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Il segmento testuale gramsciane è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 207Analitici , di cui in selezione 19 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] G. Petronio, Gramsci e la critica letteraria in Studi gramsciani

Brano: [...]rà una magnifica pagina'. Mentre, piú tardi, ormai maturo, pur trascurando l'opera narrativa di Pirandello (ma tutti, allora, erano abbarbagliati dal luccichio del teatro!), pose con sicurezza alcuni problemi di metodo e chiari dialetticamente il significato storicoculturale di quell'opera, in pagine nelle quali l'istanza viva del crocianesimo
— la ricerca della poetica o no del teatro pirandelliano — si arricchisce di altre istanze tipicamente gramsciane, ed il giudizio estetico
poesia o non poesia — si inquadra in un sistema piú largo di giudizi storicoculturali: « il Pirandello si è fatta una concezione della vita e dell'uomo, ma essa è " individuale ", incapace di diffusione nazionalepopolare, che però ha avuto una grande importanza " critica ", di corrosione di un vecchio costume teatrale » 5; e ancora: « il suo teatro vive esteticamente in maggior parte se " rappresentato " teatralmente,
e se rappresentato teatralmente, avendo il Pirandello come capocomico
e regista. (Tutto ciò sia inteso con molto sale)» 6.
Giudizi letterari cosí a[...]

[...]parti vitali della critica crociana; vitali, perd, veramente, solo se cosí riassorbite e sussunte.
Deriva da tutto quanto si è detto almeno un'altra differenza di fondo. L'estetica crociana conduceva logicamente a negare la possibilità e la legittimità di una storia letteraria; per Gramsci non vi è altra critica che non sia un frammento o un capitolo di una organica storia letteraria.
Chi, infatti, si raccolga pazientemente i passi delle opere gramsciane
M. S., p, 91.
232 I documenti del convegno
di carattere letterario, noterà che, anche se si tratti (e spesso per le ragioni pratiche e contingenti che tutti conoscono) di notazioni o osservazioni su un singolo scrittore o su una singola opera, il carattere dell'osservazione è sempre storico, ed il giudizio non è mai di gusto, ma scaturisce dal collocare lo scrittore o l'opera in un sistema di rapporti, e tende sempre a delineare, sia pure per rapidi cenni, il «,panorama ideologico» 1 che è intorno ad esso. Sicché, in ultima analisi, potremmo dire che tutti i giudizi critici che abbiamo di [...]

[...]va oggi approfondito, chi voglia rifarlo secondo interessi democratici e moderni, « secondo Gramsci », e non secondo la concezione moderata e liberale di cui il Croce ha dato gli esempi piú alti 3.
1 R., p. 27.
2 Per Umanesimo e Rinascimento cfr. ancora I., p. 36 sgg.; M. S., p. 85 sgg.; per il Machiavelli cfr. soprattutto Mach., p. 3 sgg.; 115 sgg.; 211 sgg.; R., p. 13; L. C., p. 47. Per un esempio recente della fertilità di alcune intuizioni gramsciane sul Rinascimento, oltre ai saggi ben noti di E. Garin, cfr. A. TENENTI, Il senso della morte e l'amore della vita nel Rinascimento, Torino, 1957.
3 Cfr. V. GERRATANA, « De SanctisCroce o De SanctisGramsci », in Società, VII, 1952, n. 3, p. 497 sgg. Sul tema di questa comunicazione si possono inoltre consultare utilmente il saggio di C. SALINARI, « Il ritorno di De Sanctis », in Rinascita, IX, 1912, n. 5, con la replica di B. CROCE, « De SanctisGramsci », in Lo spettatore italiano, V, 1952 ,n. 7; e le recensioni di N. SAPEGNO a Letteratura e vita nazionale (in Società, VII, 1951, n. 2) e di E[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] A. Seroni, La distinzione fra «critica d'arte» (estetica) e «critica politica» in Gramsci, il concetto di «lotta culturale» e le indicazioni metodiche per un nuovo storicismo critico in Studi gramsciani

Brano: [...]è riimmerso storicamente; esprime, da artista, una crisi storica;
c) le considerazioni sul folclore e sulla poesia popolare, con la negazione della « spontaneità » della poesia tradizionale.
Nei casi citati, Gramsci ha saputo impostare lo studio di importanti questioni, fornendo lo spunto per una interpretazione critica basata sulla relazione fra gli elementi di fondo del metodo critico all'inizio accennata. La giustezza di queste impostazioni gramsciane si pub chiaramente sperimentare: nel caso di Dante, ad esempio, la notazione gramsciana conforta la tesi degli studiosi moderni che, contro le argomentazioni crociane (e in parte contro la stessa distinzione desanctisiana), affermano la sostanziale unità e organicità del mondo dantesco e della poesia della Commedia. Quanto a Leopardi, basterebbe indicare tre ordini di fatti: il riacquisto alla piú alta poesia leopardiana del canto La ginestra tutt'inrero contro le distinzioni fra strofe poetiche e strofe didascaliche; l'atten
1 L. V. N., p. 125.
2 VOI. XXXIII, fasc. 2, p. 180.
3 L. C., p. [...]

[...] o la satira I nuovi credenti (contro dunque la concezione di un Leopardi astratto dal suo tempo); infine, la rivalutazione del pensiero leopardiano nella sua organicità (contro, anche questa volta, la svalutazione operata dal Croce).
Da queste note consegue (ed è, in un certo senso, l'elemento originale della nostra comunicazione) il fatto fondamentale della indagine critica organica sull'artista; filo questo che lega le molte sparse notazioni gramsciane dei Quaderni e delle Lettere su problemi letterari e su scrittori.
A proposito di questa nostra affermazione, giova osservare che Gramsci, indicando il « tipo » della nuova critica in De Sanctis 1, non fa mai riferimento a quella ch'è certo la parte piú debole, e ormai superata, del pensiero desanctisiano: quella distinzione fra mondo intenzionale e mondo poetico, accentuata dal Croce fino alla divisione; né mi pare molto azzardato affermare che la posizione gramsciana al proposito sia invece assai vicina alla relazione poeticapoesia, istituita dalle tendenze piú vive della moderna critica l[...]

[...]e necessaria fra critica d'arte e critica politica. Ciò avvenne al De Sanctis per alcuni aspetti « minori » del Rinascimento, quando il critico e lo storico parvero confondere l'atteggiamento morale dello scrittore e la sua portata culturale in senso del « progresso » con i risultati artistici dei prodotti letterari; ciò avvenne a Gramsci nel caso della letteratura italiana del primo Novecento (da Pascoli a Ungaretti). A nostro avviso, le pagine gramsciane sui « nipotini di padre Bresciani » — pur anche illustrate e meglio chiarite dal citato paragrafo sui criteri metodici della critica
i
1 Nel volume Nuove ragioni critiche, Firenze, 1954, p. 137 sgg.
266 1 documenti del convegno
letteraria — costituiscono un esempio di prevaricazione dell'elemento della critica politica: la lotta contro l'irrazionalismo portò Gramsci ad agire
senza la necessaria distinzione non solo fra i valori artistici in giuoco nel suo discorso, ma anche senza il necessario riguardo al riflettersi nei modi tipici di quella letteratura di forti contraddizioni e contras[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] G. Tamburrano, Gramsci e l'egemonia del proletariato in Studi gramsciani

Brano: Giuseppe Tamburrano
GRAMSCI E L'EGEMONIA DEL PROLETARIATO
Un aspetto del pensiero politico di Gramsci che non è stato sufficientemente studiato ed approfondito è la concezione dell'egemonia. Eppure tale concezione rappresenta un originale contributo allo sviluppo del marxismo ed è la chiave di volta per comprendere le tesi gramsciane sugli intellettuali ed il partito. Coloro che si sono occupati del problema o hanno allineato acriticamente la concezione gramsciana alle tesi di Marx, Lenin, Stalin, Zdanov, oppure, al contrario, hanno genericamente sottolineato l'esigenza democratica del concetto di egemonia.
Il punto di partenza della concezione gramsciana è nella critica alla interpretazione meccanicistica della filosofia marxista. Dagli scritti giovanili su Il grido del popolo alle note sul saggio di Bukharin è costante in Gramsci il rifiuto del marxismo come filosofia della necessità storica. Per questo suo atteggiamen[...]

[...]uando esercita il potere e anche se lo tiene fortemente in pugno, diventa dominante, ma deve continuare ad essere dirigente » 1.
Se si collega la distinzione tra società civile e società politica, tra dominio ed egemonia, con l'altra distinzione tra società arretrate e società evolute, il cui criterio discretivo è sempre dato dal riferimento alla esistenza di una società civile sviluppata, si potrà comprendere pienamente l'importanza delle note gramsciane: « per alcuni gruppi sociali che prima dell'ascesa alla vita statale autonoma non hanno avuto un lungo periodo di sviluppo culturale e morale proprio ed indipendente... un periodo di statolatria è necessario e anzi opportuno; questa "statolatria" non è altro che la normale di " vita statale ", d'iniziazione, almeno, alla vita statale autonoma e alla creazione di una " società civile" che non fu possibile storicamente creare prima dell'ascesa alla vita statale indipendente. Tuttavia questa tale " statolatria " non deve essere abbandonata a sé, non deve, specialmente, diventare fanatismo teoric[...]



da [Le relazioni] E. Garin, Gramsci nella cultura italiana in Studi gramsciani

Brano: [...]to cosi acuto senza quelle discussioni. La caducità di certi giudizi non è che l’altra faccia della loro storicità: e, mentre l’impegnarsi nel tempo è il segno della responsabilità di un dibattito, il discorso polemico col discorso più efficace, a cui perciò stesso si lega, è anche il lavoro storicamente più costruttivo, il solo veramente costruttivo.

Sarebbe ben difficile negare oggi, nello spostarsi di una discussione, che certe valutazioni gramsciane di importanti movimenti sono particolarmente insufficienti o almeno discutibili: basterebbe pensare all’atteggiamento di fronte al positivismo, e, per altro verso, all’apprezzamento del modernismo. Nel primo caso, anche se probabilmente converrebbe andar molto cauti, per non incorrere in frettolose revisioni, e

1 M. S., pp. 75 sgg., 25, 21 sgg. (per la distinzione forze materialiideologie, contenutoforma, distinzione «meramente didascalica», cfr. M. S., p. 49).412

Le relazioni

tener distinte cose distinte, e rendersi ragione di pur sempre validi temi polemici (e andare magari a rile[...]

[...] sua originalità 2. Ché, se amò singolarmente Dante, fu in rapporto a Machiavelli che venne precisando metodo e posizioni. Mentre la concezione politica di Dante gli apparve « importante solo come elemento dello sviluppo personale di Dante », in Machiavelli « una fase del mondo moderno è già riuscita a elaborare le sue quistioni e le soluzioni relative in modo già molto chiaro e approfondito ». D’altra parte a valutare esattamente le riflessioni gramsciane su Machiavelli sarebbe necessario un lavoro preliminare — che manca — in cui avesse risalto quello che il tema Machiavelli fu in Italia fra la prima guerra mondiale e il fascismo. Impegnarsi su Machiavelli non era analizzare un momento qualsiasi della cultura italiana: significava prendere posizione su tutte le questioni fondamentali della storia e della politica italiana. E forse non è senza significato che proprio Croce abbia si detto più volte la sua opinione (e soprattutto sul « machiavellismo » ), ma un saggio di ampio respiro su Machiavelli non l’abbia scritto mai; ov’è, in certo modo, [...]



da Eugenio Garin, Gramsci nella cultura italiana in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 1 - 1 - numero 30

Brano: [...]ato così acuto senza quelle discussioni. La caducità di certi giudizi non é che l'altra faccia della loro storicità: e, mentre l'impegnarsi nel tempo é il segno della responsabilità di un dibattito, il discorso polemico col discorso più efficace, a cui perciò stesso si lega, é anche il lavoro storicamente più costruttivo — il solo veramente costruttivo.
Sarebbe ben difficile negare oggi, nello spostarsi di una discussione, che certe valutazioni gramsciane dì importanti movimenti sono particolarmente insufficienti o almeno discutibili: basterebbe pensare all'atteggiamento di fronte al positivismo, e, per altro verso, all'apprezzamento del modernismo. Nel primo caso, anche se probabilmente converrebbe andar molto cauti, _per non incorrere in frettolose revisioni, e tener distinte cose distinte, e rendersi ragione di pur sempre validi temi polemici (e andare magari a rileggersi il Marx di Loria, del 1902) (30), é certo che
(30) Cfr. A. Loxln, Marx e la sua dottrina, Palermo, Sandron, 1902, p. 64 (da un art. del 1 aprile 1883): a Carlo Marx... è [...]

[...]ua originalità (32). Ché, se amò singolarmente Dante, fu in rapporto a Machiavelli che venne precisando metodi e posizioni. Mentre la concezione politica di Dante gli apparve «importante solo come elemento dello sviluppo personale di Dante », in Machiavelli « una fase del mondo moderno é già riuscita a elaborare le sue questioni e le soluzioni relative in modo già molto chiaro e approfondito ». D'altra parte a valutare esattamente le riflessioni gramsciane su Machiavelli sarebbe necessario un lavoro preliminare — che manca — in cui avesse risalto quello che il tema Machiavelli fu in Italia fra la prima guerra mondiale e il fascismo. Impegnarsi su Machiavelli non era analizzare un momento qualsiasi della cultura italiana: significava prendere posizione su tutte le questioni fondamentali della storia e della politica italiana. E forse non é senza significato che proprio Croce abbia si detto più volte la sua opinione (e soprattutto sul «machiavellismo »), ma un saggio di ampio respiro su Machiavelli non l'abbia scritto mai; ov'è, in certo modo, la[...]



da [Gli interventi] Giorgio Candeloro in Studi gramsciani

Brano: [...]metodo che Gramsci peir primo applicò ad essa con grande acume critico e con eccezionale ampiezza di prospettive, anche se, per le circostanze in cui ifu costretto a lavorare, i risultati della sua indagine dovettero assumere spesso una forma frammentaria e talora ebbero il carattere di geniali intuizioni non sufficientemente argomentate.

Non è da escludere che questo approfondimento possa portare a correggere o a limitare talune affermazioni gramsciane, come quella sopra citata sulla possibilità di un diverso sviluppo del movimento risorgimentale nei riguardi dei contadini; ma i risultati fondamentali dell’indagine di Gramsci restano validi e fecondi di ulteriori sviluppi. Essi derivano infatti da un’impostazione metodologica che non sii fonda su fantasiose costruzioni ideologiche, o su pregiudizi moralistici, o sul mito di una conoscenza storica concepita come fine a se stessa, ma nasce dall’esigenza di conoscere scientificamente la realtà per trasformarla. Se si tiene presente questo essenziale carattere marxista dell’indagine gramsciana,[...]



da [Gli interventi] Galvano della Volpe in Studi gramsciani

Brano: [...]dimostrata da chi sostenga la tesi estetica materialistica.

Ora, essendo il nucleo razionale, di cui sopra, ciò che costituisce la struttura in senso stretto e specifico dell’opera d’arte letteraria (« struttura delle opere », dice già Gramsci, è la « coerenza logica e storicoattuale delle masse di sentimenti rappresentati artisticamente » ), non sarà diffidale comprendere l’interesse che ha per inoi Tesarne delle osservazioni materialistiche gramsciane suii rapporti della struttura con la poesia nella Commedia e precisamente nel canto X dell’Inferno \

In contrasto con tutta la tradizione romantica e postromantica della critica dantesca, che, dal De Sanctis al Croce e al Momigliano e oltre, .assumendo che la struttura (l’intelletto) nella Commedia è una cosa e la poesia (la fantasia) è (un’altra cosa («il concetto etico delilmferno, dice De Sanctis, poeticamente rimane ozioso e non serve che alla sola classificazione di contenuti astratti), ritiene nella fattispecie che la poesia nel canto di Farinata cessi con la « didascalia » recitata [...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] R. Zangheri, La mancata rivoluzione agraria nel Risorgimento e i problemi economici dell'unità in Studi gramsciani

Brano: [...]luppo interno dell’industrialismo settentrionale», si deve dire che ciò è vero solo nel senso che l’inferiorità meridionale nasce nel corso dello sviluppo della società capitalistica, che è una formazione storica, instabile, non permanente, e nel proprio seno alleva le forze non — come sembra credere il Romeo — della sua indefinita perfettibilità, ma del suo antagonistico superamento. In realtà, la lunga disamina che il Romeo ha fatto delle idee gramsciane sul Risorgimento ha una origine pratica. Quel che a lui preme, è dimostrare la razionalità dello svolgimento unitario e, per conseguenza, l’attuale validità dei suoi effetti. In questa confusione del presente col passato sta il limite generale delle sue critiche \

1 Bisogna tuttavia dire che il Romeo, quando abbandona il terreno infido della polemica pratica, non sa sottrarsi, nella sua probità di studioso, ai criteri di indagine che Gramsci ha fatto valere nella storiografia contemporanea. SÌ veda, ad esempio, il bel saggio su La signoria dell’abate di Sant’Ambrogio di Milano sul comune r[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] M. Tronti, Alcune questioni intorno al marxismo di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]ulla Marx ed Engels movevano dal volontarismo feuerbachiano e dalla filosofia della prassi » 5.

Occorre vedere se in Gramsci non sia passata almeno una parte di questa concezione6.

1 M. Sp. 39.

2 M. S., p. 44.

3 M. S., p. 35.

4 M. S., p. 49.

5 Rodolfo Mondolfo, op. cit., II ed., p. 24.

6 « La coincidenza (con Gramsci) in questo caso consiste appunto in un eie316

I documenti del convegno

Molto note sono le formulazioni gramsciane riguardo al problema di un oggettività materiale, intorno alla « cosi detta realtà del mondo esterno ». Quasi ogni volta che usa il termine « materialismo », sente il bisogno di metterci dietro l’aggettivo « metafisico ». Accetta cosi la definizione tutta idealistica della metafisica, assegnata ad ogni presunta realtà che vada al di là della realtà della coscieìiza. In quell’espressione molto comune di « materialismo storico », egli dice che occorre posare « l’accento sul secondo termine 66 storico ” e non sul primo di origine metafisica » \ « 64Oggettivo” significa proprio e solo questo: che[...]



da [Gli interventi] G. D. Obickin in Studi gramsciani

Brano: [...]oblema ha già appassionato molto nei suoi vari aspetti numerosi studiosi; credo tuttavia che spetti anche agli storici sovietici il compito di approfondire questa ricerca e di lavorare in questa direzione.

Si tratta in realtà di un duplice problema, il primo investe direttamente la valutazione che Gramsci ha fornito della Rivoluzione d’ottobre; i1 secondo l’influenza che quell’avvenimento ha esercitato sullo sviluppo generale delle concezione gramsciane.

Mi limiterò al primo di questi problemi. È da rilevare innanzi tutto che Gramsci ha individuato con estrema acutezza e profondità l’essenza della Rivoluzione d’ottobre; egli ha compreso la portata storica universale di una rivoluzione che ha aperto una nuova epoca nella storia dell'umanità; egli ha saputo esprimere il più elevato giudizio sulla lotta eroica del proletariato russo, sui grandi sacrifici che esso ha saputo affrontare dando, secondo l’espressione di Gramsci, « un grande contributo alla storia».

Gramsci ha valutato giustamente sotto ogni aspetto la funzione svolta dal parti[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine gramsciane, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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