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Il segmento testuale falangisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 77Entità Multimediali , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 615

Brano: [...]5; H.R. Southworth, El mito de la cruzada de Franco, Barcellona 1986; P. Vilar, Historia de Espana, Barcellona 1986 (XXII ed.).

L.Ca.

Spagna, Fascismo in

Trattando del fascismo in Spagna (v.) è necessario fare almeno due riferimenti: uno, ai partiti fascisti e alla loro evoluzione; l'altro, all'organizzazione dello Stato spagnolo a partire dall'1.4.1939. Per entrambi i casi ci si deve poi riferire alla Falange (v.). Questo partito (ma i falangisti hanno sempre rifiutato tale denominazione, preferendo attribuirsi quella di “movimento”) ebbe il suo congresso di fondazione (so

lo come Falange Espanda, F.E.) il 29.10.1933 nel Teatro de la Comedia di Madrid; alla riunione, presieduta da Narciso Martinez Cabezas (1865

1941), intervennero l'ufficiale d'aviazione Julio Ruiz de Alda (18971936), il medico Alfonso Garcia Valdecasas (1904) e l'avvocato José Antonio Primo de Rivera (v.). Quest’ultimo, nato nel 1903 e figlio del dittatore Miguel Primo de Rivera (v.), fu l'autentico fondatore e leader indiscusso della Falange.

Interpretazion[...]

[...]zzabili in questa frase: « José Antonio [...] è un fascista — malgré lui » (p. 64). Invece Juan Antonio Ansaldo, camerata e rivale di José Antonio, giunge a dire che sembrava « un presidente della lega internazionale antifascista » (Payne, op. cit., p. 38).

In realtà, tutta la discussione sulla reale personalità politica di José Antonio riflette la disputa se la Falange sia da considerarsi un partito fascista o no, una polemica alimentata dai falangisti stessi che, in alcuni casi, sono arrivati a negare che la Falange posteriore al 1937 sia quella iniziale. Da qui i riferimenti alla “Falange tradita” e la comparsa di gruppuscoli autodenominatisi “Falange autentica”. Questi atteggiamenti corrispondono a due linee interpretative: secondo la prima, di carattere teorico e corrispondente a una concezione alquanto meccanicistica, i fatti sociali tenderebbero ad adattarsi esattamente a quelli che, per determinate circostanze, sono stati dichiarati “modello”; l’altra linea interpretativa, di carattere marcatamente politico, può essere invece suddivi[...]

[...]tale. Nel primo caso, quando cioè si tratta di giudizi sulla personalità di José Antonio espressi dai suoi stessi camerati, si può pensare a una critica proveniente da posizioni più radicali. Ma quando si afferma che la Falange non sarebbe fascista o che non sarebbe tale lo Stato spagnolo nato dalla guerra civile, o che a partire da determinate epoche non si può parlare di un fascismo spagnolo ufficiale, è presumibile che ci si trovi di fronte a falangisti “puri” o radicali,

se non a interpretazioni tendenziose che tentano soltanto di mascherare una realtà storica o di riabilitare un passato nel quale bene o male sono implicati.

Da quanto detto, si deduce che per parlare del fascismo spagnolo, correttamente identificabile con José Antonio e con la Falange, occorre vedere ciò che esso ha avuto in comune con altri movimenti fascisti e quali sono le componenti da esso assimilate. Una interessante sintesi a questo riguardo è nel libro di R. Bourderon, “Le fascisme, idéologie et pratique/Essai d’analyse comparée” (Parigi, 1979).

Origini

[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 620

Brano: [...]veniva destituito da capo di Primera Linea. I 27 Punti della Falange venivano ridotti a 26.

Fu eliminato il punto che diceva: « Ci impegneremo per trionfare nella lotta con le sole forze soggette alla nostra disciplina. Patteggeremo pochissimo. Solo nell'impeto finale per la conquista dello Stato il comando gestirà le necessarie collaborazioni, sempre che sia assicurato il nostro predominio » (M. Hedilla, Testimonio, p. 350).

Secondo molti falangisti questo momento segnò la fine della Falange. Nel dicembre 1937 cominceranno infatti ad apparire libelli firmati “Falange autentica”. In realtà, l’unificazione fu forzata e, dopo la guerra civile, i tradizionalisti si staccheranno sempre più dalla Falange.

Oltre alle opere generali e a quella di Hedilla, su questo argomento si veda il libro di M. Garcia Venero, “Historia de la unificación/Falange y Requeté en 1937” (Madrid, 1970).

Sugli avvenimenti che seguirono esiste una certa confusione: quantunque Hedilla parli di « errori deliberati e di quelli fortuiti », altre fonti giungono a menz[...]

[...]Franco. Fatto sta che il 25.4.1937 Hedilla venne arrestato con altri collaboratori e condannato due volte alla pena di morte, poi commutata in ergastolo. Tradotto al carcere di Las Palmas (Gran Canaria), successivamente venne confinato a Palma di Majorca e potè tornare in circolazione, soltanto nell’aprile 1946, in seguito a una petizione personalmente rivolta al Capo dello Stato. A partire da questa stessa data si può parlare di un movimento di falangisti radicali e riabilitatori di Hedilla, conosciuto come Hedillismo.

Quanto all’evoluzione generale della Falange, nell’agosto del 1937 fu redatto un nuovo Statuto che non si differenziava molto dai precedenti, salvo l’articolo 42 il quale stabiliva che Franco avrebbe designato segretamente il proprio successore, destinato ad assumere il comando in caso di morte o di incapacità del Caudillo. Nel dicembre

1937 fu nominato segretario generale della Falange R. Fernàndez Cuesta che, insieme a Franco e a R. Serrano Suher (cognato del Caudillo) divenne così uno degli uominichiave nella Falange.
[...]

[...]l’Organizzazione giovanile spagnola (O.J.E.) integrata nel Fronte della gioventù e, un anno dopo, venne varato un Decreto ordinatore del Fronte della gioventù che consentiva la legalizzazione delle organizzazioni giovanili, sempre sotto tutela della O.J.E., della quale dovevano condividere gli obiettivi. All’interno della O.J.E. furono organizzate le Falangi giovanili di Franco, che finirono col diventare un’istanza della O.J.E. stessa.

Certi falangisti ritennero che il Decreto ordinatore non fosse che un tentativo per spoliticizzare la Falange, per cui alcuni dissidenti fondarono il Fronte sindacale rivoluzionario. Nel 1964 fu promulgata la Legge delle associazioni, il cui fine era di canalizzare i conflitti interni esistenti.

L'articolo 2° della legge in questione escludeva esplicitamente « qualsiasi altra [organizzazione] che implichi un pericolo per l’unità politica e sociale della Spagna ».

Del 1968 fu una Regolarizzazione delle associazioni studentesche, mentre nel dicembre 1971 venne modificata la Legge sindacale.

Il secondo [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 618

Brano: [...]tuazione mutò poi rapidamente. Mentre nel novembre 1936 vi erano due scuole militari totalmente controllate dalla Falange, una a Siviglia e l’altra (quella di Pedro Llen) a Salamanca, il mese dopo (22.12. 1936) Franco promulgò un decreto che unificava tutte le milizie sotto

ii comando dell’esercito. Nella primavera del 1937 le scuole militari della Falange vennero sciolte e i loro ufficiali, arrestati, furono sostituiti da militari.

Alcuni falangisti assicurano che gli “alfieri provvisori” (per lo più studenti universitari che avevano conseguito questo grado dopo un rapido corso di addestramento) sarebbero

tHEii. HITLIRI

GII

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L’unità del fascismo europeo simboleggiata di propaganda franchista del 1937

usciti dalle scomparse scuole della Falange; è comunque indiscutibile che durante la guerra civile i falangisti mantennero una certa indipendenza e svolsero una notevole attività.

Nel corso dell’intera guerra civile

ii discorso falangista fu l’agglutinante teorico di gruppi, il cui comune denominatore consisteva nell’oppor, si al potere operaio e nel difendere i propri privilegi di classe. Le linee generali di questa teoria proclamavano la battaglia contro liberalismo, ateismo, lotta di classe e scomparsa dei valori cosiddetti tradizionali, accusati di essere le cause dirette della rovina dell’impero spagnolo. Era necessario quindi applicare un correttivo, per duro che fosse, onde ristabilire e t[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 518

Brano: [...]etuti attacchi tedeschi. Per il suo comportamento e per le sue doti di organizzatore dei servizi sanitari venne promosso dal Comando jugoslavo maggiore medico del IX Corpo d'Armata.

Il 20.1.1945 fece richiesta di essere trasferito alla Divisione italiana “GaribaldiNatisone”, allora operante in Slovenia, quale capo dei servizi sanitari. Con questa formazione prese parte ai durissimi combattimenti deH’inverno 1945 contro tedeschi, belogardisti, falangisti spagnoli e fascisti nella selva di Tarnova e sulla Bainsizza. Successivamente seguì la Divisione nella lunga marcia fino a Brodna Kupi al confine con la Croazia e combattè infine per la liberazione di Lubiana.

Il 24.6.1945 giunse con la Divisione a Udine, dove venne smobilitato insieme ai garibaldini friulani. Nel dopoguerra riprese la carriera nell’Aeronautica, fino a raggiungere il grado di maggiore generale medico a Roma.

F.Vi.

Cicero

Pseudonimo di Elyesa Bazna. N. a Pristina (Jugoslavia) il 23.8.1904, m. a Monaco (Germania) nel 1970; spia dei nazisti.

Figlio di un insegnant[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 447

Brano: [...]corso Rosso Internazionale, subendo ripetuti arresti e carcerazioni finché, nel 1933, venne espulso dal paese con la moglie e la figlia Sonia, nata nel frattempo. Intanto era passato nelle file socialiste.

In Spagna

Approdato in Spagna, si stabilì a Madrid dove continuò a svolgere attività politica subendo nuovi arresti (1934), finché nel 1936, allo scoppio dell’insurrezione franchista, fu tra i primi difensori della capitale aggredita dai falangisti. Trasferito successivamente sul fronte di Aragona, nel 1937 fu nominato comandante della Brigata Garibaldi (v. Brigate internazionali), in sostituzione di Randolfo Pacciardi ferito in combattimento.

Alla fine del 1938 passò con la famiglia in Francia, dove venne arrestato, internato con i famigliari (cui si aggiunse una seconda figlia, Aida) e infine consegnato dalle autorità francesi collaborazioniste ai tedeschi che lo deportarono a Dachau.

Sopravvissuto al lager, potè rientrare in Italia nel 1946. Iscritto al P.S.I.,

Arturo Zanoni comandante della Brigata Garibaldi in Spagna (1937[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 619

Brano: [...]tonio come unico capo nazionale e tale proposta passò per un solo voto di differenza. Ciò non impedì il successivo distacco di Ledesma che, essendo giunto a prospettare una scissione aH’interno della Falange, nel gennaio 1935 ne venne espulso, con il conseguente rafforzamento del carisma di José Antonio.

Nel novembre 1935 si svolse il II Consiglio nazionale. Alle elezioni del 16.2.1936, allorché la sinistra si raggruppò nel Fronte popolare, i falangisti subirono, come sì è visto, una bruciante sconfitta e il loro “pistolerismo” aumentò: nel marzo

1936 i membri del S.E.U. aderirono in massa alla Milizia falangista e attentati e assassinii si moltiplicarono.

Sono noti i contatti cospirativi intrattenuti a quella stessa epoca con la sediziosa Unione dei militari spagnoli (U.M.E.) e fu sempre in quel periodo che si strinsero i legami organici con le Milicias Tradicionalistas e altre forze oltranziste di destra. In seguito a tutto ciò, il 14.3. 1936 la Falange fu messa fuori legge dal governo della repubblica, i membri della Giunta politica[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 617

Brano: [...]le, possiamo considerare assodata la limitata consistenza della Falange, dal momento che perfino M. Hedilla, nel suo libro “Testimonio” (Madrid, 1972, p. 268) scrive: « Se il 16.2. 1936 F.E. y de las J.O.N.S. avessero disposto di tanti voti quanti furono gli individui che, fra il 18 luglio e il 2 settembre, indossarono la camicia azzurra, la maggioranza falangista avrebbe avuto almeno cinquanta deputati ». In realtà, alle elezioni del febbraio i falangisti ottennero solo 40.000 voti e nessun seggio.

617



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 147

Brano: Arte e Resistenza

gna (quella che fu anche la prova generale del bellicismo aggressivo del nazismo, culminato nel brutale bombardamento che, nell’aprile 1937, distrusse pressoché completamente l’indifesa cittadina basca di Guernica, misfatto condannato da Picasso r pochi giorni dopo — col suo capolavoro Guernica) a ispirare numerose opere antifasciste. Le notizie dei crimini commessi dai falangisti correvano per il mondo, riempiendo di orrore e sdegno gli antifascisti. In quell’atmosfera nasceranno opere come Fucilazione nelle Asturie (1936) e Fucilazione, Spagna (1939) di Aligi Sassu; Il combattente ferito di Madrid (1938) che lo spagnolo Xavier Bueno, dal '40 esule a Firenze, ha dedicato all’amico Nazario Cuarterio, « muerto en el frente de Madrid »; la serie di concitati disegni, tra espressionismo e visione metafisica, che Bruno Becchi (19141944) eseguì durante gli anni della guerra civile spagnola, e il noto Bozzetto per una fucilazione in campagna che Renato Guttuso, forse pensand[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 612

Brano: [...]lità che la leadership toccasse a un civile (José Calvo Sotelo era stato ucciso il 13.7.

1936 e José Antonio Primo de Rivera, in carcere da marzo, sarebbe stato giustiziato il 20.11.1936), restava Franco. Per di più quest'ultimo godeva anche dell'appoggio per

sonale di Hitler e Mussolini, guidava la parte più efficiente e combattiva dell’esercito (quello coloniale), ed era abbastanza abile da sapersi conquistare rapidamente il consenso dei falangisti e dei monarchici.

I! 12.9.1936 egli fu designato “comandante unico dell’esercito” da parte della Giunta di difesa nazionale e, il 29 settembre, divenne Capo del governo dello stato spagnolo nonché “generalissimo delle forze nazionali di Terra, Mare e Aria”, incarichi assunti a partire dall'1.10.

1936.

Per consolidare il proprio potere, Franco giudicava necessario creare « un partito unico di tipo fascista in cui assorbire e annullare le diverse componenti politiche che lo avevano sostenuto» (Ranzato). Il

19.4.1937 nacque così, dalla fusione dei vari gruppi esistenti, la Falange es[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 148

Brano: [...]ndo i disegni di Hitler e Mussolini a spese del popolo spagnolo.

Il « non intervento » del 1936

Dopo l’avvento al potere di Hitler la spinta espansionistica fascista si venne facendo sempre più forte. In Spagna, dove nelle elezioni del 16. 2.1936 il Fronte democratico popolare aveva ottenuto la maggioranza assoluta con una brillante vittoria elettorale (268 seggi contro i 140 delle formazioni politiche di destra),

monarchici, militari e falangisti non si erano rassegnati alla instaurazione della repubblica democratica. Nel luglio 1936 essi decisero pertanto di scatenare la rivolta, sapendo di poter contare sul sostegno del governo fascista italiano. Questo infatti intervenne fin dall’inizio, proteggendo con l’aviazione il trasferimento delle armi e delle truppe marocchine del generale Franco dall’Africa al territorio spagnolo. Senza tale appoggio Franco non sarebbe riuscito nell’impresa.

Di fronte alla minaccia costituita dalla sollevazione militare e tenuto conto che esisteva un trattato, in virtù del quale la Repubblica francese s[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine falangisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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