Brano: Padova, Università di
Concetto Marchesi pronuncia il discorso inaugurale dell’Anno accademico nell'Aula Magna dell'Università di Padova (9.11. 1943)
scorso inaugurale era stato per il suo tono una sfida, l'appello lanciato poche settimane dopo agli studenti, quando Marchesi si vide costretto a lasciare l’Università per sfuggire alla cattura, fu un grido di guerra, un esplicito invito ai giovani a impugnare le armi contro l’occupante e i suoi complici. Fu un appello la cui eco si allargò ben al di là del Veneto, imponendo a tutti una precisa scelta di campo e dimostrando che tra il fascismo e l’antifascismo non potevano esserci che rapporti di lotta:
Studenti dell'Università di Padova!
Sono rimasto a capo de[...]
[...]to poche settimane dopo agli studenti, quando Marchesi si vide costretto a lasciare l’Università per sfuggire alla cattura, fu un grido di guerra, un esplicito invito ai giovani a impugnare le armi contro l’occupante e i suoi complici. Fu un appello la cui eco si allargò ben al di là del Veneto, imponendo a tutti una precisa scelta di campo e dimostrando che tra il fascismo e l’antifascismo non potevano esserci che rapporti di lotta:
Studenti dell'Università di Padova!
Sono rimasto a capo della vostra Università finché speravo di mantenerla immune dalla offesa fascista e dalla minaccia germanica; fino a che speravo di difendervi da servitù politiche e militari e di proteggere con la mia fede pubblicamente professata la vostra fede costretta al silenzio
o al segreto.
Tale proposito mi ha fatto resistere, contro il malessere che sempre più mi invadeva, nel restare a un posto che ai lontani e agli estranei poteva apparire di pacifica convivenza mentre era posto di ininterrotto combattimento. Oggi il dovere mi chiama altrove. Oggi non è più [...]
[...]n cui avreste riconsacrato il vostro tempio per più di venti anni profa
nato; e benedico il destino d'avermi dato la gioia di una solenne comunione con l'anima vostra. Ma quelli che per un ventennio hanno vilipeso ogni onorevole cosa e mentito e calunniato, hanno tramutato in vanteria la disfatta e nei loro annunzi mendaci hanno soffocato il vostro grido e si sono appropriata la mia parola.
Studenti: non posso lasciare l'ufficio di rettore dell'Università di Padova senza rivolgervi un ultimo appello. Una generazione di uomini ha distrutto la vostra Patria; vi ha gettato tra cumuli di rovine: voi dovete tra quelle rovine portare la luce di una fede, l'impeto dell'azione e ricomporre la giovinezza e la Patria. Traditi dalla frode, dalla violenza, dalla ignavia, dalla servilità criminosa, voi insieme con la gioventù operaia e contadina dovete rifare la storia dell'Italia e costituire il popolo italiano. Non frugate nelle memorie o nei nascondigli del passato i soli responsabili di episodi delittuosi; dietro ai sicari c'è tutta una moltitudine che[...]