Il segmento testuale giuliani è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 34Entità Multimediali , di cui in selezione 21 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 154
Brano: Trieste
particolarmente impegnati in un lavoro dal forte respiro unitario tra le forze antifasciste (italiane e slovene) e, in particolare, aH'interno del C.L.N.; subito dopo, l’allineamento dei comunisti giuliani sulle posizioni dei resistenti jugoslavi, con la conseguente accettazione delle tesi annessionistiche di questi ultimi.
Per molti aspetti ancora non chiarita, tale decisione che sembra interpretasse, semplificandoli, orientamenti e preoccupazioni in realtà presenti nella Direzione del P.C.I. Alta Italia (diffidenza nei confronti degli angloamericani, denuncia dei limiti deM'Amministrazione Alleata nell'Italia Liberata), venne sostanzialmente accettata dai quadri dirigenti locali e dalla base: abituati a una rigida disciplina di partito e disposti a mettere in secondo piano, in nome della r[...] [...]ti nella Direzione del P.C.I. Alta Italia (diffidenza nei confronti degli angloamericani, denuncia dei limiti deM'Amministrazione Alleata nell'Italia Liberata), venne sostanzialmente accettata dai quadri dirigenti locali e dalla base: abituati a una rigida disciplina di partito e disposti a mettere in secondo piano, in nome della realizzazione del socialismo, i motivi di contrasto che pur continuavano a nutrire nei confronti dell’O.F., comunisti giuliani non avanzarono, infatti, grosse riserve.
« Noi — chiarisce un testimone dell’epoca
— venivamo a conoscenza [...] delle direttive ih modo semplificato, popolari zzato, come problema già risolto, sotto aspetti che trovavano facili consensi ed anche entusiastiche speranze nelle future prospettive di libertà, di democrazia, di pace e di comprensione tra i popoli. E sia i combattenti partigiani che quelli della cospirazione clandestina erano un humus fertile per illusioni e sogni perché in ogni caso dietro la Jugoslavia si vedeva l Unione Sovietica ».
Come conseguenza di tale scelta e sot[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 379
Brano: [...]zazioni collaborazioniste slave) non solo ricorse a feroci persecuzioni e a radicali modifiche giuridicoamministrative, ma fu accompagnata da una intensa campagna propagandistica
che andava dalla rievocazione nostalgica della belle époque austriaca e delle fortune dell'emporio adriatico, fino all’abile sfruttamento del collaborazionismo « indigeno ». A quest’ultimo aderirono i gruppi industriali, armatoriali, assicurativi e agrari triestini e giuliani, con le loro frange di ex irredentisti e volontari giuliani della prima guerra mondiale, legatisi al capitalismo locale per opportunismo, miopia nazionalista o slavofobia. Per favorire tale collaborazionismo il Rainer insediò alle cariche locali alcuni italiani, su designazione dell’Unione Industriali: come prefetto di Trieste il dott. Bruno Coceani (v.), vicepresidente dell’Unione stessa ed ex gerarca corporativo; come podestà, l’avvocato Cesare Pagnini, già consigliere della Associazione italo germanica; a direttore del Lloyd Triestino, l’armatore Guido Cosulich; e a direttore della R.A.S., Gustavo Comici. A prefetto di Gorizia fu nominato il conte[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 159
Brano: [...]ne nazionalmente « miste ». Ciò peraltro non doveva significare, come si affermò da parte slovena e nel testo dell’accordo, una riserva sui diritti del popolo sloveno, espressi dalle sue organizzazioni politiche e militari.
In base al testo sottoscritto e al successivo accordo militare, venne formato un Comando paritetico (da cui la “Trieste” doveva dipendere) fra le Brigate Garibaldi e il Comando del IX Korpus sloveno, operante sui territori giuliani dalla sinistra dell'lsonzo al vecchio confine ed oltre, che era la più importante e numerosa unità partigiana della regione. I due partiti crearono inoltre un comitato di coordinamento a Trieste. L’accordo prevedeva anche la creazione di C.L.N. delle rispettive popolazioni slovene e italiane nelle località « miste ». Sempre sul piano militare, era stabilito il trasferimento nella “Trieste” di italiani, civili e militari, inquadrati in unità slovene e viceversa. Infine il IX Korpus avrebbe dato alla nuova Brigata tutti gli aiuti possibili, mentre il Comando generale delle “Garibaldi” in Italia[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 398
Brano: [...]
Dopo la Liberazione di Spalato si imbarcò sul Patrolni Camac n. 43 e continuò la lotta nel pelago dalmato, partecipando alla liberazione delle isole a nord di Zara fino a Fiume.
Insignito di alte decorazioni dal Governo della R.S.F. di Jugoslavia, è presidente dell'A.N.P.I. provinciale di Udine e membro del Comitato nazionale deirAssociazione.
Estensore di numerosi articoli sulla Resistenza, ha pubblicato il volume Partigiani friulani e giuliani all'estero (Appunti storici sui volontari e sul militari che fuori d’Italia combatterono per la libertà), Anpi Udine, 1980.
L.R.C.
Vincenzi, Sante
Mario. N. a Parma il 6.8.1895, m. a Bologna il 21.4.1945; meccanico. Residente a Reggio Emilia, comunista attivo, fu più volte arrestato e infine confinato dal gennaio 1937 alla caduta del fascismo.
Dopo 1*8.9.1943 operò per l’organizzazione del movimento partigiano, entrando a far parte del Comando Unico Militare EmiliaRomagna (v. C.U.M.E.R.) con funzioni di ufficiale di collegamento con le Brigate della Divisione Garibaldi “Bologna”. [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 329
Brano: [...] 17.068 ne vennero invece assunti ex novo applicando criteri di rigorosa discriminazione politica. In tal modo, gran parte degli attivisti e dei militanti dei partiti di sinistra e del sindacato di classe fu cacciata dall/azienda, mentre le nuove assun, zioni, affidate ai sindacati di osser
vanza padronale e alle parrocchie, furono fatte attingendo a elementi politicamente « sicuri » (per esempio, fu largamente attinto alla massa dei profughi giuliani, di dichiarati sentimenti anticomunisti). Un corpo di guardie aziendali forte di oltre 1.000 unità e composto in maggioranza di ex carabinieri, comandati dai loro stessi ufficiali, fu preposto alla sorveglianza delle maestranze. Sorsero « officine confino » nelle quali gli esponenti sindacali e politici della sinistra operaia, degradati nelle loro qualifiche professionali, furono « confinati », costretti a mansioni umilianti e presto ad uno ad uno licenziati.
Nello stesso tempo che usava la violenza di tipo fascista contro i lavoratori politicamente più « pericolosi », la FIAT mise in atto[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 153
Brano: [...]. escluso), ad esempio, respinse gli accordi di Milano tra il C.L.N.A.I. e l’O.F. del giugno 1944, giudicando ambigue alcune delle soluzioni proposte e incerto l’impegno dell'organizzazione di resistenza croata. Dal canto loro, le forze di resistenza slovene già nell’agosto del 1944 cominciarono a prendere decisioni unilaterali, tra cui quella di sciogliere il Comando paritetico della Brigata Garibaldi «Trieste» (v.), composta prevalentemente da giuliani, e di trasferire questa formazione all'interno della Slovenia.
Tra la fine dell’estate e gli inizi dell'autunno del 1944 (in coincidenza con una situazione internazionale in rapido movimento e con i mutamenti intervenuti nella conduzione della campagna d'Italia da parte delle forze Alleate) si ebbero peraltro nella Venezia Giulia radicali trasformazioni aH'interno del fronte antifascista italiano. Gli eventi si susseguirono a ritmo incalzante: l'arresto di L. Frausin e di Vincenzo Gigante (v.), dirigenti comunisti
Le vittime della strage di via Ghega impiccate lungo le scale del Palazzo[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 150
Brano: [...]ostretta quindi a confrontarsi, tra numerose incertezze e contraddizioni, fin dall’inizio: si oscillava infatti dall’aperta polemica, sostenuta soprattutto dai vertici del Partito, alle manifestazioni di simpatia e di collaborazione da parte dei giovani militanti comunisti di nazionalità slava. A un rapporto codificato di alleanza si giunse tuttavia solo nel 1936, con la politica dei Fronti popolari.
Che il P.C. d’I. in generale e i comunisti giuliani in particolare fossero in ritardo nella comprensione della reale portata del problema nazionale sloveno e croato, venne messo in luce dallo stesso Ruggero Grieco con un articolo pubblicato nel 1930 su “Lo Stato Operaio”. Nell’intervento del dirigente comunista viene significativamente sottolineata l’importanza del collegamento tra la soluzione della questione nazionale e quella della questione contadina, cui larga parte della popolazione slovena e croata era interessata.
A partire da quella data, nel dibattito politico e ideologico che si aprì nel Partito a livello nazionale e locale, si s[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 120
Brano: [...]’opposizione al fascismo. In Istria molti giovani chiamati alle armi preferirono disertare, rifugiandosi in Jugoslavia. Oltre 30 furono gli istriani che combatterono come volontari nelle Brigate Internazionali in Spagna.
L’avvicinamento italojugoslavo, culminato nel trattato di amicizia CianoStojadinovic del 1937 (v. Croazia), accrebbe l’opposizione di sinistra contro le direzioni conservatrici e nazionaliste delle associazioni degli emigrati giuliani e istriani. Il fatto che i circoli ufficiali filofascisti jugoslavi si mostrassero disposti ad abbandonare al loro destino le popolazioni dell'lstria e della Venezia Giulia, accentuò inoltre le divisioni in seno alle stesse associazioni nazionaliste. Nei gruppi di emigrati istriani a Zagabria e a Lubiana si verificarono scissioni. Nel 1940, per compiacere Mussolini, il governo filofascista jugoslavo arrivò a sopprimere tutte queste associazioni e i loro organi di stampa, provocando così un’ulteriore radicalizzazione e uno spostamento a sinistra di tutto il movimento nazionalista.
Con l’ent[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 735
Brano: [...]lti slavi era già stata resa la vita impossibile ed essi avevano dovuto riparare in Jugoslavia, mentre numerosi italiani erano già stati fatti affluire dalle province del Regno. Secondo il prefetto austriaco di Trieste A. Manussi Montesole, nei territori passati all’Italia alla fine del 1913 risiedevano 938.000 abitanti così ripartiti: 403.000 italiani e friulani, 305.000 sloveni, 192.000 croati, 33.000 tedeschi. Nel medesimo anno, nei territori giuliani (e senza contare Fiume, passata all’Italia solo nel 1924) esistevano 321 scuole elementari slovene e 167 croate, fra pubbliche e private, con 66.952 scolari e 1.350 maestri.
Nel 1928 era sopravvissuta negli stessi territori una sola scuola slovena privata, che venne soppressa nel 1929. Quanto ai maestri slavi, nel 1923 si erano già ridotti a un migliaio. Dopo la riforma della scuola varata da Giovanni Gentile e il Decreto del 24.12.1925, n. 2300, il quale stabiliva che « il governo aveva diritto, al di fuori dei casi specifici, di mettere a riposo funzionari civili e militari di ogni categ[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 354
Brano: [...]5; architetto.
Partecipò giovanissimo alle lotte irredentistiche con i gruppi mazziniani istriani e triestini. Allo scoppio della guerra 191518 accorse volontario nelle file dell’Esercito italiano. Fu ferito tre volte e più volte decorato. Caduto prigioniero, tentò ripetutamente la fuga malgrado il rischio di essere riconosciuto come « disertore » austriaco e condannato a morte. Nel 1919 partecipò all’impresa fiumana col Battaglione volontari giuliani comandato dal repubblicano Ercole Miani. Ripresi poi gli studi, si laureò in architettura al Politecnico di Torino. Si distinse presto come uno dei fautori più battaglieri di un rinnovamento dell’architettura italiana che, sosteneva Pagano, doveva essere attenta alla realtà sociale e capace di interpretare le esigenze della vita moderna. La tradizione andava rivisitata criticamente e con spirito nuovo, non cristallizzata in un monumentale e inutile ricordo storico.
Ammiratore di Gropius, sensibile alle esperienze di Fisher, Wright e Aalto, Pagano espresse con acutezza e vivacità le sue ide[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine giuliani, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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