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Il segmento testuale deviazionismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 29Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 390

Brano: [...]cienza popolare che un’educazione di partito, così l’assenza di azioni vistose si oppone di fatto al trionfalismo propagandistico allora tanto diffuso.

Questi tratti di originalità e di indipendenza permisero alla Panova di continuare a occupare un posto nella letteratura sovietica anche

dopo la morte di Stalin. Il suo nuovo romanzo Le stagioni (1953), presentato come un frutto del « disgelo », procurò all’autrice addirittura l’accusa di « deviazionismo ideologico », al II Congresso degli scrittori sovietici, in quanto evidenziava troppo crudamente il carrierismo e la corruzione di certi funzionari del partito. Successivamente la scrittrice divenne redattrice dell’almanacco leningradese « La risacca » che, come, altre pubblicazioni a Mosca nello stesso periodo, cominciò a prendere di mira le storture della società sovietica, suscitando tale scalpore da provocare una seduta straordinaria della Sezione leningradese dell’Unione degli scrittori. Alle accuse rivoltele, la Panova rispose con uno sdegnato silenzio e abbandonò la rivista.

Negli a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 482

Brano: [...]l’Ufficio politico e segretaria del Comitato centrale del Partito rumeno del lavoro (febbraio 1948maggio 1952). Dal dicembre 1947 al luglio 1952 ricoprì inoltre l’incarico di ministro degli Esteri del governo rumeno.

Nel 1948 fu tra i primi ad attaccare pubblicamente il « settarismo » e il « burocratismo » dei comunisti jugoslavi, nondimeno nel 1952 le vennero tolte tutte le cariche e fu improvvisamente espulsa dal partito sotto l’accusa di « deviazionismo ».

Insieme al ministro delle Finanze Vasile Luca e a quello degli Interni Teohori Georgescu, fu ritenuta responsabile del caos economico in cui versava il paese. Poiché, in quello stesso periodo, era esploso nell’U.R.S.S. il noto caso dei medici ebrei, paranoicamente accusati da Stalin di aver voluto attentare alla sua vita, considerato che la Pauker e il Luca erano entrambi di origine ebraica, si è ipotizzato che la loro caduta in disgrazia fosse piuttosto un momento di faida politica interna al partito rumeno.

Nel 1955 si sparse la voce (non confermata) di una riabilitazione della Pau[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 684

Brano: [...]awski, riparò all’estero. Nel dicembre del 1948 il P.O.P. assorbì di fatto ciò che restava del Partito socialista e si trasformò in Partito operaio unificato polacco (P.O.U.P.). Boleslaw Bierut, che già era presidente della Repubblica, divenne segretario e presidente del partito.

Nel frattempo si era avuta la destituzione di Wladislaw Gomulka da segretario generale del P.O.P., seguita dalla sua espulsione e dal suo arresto sotto l’accusa di « deviazionismo di destra ». In realtà Gomulka si era fatto soltanto portavoce del disagio diffuso nel partito fra quanti ritenevano necessaria una indipendenza politica ed economica della Polonia dalI’U.R.S.S..

I primi anni del dopoguerra furono quindi caratterizzati da aspre lotte aN’interno del movimento operaio polacco, che riflettevano le diverse componenti sociali e politiche, l’esistenza di radicate tradizioni religiose, infine il fatto che la Polonia si

684



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 698

Brano: [...]one confinaria pervenivano inoltre al partito dai militanti tornati in libertà.

il collettivo comunista

A Ponza i confinati comunisti perfezionarono l'organizzazione del proprio collettivo, sistema aggregativo già sperimentato in carcere e rivelatosi come il più funzionale alle esigenze della comunità.

L'intero collettivo venne diviso in gruppi di 5 o 6 militanti e, nei gruppi politicamente più preparati, venivano inseriti i sospetti di deviazionismo, per poterli più facilmente controllare e correggere.

Ogni gruppo aveva un suo fiduciario chiamato « amico », e quattro o cinque « amici » costituivano un « parentado » con a capo un « parente », che era in contatto con il comitato direttivo (detto «famiglia»), supremo organo dirigente composto da cinque membri. Per ragioni di sicurezza, i vari gruppi erano organizzati a compartimenti stagno e tutte le comunicazioni dal centro alla base (o viceversa) seguivano lordine gerarchico su indicato.

Affiancavano il direttivo, con funzione consultiva, un comitato di « attivisti », costituito dai[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 762

Brano: [...]ta, ma per divergenze sulla linea politica sorte aH’interno degli organi dirigenti, nel maggio 1980 fu estromesso dalla carica.

Il dibattito che vide perdente Prestes riguardava l’atteggiamento da adottare di fronte al processo di falsa « liberalizzazione » condotto dal nuovo governo militare, quindi la politica di alleanze, l’analisi del « socialismo reale » e, in definitiva, sul programma del partito.

Prestes accusò i suoi avversari di « deviazionismo di destra », sostenendo che la « liberalizzazione » era soltanto un segno della debolezza in cui si trovavano i militari e che era quindi necessaria una « opposizione dura », da costruire attraverso

762



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 67

Brano: [...] unitarie dalla lotta di liberazione contro il fascismo. Bisogna comunque dire che in Italia, come pure nel resto d'Europa, anche chi si richiamava più direttamente al concetto di realismo socialista poneva nette differenziazioni rispetto alle intransigenti interpretazioni sovietiche: basti ricordare, a questo proposito, l’importanza attribuita dagli artisti realisti italiani a un pittore come Picasso (v.) che, a Mosca, veniva invece bollato di “deviazionismo” decadente e borghese. Il concetto di realismo socialista acquistò quindi valenze interpretative diverse, allontanandosi sempre più dalle rigide definizioni sovietiche: in Italia si preferì parlare di “neorealismo” o di “realismo” toutcourt o, come nel caso di Renato Guttuso (v.), di “nuovo realismo”, definendo tale concezione artistica con la formula gramsciana: « Contenuti sociali e forme nazionali ». Si rivendicava in tal modo una chiara autonomia rispetto alle posizioni sovietiche; si riconobbe come determinante il rapporto con le proposte delle avanguardie e in special modo con la poetic[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 523

Brano: [...]uale Stalin fece prevalere la propria linea antitrotzkista. In questa occasione Silone fu uno dei pochi delegati stranieri a difendere la posizione trotzkista, opponendosi alla svolta burocraticarepressiva stalinista. Da quel momento ebbe inizio in lui un profondo ripensamento critico: nel 1930, mentre si trovava ricoverato in un sanatorio svizzero per grave malattia, in seguito all'espulsione dal partito di tre dirigenti fondatori accusati di « deviazionismo trotzkista » (v. Nuova Opposizione Italiana), Silone decise a sua volta di staccarsi dal lavoro di partito, ai dirigenti del quale rimproverava un’eccessiva dipendenza dai sovietici. In quegli stessi anni suo fratello minore, carcerato in Italia, moriva in carcere (v. Tranquilli, Romolo) .

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 486

Brano: Appendice

Nei 1934, nel clima poliziesco instaurato dalle repressioni staliniane, fu pretestuosamente accusato di deviazionismo politico dai dirigenti deH’Interclub, licenziato in tronco ed espulso dal partito. Cercò allora lavoro a Mosca, facendo traduzioni e rivolgendosi infine all'Ambasciata italiana per ottenere i documenti necessari a lasciare l’U. R.S.S. con la famiglia, ma prima che gli venisse consegnato il passaporto fu arrestato dalla polizia politica sovietica (19.6.1937).

Carcerato a Odessa, fu deportato in Siberia, dove secondo le comunicazioni ufficiali delle autorità sovietiche, date alla sua famiglia soltanto nel giugno 1952 (a quindici anni di distanza dal decesso), sarebbe morto poco dopo il suo a[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine deviazionismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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