Brano: [...]a: « Krucënych è un nemico della patria. Non mi meraviglierei affatto se si scoprisse che è anche un socialista! ». Rozzo, ma efficace.
Krucënych fu stimato da Majakovskij (che lo chiamava « gesuita della parola »). Aseev, Chlebnikov, Pasternak, ma soprattutto da Matju"sin, Malevic, Lisickij, Terent'ev, Tret'jakov. Malevic e Matjus"in lo ritennero piú intéressante di Majakovskij stesso. Kornej Cukovskij, brillante giornalista e protostorico del futurismo russo, scrisse che l'intera età prerivoluzionaria delle lettere russe si sarebbe potuta definire « età di Krucënych ». Ma ebbe anche violenti detrattori, capintesta dei quali fu il colto ed elegante poeta Benedikt Livgic, futurista per poco e per caso.
L'oblio, dunque, venne dopo, negli anni Trenta. Fu Vladimir Markov, poeta émigré e studioso eminente del Novecento russo, a togliere Krucënych dall'ingiusta dimenticanza, facendone anzi l'eroe del suo Russian Futurism: A History, che apparve a Berkeley, nel 1968. Due anni prima, l'altro grande studioso dell'avanguardia russa, Nikolaj Chardziev[...]
[...]Fra i lavori dedicati a Krucënych, apparsi negli ultimi anni, va segnalato l'articolo della studiosa viennese Rosemarie Ziegler. La Ziegler ha girato in lungo e in largo l'Unione Sovietica, rovistando archivi, raccogliendo testimonianze, ritrovando testi ritenuti persi ormai per sempre. Nessuno come lei oggi conosce cosí compiutamente l'opera di Krucënych.
Dal suo lavoro, appare come Krucënych abbia testardamente perseguito, prima ancora che il futurismo russo s'annunciasse e per tutta la sua vita, l'ideale di una comunicazione immediata e spontanea. Egli riteneva ci fosse una lingua naturale e profonda, schiacciata dall'altra, quella sociale e convenzionale. Tale lingua, che egli chiamò zaum', si manifesterebbe nei momenti in cui la ragione dorme, o almeno sonnecchia: nelle varietà molteplici della verbigerazione, ma anche nei lapsus, negli scorsi linguistici. Attorno a questa scoperta, Krucënych lambiccò per tutta la vita. Per darle un fondamento lesse soprattutto Freud, che egli conosceva già bene nel 1915, al punto da consigliarlo agli am[...]
[...]ni.
Che l'avanguardia russa fosse tagliata orizzontalmente, cosicché i vari gruppi in cui si organizzò sono sovente combinazioni superficiali ed effimere, ne erano consapevoli anche i protagonisti. Recensendo gli spettacoli di Kruèënych e Majakovskij, che erano andati in scena ai primi di dicembre del 1913, al teatro LunaPark di Pietroburgo, il pittore e musicista Michail Matju"sin assumeva i due testi come esemplari di due diverse tendenze del futurismo, l'una astratta e alogica, mentre l'altra, che Matju"sin riteneva assai meno interessante, puntava piuttosto a una revisione dei contenuti, salvando le forme della comunicazione artistica tradizionale.
Ora, questa linea alogica, astratta e asociale, della quale l'operetta di Kruèënych, Matjusin e Maleviè Pobeda nad solncem è il testo piú rappresentativo, si coagulò soprattutto, attorno a Kruèënych, negli anni che precedettero la rivoluzione. Questi cercò invano di darle un assetto stabile e autonomo, prima con Kul'bin, poi con Larionov e la Goncarova, poi con Matjusin e Maleviè, poi con la R[...]
[...]i questa linea. Egli infatti, a differenza di Kruèënych, preferí mantenere una certa distanza dal « Lef », per cui emigrò a Leningrado, divenendo un singolare regista teatrale.
In questo ultimo decennio sono apparsi molti testi inediti degli oberiuty, sono state pubblicate le memorie e i lavori teorici di Matju"sin, i diari della Guro, lettere di Kruèënych, Matjusin, Maleviè, raccolte di Kruèënych (ma rimangono ancora inedite le sue memorie sul futurismo), gli scritti teorici di Maleviè, e svariati articoli, saggi, volumi, specie su Maleviè, che oggi conosce una grande fortuna. Cosicché l'avanguardia russa comincia ad apparire in una diversa luce.
Serena Vitale cerca di dare una sistemazione, se pur provvisoria ed ipotetica, a questo materiale, con la sua antologia dedicata all'avanguardia russa, dove sono riportati i testi degli autori che ho sin qui menzionato, di Kruèënych in particolare, che nel volume fa un po' la parte del leone. L'antologia è preceduta da un lungo saggio, nelle prime pagine del quale l'autrice dà la chiave teorica del[...]
[...]no sbagliato tempo e luogo: gli uni pensano d'essere già in una società socialista, e gli altri ritengono di trovarsi ancora in quella borghese, mentre invece ... A ben pensarci, qualcosa del genere si diceva già negli anni Venti, fra i nemici dell'avanguardia.
L'errore di tale schema interpretativo mi pare derivi soprattutto dall'aver separato l'esperienza della avanguardia russa da quella europea.
Ho detto che sin dall'inizio ci sono nel cubofuturismo, e negli altri futurismi, due diverse tendenze, una assolutamente negativa e un'altra tendenzialmente positiva. Di quest'ultima Majakovskij fu il poeta piú rappresentativo. Proprio Majakovskij, ben avanti la rivoluzione, nel 1915, aveva invitato a lasciare « il sonaglio del buffone per la riga dell'architetto ». Ma tali tendenze sono presenti in tutta l'avanguardia europea! Breton è a fianco di Tzara, a Parigi nel 1920, ma ha già in mente che al nichilismo dadaista dovrà seguire un programma costruttivo.
La tendenza negativa raggiunse la sua acme a Zurigo e a Tiflis, negli anni della guerra;[...]