Brano: Scrivia, Valle
mente circa 1.500 tedeschi. Il giorno dopo, i partigiani della Brigata “Arzani” presero d’assalto il presidio di San Sebastiano Curane, costringendo alla resa 50 bersaglieri della “Littorio” e facendo un ingente bottino di armi e munizioni. Nel marzo 1945 la “Cichero”, ormai notevolmente cresciuta, fu divisa in due grandi unità operativamente distinte: la Divisione “Cichero” ligure e la “PinanCichero”, ligurepiemontese. Quest’ultima comprendeva 3 Brigate di montagna (“Oreste”; “Arzani”, costituita il 26. 10.1944; “PoArgo”, sorta nel marzo 1945) e 2 Brigate di pianura (la 108a “C. Rossi” nella zona di Castelnuovo Scrivia e la Brigata Comando e Servi[...]
[...]ti di Garbagna (1015 marzo) e di Sant'Alosio di Avolasca (11 aprile) furono gli ultimi più importanti scontri sostenuti dalle Brigate di montagna della “PinanCichero” prima dell’insurrezione. A Garbagna il nemico subì la perdita di 44 tedeschi e 83 fascisti della Brigata nera, accerchiati e catturati insieme a un ricco bottino di armi, tanto che dopo questa sconfitta scomparvero i presìdi di Arquata e Brignano Frascata, lasciando in mano ai partigiani l'intera valle Curane.
Nell’aprile 1945 la “PinanCichero” aveva raggiunto una forza di 2.000 effettivi, più circa 300 giovani che, residenti nella “zona libera”, ben armati ed equipaggiati, in caso di necessità potevano essere mobilitati in qualsiasi momento. Il Comando di divisione disponeva inoltre, in caso di bisogno, di tre ospedali (Rocchetta Ligure, Borgo Adorno, Rosano) e aveva alle proprie dirette dipendenze un “Battaglione armi pesanti” (8 mortai da 81 mm, mitragliatrici pesanti da 25 mm, alcuni bazooka e 3 cannoncini anticarro da 47 mm) nonché un Servizio informazioni e polizia ([...]
[...]deschi sui ponti e nelle gallerie; impedire il transito militare tedesco tra Genova e l’entroterra. Per affrontare questi compiti furono elaborati piani minuziosi, venne disposta la continua sorveglianza delle opere da proteggere e furono previsti i necessari interventi armati.
Il generale tedesco Meinhold, comandante della difesa costiera di Genova, ben valutando il pericolo, per ben tre volte inviò il tenente Utech a parlamentare con i partigiani al ponte di Pertuso per garantire il libero transito alle proprie truppe, offrendo in cambio la salvaguardia del porto di Genova, delle industrie e delle vie di comunicazione con l'entroterra. Ma la proposta di tregua venne rifiutata dai partigiani. La guerriglia proseguì implacabile, tanto che per il periodo compreso tra il 10 marzo e il 20.4.
1945 la “PinanCichero” potrà presentare il seguente bilancio di perdite inflitte al nemico: 152 morti, 354 feriti, 304 prigionieri e 122 disertori; 106 azioni di sabotaggio con distruzione di 79 automobili, 52 camion e autotreni, 32 vagoni e 5 locomotori.
Il 23 aprile, tramite le Missioni alleate, pervenne al Comando partigiano il seguente radiogramma: « Alla Divisione “PinanCichero” da parte degli Alleati e del popolo italiano dell'Italia libera, voglio ringraziare per il meraviglioso lavo[...]
[...]ggio con distruzione di 79 automobili, 52 camion e autotreni, 32 vagoni e 5 locomotori.
Il 23 aprile, tramite le Missioni alleate, pervenne al Comando partigiano il seguente radiogramma: « Alla Divisione “PinanCichero” da parte degli Alleati e del popolo italiano dell'Italia libera, voglio ringraziare per il meraviglioso lavoro che la vostra Divisione ha fatto contro il nemico in questi lunghi interminabili mesi. A ognuno e a tutti i parti
giani del vostro Comando noi diamo il nostro plauso. Lo spirito che avete dimostrato nelle battaglie contro il nemico rivela una caratteristica del nome “Partigiano” che non sarà mai dimenticato. Nelle ore finali che si approssimano, possiate voi continuare come avete fatto nel passato, a distruggere la mano che una volta teneva l’arma che vi tolse la vostra libertà. Le nostre più sincere congratulazioni a voi tutti. Il Comando alleato in Italia — Mark W. Clark ».
La battaglia insurrezionale
Al momento dell’insurrezione finale, alla “PinanCichero” furono assegnati compiti particolarmente impe[...]
[...]a, i Giovi e la valle Polcevera; la Brigata “Arzani” doveva occupare la valle Scrivia, compresi i centri di Arquata, Gavi, Serravalle e Novi Ligure, quindi proteggere il tergo delle formazioni operanti su Genova contrastando eventuali attacchi nemici provenienti da Alessandria; la Brigata “PoArgo” doveva occupare Tortona e proteggere il fianco della Brigata “Arzani” contro attacchi provenienti da Voghera e dalla zona del Po.
Di fronte ai partigiani stavano le seguenti forze nemiche: nella zona della Brigata “Oreste”, 400 militari nazifascisti ai Giovi, 150 a Busalla, 200 a Savignone, 150 a Caselle, 200 a Borgo Fornari, 30 a Ronco Scrivia, 160 a Isola del Cantone; nella zona della Brigata “Arzani”, 50 nazifascisti ad Arquata, 180 a Serravalle, 60 a Crenna, 70 a Gavi, 125 a Borghetto, 300 a Cassano, 60 a Novi, 150 a Villalvernia; nella zona della Brigata “PoArgo”, 260 nazifascisti a Tortona e 150 a Viguzzolo. Si trattava, complessivamente, di oltre 2.700 uomini, dei quali si sapeva che erano fortemente armati ma non si conoscevano le inte[...]