Brano: [...]senza di “ autonomia internazionale ” è la ragione che spiega molta storia italiana e non solo delle classi borghesi » \
Altrove indica le ragioni della mancata formazione in Italia di un partito giacobino « nel campo economico, cioè nella relativa debolezza della borghesia italiana e nel clima storico diverso dell’Europa dopo il 1815 » 2. Entro questa cornice, che Gramsci mantiene ben ferma, riesce meglio comprensibile l’idea dell’assenza di giacobinismo nel Risorgimento, di cui è già un accenno nel Labriola 3.
Il termine giacobinismo, di cui Gramsci sottolinea l’uso analogico e improprio, non contiene, di regola, una specifica e rigida caratterizzazione storica, ma esprime un concetto direttivo e quasi uno strumento della ricerca. Sono « giacobini » Robespierre e Cromwell, Gioberti e Machiavelli, Lenin, per tratti generalissimi del loro pensiero e della loro azione politica, consistenti, essenzialmente, nella volontà di collegare la forza dirigente nazionale, borghesia, proletariato, nei diversi momenti, alle masse popolari e, in ispecie, contadine. Gli elementi costitutivi di questa categoria del giacobinismo Gramsci li [...]
[...]rica, ma esprime un concetto direttivo e quasi uno strumento della ricerca. Sono « giacobini » Robespierre e Cromwell, Gioberti e Machiavelli, Lenin, per tratti generalissimi del loro pensiero e della loro azione politica, consistenti, essenzialmente, nella volontà di collegare la forza dirigente nazionale, borghesia, proletariato, nei diversi momenti, alle masse popolari e, in ispecie, contadine. Gli elementi costitutivi di questa categoria del giacobinismo Gramsci li trae dalla storia della Francia rivoluzionaria 4, ma è cosi lontano dal sovrapporre un mo
1 R., p. 150.
2 £., p. 87.
3 A. Labriola, Discorrendo di socialismo e di filosofia, Bari, 1944, p. 141.
4 Gramsci certamente conosceva l’interpretazione nuova che del giacobinismo veniva elaborata dalla storiografia francese (del Mathiez possedeva in carcere La Revolution frangaise nei tre volumi dell’edizione Colin : G. CARBONE, « I libri del carcere di Antonio Gramsci », in Movimento operaio, a. IV, n. 4, lug.ag. 1952,Renato Zangheri
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dello giacobinofrancese a1la realtà politica del Risorgimento, che scorge appunto nella astratta trasposizione di schemi francesi il limite di Giuseppe Ferrari e la causa della sua sostanziale estraneità al processo unitario.
È decisivo, se non erro, in proposito, il luogo in cui, dopo aver ricordato l’orientamento antifran[...]
[...]sola la tradizione a cui risalire e collegarsi. La storia dei Comuni è ricca di esperienze in proposito: la borghesia nascente cerca alleati nei contadini contro l’Impero e contro il feudalismo locale... Ma il più classico maestro di arte politica per i gruppi dirigenti italiani, il Machiavelli, aveva anch’egli posto il problema, naturalmente nei termini e con le preoccupazioni del tempo suo » \ Dove è evidente che l’uso metodico del concetto di giacobinismo, nonché distrarre dalla considerazione concreta della storia nazionale, per contrapporvi paradigmi stranieri, giova a questa considerazione e le fornisce strumenti fecondi di ricerca e di giudizio.
A tale stregua, si rende palese l’errore del Romeo, laddove afferma, che il pensiero di Gramsci « si impernia sul raffronto con la politica, agraria dei giacobini francesi », se con ciò si intende, come sembra,, che il raffronto verta su particolari orientamenti e programmi definiti, mentre quel che Gramsci trae positivamente dell’esperienza francese è niente più, ripeto, che la direttiva genera[...]
[...] la « via americana ». Che è una contaminazione fra due concetti, quello
p. 670). Negli appunti del carcere sono difatti corretti precedenti giudizi dello spirito giacobino come astratto e antistorico, per i quali vedi, ad es., L'Ordine nuovo, 19191920, Torino, 1934, p. 15, e nella raccolta di scritti giovanili pubblicata da Rinascita, a. XVI, n. 4 (apr. 1957), le pp. 146151.
1 R., p. 74.374
I documenti del convegno
gramsciano del « giacobinismo » e quello leninista delle « vie di sviluppo del capitalismo », che hanno diversa motivazione e si riferiscono a problemi diversi.
Il Romeo non limita la sua critica a questo punto : indipendentemente dalle reali possibilità di attuazione di una riforma agraria, egli si chiede quali effettive prospettive di progresso una simile alternativa avrebbe offerto all’economia italiana. Il Romeo ha il merito di impostare cosi la discussione nei termini giusti, avvertendo che la questione di una rivoluzione agraria, della abolizione cioè dei residui feudali nei rapporti di lavoro e nel regime fondia[...]
[...]vantaggio da una diversa, democratica soluzione della questione agraria al tempo della rivoluzione borghese, e giunge anzi a credere che a quella soluzione debbano ricondursi le più tarde difficoltà dell’agricoltura francese. La scelta dell’esempio francese deriva, come si comprende, dalla logica della posizione del Romeo, o, per dir meglio, dall’errore logico su cui la sua posizione critica è costruita, e che precedentemente abbiamo additato. « Giacobinismo », « modello francese », ecc. sono per Gramsci canoni di ricerca piuttosto che termini di confronto, ed è peraltro fortemente dubbio che paragoni sia in generale legittimo istituire fra processi nazionali diversi, se non con le più rigide cautele.
Intanto, un giudizio di qualche attendibilità dovrà fondarsi su un esame d’assieme e non su aspetti particolari, e dovrà trascurare sviluppi più recenti, che oltrepassano il quadro storico in esame. Assumere, ad esempio, come il Romeo assume, a prova del carattere scarsamente progressivo della politica agraria giacobina, il maltusianesimo economi[...]
[...]e alle pp. 5045, dove il Romeo osserva che la signoria milanese dei Della Torre non portò a fondo la lotta antifeudale nel contado, per concludere : « La mancanza di un concreto sostegno nel contado — che non si seppe o non si volle trovare nei rustici — rende assai più difficile alla pur potente città il controllo effettivo del dominio ». Che è, nella sostanza, niente di diverso, metodologicamente, da quel che è stato definito come il « mancato giacobinismo » della borghesia risorgimentale.