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Il segmento testuale deologia è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Entità Multimediali , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 61

Brano: Razzismo

corrispondente a un optimum locale ». « L’applicazione della tipologia e delle idee platoniche all'uomo e alle sue differenziazioni razziali è assolutamente erronea e grottesca e contrasta completamente i fatti biologici ».

Razzismo e fascismo

Nonostante che i concetti qui richiamati fossero già chiari a molti, nei primi decenni del Novecento l'ideologia razzista dilagò in Europa. Rifacendosi alle idee del Gobineau e del pangermanista di origine inglese Houston Steward Chamberlain, Hitler nel “Mein Kampf” (1927) e il suo accolito Alfred Rosenberg (v.), che finirà impiccato a Norimberga come criminale di guerra, nel

libro “Il mito del XX secolo” (1930), sostennero la tesi che alla cosiddetta “razza ariana” (di fatto inesistente) spettava la supremazia su tutte le altre. Queste idee, entrate a far parte della dottrina e della politica del nazismo (v.), furono spinte fino alle loro ultime conseguenze contro gli ebrei (v.) e nel

lo stesso t[...]

[...]ermania gestivano gran parte delle professioni liberali, del commercio e della media proprietà, il nazismo si guadagnò consensi nella piccola borghesia tedesca che, immiserita dalle conseguenze della Prima guerra mondiale, grazie alla legislazione razzista (v. Norimberga, Leggi di), potè subentrare nelle posizioni e nelle proprietà strappate agli ebrei. Come è un fatto che i grandi agrari e l’industria monopolistica del Terzo Reich colsero nell’ideologia razzista del Nuovo Ordine Europeo (v.) un’ottima occasione per impadronirsi delle risorse economiche del continente europeo. A partire dal 1938 il razzismo venne ufficialmente esteso a tutti i paesi dominati dalla Germania. In Italia (dove peraltro questa aberrante ideologia aveva già svolto il suo ruolo per sostenere le prime imprese d’Africa e la guerra etiopica), il fascismo non esitò ad allinearsi (v. Antisemitismo), quantunque la situazione nel paese fosse alquanto diversa da quella tedesca. Sul piano della propaganda, è da ricordare La difesa della razza, una rivista assai diffusa, tra i cui collaboratori figurava l’attuale dirigente del M.S.I. Giorgio Almirante (v.). Ma le cose si aggravarono in Italia dopo I*8.9.1943, quando i fascisti repubblichini divennero zelanti esecutori delle direttive naziste, fino a consegnare alle forze di occupazione intere com[...]

[...]e quella di Roma.

Razzismo e neocolonialismo

Durante la Seconda guerra mondiale il razzismo registrò una battuta d’arresto nei paesi colonialisti dell’Europa occidentale non occupati dagli eserciti dell’Asse, sia per l’indignazione suscitata dalle notizie sui genocidi nazisti sia per l’inclusione di numerosi reparti coloniali e truppe “di colore” negli eserciti alleati. Dopo la sconfitta del nazifascismo, sembrò per un momento che anche l’ideologia razzista venisse definitivamente ripudiata dai governi e dalle forze politiche dei paesi democratici in nome dei diritti dell’uomo (v.). Ma, in realtà, la Dichiarazione votata aH’O.N.U. il 10.12.1948 era soltanto un documento programmatico, cui non corrispose alcun mutamento sostanziale: discriminazioni e persecuzioni razziali nei confronti dei neri continuarono a registrarsi negli Stati Uniti (v. KuKluxKlan) e addirittura si inasprirono nel Sudafrica (v. Apar

61



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 641

Brano: [...] la gestione del primo comandante del campo Theodor Eicke, le SS avevano potuto sperimentare le illimitate possibilità che il sistema concedeva loro per imporre arbitrariamente la loro volontà persecutoria contro tutti i princìpi dello Stato di diritto.

Dopo il 1939, la radicalità con cui i! problema doveva essere risolto imponeva che i campi di sterminio venissero dislocati fuori dal territorio del Reich, possibilmente in zone nascoste, e l’ideologia antisemita di Hitler e delle SS divenne così forte, da porre in secondo piano esigenze pur vitali per il Terzo Reich, di carattere militare e strategico. Lo sterminio di massa degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni (o troppo pericolosi) per vivere nell’Europa germanizzata richiese infatti l’impiego di enormi risorse in concorrenza con le esigenze, che avrebbero dovute essere prioritarie, della conduzione della guerra (per esempio, il fondamentale problema dei trasporti).

Lo sfruttamento economico

Cionondimeno le SS misero in piedi all’interno del sistema concentrazionario un [...]

[...] rappresentava invece il culmine e la sublimazione del destino storico del nazionalsocialismo e del popolo tedesco, di cui le SS si sentivano ormai i veri e unici detentori. Himmler riuscì a instillare nelle SS addette allo sterminio di massa un fanatismo che faceva loro giustificare e anzi esaltare i crimini più disumani, in quanto compiuti per il bene supremo della “razza superiore” nei confronti di “animali umani” che (secondo tale aberrante ideologia) non avevano alcun diritto di esistere. Paradossalmente, agli occhi delle SS si trattava quindi di un atto di grande umanità e proprio il fatto di appartenere a un Kulturvolk (popolo civilizzato) richiedeva ai membri delle SS un particolare coraggio morale per realizzare le spietate leggi naturali: le SS dovevano sentirsi — secondo Himmler — investite di una sacra e storica missione, in quanto non tutto il popolo tedesco era perfettamente consapevole delle necessità vitali della selezione razziale. Di questa loro “abnegazione”, secondo l’ideologia instillata all’interno del corpo e della qual[...]

[...] di un atto di grande umanità e proprio il fatto di appartenere a un Kulturvolk (popolo civilizzato) richiedeva ai membri delle SS un particolare coraggio morale per realizzare le spietate leggi naturali: le SS dovevano sentirsi — secondo Himmler — investite di una sacra e storica missione, in quanto non tutto il popolo tedesco era perfettamente consapevole delle necessità vitali della selezione razziale. Di questa loro “abnegazione”, secondo l’ideologia instillata all’interno del corpo e della quale erano (più o meno) sinceri fautori, i carnefici delle SS, espressione di quella che riferendosi a uno dei più solerti organizzatori della soluzione finale, Adolf Eichmann (v.), Hannah Arendt ha chiamato “la banalità del male”, dovevano insomma sentirsi fieri.

Tentativi di salvataggio

Le SS cercarono di tenere nascosti per quanto possibile i propri orrendi crimini, molti di loro essendo pienamente consapevoli delle loro enormità. Tale cura nel mascherare il reale significato dei vaghi giri di parole che comparivano nella stampa per definire [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 702

Brano: [...]a “filosofia della prassi” (cioè del marxismo), ne contestava la riduzione di comodo operata dagli storicisti, secondo i quali esisterebbe un “regno della necessità” che rende vana e utopistica ogni prospettiva di passaggio al “regno della libertà”, cioè al comuniSmo. Al tempo stesso Gramsci segnalava però le inevitabili “difficoltà” insite in questo passaggio, quindi il pe

ricolo che la concezione scientifica marxiana potesse diventare una “ideologia”, ciò che in realtà è avvenuto nei paesi “socialisti”.

Gramsci scriveva nei “quaderni” del carcere: « Se la filosofia della prassi afferma teoricamente che ogni “verità” creduta eterna e assoluta ha avuto origini pratiche e ha rappresentato un valore “provvisorio” (storicità di ogni concezione del mondo e della vita), è molto difficile far comprendere “praticamente” che una tale interpretazione è valida anche per la stessa filosofia della prassi, senza scuotere quei convincimenti che sono necessari per l'azione. Questa è, d’altronde, una difficoltà che si ripresenta per ogni filosofia stor[...]

[...]oricismo conduce necessariamente alio scetticismo morale e alla depravazione. Da questa difficoltà nascono molti “drammi” di coscienza nei piccoli uomini e nei grandi atteggiamenti “olimpici” alla Voi fango Goethe. Ecco perché la proposizione del passaggio dal regno della necessità a quello della libertà deve essere analizzata ed elaborata con molta finezza e delicatezza. Perciò avviene che la stessa filosofia della prassi tende a diventare una ideologia nel senso deteriore, cioè un sistema dogmatico di verità assolute ed eterne ». (Da II materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce; Opere di Antonio Gramsci, 2., Torino, 1949, pag. 95).

E.Ni.

Storini, Mario

N a Bornasco (Pavia) il 26.3.1898; meccanico.

Comunista, espatriato in Francia perché colpito da vari mandati di cattura, nel 1931 rientrò in Italia per condurre la lotta clandestina contro il fascismo, ma venne arrestato. Deferito al Tribunale Speciale, il 22.4.1932 fu condannato a 10 anni di reclusione.

Storoni, Enzo

N. a Roma nel 1906, ivi m. il 24.2. 1985; a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 405

Brano: [...]vò subito l’appoggio degli agrari che vedevano messi in pericolo, dai grandi movimenti contadini del dopoguerra, i loro privilegi. Essi organizzarono quindi lo squadrismo, reclutando i gregari in gran parte tra gli elementi disoccupati del sottoproletariato, ma il fascismo era visto con favore anche da studenti, professionisti e negozianti. Molte famiglie viterbesi che pure nel Risorgimento avevano sposato la causa liberale aderirono alla nuova ideologia, spinte da motivazioni nazionalistiche, mentre con minor favore il fascismo era visto dai cattolici, almeno nei primi tempi.

Nel 1921 si formò anche nella Tuscia un consistente movimento comunista che subito si trovò a dover combattere l’aggressività fascista, guidata nella regione da Giuseppe Bottai (v.) sul piano politico

e dal generale Ulisse Igliori su quel

lo paramilitare. Lo scontro fu violento, ma le forze locali di sinistra, rappresentate soprattutto da operai e artigiani, non erano affatto disposte a cedere. Nel corso del 1921 Viterbo visse quasi una situazione di guerra civ[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine deologia, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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