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Il segmento testuale goriziano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 17Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 150

Brano: [...]prigionieri; e Leone Pancaldi, internato a Deblin Irene (Polonia), Oberlangen, Sandbostel, Wietzendorf, con un gruppo di disegni a volte richiamanti il Pontormo e il Rosso Fiorentino. Riferiti anche alla eliminazione fisica dei prigionieri

(Forni crematori, 1945) sono i disegni a penna, quasi arabeschi figurativi eseguiti in punta di penna, che Agostino Barbieri fece a Mauthausen.

Ma, tra tutti, forse i più belli sono gli inchiostri che il goriziano Zoran Antonio Music stilò nel 1945 nel campo di concentramento di Dachau: vi ricorrono scene di morti scheletrici, allineati in terra dentro rudimentali bare e sul terreno; scene agghiaccianti rappresentate con un segno ora incisivo e ora trepidante, sempre sapiente. Nonostante l’umana partecipazione, Music è senza false indulgenze; sa cogliere con acume realistico l’orrore e lo squallore di queste scene di morte, sottolineandone i motivi ossessivi, come le smorfie scure delle bocche aperte nel ghigno della morte o l’assurdo ritmo dei cadaveri penzolanti, come animali appesi in una macelleria[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 196

Brano: [...] Brigata “Proletaria” (v.) che avevano combattuto contro i tedeschi nella battaglia di Gorizia (v.), la prima grande battaglia della Resistenza italiana. Comandante di questo Battaglione era Mario Modotti (Tribuno), commissario Mario Karis [Maks). Nella seconda metà di settembre si costituì a Montefosca il Battaglione garibaldino “Pisacane”, con comandante Giannino Bosi (v.) e commissario Giuseppe Gargano [Boris). Ai primi di ottobre, sul Collio goriziano, sorse il Battaglione garibaldino “Mazzini”, comandante Mario Fantini (v.) e commissario Giovanni Padoan “Vanni”.

A metà ottobre i quattro Battaglioni garibaldini (il “Friuli”, il “Garibaldi”, il “Pisacane” e il “Mazzini”) si unirono nella Brigata Garibaldi “Friuli”, la prima brigata partigiana d’Italia, avente come comandante Giacinto Calligaris e come commissario Mario Lizzerò “Andrea”.

Le Divisioni garibaldine e le Formazioni “Osoppo” (v.) che combatterono nella regione durante i 20 mesi dell’occupazione tedesca trassero tutte origine da questi primi reparti.

Fin dall’inizio la lo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 159

Brano: [...]attaglione “Triestino” del Carso. Questo era stato inizialmente composto dai superstiti della Brigata “Proletaria” (v.), l’improvvisata formazione degli operai del Cantiere navale di Monfalcone (v.), sorta per iniziativa di militanti comunisti monfalconesi e isontini, ma anche sull’onda di uno spontaneismo operaio ricco di slancio e di combattiva volontà antifascista. Dal 10.9.1943 la “Proletaria” si era affiancata alle unità slovene sul “fronte goriziano”, sostenendo una dura lotta fino alla massiccia controffensiva tedesca della fine del mese che aveva disperso gran parte delle formazioni partigiane, le quali si erano però riorganizzate confluendo nel neocostituito IX Korpus sloveno. Il “Triestino”, allora comandato dal tenente Remo Lagomarsino, si era poi ingrossato grazie all'afflusso di volontari civili e di ufficiali e militari del disciolto Regio Esercito, fra i quali 55 militari sardi, di cui Luigi Podda (v.) aveva organizzato l’evasione, nonché di un gruppo di militari della provincia di Ferrara e del comune di San Donà di Piave (Vene[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 639

Brano: [...]ffermazione, che accomunava gli antichi veneti agli sloveni.

Nella Resistenza

Liberato dopo la caduta di Mussolini, Srebrnic passò subito nelle file della Resistenza, già attiva dal 1941 nella Venezia Giulia. Membro del Comitato regionale del Fronte di liberazione della Slovenia (febbraio 1944), la domenica del 9.7.

1944 presenziò, a Cosbana, una manifestazione conclusiva per l'elezione degli organi locali nella “zona libera” del ColIio goriziano, tenendo un applauditissimo discorso. Dovendo rientrare in sede per inderogabili impegni politici, la notte del martedì cercò di guadare l’Isonzo in piena, ma ne venne travolto, quantunque fosse un abile nuotatore, insieme ad altri tre compagni.

Alla sua memoria sarà conferita nel dopoguerra, da parte del governo jugoslavo, l'Ordine di Eroe del popolo.

Bibliografia: I. Regent, Joze Srebrnic, eroico combattente per la fratellanza tra i popoli e per i diritti del popolo lavoratore, Gorizia 1946.

V .Ma.

SS

Schutzstaffeln (Squadre di protezione). Organizzazione squadristica del Par[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 793

Brano: [...]ca condotta da Vincenzo Marini (attivo militante comunista condannato dal Tribunale Speciale, poi commissario della « Natisone »), i caduti e dispersi della Brigata in quei giorni furono almeno 79, esclusi gli ex militari di cui si ignorano i nomi.

Quando si scatenò il contrattacco tedesco contro il « fronte di Gorizia » per allentare la morsa partigiana che stringeva la città e ripristinare le comunicazioni con Trieste occupando i retroterra goriziano e del Medio Isonzo, i reparti della « Proletaria » dovettero ritirarsi, cosa che fecero ripiegando su Ranziano e il Vipacco, combattendo fino all'ultimo. Il contrattacco era stato ordinato da Hitler al Comando delio Heeres Gruppe B di Rommel e, da questi, affidato al Comando del II SS Panzerkorps (di stanza a Udine).

I tedeschi dovettero impegnare nel contrattacco la 71a Divisione di fanteria e un’altra grossa unità, costituita da reggimenti di carri armati delle 44a e 24a Panzergrenadiere, da artiglieria della Divisione S.S. « Leibstandarte Hitler », da reparti di polizia e da forze aeree[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 792

Brano: [...]Comandi italiani, disorientati anche dalla mancanza di ordini da Roma e che, per contro, respingevano i ripetuti tentativi compiuti dai comitati antifascisti locali per volgere le armi contro l’invasore: una « diplomazia » rivelatasi disastrosa, in quanto tutti gli accordi con i tedeschi furono da questi violati subito dopo la firma.

Assai più difficile per i tedeschi si rivelò il compito di impadronirsi del retroterra delle città (specie del Goriziano) e di mantenere il controllo di vitali linee di comunicazione da Gorizia a Trieste, da Trieste a Lubiana, da Trieste a Fiume.

La combattività delle formazioni partigiane slovene e croate, unitamente all’insurrezione delle popolazioni croate, esplosa in Istria in concomitanza con l’armistizio e col crollo dell’odiato apparato poliziesco e militare italiano, misero in seria difficoltà i tedeschi, isolandoli nelle città occupate, cioè a Gorizia (v.), presa il 12 settembre (come Udine) e a Trieste (caduta il 9, quasi senza colpo ferire).

Dal 12 settembre avrà effettivo inizio quella « batta[...]

[...]igi Mauro, Olga Camolese, Ondina Peteani, Romano Spartaco, i fratelli Sfiligoi, Giuseppe Petean, Giuseppe Vrech, Angelo Sclaunich, Costante Dreos, Renato Valenti, Spartaco Padovan, Edy Stocher, Angelo Cornar, Giuseppe Sponton, i fratelli Adriana e Argo Tambarin, Milan Tercon, Mario Visintin, Romano e Antonio Fumis, Toni Lonzar, Silvio Marcuzzi (creatore dell'intendenza partigiana « Montes »). Pochi erano i militari e, fra questi, il sottotenente goriziano Giuseppe Petroni che divenne comandante di un battaglione e cadrà in combattimento. Tutto ciò diede alla Brigata Proletaria, in maggioranza composta da italiani ma con un robusto nucleo di operai sloveni del Cantiere, un’ impronta sociale e ideologica di sinistra, nella quale emergevano le tradizioni di classe del comuniSmo

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 309

Brano: [...]a non debellò i partigiani; li costrinse a rifugiarsi in pianura o in alta montagna, per prepararsi a tornare in quella primavera che avrebbe finalmente portato all’insurrezione finale.

La « Zona libera » del Friuli nordorientale fu presidiata da garibaldini e osovani, appoggiati a Nordest da partigiani sloveni. I garibaldini erano inquadrati nella « Natisene » (v.) su 2 Brigate che in ottobre divennero 3, di cui la terza dislocata nel Collio goriziano, cioè fuori zona. Secondo Ferdinando Mautino [Carlino), gli 11 battaglioni avevano complessivamente 1.200 uomini circa.

Gli osovani, da parte loro, disponevano di 1 Brigata su 6 (poi 7) battaglioni comprendenti in tutto 600700 uomini o non molto oltre. Anche questa « Zona libera » era sotto il pieno ed esclusivo control

lo dei partigiani che, da lì, potevano controllare a distanza ravvicinata la linea ferroviaria pontebbana e centri nevralgici importanti per il nemico. La loro presenza era quindi estremamente molesta e Kesserling diede l’ordine di intervenire in grande stile contro tutt[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 667

Brano: [...]5.8.1923. Entrato sin dal marzo 1943 nei gruppi giovanili antifascisti, dopo l’armistizio dell’8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza istriana.

Membro del C.L.N. di Grado, collaborò col movimento partigiano di Monfalcone e della Bassa Friulana. L'1.5.1945 partecipò al combattimento per la liberazione di Grado.

Nel dopoguerra, iscrittosi al P.C.I., ricoprì vari incarichi politici nel movimento democratico goriziano. Segretario della Federazione comunista di Gorizia (19631972) e anche consigliere provinciale dal 1965, nel 1972 fu eletto deputato.

Menici, Raffaele

N. a Temù (Brescia) il 13.12.1895, m. al Passo dell'Aprica (Brescia) il 17.11.1944; ufficiale dell’esercito. Combattente durante la Prima guerra mondiale, nel 1940 fu mobilitato sul fronte grecoalbanese, dove nel

1941 raggiunse il grado di tenente colonnello. Catturato dai tedeschi a Zara dopo T8.9.1943, riuscì a fuggire e tornò nella natia valle Camonica, dove fu tra i primi organizzatori della resistenza armata e divenne di fatto il c[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 602

Brano: [...]ne di interessi e forze popolari cattoliche, in specie contadine, sorse anche il Partito popolare, animato dal suo leader mons. Faidutti, un sacerdote di origine italiana che tuttavia, per il suo iegittimismo asburgico, anazionale, propugnatore della neutralità italiana nella guerra in corso, venne bollato quale austriacante e come tale combattuto fino a proibirgli, nel dopoguerra, il rientro in patria. Sotto la sua direzione il Partito popolare goriziano fu strenuo difensore dei contadini, ne propugnò l’organizzazione economica, dette vita a una forte federazione di consorzi di piccoli proprietari e di coloni, e riuscì a far approvare dalla Dieta provinciale (1914) un capitolato colonico, elaborato dal dott. Bugatto, notevolmente avanzato per quei tempi. Purtroppo già nel 1915 e per iniziativa degli agrari, tale capitolato fu abrogato da uno dei primi atti della amministrazione militare italiana di occupazione.

Prima guerra mondiale

La guerra 191518, oltre a portare immani distruzioni alla città e nelle

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine goriziano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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