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Il segmento testuale dissidentismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 5Entità Multimediali , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 107

Brano: Dissidentismo

paganda contro la guerra; tra questi, non pochi giovani, compresi i dirigenti della Federazione giovanile socialista: Umberto Terracini fu condannato per un comizio contro la guerra; Federico Marinozzi, condannato per propaganda pacifista a 5 anni di reclusione, morì il 28. 5.1918, a soli 24 anni, nelle carceri di Roma dove si trovavano condannati per lo stesso reato ita

io Toscani, Giuseppe Sardelii e G. Morara.

Dissidentismo

Così fu denominato quel fenomeno, manifestatosi subito dopo la marcia su Roma (v.) e l'ascesa al potere di Benito Mussolini, per cui si ebbero faziose lotte tra i gerarchi fascisti locali (detti ironicamente ras per equipararli ai bellicosi principi e capi abissini, coi quali l'Italia aveva avuto a che fare nelle sue guerre coloniali).

Il dissidentismo fascista sorse per

lo scatenarsi di contrasti, arrivismi e ambizioni personali tra i vari ras locali, ognuno dei quali vantava sugli altri la propria anzianità e i particolari meriti acquisiti come sansepolcrista (se aveva partecipato alla prima riunione di costituzione dei fasci in piazza S. Sepolcro a Milano), o come squadrista (se aveva preso parte attiva a spedizioni punitive contro gli avversari politici), o antemarcia (se era entrato nel fascio prima della marcia su Roma del 28.10.1922). Si videro così i « fascisti della prima ora » scagliarsi contro gli ultimi arrivati e considerati[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 108

Brano: Dissidentismo

e che si mantenesse, nel diritto e nel fatto, l’eguaglianza di tutti gli italiani davanti alla legge e al regime.

Allorché, nell'ottobre 1922, i fascisti torinesi capeggiati dal console della milizia Piero Brandimarte (v.) perpetrarono quella che sarebbe passata alla storia come la strage di Torino, Massimo Rocca e Mario Gioda portarono sulla tomba del comunista ucciso Carlo Berruti (v.) una corona di fiori e un biglietto con la scritta: « All’amico d’infanzia caduto in campo avverso ».

Massimo Rocca continuò la sua battaglia contro Cesare Maria De Vecchi (v.), Brandimarte e altri ge[...]

[...]idere: come tiranno mi fai pena.

Ed ora chiedi la mia espulsione, Farinacci, secondo usi ingenerosamente contro un uomo isolato, che non ha dietro di sé alcun vicereame con relative squadre, da opporre al tuo. Fammi espellere: può darsi che tu vi riesca. Ed ìq raccatterò la bolla di espul

sione, e me l’appenderò al petto come la medaglia commemorativa di una vittoria, come la consacrazione definitiva del mio coraggio e della mia fede ».

Dissidentismo napoletano

Altro fascista dissidente, che godeva di una certa influenza per essere stato alla testa del fascismo napoletano, fu Aurelio Padovani. Questi, dopo aver condotto una lotta decisa quanto vana contro il camorrismo e il trasformismo dilaganti, nel maggio 1923 si dimise dal Partito fascista e ne fu poi espulso.

« Bisogna riconoscere — scrisse in proposito Guido Dorso — che il capitano Padovani, chiusosi nella formula della intransigenza, aveva tentato, per quanto poteva essere nelle forze di un uomo solo, di arginare i fenomeni dell'arrivismo. Inchieste feroci, da lui compiute co[...]

[...]. Vinse Bottai che, per un certo tempo, aveva condotto d’intesa con Massimo Rocca la lotta per la « normalizzazione » e il rinnovamento del partito fascista.

A Ferrara aspra lotta vi fu tra Italo

Balbo (« fascista della seconda ora ») e Olao Gaggiola che si considerava della « prima ora ».

Ad Alessandria i fascisti si divisero in due fazioni, l’una capeggiata dal sindaco Raimondo Sala e l’altra dall’on. Edoardo Torre.

Il fenomeno del dissidentismo e del

lo spadroneggiamento dell’una o dell’altra fazione nelle diverse province si protrasse sino a tutto il

1926.

Il 5.1.1927 Mussolini, come capo del governo, fu costretto a diramare una circolare per precisare: « Il prefetto è la più alta autorità dello Stato e della provincia, il rappresentante di tutto il potere esecutivo centrale.

Laddove necessita, il prefetto deve eccitare e armonizzare l’attività del partito in tutte le sue varie manifestazioni. Ma resti ben chiaro per tutti che l'autorità non può essere condona a mezzadria. L’autorità è una e unitaria.

Il partito e le[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 751

Brano: [...]ato Canovai, professore di scuola media. Nello stesso tempo l’intero gruppo dirigente fascista locale subì profondi cambiamenti, per meglio assolvere al compito di stroncare il movimento operaio e favorire la ristrutturazione economica voluta dagli industriali che, nel fascismo, vedevano la miglior tutela dei loro interessi particolari. Questo cambiamento di linea pro

vocò un contraccolpo nelle file fasciste pratesi e fece emergere un area di dissidentismo che, sull'esempio di ciò che era avvenuto a Firenze, si chiamò « banda dello sgombero », in quanto si volgeva contro gli « ultimi arrivati », cioè contro i nuovi iscritti che approvavano la trasformazione del movimento fascista in partito appoggiato dai settori industriali e finanziari.

La lotta sotto il regime

L’avvento del fascismo portò a Prato una « normalizzazione » politica del tutto peculiare, che ebbe effetti rilevanti anche sul piano sociale ed economico: contrariamente a quanto stava accadendo sul piano nazionale, fra il 1922 e il 1927 i salari degli operai pratesi subirono un[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 211

Brano: [...]rginato da ogni corrente anarchica, nel 1915 (prima dell'entrata in guerra deH’Italia) andò volontario garibaldino in Francia e rientrò poi in patria per arruolarsi, sempre come volontario, nell'esercito. Collaboratore del “Popolo d’Italia”, nel 1919 si trovò fra i fondatori del Partito fascista e divenne membro della sua Direzione nazionale. Dopo la marcia su Roma fu segretario federale di Torino e membro del Gran Consiglio del fascismo.

Nel dissidentismo fascista

Irregolare per vocazione e protestatario per istinto, nel 1923 Rocca era già esponente di quella “fronda” interna al P.N.F. che agitava idee “revisioniste”, probabilmente (per quanto lo riguardava personalmente) a copertura anche di interessi affaristici in cui era coinvolto e che, nel 1927, gli procurarono un processo.

Eletto deputato nel 1924, all'epoca del delitto Matteotti ebbe un atteggiamento più che mai ambiguo, tanto che gli stessi fascisti presero a sospettarlo di oscure intenzioni contro Mussolini. Alla fine del 1925, con una lettera che, secondo i fascisti, tradiva i[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine dissidentismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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