Brano: [...]mpi nazisti un libro che forse non ha l’eguale nel suo settore: L’espèce humaine, 1947, di Robert Anteime. Nato in Corsica ma sempre vissuto a Parigi, Anteime fu arrestato nel 1942 e internato in vari campi tedeschi. Dall’atroce esperienza è nato questo libro, ormai considerato un monumento nel genere. E in effetti, pur raccontando soltanto dell’umile, disperata lotta quotidiana per la sopravvivenza in una situazione che definire tragica sarebbe eufemismo, il libro riesce a elevare, senza un filo di retorica, un canto di stima e di fiducia alla specie cui apparteniamo, malgrado ciò che accade attorno a chi narra sia quanto di meno propizio a un’ideologia della speranza. Anteime riesce nell’impresa soprattutto grazie a un equilibrio esemplare, che si giova di uno stile concreto e fermo.

Non è da sottovalutare, in questo quadro, la vasta produzione sui ghetti della Polonia, e di Varsavia

in particolare, che consta soprattutto di documenti e di ricostruzioni storiche che non cessano di venir fuori, talora con sorprendente evidenza testimoni[...]

Brano: [...]ini, pur in perfetta sintonia con lo spirito evangelico cui si richiamava, già lasciava intravvedere la possibilità di uno spostamento a sinistra di tutta la tematica connessa alla rivendicazione di quel diritto civile. « Per me il male non è la guerra », affermava infatti Gozzini respingendo una « obiezione » che fosse segno di « puro profetismo, pacifismo astratto, aristocratico individualismo. Semmai è un male presente anche in quello che per eufemismo chiamiamo tempo di pace, perché mette le sue radici in altri mali: l'ingiustizia, la fame, lo sfruttamento, di fronte ai quali vorrei esercitare molto più positivamente la mia obiezione ».

Tre nuovi progetti di legge, presentati nei primi mesi del 1964 dagli onorevoli Nicola Pistelli (D.C.),

Brano: [...] delle crisi economiche. Oggi esso viene usato anche per imporre una divisione del lavoro sul piano internazionale, assegnando

Un’incisiva vignetta di Bucchi, pubblicata dal quotidiano “la Repubblica” del 18.3.1984

cioè alle popolazioni “arretrate” o “in via di sviluppo” le attività economicamente marginali o nocive. AH’interno dei paesi industrializzati, gli immigrati costituiscono una riserva permanente di forzalavoro, la cui “mobilità” (eufemismo per indicare la possibilità di espellerli dalla produzione e dallo Stato in qualsiasi momento lo si ritenga opportuno) rappresenta un handicap permanente per il potere di contrattazione della forza lavoro autoctona. In una situazione di questo genere e non appena è il caso, le forze di destra sono sempre pronte ad alimentare xenofobia e razzismo per inasprire, nell'interesse padronale, la contrapposizione tra i diversi gruppi di lavoratori. Ciò è quanto accade, notoriamente, in Gran Bretagna, in Francia e in altri paesi, non escluse certe regioni dell’Italia.

Il razzismo, in ultima analisi[...]