Brano: [...]dell’unità dialettica : l’uomo che cammina sulle gambe. Ma ecco che il laceramento avvenuto per l’hegelismo si ripete per la filosofia della prassi: da un lato il materialismo filosofico, dall’altro la moderna cultura idealistica che incorpora in sé elementi importanti della filosofia della prassi. Quindi esigenza di una nuova sintesi dialettica.
Scissione dell’unità e ricomposizione di essa ad un livello superiore: lo schema della dialettica hegeliana applicato al corso generale della storia del pensiero. La filosofia della prassi traduce l’hegelismo in linguaggio storicistico. Croce ritraduce in linguaggio speculativo lo storicismo realistico della filosofia della prassi. Occorre quindi rifare nei confronti del
Croce la stessa riduzione che la filosofia della prassi ha fatto per la filo
sofia hegeliana 2. E infatti la filosofia del Croce « rappresenta il momento mondiale odierno della filosofia classica tedesca» 3.
Dunque l’idea di un AntiCroce non è un compito occasionale, con
tingente, dettato da particolari sviluppi culturali, nazionali; esso rappresenta il momento mondiale odierno del marxismo, è il compito storico del marxismo della nostra epoca. Se noi consideriamo oggi « in gran parte esaurite le ragioni di quell’AntiCroce » (riassunto della relazione Luporini), dobbiamo concludere che ne risulta « in gran parte » esaurita la problematica gramsciana intorno al marxismo. La « ritr[...]
[...]in un solo filosofo, quella coscienza delle contraddizioni che prima risultava dall’insieme dei sistemi, dall’insieme dei filosofi, in polemica tra loro, in contraddizione tra loro. In un certo senso, pertanto, la filosofia della prassi è una riforma e uno sviluppo dell’hegelismo... » \ Qui lo stesso pensiero di Lukàcs è espresso in un linguaggio che tiene conto di un momento « nazionale » della cultura. Il marxismo è la riforma della dialettica hegeliana; è la conclusione finalmente positiva dei vari tentativi che l’idea
i M. S.f p. 93.
21.312
I documenti del convegno
lismo italiano ha fatto per rivedere e aggiornare lo strumento logico del metodo hegeliano. Croce e Gentile hanno compiuto una riforma « reazionaria » ; rappresentano quindi un. passo indietro rispetto a Hegel1; in ciò sono stati aiutati da quell’anello intermedio VicoSpaventa(Gioberti). Ecco il difetto dunque di una certa tradizione culturale italiana: essa è troppo poco hegeliana; non è stata capace di tirare le somme da tutto di travaglio della filosofia classica t[...]
[...]tivi che l’idea
i M. S.f p. 93.
21.312
I documenti del convegno
lismo italiano ha fatto per rivedere e aggiornare lo strumento logico del metodo hegeliano. Croce e Gentile hanno compiuto una riforma « reazionaria » ; rappresentano quindi un. passo indietro rispetto a Hegel1; in ciò sono stati aiutati da quell’anello intermedio VicoSpaventa(Gioberti). Ecco il difetto dunque di una certa tradizione culturale italiana: essa è troppo poco hegeliana; non è stata capace di tirare le somme da tutto di travaglio della filosofia classica tedesca, non è riuscita a concludere, a completare Hegel; a questa conclusione è arrivato o deve arrivare il marxismo.
Non credo di avere con ciò forzato il pensiero di Gramsci. Gran parte di queste, sono sue esplicite affermazioni. Si tratta di vedere fino a che punto esse siano determinanti per l’indirizzo del suo pensiero; certo è che affermazioni analoghe sono state decisive per l’indirizzo del pensiero marxista in generale.
£ difficile accettare questa che è, del resto, l’interpretazione tradizion[...]
[...]ta di vedere fino a che punto esse siano determinanti per l’indirizzo del suo pensiero; certo è che affermazioni analoghe sono state decisive per l’indirizzo del pensiero marxista in generale.
£ difficile accettare questa che è, del resto, l’interpretazione tradizionale dei rapporti tra Marx e Hegel, per chi, come noi, ha preso coscienza di questi rapporti sulla base di quella giovanile « resa dei conti » che Marx intraprende con la filosofia hegeliana; per chi proprio in questa resa dei conti ha colto per la prima volta « il segreto di Hegel », come si esprimeva già Della Volpe nel ’47; che proprio dal Della Volpe, qui in Italia, ha imparato a definire la dialettica hegeliana, come una dialettica platonicohegeliana, tutta immersa in quel vizio aprioristico, che gli assegna « un’incapacità organica di mediazione » ed una « organica impotenza assiologica e criticovalutativa ». « Marx ha, nella sua ricerca positiva, scientifica, veramente solo civettato con le formule della dialettica* usandole come innocenti metafore per riassumere icasticamente, secondo l’immaginoso linguaggio intellettuale, colto, del tempo, i processi storici di cui ha scoperto le leggi scientifiche... La dialettica che solo interessa Marx e il marxismo autentico è la dialettica determinata, cioè coincidente con la legge scientifica » [...]
[...]a positiva, scientifica, veramente solo civettato con le formule della dialettica* usandole come innocenti metafore per riassumere icasticamente, secondo l’immaginoso linguaggio intellettuale, colto, del tempo, i processi storici di cui ha scoperto le leggi scientifiche... La dialettica che solo interessa Marx e il marxismo autentico è la dialettica determinata, cioè coincidente con la legge scientifica » 2.
La mistificazione della dialettica hegeliana è essa la conclusione complessiva di tutto l’idealismo, di tutta la filosofia speculativa. Hegel non
1 M. S., pp. 2401.
2 Galvano Della Volpe, Marx e lo Stato moderno rappresentativo, Bologna, 1947, p. 12.Mario Tronti
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ha bisogno di essere concluso; Hegel è già la conclusione. È proprio la conclusione che Marx rifiuta. E allora non si può dire che la filosofia della prassi ha incorporato in sé alcuni valori « strumentali » dello stesso metodo speculativo (ad es. la dialettica) \ Perché la dialettica hegeliana è già tutto il metodo speculativo; e proprio questo metodo, in Hegel[...]
[...]osofia speculativa. Hegel non
1 M. S., pp. 2401.
2 Galvano Della Volpe, Marx e lo Stato moderno rappresentativo, Bologna, 1947, p. 12.Mario Tronti
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ha bisogno di essere concluso; Hegel è già la conclusione. È proprio la conclusione che Marx rifiuta. E allora non si può dire che la filosofia della prassi ha incorporato in sé alcuni valori « strumentali » dello stesso metodo speculativo (ad es. la dialettica) \ Perché la dialettica hegeliana è già tutto il metodo speculativo; e proprio questo metodo, in Hegel, giustifica, rende possibile, anzi rende « necessario », il sistema della filosofia speculativa.
Questi concetti ci serviranno in seguito. Affrontiamo invece un problema preciso; uno di quei problemi che sotto una veste apparentemente filologica nascondono un serio contenuto di pensiero. Gramsci dice, per lo più, « filosofia della prassi », quando deve dire marxismo. E credo che siamo d’accordo nel ritenere non casuale la scelta di questa espressione. Certo che oggi chi dice « filosofia della prassi » o non intende precis[...]
[...]ità per il socialismo... » : R. MONDOLFO, Intorno a Gramsci e alla filosofia della prassi, in Critica sociale, 1955, nn. 678.
1 M. S., p. 159.
2 Ai. S., p. 54.
3 Ai. S., p. 142.
4 Ai. S., p. 143.
5 M: S.t p. 92.Mario Tronti
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idealistica, immanentistica, storicistica del pensiero di Marx. Conseguenza inevitabile se non si è passati attraverso quella distruttiva critica marxiana al procedimento mistificato della dialettica hegeliana, e quindi al metodo del pensiero hegeliano che fa tutt’uno per Marx con il sistema definitivo della filosofia hegeliana; se non si è analizzata e smontata dall’interno l’unica metafisica che Marx temeva, e che era la metafisica dell’idealismo, culminata, coronata e conclusa nel pensiero di Hegel.
Grossi equivoci possono sorgere intorno a questo aspetto della problematica gramsciana. Prendiamo la teoria delle sovrastrutture. « Il materialismo sporico... — dice Gramsci — nella teoria delle superstrutture pone in linguaggio realistico e storicistico ciò che la filosofia tradizionale esprimeva in forma speculativa » 1; « la concezione 66 soggettivistica ”... può trovare il suo inveramento e la sua interpretazio[...]
[...] e storicistico ciò che la filosofia tradizionale esprimeva in forma speculativa » 1; « la concezione 66 soggettivistica ”... può trovare il suo inveramento e la sua interpretazione storicistica solo nella concezione delle superstrutture » 2. Che mi pare si possa capire in questo modo : per salvare la concezione soggettivistica occorre darle un’interpretazione storicistica; e questa si ha con la teoria delle sovrastrutture. In questo senso Videa hegeliana diventa l'ideologia; cioè l’idea hegeliana cambia di posto, viene trasferita nella sovrastruttura, viene immersa in un divenire storico, viene storicizzata; o meglio viene risolta sia nelle strutture sia nelle sovrastrutture, in quanto entrambe si presentano come parvenze di un concreto divenire storico. Dunque Videa, nella sua natura, nella struttura del suo movimento, rimane identica: è l’idea hegeliana, che, solamente, viene storicizzata. Il marxismo risulta cosi come la interpretazione storicistica della concezione soggettivistica; come lo storicizzarsi dell’idealismo.
Non possiamo dire che Gramsci arrivi a questa conclusione esplicita. C’è in lui la consapevolezza di altri problemi, c’è in lui una ben determinata gerarchia di problemi, in cui il primo posto spetta sempre al concreto, al particolare, allo « storicamente determinato », che giustamente gli impedisce di giungere ad una simile conclusione. C’è in lui soprattutto una giusta soluzione al problema del rapporto di « teoria e pr[...]
[...]ltra filosofia consiste nel non porsi più come filosofia; la sua originalità conMario Tronti
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siste nell’opporr e alla filosofia la scienza, anzi nel concepire la propria filosofia soltanto come scienza, come « concezione specifica di un oggetto specifico » ; la sua autonomia consiste nel concepire il proprio metodo d’indagine autonomo, in generale da tutta la vecchia filosofia speculativa, <e in particolare dalla filosofia speculativa hegeliana che aveva concluso e inverato tutta la vecchia filosofia, in virtù di quel suo « logico » procedimento che ripeteva « l’oggettivo » procedimento, cioè il concreto metodo storico, economico, politico, giuridico della formazione economicosociale capitalistica, della società borghese moderna.
Queste sono soltanto alcune delle questioni che mi sembrava importante di trattare, e che occorreva trattare, mi rendo conto, con ben più serio approfondimento. Comunque è bene presentare tutte le considerazioni qui fatte, come un’interpretazione tendenziosa del pensiero teorico di Gramsci. Un’interpreta[...]