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Il segmento testuale filonazista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 33Entità Multimediali , di cui in selezione 27 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 88

Brano: [...]ime, soprattutto con l’avventura spagnola) cominciò a muovere le prime velate critiche, specie sulla questione razziale, per la loro particolare situazione non ebbero difficoltà a dar vita a forme di attivismo « autonomista ». Per quanto il raggio d’azione di questa « autonomia » fosse estremamente limitato dalla circospezione dei dirigenti e delle gerarchie ecclesiastiche, tanto che non mancarono dei « ritorni di fiamma » filofascista e perfino filonazista (estate 1941) quando ebbe inizio la « crociata antibolscevica », ossia l’aggressione all’U.R.S.S., sono tuttavia da segnalare alcuni casi, come quello veramente emblematico di Teresio Olivelli (v.), giunto primo ai Littoriali della razza (Trieste, 1939) denunciando l’inconsistenza delle formulazioni scientifiche che stavano alla base delle dottrine razziali (dopo essere stato combattente e partigiano, l'Oli velli cadrà nel gennaio 1945 nel campo di deportazione di Herzbruck, nel generoso tentativo di fare scudo a

un ebreo). Sul tema della razza maturò l’opposizione antifascista di Alfassio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 546

Brano: [...]blicana, a base corporativa, nella quale l’autorità del capo dello Stato sia organizzata in modo da essere operante ».

Dopo la vittoria del Fronte popolare e l’effimero governo di Léon Blum (costretto alle dimissioni nel giugno

1937), nel marzo 1939, in un clima di aperta reazione antidemocratica instaurato dal nuovo governo Daladier, Pétain accolse la nomina di ambasciatore in Spagna, presso il dittatore Franco.

Il mese successivo, sul filonazista Le grand Occident, apparve l’articolo «Pétain au pouvoir » (Pétain al potere).

Caduto nel marzo 1940 il governo Daladier e invasa la Francia dai tedeschi, il 18.5.1940 Pétain fu nominato vicepresidente del nuovo gabinetto Reynaud. Dopo le dimissioni di quest’ultimo (contrario alla resa), nel giugno gli succedette alla presidenza e, forte del suo prestigio personale, riuscì a far prevalere la tesi deH’armistizio con la Germania, firmato a Compiègne il 22 giugno. Cessate le ostilità, il territorio francese fu diviso in due settori: la zona Nord, comprendente Parigi e i maggiori centri indust[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 742

Brano: [...]anchieri e, da questi studi, il poeta passò a nutrire grande stima per Benito Mussolini e per il regime fascista che, secondo lui, poneva sotto il controllo statale il sistema economico evitando le influenze dell’« usura ».

Con evidente superficialità di giudizio, Pound ammirò la politica monetaria del fascismo, l’economia corporativa, l’autarchia e le campagne di bonifica.

A partire dal 1939 assunse posizioni sempre più orientate in senso filonazista, antisovietico e antisemita. Nonostante egli manifestasse pubblicamente le sue simpatie per il regime e cercasse in tutti i modi di mettersi in contatto con Mussolini per proporgli le sue teorie di ri

forma monetaria, fu tenuto dallo stesso regime in scarsa considerazione e sospetto. Tuttavia, dall’aprile 1941 al luglio 1943 (nonostante il parere negativo del controspionaggio fascista), data la sua nazionalità americana venne usato dall'emittente del regime Radio Roma come propagandista in lingua inglese e commentatore politicoculturale con lo pseudonimo di Unole Ez. Nello stesso tempo gli[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 836

Brano: [...] infine Giovanni Leone. Quest’ultimo, insediatosi al Quirinale un mese dopo la sua elezione, Io lasciò prima della scadenza del mandato perché dimissionario.

11 9.7.1978 vi entrava il nuovo presidente della Repubblica Sandro Pertini, eletto con la più alta votazione mai espressa (83,6%).

L.Cav.

Quisling, Vidkun

N. a Firedsal (Norvegia) il 18.7.1887, m. ad Oslo (Norvegia) il 24.10.1945; ufficiale e uomo politico.

Capo del movimento filonazista norvegese, promosse l'accostamento della Norvegia (v.) all’area d'influenza nazista nell’ambito del Nuovo Ordine europeo; si fece quindi strumento dell’occupazione nazista

836



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 193

Brano: [...]tico e sui corpi collaborazionisti da esso impiegati. Entrambi erano stati ammessi a deporre su richiesta delle parti civili in qualità di testi storici, insieme al segretario dell’I.R.S.M.L. Galliano Fogar e allo studioso Mario Pacor.

Nel dibattimento emerse, tra l’altro, anche il ruolo del collaborazionismo di varia tendenza e nazionalità, compreso quello espresso da gruppi della grossa borghesia triesti

na che avevano compiuto la scelta filonazista per la “difesa dell’italianità” e delle posizioni di potere consolidate durante il fascismo. Ma di fronte a questo problema del collaborazionismo non poliziesco, delle sue gravi responsabilità politiche e civili richiamate dal Col lotti e dal Fogar, come pure su quello della strategia di violenza del fascismo che, in questa regione plurinazionale, aveva preparato il terreno fornendo anche alcuni strumenti all’occupatore nazista, la Corte e il pubblico ministero manifestarono apertamente dissenso e insofferenza, considerando l’argomento come « non pertinente » all’oggetto processuale. Vennero [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 554

Brano: [...]governo centrale di Praga. La strumentalizzazione di tali aspirazioni non potè tuttavia durare a lungo: fin dal 1941 i soldati slovacchi si mostrarono restii a impegnarsi contro l'Unione Sovietica e, nell'anno successivo, si ebbero diserzioni di interi reparti.

L'opposizione comunista, già forte e organizzata tra gli operai, si estese ai contadini, riuscendo a suscitare numerosi scioperi, agitazioni e manifestazioni contro il governo slovacco filonazista. Nel 1942 apparvero in Slovacchia le prime formazioni partigiane, collegate al più forte movimento sovietico che inviava aiuti e organizzatori. Nel 1943 la lotta partigiana si allargò e, alla fine dell'anno, dopo il cosiddetto “accordo di Natale” e la formazione del Consiglio nazionale slovacco, la Resistenza dominò la scena del paese.

Tiso e Hlinka, ricorrendo alla repressione e all'appoggio tedesco, poterono reggersi fino al luglio 1944, quando il Consiglio nazionale esortò gli slovacchi, militari, partigiani e civili a insorgere apertamente con le armi.L'esortazione fu largamente raccol[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 559

Brano: [...]successore dal 1924 al 1939 e nel cui ministero Smuts entrò come ministro della Giustizia nel 1933. Nel 1939, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Smuts tornò alla guida del governo e si alleò nuovamente agli inglesi che, nel 1941,

lo nominarono feldmaresciallo. Durante il conflitto fu tra i più tenaci avversari della Germania.

Sconfitto alle elezioni del 1948, nuovamente vinte dal Partito nazionalista, la guida del governo passò al filonazista e razzista Daniel F. Malan (18741959). Smuts, passato all'opposizione, si spense due anni dopo.

Sobibor

Campo di deportazione (v.) situato a est del distretto di Lublino (Polonia), fu uno dei cinque lager polacchi dove gli ebrei (v.) venivano inviati dai nazisti per essere subito messi a morte, indiscriminatamente e senza selezione di sorta.

Come i campi di sterminio di Belzec e Treblinka (v.), Sobibor fu uno dei capisaldi della cosiddetta Azione Reinhard. Questa operazione di sterminio, condotta dai nazisti nel Governatorato generale della Polonia, consisteva neM’awiare verso i camp[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 750

Brano: Svezia

scalpore rivelando il primo accordo segreto sul permesso di transito concesso dal governo alla Germania.

La stampa filonazista in Svezia fu invece esigua e non ebbe mai eccessiva diffusione. Il giornale che maggiormente difese la politica di compromesso del governo fu VAftonbladet, ma il caso di collaborazionismo più grave fu costituito dal quotidiano socialista “Folkets Dagblad” che manifestò chiare tendenze filonaziste.

Dopoguerra

Alle elezioni del 1940 il Partito socialdemocratico aveva ottenuto la maggioranza assoluta in entrambe le Camere, ma la situazione internazionale e la formazione di un governo di coalizione gli avevano di fatto impedito di sfruttare il proprio successo. Nel 1944 i socialdemocratici,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 150

Brano: [...]ti nell’Europa Centrale stridevano infatti con gli interessi immediati della città e dei suoi traffici. Ma accanto alle prime preoccupate reazioni, tuttavia, negli ambienti economici triestini cominciò a delinearsi anche un atteggiamento di disponibilità dettato dall’esigenza di sfruttare le favorevoli opportunità offerte dalla nuova situazione: negli ambienti culturali, intanto, si verificavano significative adesioni di sostegno alla propaganda filonazista. Allo stesso modo, quando l’adozione da parte del regime di programmi razzisti e antisemiti colpì duramente l’influente e numerosa comunità ebraica triestina, allo sgomento e alla perplessità di una parte della popolazione si contrapposero la condiscendenza e l’assenso di molti. Infatti, mentre taluni gruppi economici e politici individuavano in questa campagna persecutoria un'inopinata occasione per scalzare gli ebrei dalle posizioni di preminenza da loro detenute in numerosi settori della vita cittadina, l’antisemitismo che serpeggiava un po’ dovunque in ottemperanza alle direttive del regi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 381

Brano: [...]n quello del fascismo italiano, era innegabile.

La propaganda

Fondato sui presupposti e sulla pretesa di un'organizzazione solidaristicocomunitaria dei rapporti politicosociali, il regime di Vichy attivò anche gli strumenti di propaganda tipici dei regimi autoritari. La creazione nella primavera del 1941 del Secrétariat général a l’information, alla cui testa si distinsero Henri Moysset, Paul Marion e, da ultimo, esasperandone l'estremismo filonazista, Philippe Henriot (v.), significò la fine della libertà di stampa e del pluralismo deH'informazione, con l’introdùzione o meglio la generalizzazione di sistemi di censura e di repressione di quella libertà d’espressione che era stata tra i vanti della Terza repubblica. La stampa collaborazionista crebbe sulla soppressione di queste libertà, ma non a caso la Francia conobbe la fioritura della stampa e dell'editoria clandestina come pochi altri paesi dell’Europa occupata.

Nella propaganda doveva operarsi la sintesi di tutti i nuovi valori cui aspirava il nuovo Stato; prevalsero comunque, anc[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine filonazista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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