitalisti e formulava i compiti internazionalisti dell’Unione Sovietica e del proletariato mondiale. Particolare rilievo venne dato ai problemi[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 623
Brano: [...]razie all’influenza delle idee anarcosindacaliste predominanti in Francia e negli U.S.A.. Nel 1911, l’anno che vide la nascita del primo quotidiano laburista, il Daily Herald, si ebbe nelle miniere uno sciopero a oltranza che costrinse il Parlamento a varare una nuova legge per garantire il salario minimo ai minatori. Nel 1912 scioperarono i ferrovieri.
Prima guerra mondiale
Nel 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale (vista dagli imperialisti inglesi come una buona occasione per schiacciare l’aggressiva concorrenza germanica), fu eccezionalmente costituito in Gran Bretagna un governo di coalizione, del quale entrò a far parte — per i laburisti — Arthur Henderson. Poiché il governo impose una tregua sindacale che limitava l’azione rivendicativa operaia, si sviluppò un’azione semiclandestina sotto la guida dei cosiddetti shopstewards (commissari interni), e sorse un movimento di decisa opposizione alla guerra. Questo movimento portò, tra l’altro, a un importante sciopero nei cantieri navali del Clyde (1916). Il movimento degli shops[...] [...]umento nelle mani delle due grandi potenze europee.
L’intervento in Russia
Con l'affermarsi della Rivoluzione d’Ottobre in Russia, il governo britannico concluse un trattato con quello francese (23.10.1917) per un comune intervento armato contro il potere sovietico. Nell’agosto 1918 truppe britanniche operavano ad Arcangelo, nei territori transcaucasici e nell’Asia Centrale; nel marzo 1919 sbarcarono a Murmansk. Nei territori occupati, gli imperialisti instaurarono il terrore (a Baku fucilarono 26 commissari), con l’obiettivo di operarvi la restaurazione borghese. Nello stesso tempo appoggiavano i movimenti controrivoluzionari in Germania e in Ungheria.
Tra i lavoratori inglesi sorse allora un forte movimento per esigere il ritiro dei corpi di spedizione controrivoluzionaria dalla Russia. Nel 1919 vi furono in Gran Bretagna oltre
1.400 scioperi con 2.591.000 scioperanti; altri ve ne furono nel 1920, con circa 2.000.000 di scioperanti, in particolare minatori, ferrovieri, marinai e portuali.
L’1.8.1920 venne fondato il Partito comun[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 74
Brano: [...]mo recasse già le tracce di un certo dogmatismo, estraneo al metodo marxiano.
Bernstein non esitò d’altra parte ad attaccare le risoluzioni del IV Congresso, definendo utopistiche certe affermazioni di Engels, secondo le quali le crisi del capitalismo sarebbero divenute sempre più gravi. Rosa Luxemburg (v.) contestò punto per punto le critiche di Bernstein, dimostrando come lo sviluppo del capitale finanziario conducesse a forti rivalità interimperialistiche e si accompagnasse a un sempre maggiore sfruttamento della mano d’opera coloniale, con un correlativo abbassamento dei salari nei paesi più progrediti. La Luxemburg insisteva anche sulla probabilità che i contrasti economici capitalistici sfociassero nella guerra e sulle possibilità di azione rivoluzionaria che al proletariato sarebbero derivate dalle contraddizioni economiche e sociali fatte esplodere dal conflitto imperialista.
V Congresso
Nel V Congresso dell’Intemazionale, tenutosi a Parigi dal 23 al 27.9.
1900, presenti 791 delegati, il rapporto sulle questioni relative all’i[...] [...]miche e sociali fatte esplodere dal conflitto imperialista.
V Congresso
Nel V Congresso dell’Intemazionale, tenutosi a Parigi dal 23 al 27.9.
1900, presenti 791 delegati, il rapporto sulle questioni relative all’imperialismo e alla guerra fu svolto dalla stessa Luxemburg.
II Congresso invitò il proletariato internazionale ad azioni comuni di larga portata contro l’estendersi del militarismo; condannò la politica coloniale degli Stati imperialisti; esortò i lavoratori delle colonie a creare propri partiti socialisti e a sviluppare l’unità dazione. All’ordine del giorno del Congresso fu posto anche il problema della conquista del potere politico e della possibilità di collaborazione con i partiti borghesi; in particolare, fu esaminato il caso di Alexandre Millerand, il socialdemocratico francese che, l’anno precedente, era entrato a far parte di un governo borghese che comprendeva perfino il generale Gallifet, il famigerato massacratore di operai della Comune.
I dibattiti su questo tema furono accesissimi e si accentuarono intorno ai[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 76
Brano: [...]borghesia in difesa della guerra [...]. In un momento che ha la più grande importanza storica mondiale, la maggioranza dei capi dell'attuale II Internazionale socialista tentano di sostituire il nazionalismo al socialismo. Il contegno di questi capi ha fatto sì che i partiti operai di questi paesi non si siano opposti alla condotta criminale dei governi, ma abbiano invitato la classe operaia a identificare la sua posizione con quelle dei governi imperialisti [...]. La trasformazione dell'attuale guerra imperialista in guerra civile è la sola parola d'ordine giusta, additata dall'esperienza della Comune, tracciata dalla risoluzione di Basilea (1912) e che scaturisce da tutte le condizioni della guerra imperialista tra paesi borghesi altamente sviluppati [...]. L'Internazionale proletaria non è morta e non morirà. Le masse lavoratrici, sormontando tutti gli ostacoli, creeranno una nuova Internazionale. L'odierno trionfo dell'opportunismo non durerà a lungo [...]. Evviva l'Internazionale proletaria liberata dall'opportunismo! ».
Anche il Partito [...] [...]era.
Furono però i bolscevichi russi a prender l’iniziativa di ricostituire il movimento operaio su giuste posizioni internazionaliste e a raccogliere intorno a sé le sinistre dissenzienti dei vari partiti socialdemocratici, anche perché — a differenza dei socialisti italiani, fermi a un pacifismo senza prospettive — i russi avevano portato avanti l’elaborazione di una teoria rivoluzionaria. In particolare Lenin aveva smascherato il carattere imperialistico del conflitto e lanciato la parola d’ordine della sua trasformazione in guerra civile del proletariato contro la borghesia. Egli aveva dato un apporto fondamentale alla teoria marxista della rivoluzione socialista, facendo un'analisi scientifica dell’imperialismo e mostrando la possibilità della vittoria della rivoluzione, inizialmente anche in un solo paese (la teoria delI'« anello debole»).
Al raggruppamento della sinistra
internazionale intorno a Lenin contribuirono alcuni importanti incontri di rappresentanti socialisti, promossi durante il corso del conflitto da quei partiti che [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 98
Brano: [...]ò.
I lavoratori curdi cominciarono a sottrarsi alla soggezione feudale per avvicinarsi agli arabi, accantonando i precedenti rancori. La sconfitta del nazifascismo e le vittorie dell'Unione Sovietica furono altrettanti incentivi alla ripresa della lotta popolare per l’indipendenza nazionale.
Secondo dopoguerra
Nel 1946 il governo di Tevfik Suveidi annunciò il proposito di rivedere il trattato angloiracheno, ma fu subito rovesciato daqli imperialisti
II successivo primo ministro Arshad Umari assicurò che tutto sarebbe rimasto come prima. Questa capitolazione di fronte all’imperialismo scatenò scioperi e manifestazioni di massa. Gli inglesi sbarcarono a Bassora 5 divisioni, i partiti e i sindacati furono sciolti e i loro dirigenti arrestati. Dal giugno all’ottobre 1946 furono soppressi 20 giornali di sinistra. Nel corso del 1947 si svolsero numerosi processi politici: il leader comunista Jusuf Sulaiman Fahid ebbe una condanna a morte, poi commutata in ergastolo.
Il 15.1.1948 l’Iraq firmò con gli inglesi un nuovo trattato, con il qual[...] [...]nterno e negli altri paesi arabi. Operai del pe trolio, ferrovieri e lavoratori di al tre categorie scioperarono per mol ti mesi. Si ebbero numerosi con flitti con la polizia e con l'esercito Alla fine il governo dovette rinun ciare alla ratifica del trattato. Il premier Salih Giabr fuggì all’estero.
Nel 1948, la partecipazione dell’Iraq a fianco della Lega araba nella guerra in Palestina servì a distrarre l’attenzione popolare dalla lotta antimperialistica e a esasperare i sentimenti nazionalistici. La situazione interna si inasprì nuovamente nel 1949, con il ritorno al governo del filoimperialista Nuri Said. Questi si distinse soprattutto nel perseguitare i comunisti: nel febbraio 1949 furono impiccati senza processo il segretario del Partito Jusuf Sulaiman Fahid e altri dirigenti popolari; migliaia di combattenti e di « sospetti » rivoluzionari furono deportati nei campi di sterminio di NukratasSalman.
Gli americani costruivano intanto in Iraq basi aeree, strade strategiche, caserme. Il 50 per cento del bilancio iracheno cominciò a esser[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 99
Brano: Iraq
I ’aacjressione imperialistica al Canale di Suez (novembre 1956) riaccese in Iraq forti dimostrazioni e scontri armati. Il movimento diede vita a Comitati nazionali unitari, di cui facevano parte anche i « liberi ufficiali » di Abdel Karim Kas
sem. . ,
I fellah continuavano frattanto a
restare senza terra. Soggetti a patti schiavistici e costretti a compiere lavori gratuiti, per qualsiasi « mancanza » i contadini venivano rinchiusi nelle carceri private dei feudatari. Il loro reddito medio era valutato a 15 sterline annue. Gli operai del petrolio dovevano lavorare 1214 ore al giorno per ricevere una paga inferio[...] [...]Iraq il tema centrale delle consultazioni, in queste tormentate giornate, tra i governi inglese e americano ». I risultati delle consultazioni furono una serie di accordi bilaterali tra Stati Uniti, Turchia, Pakistan e Iran in funzione antiirachena.
Frattanto la repubblica procedeva all’abolizione della costituzione monarchica (adottandone una provvisoria), all’epurazione dell’apparato statale e all’espulsione di chi aveva collaborato con gli imperialisti. 200 « esperti » inglesi dovettero lasciare il paese, mentre i capitali illecitamente accumulati dai 65 principali esponenti del vecchio regime furono confiscati. Molti dei maggiori responsabili delle feroci repressioni furono sottoposti a giudizio. Nello stesso tempo poterono tornare in patria migliaia di esiliati, tra cui i curdi guidati dal capo nazionalista Mullah Mustafa Barzani, che nel 1946 erano stati accolti sotto la protezione dell’Unione Sovietica.
La nuova Costituzione stabiliva la piena eguaglianza nazionale, ponendo alla base della repubblica la fratellanza tra arabi e curdi.[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 313
Brano: [...]questione nazionale che, ancor oggi, tutti i partiti e i movimenti veramente rivoluzionari appoggiano la guerriglia partigiana e le lotte di liberazione nazionale dei popoli dell’Asia, deH’America e dell’Africa.
Contro la guerra mondiale
Con lo scoppio della Prima guerra mondiale i dirigenti dei partiti socialisti della Seconda Internazionale (tranne poche eccezioni) tradirono apertamente la classe operaia, appoggiando i rispettivi governi imperialisti e aiutandoli concretamente a gettare i lavoratori dei diversi paesi gli uni contro gli altri. Nell’ottobre 1914 Lenin diede alle stampe La guerra e la socialdemocrazia russa, denunciando il carattere imperialistico del conflitto e lanciando ai proletari la parole d’ordine « Trasformare la guerra imperialista in guerra civile ». La reale difesa della patria non consisteva, secondo Lenin, nell’appoggiare lo zar e la borghesia che avevano scatenato la guerra al solo scopo di depredare altri popoli, ma nel battersi con tutti i mezzi rivoluzionari contro lo zarismo, contro i grandi
proprietari fondiari e i capitalisti dei rispettivi paesi.
Il 19.2.1915, in una Conferenza estera del P.O.S.D.R. Lenin presentò un rapporto sul tema: La guerra e i compiti del partito.
Frattanto l’esercito zarista subiv[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 500
Brano: [...]intera Cina, ha
66 milioni di abitanti e si estende per circa 800.000 kmq, confinando con l'Unione Sovietica, la Corea e la Mongolia. Tra le sue città principali si ricordano Shenyang (già Mukden) con oltre 2.500.000 abitanti, Harbin (1.600.000), Luta (1 milione e 600 mila) e Anshan (900 mila) che è oggi il maggior centro siderurgico della Cina.
Cenni storici
Nel corso del secolo XVIII, attraverso corruzioni, ricatti e colpi di mano gli imperialisti russi e giapponesi ottennero in Manciuria concessioni che ledevano la sovranità del
lo Stato cinese sulla regione. Alla fine del secolo XIX la Russia zarista ottenne fra l'altro di potervi costruire e gestire, godendo dell’extraterritorialità, una ferrovia che attraversava il paese da ovest a est, per collegare la Transiberiana con il porto di Vladivostok sempre libero dai ghiacci. I russi ottennero inoltre la sovranità sul porto militare di Dairen (Dalnii) nella penisola di Liao Tung.
Il Giappone dal canto suo ottenne di poter costruire la ferrovia della Manciuria meridionale, la base [...] [...]onfitto la Russia nella guerra del 19045, il Giappone si impossessò della Corea e della parte meridionale dell’isola di Shakhalin, bloccando così l'espansione deH’imperialismo zarista nell’Estremo Oriente.
Dopo il rovesciamento dell’impero cinese (1911) l’autorità centrale del
lo Stato sull’immenso territorio della Cina, già fortemente indebolita, divenne ancora più labile. I vari governatori militari, dipendenti da questa o quella potenza imperialistica (Inghilterra, Giappone, Francia, Stati Uniti, Germania), in lotta tra loro ma tutte d’accordo per sottomettere la Cina, dominavano incontrastati. Ogni generale e maresciallo aveva un proprio esercito e imponeva tasse e balzelli, reprimendo qualsiasi voce di protesta. La rivoluzione democratica di Sun Yatsen non si estese quindi alla Manciuria e non vi ebbe sviluppo il Kuomintang, il primo organismo di massa a carattere nazionale, fondato in Cina nel 1912.
Durante la guerra mondiale 191418, profittando del fatto che Inghilterra e Francia erano impegnate in Europa e sfruttando l’alleanza c[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 501
Brano: [...]essioni ferroviarie. Fu inoltre deciso di creare reparti di polizia mista nippocinese con armi e istruttori militari giapponesi.
Il distacco dalla Cina
Nel 1922 il generale Chang Tsolin, creatura dei giapponesi, proclamò |’« indipendenza » della Manciuria dallo Stato cinese, ciò che permise al Giappone di consolidare ed estendere le proprie posizioni nel paese. Allorché, dopo la rottura del fronte popolare del Kuomintang (1927), le potenze imperialistiche occidentali riconobbero l’autorità del governo nazionalista di Chang Kaishek su tutta la Cina, i giapponesi intensificarono le pressioni su Chang Tsolin, fino a provocarne la resistenza e a farlo assassinare. Morto Chang Tsolin, alla testa del regime dittatoriale della Manciuria salì suo figlio Chang Hsuehliang che, per sfuggire a sua volta al dominio giapponese, stabilì accordi con Chang Kaishek.
Successivamente il nuovo dittatore della Manciuria cercò di accrescere la propria autorità appoggiandosi sempre più agli imperialisti in funzione antisovietica. Nel novembre
1929, dopo una [...] [...]k su tutta la Cina, i giapponesi intensificarono le pressioni su Chang Tsolin, fino a provocarne la resistenza e a farlo assassinare. Morto Chang Tsolin, alla testa del regime dittatoriale della Manciuria salì suo figlio Chang Hsuehliang che, per sfuggire a sua volta al dominio giapponese, stabilì accordi con Chang Kaishek.
Successivamente il nuovo dittatore della Manciuria cercò di accrescere la propria autorità appoggiandosi sempre più agli imperialisti in funzione antisovietica. Nel novembre
1929, dopo una serie di provocazioni, truppe mancesi rafforzate da reparti di emigrati russi (in tutto circa 24.000 uomini) varcarono la frontiera sovietica nell'alto Baikal e attaccarono i sovietici per saggiarne la capacità di reazione. Per quanto inferiori di numero, i sovietici respinsero l’attacco e liquidarono le forze nemiche, obbligando il governo di Nanchino a chiedere la pace, che fruttò all’U.R.S.S. un più favorevole regolamento delle questioni concernenti la ferrovia costruita dai russi in Manciuria.
Nel 1931, prendendo pretesto dalla [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 524
Brano: [...] cinese (1971)
istituzioni che detenevano ii potere alla base (cioè nei villaggi), fu il risultato della strategia proposta da Mao. L’ascesa di Mao a una posizione di primato assoluto, sia come capo dello Stato sia come presidente del partito, nel 1949 apparve a tutti come il naturale riconoscimento del suo ruolo storico nella liberazione del popolo cinese dalla millenaria oppressione dei proprietari terrieri e dall’ormai secolare dominazione imperialistica.
Costruzione del socialismo e lotta di classe
Meno incontestata la problematica aperta dalle scelte di Mao nella costruzione in Cina di una società socialista, avviata dalla rivoluzione agraria che nel periodo tra il 1949 e il 1952 diede la terra soltanto a chi la lavorava, ponendo termine allo sfruttamento delle masse rurali, e dalla confisca delle imprese possedute dagli imperialisti
o dai burocrati del Kuomintang.
La decisione di avviare la Cina a un regime socialista fondato sulla proprietà collettiva dei beni di produzione prima che lo sviluppo delle forze produttive avesse creato le condizioni per un'industrializzazione su larga scala e per una vasta accumulazione di capitali, trovò indubbiamente in Mao e nell’azione da lui svolta nel partito il maggior elemento propulsivo e, ancora una volta, tale decisione ebbe nel campo agrario il più valido e fecondo terreno di sperimentazione. Superando probabilmente forti resistenze aH’interno del partito stesso, nel 1955 [...]
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successivi |
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine imperialisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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