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Il segmento testuale determinismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 378Analitici , di cui in selezione 18 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] L. Gruppi, I rapporti tra pensiero ed essere nella concezione di A. Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]ofia, e specialmente della filosofia moderna » 2, Gramsci ha di fronte e deve battere le concezioni dualistiche della metafisica tradizionale e l'idealismo. Su quest'ultimo egli concentra soprattutto la critica, perché esso rappresenta il « punto cui è giunto il pensiero mondiale piú progredito » 3, sotto la direzione della classe antagonista al proletariato.
Ma ha anche bisogno di sviluppare l'altro lato della propria critica: quello contro il determinismo economico. Infatti, poiché il concetto di
1 M. S., p. 39.
2 E. ENGELS, Ludovico Feuerbach e il punto di approdo della filosofia classica tedesca, Mosca, Ed. in lingue estere, 1947, p. 18.
3 M. S., p. 4.
12.
168 I documenti del convegno
egemonia si ricollega a quello dell'unità tra essere e pensiero, questa stessa unità non può che essere concepita in polemica, da un lato, con l'idealismo, e, dall'altro, con il materialismo volgare.
Su questo aspetto della polemica gramsciana contro il materialismo volgare vorremmo soprattutto fermarci, prima di tutto perché la critica all'idealismo ci [...]

[...]ca all'idealismo ci appare piú scontata e assimilata; in secondo luogo perché la polemica tra marxismo e materialismo volgare è, per molti aspetti, una polemica interna al movimento operaio e i conti, a un certo punto,. bisogna farli in casa; e in terzo luogo perché in genere molte delle critiche che si rivolgono al marxismo andrebbero in realtà indirizzate al materialismo meccanico.
Gramsci non manca di sottolineare la funzione positiva che il determinismo meccanico può svolgere in certe situazioni. Se egli critica l'idealismo e il determinismo meccanico, non si può tuttavia dire che egli ponga. l'uno e l'altro sullo stesso piano, in modo generale ed assoluto.
« Quando non si ha l'iniziativa nella lotta e la lotta stessa finisce quindi con l'identificarsi con una serie di sconfitte, il determinismo meccanico diventa una forza formidabile di resistenza morale, di coesione, di perseveranza paziente e controllata » 1. Ma questo vale appunto quando non vi è iniziativa nella latta, quando si deve e si può resistere soltanto. Il determinismo meccanicistico è, per Gramsci, una filosofia di classe subalterna. « Ma quando il " subalterno " diventa dirigente e responsabile dell'attività economica di massa, il meccanicismo appare ad un certo punto un pericolo imminente, avviene una revisione di tutto il modo di pensare, perché è avvenuto un mutamento nel modo sociale di essere » 2.
Il superamento del determinismo meccanicistico è dunque legato al passaggio della classe operaia da un ruolo subalterno ad un ruolo egemonico; e l'esercizio dell'egemonia esige il superamento di ogni residua di materialismo volgare nel modo di concepire il rapporto tra essere e pensiero, tra teoria e pratica. «... Nei piú recenti sviluppi della filosofia della prassi, l'approfondimento del concetto di unità della teoria e della pratica non è ancora che a una fase iniziale: rimangono ancora dei re
1 M. S., p. 13.
2 M. S., p. 14.
Luciano Gruppi 169
sidui di meccanicismo, poiché si parla di teoria come " complemento ", " a[...]

[...]lazione piú strettamente filosofica, la quale esige che si affronti ii problema dei rapporti tra l'essere e il pensiero superando ogni residuo di concezioni dualistiche.
Gramsci si muove, proprio perché leninista, proprio perché gli preme sviluppare il concetto di egemonia in tutti i suoi aspetti — da quello della strategia e della tattica politica a quello della filosofia — nel senso di superare ogni residuo di dualismo, ogni residuo quindi di determinismo meccanico, di metafisica.
La domanda alla quale occorre necessariamente rispondere è se egli non cada, in questo suo sforzo, in posizioni idealistiche.
Ci pare di no. Ci pare che egli si muova nella direzione giusta, ove non si considerino proposizioni staccate (da quelli che sono ancora appunti, redatti per il proprio studio e non destinati al pubblico), ma si colga la linea fondamentale lungo la quale si muove il suo pensiero.
Si prenda ad esempio la proposizione — già da noi citata — che può, tra tutte le altre, suscitare piú dubbi: « " Oggettivo " significa proprio e solo questo: che s[...]

[...]n concepisce la attività umana medesima come « oggettiva ».
Nel fatto che Gramsci si mantenga al livello di questo filone del pensiero marxista va ricercata la sostanza leninista della sua concezione, il suo conseguente leninismo. Esso risiede nella capacità di comprendere — aI di là e grazie anche alla sua polemica con una serie di proposizioni filosofiche di Lenin — come il concetto leninista di egemonia consenta di superare radicalmente ogni determinismo economico, in filosofia, come ogni massimalismo, che in politica impacci la funzione egemone della classe operaia. È grazie anche a tutto ciò che Gramsci è riuscito a trarre tanto frutto dalla concezione leninista dell'egemonia.



da Bruno Bongiovanni, Ritratti critici contemporanei. Maximilien Rubel in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]a circolato negli ambienti che rifiutavano l'ortodossia bolscevica (fosse pure trockista) ed il « marxismo » come ideologia di Stato e come dogma di partito 18. Il problema fondamentale affrontato nell'Introduction all'antologia del 1948 è il rapporto tra scienza ed azione, tra il « revisionismo » di Bernstein ed il « volontarismo » dei Sorel e degli Arturo Labriola 19. Rosa Luxemburg, sia pure in modo imperfetto, secondo Rubel, ha conciliato il determinismo economico e la spontaneità, riprendendo la teoria marxiana della catastrofe ed interpretandola come barbarie. Rosa Luxemburg, testimone e vittima della barbarie della prima guerra mondiale, ha intuito che la tendenza catastrofica (dove per catastrofe s'intende anche il crollo di tutti i valori) insita nel capitalismo poteva condurre al socialismo, oppure, se in uno sforzo eticorivoluzionario e spontaneo i proletari di tutti i paesi non si sollevavano, alla barbarie. Problema ancora attualissimo, secondo Rubel, giacché se prevale il secondo corno del dilemma luxemburghiano è possibile che
15 [...]

[...]p. 11216.
19 Curiosamente, in termini quasi simili, questo problema viene ripreso da AMA DEO BORDIGA nel suo scritto False risorse dell'attivismo, in « Sul filo del tempo », n. 1, 1953, pp. 2327, ma Bordiga risolve in rigido monismo monolitico il dualismo di Rubel.
288 BRUNO BONGIOVANNI
si schiuda all'umanità la barbarie totalitaria della managerial revolution. Se invece trionfa l'etica marxiana dell'azione rivoluzionaria che si accompagna al determinismo della traiettoria della catastrofe — il secolo xx è stato ricchissimo in fatto di barbarie, secondo Rubel — prevale la tendenza positiva del dilemma luxemburghiano, costituita dall'autoemancipazione dei lavoratori (Rubel ricorda spesso che Marx derivò questa formula da Flora Tristan) e dallo sbocco socialista.
Altro tema trattato nell'Introduction è il tema del partito. Rubel riproduce alcuni suggestivi ed affascinanti passi del carteggio tra Marx e Freiligrath, dove Marx distingue tra partito formale — quello che di volta in volta s'incarna in istituti visibili e che sorge direttamente dai [...]

[...] associazione civile ed alla critica dello Stato.
c) Il mito dell'Ottobre. Abbiamo già visto in precedenza qual è l'impostazione di Rubel sulla natura sociale dei paesi « socialisti » e sul ruolo del marxismo in essi. Capitalismo statalmanageriale sul piano sociale, dittatura burocratica sul piano politico: il marxismo ed il leninismo non sono altro che le ideologie dell'accumulazione. Il partito rivoluzionario bolscevico si è fatto veicolo del determinismo oggettivo delle forze produttive in un paese estremamente arretrato e privo di una classe dirigente borghese, autonoma dall'autocrazia e dotata di una chiara visione modernizzatrice. Lo scandalo dell'Ottobre non è comunque la trasformazione dell'uRss in grande potenza imperiale, ma il fatto di propagandare come « socialismo » un processo di accumulazione capitalistica, che, come e piú di quelli che l'hanno preceduto, è stato causa di oppressione e di sofferenze.
d) Partito e proletariato. Ciò che piú conta per Marx, secondo Rubel, è la Selbsttatigkeit, l'autoattività e l'autonomia del movime[...]

[...]le leggi della società e dei mezzi e dei fini del processo di liberazione. Nel movimento reale che tende al comuni
MAXIMILIEN RUBEL 303
smo Marx ha ravvisato, secondo Rubel, le norme di un'etica rivoluzionaria, che è insieme coscienza critica dello stato di cose esistente ed anticipazione del comunismo, entrambe armoniosamente collegate con l'utopia socialista. Ecco perché in Marx coesistono la libertà (etica della rivoluzione) e la necessità (determinismo delle forze produttive), l'utopia e la critica: con Marx, il socialismo non ha proceduto dall'utopia alla scienza, come ha preteso Engels e dopo di lui lo scientismo di marca sovietica. Marx non ha mai rinnegato la tensione utopica insita nel movimento reale, pur analizzando con rigore storicocritico e scientifico le norme di funzionamento del processo di produzione. Del resto, se il socialismo è scienza svincolata dalla utopia è piú che normale che esso divenga ricettario di partito, patrimonio di un'élite che, dall'alto e dall'esterno, s'incarica di portare il sapere agli agenti puramente m[...]

[...]rivelato in tutti i paesi (arretrati) dove si è affermato come lo strumento dell'industrializzazione e dell'accumulazione. Tutti questi temi si collegano idealmente al dibattito sulla barbarie e sulla traiettoria della catastrofe: se infatti, com'è secondo Rubel avvenuto, l'azione cosciente degli oppressi (l'umanità che soffre e che pensa, secondo Marx) non interviene per affermare il polo positivo della liberazione inserito come possibilità nel determinismo delle forze produttive, ecco che si afferma di contro il polo negativo della barbarie, anch'esso inserito, in assenza del rovesciamento liberatore, in tale determinismo. Di qui i totalitarismi del nostro secolo, frutto anche del mancato processo di autoemancipazione, tutti tragiche caricature e beffarde parodie dell'attesa e mai avvenuta liberazione, nazionalsocialismi e nazionalcomunismi compresi. Il trionfo del « marxismo » come superstizione politica, in particolare, è secondo Rubel sinonimo della disfatta del movimento operaio, declino della grande speranza di libertà ad esso connessa. Quest'ultimo fenomeno si collega al grande paradosso: l'essere cose accidentata ed ideologizzata la storia delle pubblicazioni del maestro che piú di chiunque altro è stat[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] A. Sabetti, Il rapporto uomo-natura nel pensiero del Gramsci e la fondazione della scienza in Studi gramsciani

Brano: [...]tturali della società, l'accettazione da parte del pensiero di ispirazione marxista in un determinato momento del processo storico della concezione meccanicistica e positivistica della scienza, si giustifica per il Gramsci quando si pensi che quell'accettazione coincide con un periodo della lotta sociale, in cui il proletariato non aveva ancora assunto una funzione egemonica nella società dell'epoca, e l'ideologia marxista ritrovava pertanto nel determinismo scientifico il mezzo per giustificare la sua fede nell'ineluttabilità del progresso, che avrebbe dovuto determinare naturalmente un mutamento dei rapporti sociali. « Si può osservare — scrive il Gramsci come l'elemento deterministico, fata
1 M. S., p. 56.
17.
248 I documenti del convegno
listico, meccanicistico sia stato un " aroma " ideologico immediato della filosofia della prassi, una forma di religione e di eccitante (ma al modo degli stupefacenti), resa necessaria e giustificata storicamente dal carattere " subalterno " di determinati strati sociali. Quando non si ha l'iniziativa ne[...]

[...] M. S., p. 56.
17.
248 I documenti del convegno
listico, meccanicistico sia stato un " aroma " ideologico immediato della filosofia della prassi, una forma di religione e di eccitante (ma al modo degli stupefacenti), resa necessaria e giustificata storicamente dal carattere " subalterno " di determinati strati sociali. Quando non si ha l'iniziativa nella lotta e la lotta stessa finisce quindi con l'identificarsi con una serie di sconfitte, il determinismo meccanico diventa una forza formidabile di resistenza morale, di coesione, di perseveranza paziente e ostinata... La volontà reale si traveste in un atto di fede in una certa razionalità della storia, in una forma empirica e primitiva di finalismo appassionato che appare come un sostituto della predestinazione, della provvidenza, ecc. delle religioni confessionali » 1.
Siamo in un periodo, in cui, per opposte ragioni, l'atteggiamento della cultura marxista e quella della cultura borghese in merito al valore da dare alla scienza coincidono. Il feticismo scientifico positivistico, accettato da[...]

[...]che appare come un sostituto della predestinazione, della provvidenza, ecc. delle religioni confessionali » 1.
Siamo in un periodo, in cui, per opposte ragioni, l'atteggiamento della cultura marxista e quella della cultura borghese in merito al valore da dare alla scienza coincidono. Il feticismo scientifico positivistico, accettato da una certa parte del pensiero marxista nel secolo scorso, è condiviso dalla borghesia dell'epoca. La quale, nel determinismo meccanicistico della scienza positiva, trova modo di esaltarsi come forza naturale, come ordine costituito. Si potrebbe dire che il determinismo meccanicistico del positivismo rappresenti l'ideologia culturale della borghesia all'acme della potenza politica ed economica, tra la prima e la seconda metà del secolo scorso, allorché essa è tutta volta all'affermazione del dominio dell'uomo sulla natura attraverso la potenza tecnica e l'organizzazione industriale in un momento, in cui fare della scienza il fondamento essenziale di tutta la visione del reale significava opporsi al vacuo e vuoto spiritualismo dell'età della Restaurazione ed affermare in tal modo una nuova Weltanschauung piú rispondente agli interessi del nuovo ceto industria[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] N. Vaccaro, La dialettica quantità-qualità in Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...] con tutto lo sviluppo del pensiero moderno, nel senso che esso permette di porre il tema del soggetto in termini non speculativi, ma storicamente concreti.

Gramsci esclude decisamente che i concetti di necessità e regolarità nel movimento storico derivino dalle scienze naturali. La loro origine invece va ricercata nella metodologia della scienza economica di Ricardo, per cui i concetti di regolarità e di automatismo perdono ogni carattere di determinismo e meccanicismo. Infatti aH’automatismo nel senso nuovo si giunge partendo dalla rivelazione scientifica dell’apparizione storica di determinate forze prodotte dall’operare umano ed aventi un carattere di permanenza.

L’automatismo viene quindi ad essere prodotto storico, risultato deH’operare umano stesso. Ma proprio con l’averlo riportato senza residui all’interno del mondo umano, se pur è vero che la sua rilevabilità esatta significa la sua indipendenza dall’arbitrio individuale, tuttavia il principio che esso ha a suo centro, la legge di tendenza, viene a configurarsi in modo tale che es[...]

[...]o ed aventi un carattere di permanenza.

L’automatismo viene quindi ad essere prodotto storico, risultato deH’operare umano stesso. Ma proprio con l’averlo riportato senza residui all’interno del mondo umano, se pur è vero che la sua rilevabilità esatta significa la sua indipendenza dall’arbitrio individuale, tuttavia il principio che esso ha a suo centro, la legge di tendenza, viene a configurarsi in modo tale che esclude definitivamente ogni determinismo. La qual cosa si chiarisce nel senso che, quando dal campo economico passiamo alla vita della società nel suo insieme, troviamo che, stabilitesi storicamente determinate forze permanenti che agiscono con regolarità, accanto a ciò che costituisce la premessa di quella regolarità e di quell’automatismo vi è operante un elemento « perturbatore » : la volontà umana, che può divenire decisiva per la realizzazione o meno della tendenza presente nella regolarità. In altri

1 M. S., p. 191.330

I documenti del convegno

termini la necessità storica nella filosofia della prassi implica infatti,[...]

[...]ramsci afferma che il misurabile si misura appunto con metodi « di accertamento universalmente soggettivi, cioè appunto oggettivi » 1.

Ci troviamo di fronte ad un problema che non può essere certo esaurito in questa sede, tanta è la ricchezza della sua problematica, ma di cui non possiamo non fare cenno qui, proprio per chiarire il tema stesso preso in esame, la dialettica quantitàqualità. Teniamo presente innanzi tutto che il superamento del determinismo è una necessità imposta dalla fase superiore che attraversa il movimento operaio colle sue lotte; e ciò, dal punto di vista deH’indicazione teorica, porta a sostituire alla teoria della spontaneità naturalistica la consapevolezza come base dellagire individuale e collettivo. Il cammino di questa consapevolezza è appunto anche lotta per la libertà « dalle ideologie parziali e fallaci » in un mondo lacerato dalle contraddizioni. In tal senso la prassi è decisiva perché crea le condizioni per il sorgere della teoria, oltre che come critica reale della teoria stessa.

Infatti è sulla base dell’[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] F. Alderisio, Riflessioni di A. Gramsci sul concetto della finalità nella filosofia della prassi in Studi gramsciani

Brano: [...]ndi di quelle di prima per i grandi fenomeni economici, mentre i fatti particolari sono impazziti» (o si hanno le crisi economiche, che modificano la vita economica, soprattutto a causa dell'elemento arbitrario). Queste e simili considerazioni ritiene Gramsci di dover fare onde « prendere le mosse per stabilire ciò che significa regolarità, legge, automatismo nei fatti storici », e senza che con ciò si tratti «di scoprire una legge metafisica di determinismo, e neppure di stabilire una legge generale di causalità. Si tratta solo di rilevare come nello svolgimento storico si costituiscano delle forze relativamente permanenti, che operano con una certa regolarità e automatismo ». In altri termini non si può indicare una vera e propria « legge» dei fatti storici, eterna ed immutabile; ma l'accennato « elemento della filosofia della prassi » (derivato, secondo Gramsci, soprattutto dall'impostazione delle leggi economiche fatta dal Ricardo) « è poi, nientemeno, il suo particolare modo di concepire l'immanenza » . Nel senso finora chiarito « il concett[...]

[...]nismo ed alla teleologia, e inoltre non trova né esagerato, né paradossale o inammissibile (pas trop fort) ciò che Hegel dice dell'istinto (o tendenza : Trieb), e conclude con questa battuta che non mi sembra un fin de non recevoir: « Nell'organismo la finalità interna si manifesta attraverso l'istinto », che mette « piú o meno in armonia il singolo vivente con la sua idea »; e « da ciò vien fuori quanto tutta la finalità interna sia pur essa un determinismo ideologico. E tuttavia Lamarck è contenuto in essa ». Un altro luogo, in cui Engels adoperò il concetto della finalità è quello (nell'Antidühring), in cui egli considera il rapporto sociale determinatosi tra Robinson e Venerdì non come un mero rapporto di forze ineguali, o di forza per la forza e per il dominio, bensí come un rapporto di utilità reciproca, e soprattutto di vita (e s'intende bene, con preminente vantaggio del signore sul servo). In tale luogo Engels osserva che « la forza è solo il mezzo, e il fine è il vantaggio economico»; e inoltre che «quanto è piú fondamentale il fine del[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] A. Zanardo, Il «manuale» di Bukharin visto dai comunisti tedeschi e da Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]e che nella società e nella natura esistono salti, rivoluzioni, a distinguere il comuniSmo dalla socialdemocrazia. « Il marxismo è una dottrina della realtà, della vita vivente, dell’azione » : l’uomo non è cieco strumento della sorte, ma elemento attivo nel processo necessario di sviluppo della società. Ma questi motivi vengono sviluppati in continuità col testo di Bukharin, senza svolgerne l’implicita concezione diversa, l’implicita critica al determinismo.

Sono testi cosi esigui che è difficile ricavarne qualche cosa di veramente indicativo. Sono interessanti le riserve, soprattutto le sottolineature dell’attività umana, eco della riscoperta che il marxismo tedesco fa in questi anni della prima delle Tesi su Veuerbach. Ma in quale rapporto stanno queste riserve con Tacceitazione delle tesi di Bukharin? Come conciliano Bukharin e Lenin? Si tratta di posizioni confuse, frettolose, in cui si riflettono probabilmente le preminenti preoccupazioni politiche,

1 1922, 23 die., pp. 18291830.

2 1922, die., pp. 239354.

3 1923, febbr., pp. 186[...]

[...], se per certi aspetti è fuori della socialdemocrazia, finisce con il rimanervi dentro per la sua concezione positivistica e in sostanza subalterna del marxismo. Lukàcs, come si è visto, finiva, in. quegli anni, col rimanervi fuori astrattamente.

Il grosso della critica filosofica di Gramsci si intreccia intorno ai problemi della sociologia e del materialismo filosofico con tutte le loro implicazioni (previsione, regolarità degli accadimenti, determinismo, scienze naturali...) e intorno al problema della collocazione storica del materialismo di Bukharin.

Il Manuale parte dalla distinzione rigida fra generale e particolare, fra teoria e storiografia, e vuol essere un’indagine di ciò che è generale prima nella realtà naturale e umana, poi nella vita della società e in particolare della società moderna. Prima vengono trattati i principi universali, i concetti metodologici della sociologia: regolarità, causa, libertà, necessità, caso, trasformazione; poi viene costruita la sociologia vera e propria: la società, gli stati di equilibrio, squilibr[...]



da [Le relazioni] E. Garin, Gramsci nella cultura italiana in Studi gramsciani

Brano: [...]ne, che è di tutti : gruppi contro gruppi, l’uomo contro se stesso; ma « lo scisma del genere umano non può durare a lungo. L’umanità tende all’unificazione interiore ed esteriore, tende ad organarsi in un sistema di convivenza pacifica che permetta la ricostruzione del mondo ». Gramsci combatte senza posa per un marxismo che sia davvero, com’egli dice, umanismo integrale: e proprio per questo non esita a ribellarsi contro ogni economismo e ogni determinismo assoluto: « La pretesa — ribadisce — presentata come postulato essenziale del materialismo storico, di esporre ogni fluttuazione della politica e dell’ideologia come un’espressione immediata della struttura, deve essere combattuta teoricamente come infantilismo primitivo ». E in un testo dell’Ordine Nuovo aveva ben precisato cosa fosse il suo umanismo integrale: « studia, nella storia, tanto le forze economiche che le forze spirituali, le studia nelle interferenze reciproche, nella dialettica che si sprigiona dai cozzi inevitabili tra la classe capitalista, essenzialmente

1 O. N., pp. 45, [...]

[...]eresse generale, rende cieche e torbide le coscienze. Il lucro singolo finisce sempre col trionfare di ogni buon proposito, di ogni idealità superiore, di ogni programma morale; per guadagnare centomila lire si affama una città; per guadagnare un miliardo si distruggono venti milioni di vite umane e duemila miliardi di ricchezza. La vita degli uomini, le conquiste della civiltà, il presente, l’avvenire sono in continuo pericolo ».

Economismo, determinismo cieco e meccanico, astrattismo teologizzante: ecco le accuse che l’umanesimo di Gramsci rivolge nel ’19, con vigore di argomenti, dalle colonne dell’edizione piemontese àeìY Avanti!, a Einaudi1. L’economia « studia i 44 fatti ” e trascura gl* 46 uomini ”; i processi storici sono visti come regolati da leggi perpetuamente simili, immanenti alla realtà dell’economia che è concepita avulsa dal processo storico generale ». Il meccanismo economico si pone come autonomo : « può venir 44 turbato ” dagli uomini, ma non ne è determinato e vivificato » ; è « uno schema, un piano prestabilito, una via d[...]



da Vittorio Lanternari, Religione, società, politica nell'Africa Nera avanti e dopo l'indipendenza in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1964 - 7 - 1 - numero 69

Brano: [...] alle condizioni dei rapporti fra indigeni e bianchi nel momenta in cui la nuova religione è fondata. Dall'altro lato dipende da un fattore di natura differente: la personalità del profeta. La quale ultima, specie nei movimenti locali privi di lunga preparazione, può determinare il tono e l'indirizzo del movimento.
Quantunque l'emergere stesso di un profeta e la sua efficacia tra le masse indigene siano elementi — come noto — legati a un chiaro determinismo sociale e ad una funzione anch'essa sociale (un profeta si afferma nella misura in cui esprime i bisogni del gruppo), non si debbono sottovalutare alcune variabili e certi imponderabili dati dai fattori personali i quali non possono spiegarsi del tutto ed esaurientemente con la storia e l'ambiente. Infatti altre all'origine del profeta e alla sua formazione culturale e religiosa vi sono elementi meno ponderabili come le sue attitudini personali. Tali fattori influenzeranno la nuova religione e imprimeranno ad essa e alle masse indirizzi particolari.
(28) SUND%LER 1961, 307310.
RELIGIONE, SO[...]

[...]o noi, a tutti i popoli arretrati), e le origini soggettive nella vocazione profetica. Altri come la Mead hanno sottolineato la perenne capacità delle folle, o di una porzione di qualsiasi società, di farsi convertire e convincere da un leader religioso dalla forte personalità (60). In questo concetto però non si considera sufficientemente l'influenza della società sulla formazione e Sull'efficacia del leader, e si rischia di riavvicinarsi ad un determinismo psicologico generico. Tutto ciò non esclude che praticamente i movimenti profetici africani ed extraafricani che noi conosciamo sono in relazione con fasi di malessere particolare, di mutamenti profondi della cultura. Del resto la natura fortemente emotiva delle loro manifestazioni, con franse,
(58) SUNDKLBR 1961, 302.
(59) BABTA 1961, 4, 67.
(60) MBAs 1959, 326327.
RELIGIONE, SOCIETA, POLITICA ECC. 171
convulsioni, profezie, visioni, riti di possessione, glossolalia, é l'indice di un violento conflitto fra bisogni e realtà. Non si reclama salvezza se uno non si sente perduto. D'altra pa[...]



da Alberto Moravia, Inchiesta sull'arte e il comunismo. Il comunismo al potere e i problemi dell'arte in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]arte comincia invece proprio a partire dalla inconsapevolezza dell'artista di ogni determina.tione extrartistica? E che un'arte che accettasse la loro definizione sarebbe paragonabile ad una donna che si definisse da se stessa venale? E che non è un caso che l'arte esplicitamente sociale sia soltanto un trascurabile episodio nella generale storia dell'arte di tutti i tempi? E che la poesia, insomma, nasce da un'illusione di autonomia? E che ogni determinismo, non soltanto quello economico, fa avvizzire l'arte come un soffio di aria gelida su un fiore appena sbocciato?
(N, d. R.) Ci é sembrato utile iniziare con questo primo fascicolo una inchiesta sull'arte e il comunismo. Diciamo subito che la nostra attenzione era particolarmente rivolta (ma non in modo esclusivo) ad esplorare i punti nei quali questo rapporto si presenta con carattere più accentuato di crisi: ossia da un lato in quegli scrittori che, provenendo da una formazione culturale più complessa, hanno abbracciato la jede comunista ed avvertono il travaglio di adattarsi a questa ortodo[...]

[...]dominante e dunque non li pubblichiamo. Ma io non posso fare a meno di scrivere in questo modo. Allora sei un traditore. Sono un traditore perché scrivo questi libri o perché non posso fare ameno di scriverli? Sei un traditore perché non puoi fare a meno di scriverli.
A. MORAVIA IL COMUNISMO AL POTERE E I PROBLEMI DELL'ARTE 29
* * *
Che rapporto c'è tra il marxismo e l'arte cosidetta partitica? Nessuno a ben guardare. Il marxismo, con il suo determinismo brutale ma sano svelando il carattere, appunto, partitico, dell'arte borghese, in realtà contribuisce a purificarla, a liberarla, a rafforzarne l'autonomia. Invece l'arte partitica, sia pure del partito comunista, tende a rimettere le cose come stavano prima del marxismo. In altri termini il proletariato imita, sia pure inconsapevolmente, la borghesia del peggiore periodo vittoriano. E valga un solo esempio: nel David Copperfield di Dickens, il personaggio dissipato e incapace di Micawber, alla fine, con caratteristico compromesso vittoriano, viene fatto partire per l'Australia dove diventa, [...]



da Eugenio Garin, Gramsci nella cultura italiana in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 1 - 1 - numero 30

Brano: [...]one, che é di tutti: gruppi contro gruppi, l'uomo contro se stesso; ma « lo scisma del genere umano non può durare a lungo. L'umanità tende all'unificazione interiore ed esteriore, tende ad organarsi in un sistema di convivenza pacifica che permetta la ricostruzione del mondo ». Gramsci combatte senza posa per un marxismo che sia davvero, com'egli dice, umanismo integrale: e proprio per questo non esita a ribellarsi contro ogni economismo e ogni determinismo assoluto: « La pretesa — ribadisce — presentata come postulato essenziale del materialismo storico, di esporre ogni fluttuazione della politica e dell'ideologia come un'espressione immediata della struttura, deve
(20) O.N. 45, 9, 15 18. A proposito dell' esperantismo é interessante l'articolo La lingua unica e l'esperanto, « Il grido del popolo m, 16 febbraio 1918 (con le iniziali A. G.): «Quale atteggiamento devono prendere i socialisti in confronto dei banditori di lingue uniche...?... combattere quelli che vorrebbero che il partito si faccia sostenitore e propagatore dell'Esperanto a. E p[...]

[...]nteresse generale, rende cieche e torbide le coscienze. Il lucro singolo finisce sempre col trionfare di ogni buon proposito, di ogni idealità superiore, di ogni programma morale; per guadagnare centomila lire si affama una città; per guadagnare un miliardo si distruggono venti milioni di vite umane e duemila miliardi di ricchezza. La vita degli uomini, le conquiste della civiltà, il presente, l'avvenire sono in continuo pericolo ».
Economismo, determinismo cieco e meccanico, astrattismo teologizzante — ecco le accuse che l'umanismo di Gramsci rivolge nel '19, con vigore di argomenti, dalle colonne dell'edizione piemontese dell'Avanti!, a Einaudi (21). L'economia « studia i ' fatti' e trascura gli ' uomini'; i processi storici sono visti come regolati da leggi perpetuamente simili, immanenti alla realtà dell'economia che é concepita avulsa dal processo storico generale ». Il meccanismo economico si pone come autonomo: «può venir ' urtato' dagli uomini, ma non ne é determinato e vivificato »; é « uno schema, un piano prestabilito, una via della p[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine determinismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---Dialettica <---marxista <---Filosofia <---Pratica <---ideologia <---Ciò <---italiano <---marxismo <---storicismo <---Scienze <---ideologica <---ideologico <---materialismo <---Logica <---Marx <---italiana <---socialismo <---Engels <---Gramsci <---Sociologia <---abbiano <---idealismo <---siano <---sociologia <---Metafisica <---ideologie <---realismo <---umanesimo <--- <---Storiografia <---italiani <---leninismo <---leninista <---marxisti <---Del resto <---Dio <---Diritto <---Scienze naturali <---capitalismo <---cristiana <---dualismo <---gnoseologico <---gramsciana <---hegeliana <---idealisti <---meccanicismo <---psicologico <---socialista <---socialisti <---Bukharin <---Così <---Filologia <---Lenin <---Meccanica <---Perché <---Russia <---Scienza politica <---Sistematica <---Stato <---classista <---fascismo <---fatalismo <---filologia <---gramsciano <---ideologiche <---ideologici <---liberalismo <---misticismo <---positivisti <---teologico <---Dei <---Ecco <---Estetica <---Etica <---Feuerbach <---Francia <---Hegel <---Labriola <---astrattismo <---capitalista <---comunismo <---comunisti <---d'Europa <---d'Italia <---dinamismo <---filologica <---filologico <---gramsciane <---hegelismo <---italiane <---metodologia <---metodologici <---mitologica <---ottimismo <---positivismo <---scetticismo <---sociologica <---terrorismo <---Benedetto Croce <---Bernstein <---Dinamica <---Dogmatica <---Gobetti <---Infine <---Linguistica <---Machiavelli <---Matematica <---Mosca <---Ordine Nuovo <---Pensiero filosofico <---Presso <---Quale <---Retorica <---Rosa Luxemburg <---Statica <---Tecnologia <---Teologia <---artigiani <---astrattisti <---biologico <---capitalisti <---comunista <---cristianesimo <---cristiani <---cristiano <---crociana <---economisti <---esperantismo <---etnologia <---fanatismo <---fascista <---feticismo <---gentiliano <---immanentismo <---machiavellismo <---marxiana <---marxiano <---marxiste <---metodologico <---mitologia <---monismo <---parallelismo <---pluralismo <---positivista <---riformisti <---scientismo <---sociologico <---stalinismo <---tecnologia <---teologia <---zarista <---Antonio Gramsci <---Antonio Labriola <---Arbeiterbewegung <---Archives de Sociologie <---Bibliografia <---Capitale <---Carlo Bini <---Che Gramsci <---Claudio Treves <---Cosa <---Cosmo <---Croce-Erasmo <---Cunow <---De Sanctis <---Del Croce <---Die <---Die Gesellschaft <---Discipline <---Editori Riuniti <---Energie Nuove <---Enrico Ferri <---Entro <---Etudes <---Fenomenologia <---Filosofia della storia <---Fisica <---Francesco De Sanctis <---Gedanken <---Gnoseologia <---Gramsci-Machiavelli <---Hamburg <---Il Capitale <---Il Mulino <---Il Principe <---Il bolscevismo <---Il lavoro <---Ilici <---Jahrbuch <---Karl Marx <---Kautsky <---Korsch <---La Chiesa <---La Critica <---La critica critica <---La guerra <---Limpido <---Logica formale <---Lukàcs <---M.S. <---Machiavelli-Rousseau <---Manuale di Bukharin <---Marx-Engels <---Marx-Lenin <---Max Adler <---Mi pare <---Norberto Bobbio <---Né Gramsci <---Otto Bauer <---Pedagogia <---Però <---Poetica <---Principe-Discorsi <---Prophetismus <---Regno di Dio <---Religions <---Renato Serra <---Revue <---Risorgimento <---Romagnosi <---Romagnosi-Cattaneo <---Rousseau <---Ruggiero a Omodeo <---Salvemini <---Savonarola-Machiavelli <---Scienza della politica <---Scienze sociali <---Sociologia religiosa <---Sociology <---Stalin <---Statistica <---Stilistica <---Tarozzi <---Teoretica <---Teoria della conoscenza <---Treves <---Umberto Cosmo <---Viene <---Weltanschauung <---Zdanov <---Zulù <---anarchismo <---antigentiliana <---antropologia <---antropologica <---apriorismo <---artigiano <---attivismo <---biologiche <---bolscevismo <---calvinismo <---cattolicesimo <---comparativismo <---comuniste <---conformista <---conformisti <---conservatorismo <---criticismo <---crociani <---crociano <---deiridealismo <---dell'Idea <---dell'Istituto <---dell'Occidente <---dell'Ordine <---dell'Umanesimo <---denunciano 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