Il segmento testuale illuminista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 178Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 141
Brano: [...]lla « paccottiglia dozzinale semianalfabeta e costituzionalmente anarchica, con l’aggravante della pretesa intellettuale e del servilismo innato » (In /'Azione, 18.9.1945). Sognò, cioè, un partito meridionalista « capace di illuminare i ceti intellettuali e condurre un’opera di profondo rinnovamento del costume civile e politico del Meridione ». In questa concezione, che conteneva le nobili illusioni tipiche dei gruppi intellettuali di vocazione illuminista e salveminiana del Mezzogiorno, Dorso portò una forte carica di denunzia deU'elemento di inerzia costituito dalla tradizionale cultura classica, controriformista, provinciale, tesa a predisporre le condizioni per il perpetuo assorbimento — come scrisse Antonio Gramsci — degli elementi attivi dei gruppi alleati e avversari nel circuito delle pratiche trasformistiche.
È stato giustamente osservato che il limite maggiore di Dorso fu quello stesso di tutta la concezione di derivazione dal sociologismo positivistico, assimilata attraverso la mediazione di Mosca e Pareto, che sopravvalutava i fa[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 415
Brano: [...]’8 settembre 1943 ha partecipato alla Guerra di liberazione combattendo contro i tedeschi durante l’insurrezione del popolo napoletano.
Caffè, Il
Periodico antifascista, prima quindicinale, poi settimanale, pubblicato a Milano dal luglio 1924 al maggio 1925. Nacque nel periodo della crisi Matteotti (v.) per iniziativa, soprattutto, di Riccardo Bauer e Ferruccio Parri. Di ispirazione democratica — il giornale si rifaceva al famoso periodico illuminista di cui erano stati animatori, nella seconda metà del '700, i Verri e i Beccaria — si valse della collaborazione di uomini di diverso orientamento, dai liberali moderati come Arpesani, Gallarati Scotti, Negro, Sacelli, ai radicali e uomini di sinistra come Bauer, Parri, Basso e Mira: tutti uniti da un comune attaccamento « ai principi di sovranità democratica e di controllo costituzionale che formano, la base delle società moderne », ad una « fede incrollabile nei destini dell’Italia che fondi su quei principi la pacifica convivenza dei suoi figli », all’« opposizione irriducibile contro quell[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 116
Brano: [...]che deriva essenzialmente dalla sua natura di metodo problematico e non dogmatico. Ma entra in crisi anche per alcuni suoi difetti d’origine, sia d’opportunismo che di utopia. In un periodo in cui l’antagonismo di classe, in tutto il mondo, si trova in uno dei suoi momenti più chiari e paradigmatici degli ultimi cin*
quant’anni, il razionalismo nasce all’insegna di una ideologia interclassista (anche se non aclassista) di stampo umanitario ed illuminista: gli Stati democratici borghesi, soprattutto dopo la prima guerra mondiale, praticano, anche in buona fede, una politica interclassista. Ma quando sopravviene un periodo di crisi (come nel 1929) l’interclassismo diventa obiettivamente solo una mascheratura del capitalismo, dietro cui si nasconde una politica spietata a favore della classe egemone, che pertanto ha bisogno di un’architettura in cui riconoscere e con cui simboleggiare il proprio potere. Il destino di una tendenza interclassista come il razionalismo è quello di trovare l’appoggio di una borghesia illuminata, senza avere poi lalle[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 114
Brano: [...]n Rue de Sèvres; e qui, oltre ad alcune realizzazioni, ridotte di dimensioni ma di portata notevole per le implicite aperture di prospettiva, inizia la sua opera teorica, progettando, in quello stesso anno, una « ville contemporaine » per tre milioni di abitanti e scrivendo, l’anno dopo, Vers une architecture: sia nelle realizzazioni pratiche che nelle formulazioni teoriche, egli àncora la razionalità del movimento internazionale al razionalismo illuminista francese, diventando uno dei principali protagonisti del movimento moderno, e uno dei supi principali tramiti col pubblico e col mondo ufficiale dei committenti pubblici e privati.
L'architettura razionalista in Italia
In Italia l’architettura razionalista fa la sua prima comparsa solo nel 1926, colla costituzione del Gruppo 7, ad opera dei giovani architetti
Figini, Frette, Larco, Libera, Pollini, Flava e Terragni. Il clima impreparato in cui sorge il gruppo ne condiziona immediatamente il carattere e gli ulteriori sviluppi. Il fascismo è ormai solidamente al potere, ma ciò non vuol[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 678
Brano: [...]ossero portatori di progetti sociali sconfitti in patria (nobili ribelli, contadini e piccoli proprietari rovinati dalle enclosures, membri di minoranze religiose) non impedì certo la formazione aH’interno della società americana di classi con interessi ben distinti, che intrattenevano con la Corona inglese rapporti di vario tipo: così, al gruppo più legato alì'establishment inglese (quello di Washington) faceva riscontro nel Sud il giacobinismo illuminista e filofrancese di Jefferson; agli obiettivi di autonomia commerciale e di moderatismo politico dei commercianti bostoniani, l’egualitarismo dei coloni della Pennsylvania. In tale contesto, la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti (4.7. 1776), affermando solennemente l’uguaglianza degli uomini e il loro diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità, sancì la presa di coscienza degli elementi borghesi delle colonie e il passaggio dalla deferential society alla società di eguali.
L'ordinamento del nuovo Stato federale venne definito con gli “Articoli di confederazion[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine illuminista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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