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Il segmento testuale gramsciane è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 139Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 619

Brano: [...]derni — dichiarati « materiali d'interesse di Stato » dal governo sovietico — e i volumi furono trasferiti in luogo sicuro durante la guerra e poi restituiti al P.C.I. neH’immediato dopoguerra. Custode di questo prezioso materiale, la Fondazione, diretta da Ambrogio Donini (v.), si assunse il compito di valorizzare il patrimonio ideale di A. Gramsci, sollecitando la conoscenza e lo studio della sua opera e promuovendo uno sviluppo delle ricerche gramsciane sulla storia e sulla cultura italiane.

L'Istituto di Economia

L'Istituto di Economia, sotto la direzione di Antonio Pesenti (v.)f s'era posto lo scopo fondamentale di con

tribuire al rinnovamento democratico della cultura italiana attraverso l'approfondimento degli studi economici.

Comune all'istituto di Economia e alla Fondazione era l'intento di affermare nella vita culturale italiana la presenza e la validità del marxismo; anzi, di fare del possesso della concezione del materialismo dialettico e storico stimolo ed arma per la conquista di una cultura moderna e democratica, aper[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 373

Brano: [...]occimarro, dal 20 al 26.1. 1926 Tassise si riunì. Il Comintern vi era rappresentato da Humbert Droz.

Gramsci tenne la relazione politica generale e Bordiga svolse una controrelazione di minoranza. Togliatti riferì sul lavoro sindacale. Tra gli interventi di maggior rilievo, si ricordano quelli di Ravazzoli; di Longo, allora dirigente del movimento giovanile; del bordighiano Perrone; di Giacinto Menotti Serrati, che parlò a sostegno delle tesi gramsciane; e di Angelo Tasca, che attaccò Togliatti e la parola d’ordine dei Comitati di agitazione (v.). Sotto la guida di Gramsci, la dura battaglia contro il bordighismo venne vinta. La mozione della Centrale ebbe il 90% dei voti. Al termine della battaglia congressuale, Gramsci insistette perché Bordiga accettasse di entrare nel nuovo Comitato Centrale. I suoi membri effettivi risultarono così: Antonio Gramsci (segretario generale), Luigi Allegato, Luigi Bagnolati, Amadeo Bordiga, Alessandro Ceriana, Vittorio Flecchia, Egidio Gennari, Ennio Gnudi, Ruggero Grieco, Alfonso Leonetti, Fabrizio Maffi, A[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 407

Brano: [...]tà delle cellule d’officina e su quella dell’unità nella lotta contro il fascismo) non condivideva le posizioni di Bordiga. Nella primavera del 1925 il distacco di Longo e degli altri giovani comunisti da tali posizioni si accentuò, arrivando alla completa rottura nell’estate, quando i bordighiani diedero vita alla frazione organizzata (Comitato d'Intesa).

A Lione (v.), al III Congresso del P.C.I. (gennaio 1926), Longo sostenne e votò le tesi gramsciane, esercitando un’influenza decisiva nel portare i giovani sulle posizioni del centro dirigente del P.C.I. e dell’Internazionale comunista.

Dopo le leggi eccezionali del 1926, diresse a Parigi il Centro estero della F.G.C.I., divenendo contemporaneamente uno dei più attivi organizzatori dell’azione clandestina condotta dal partito in Italia. Il suo contributo all’elaborazione della linea politica del P.C.I. fu in quegli anni di importanza decisiva, sia nella lotta contro le teorie di Angelo Tasca quanto nella critica a talune tesi e parole d’ordine del Congresso di Lione, superate dalla situ[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 672

Brano: [...]a e deH’Emilia, per sottrarli all’egemonia dei riformisti. Politica di largo respiro, destinata a produrre negli anni positive reazioni, quale quella iniziata sui sardisti di Emilio Lussu (v.) e su alcuni intellettuali meridionali che, come Guido Dorso, attraverso Gobetti conobbero Gramsci e il suo « meridionalismo », còsi diverso (e ben altrimenti concreto) dallo pseudoconcretismo dei vecchi meridionalisti. La modernità e l'attualità delle tesi gramsciane non consistono d'altra parte soltanto nella individuazione delle forze sociali su cui puntare per la soluzione del problema meridionale (la classe operaia alleata ai contadini del Sud e del Nord, e quindi ai lavoratori cattolici, agli intellettuali d’avanguardia, ai giovani, agli emigrati), ma anche nella individuazione delle linee maestre della politica nazionale di riforme su cui far leva: riforme di struttura, precisò Gramsci, non « misure d'emergenza »; quindi liquidazione del latifondo, non fine a se stessa ma come riforma agraria generale che dia ai contadini, insieme alla terra, i mezz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 186

Brano: [...]io universale uguale, diretto e segreto, esteso a tutti i cittadini di ambo i sessi a partire dai 18 anni ». Il valore indubbio e quasi profetico di queste indicazioni, insieme al ripetuto monito di Trotzkij riguardo alla guerra che sarebbe stata scatenata dalla Germania nazista contro l’U.R.S.S. dopo la sconfitta del movimento operaio tedesco, indicazioni che apparivano quale coerente sviluppo del pensiero leniniano (e, per l’Italia, delle tesi gramsciane di Lione), trovava però il suo limite nella ottimistica speranza, anzi certezza, che il movimento comunista ormai dominato da Stalin fosse modificabile « dall'interno ».

Il primo numero del Bollettino si apriva con una affermazione di Trotzkij che la realtà non avrebbe mai confermato: « Nessuno riuscirà a separarci daH’Internazionale comunista. Le nostre idee diverranno le sue idee. Le nostre idee troveranno la loro espressione nel programma dell'I.C. ».

A meno che non si voglia paradossalmente vedere nella autocritica fatta da Dimitrov al VII Congresso dell’Internazionale del 1935, qui[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 455

Brano: [...] i contatti con gruppi di compagni ed educandoli alla nuova situazione di totale clandestinità e lotta illegale. Nel partito, tuttavia, così all’estero come in Italia,

i giovani incontrarono critiche e opposizioni per quello che era considerato eccessivo e spericolato attivismo e per la loro contestazione della parola d'ordine della « Assemblea repubblicana (v) sulla base dei comitati operai e contadini ». A tale obiettivo, sancito nelle tesi gramsciane di Lione, essi opponevano quello del « Governo operaio e contadino », cioè della dittatura del proletariato.

Il documento più importante della posizione della F.G.C.I. fu la lettera che il segretario Longo indirizzò il 20.10.1927 all'Ufficio Politico del partito; lettera alla quale Togliatti e Tasca replicarono con accuse di « estremismo di sinistra » e di « bordighismo » (Istituto Giangiacomo Feltrinelli, “Annali”, a. Vili, 1966, pp. 368 sgg.). È certo che Secchia, che fu chiamato in novembre a discutere dei punti di dissenso presso il Centro estero, solidarizzò totalmente con Longo. Altr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 456

Brano: [...](entrambi suoi compagni nel Comitato direttivo del Collettivo di partito), il dirigente comunista più attivo, quel

lo al quale si ispiravano soprattutto i giovani detenuti “svoltisti”, che tanta parte avrebbero avuto nella Resistenza armata.

A Civitavecchia egli portò per primo in termini esaurienti le ragioni della “svolta”, trovando largo consenso tra i compagni ma anche la fiera opposizione di Terracini, rimasto fedele alle impostazioni gramsciane originarie del “centro” e delle tesi di Lione. Nel quadro di una sostanziale accettazione delle decisioni politiche del VII Congresso dell'I.C. — accettazione che lasciò tuttavia sopravvivere il classismo rivoluzionario della “svolta” — Secchia disapprovò nel 1936 l'iniziativa del Centro estero per una “riconciliazione” sulla base del programma fascista del 1919; il Comitato direttivo comunicò allora il proprio dissenso alla Direzione del partito, alla quale venivano regolarmente mandate relazioni informative, senza riceverne risposta. Anche i grandi, “inspiegabili” (AS, p. 164) processi di M[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 480

Brano: [...]la Francia. In quegli stessi anni continuava la sua attività di studioso, scrivendo un saggio dal titolo La questione agraria nella rinascita nazionale, che verrà edito a Roma nel

1946.

Questo lavoro sarà considerato un classico della letteratura storicoeconomica contemporanea. L'autore affronta il tema da un versante di puntuale superamento della tradizione “meridionalista” di scuola idealisticocrociana, andando al cuore delle motivazioni gramsciane sulle ragioni della immobilità del paesaggio agricolo nazionale nel processo di evoluzione delle strutture produttive del Paese.

Nella Resistenza

Il 17.6.1943 venne catturato dai carabinieri delle forze di occupazione italiane, carcerato e torturato nel forte di Antibes, infine rinviato a processo. Durante l'estate, quando già al regime mussoliniano era subentrato il governo Badoglio, insieme ad altri otto coimputati fu condannato da un Tribunale militare italiano a 18 anni di reclusione per « direzione di guerra civile e incitamento alla diserzione », e infine tradotto nel penitenziari[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 545

Brano: [...]gano clandestino della F.G.C.I., intitolato Gioventù Comunista.

Durante tutto il 1925 e in vista del

III Congresso nazionale del P.C.d’I che si sarebbe svolto a Lione (v.) nel gennaio 1926, all’interno della F.G.C.I. crebbe la lotta politica fra il “centrodestra” e la “sinistra” bordighiana. A Lione, dove i bordi

ghiani furono — come è noto — definitivamente sconfitti, Longo parlò a nome del gruppo dirigente giovanile sostenendo le tesi gramsciane.

Subito dopo il congresso del partito, ai primi di febbraio del 1926 si svolse in Italia il X Congresso della F.G.C.I. (ossia il terzo dopo la scissione), praticamente in forma clandestina. Organizzato da D’Onofrio, vi parteciparono 32 delegati che rappresentavano circa 7.000 iscritti. Il congresso si svolse sotto la presidenza di Longo e la mozione che sanciva la piena adesione dei giovani alle Tesi approvate a Lione raccolse il 94,6% dei voti. Dozza fu riconfermato segretario nazionale della F.G.C.I. e D'Onofrio entrò a far parte dell’Esecutivo.

Il Congresso del "Palazzo della ruota" [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine gramsciane, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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