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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale dell'India è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 207Analitici , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Enrica Pischel, Considerazioni sulla nuova fase della politica asiatica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 7 - 1 - numero 33

Brano: [...]una presa assai maggiore che all'epoca di Bandung, e non soltanto sui gruppi di opposizione o sulla opinione pubblica generica.
Le incertezze che hanno cartterizzato le elezioni filippine del 1957 ed il colpo di Stato in Thailandia contro Pibul possono essere interpretati in questo senso. Ma ancor più profondo é lo sfaldamento del regime politico pakistano: nel Pakistan la mancata trasformazione democratica del paese su linee parallele á quella dell'India ha portato al potere una casta legata ai più retrivi interessi terrieri, presentati come un baluardo a difesa della religione islamica e come un elemento a favore della politica occidentale, Negli ultimi mesi tuttavia l'aumento delle difficoltà politiche ed economiche ha scatenato in tutti i gruppi politici un'ondata di risentimenti antioccidentali, tanto che ormai. é stata formulata dal primo ministro stesso l'ipotesi di un «rovesciamento delle alleanze » del Pakistan qualore gli Stati Uniti non aumentassero il prezzo della fedeltà dell'alleato.
In queste condizioni la funzione del SEATO e [...]

[...]li aiuti americani.
Con ciò non si vuol negare che il SEATO e gli altri patti militari continuino a costituire una minaccia per la Cina e an. cor più per i neutrali costringendo questi ultimi a gonfiare il bilancio delle spese militari a danno di quello per lo sviluppo, in modo da contrastare la minaccia rappresentata dai vicini che potrebbero sempre invocare l'aiuto statunitense per i loro interessi particolari (e ciò vale soprattutto nel caso dell'India, sulla quale il Pakistan fa gravare attraverso la rivendicazione sul Kashmir, il pericolo di un intervento del SEATO o appoggiato dal SEATO, al quale il Pakistan ha aderito solamente in funzione antiindiana), oppure suscitare nel loro interno movimenti sovversivi a carattere reazionario (come sta avvenendo in Indonesia).
A quest'ultimo proposito é tuttavia interessante notare che il caso della ribellione indonesiana, nel quale alcuni gruppi reazionari hanno creduto di poter contare come elemento decisivo nella loro azione di sovversione contro il governo legittimo neutralista e progressivo,[...]

[...]n'intensificata attività di gruppi regionalistici e se
paratisti che giocano su risentimenti locali spesso giustificati
dal centralismo inefficiente di Nuova Delhi — a sulle reazioni create dal burocratismo assai diffusa in tutti gli enti statali, per risuscitare e lanciare contra la politica di pianificazione (che deve ricorrere ad un certo grado di autoritarismo) quelle forze centrifughe che caratterizzarono in senso negativo tutta la storia dell'India e che dal 1947 in poi erano state tenute a freno proprio dal fattore unitario ed unificatore rappresentato dalla politica progressiva e dallo sforzo per lo sviluppo.
Un altro aspetto della lotta contro Nehru (anche più del precedente subdolo e difficile da combattere) é il rafforzarsi entro il Congresso, soprattutto nei governi regionali controllati quasi dovunque dal Partita, di consorterie locali, spesso largamente corrotte e legate ad interessi semifeudali o monopolistici. Nehru ha dovuto e potuto intervenire ad epurare i dirigenti del suo stesso partito nei casi di più grave scandalo, qu[...]

[...]opaganda di certi ambienti americani in base alla quale una sconfitta di Nehru e del suo metodo
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di « pianificazione democratica » implicherebbe ipso facto l'ascesa al potere dei comunisti: la probabilità assai più imminente e concreta è che la situazione' indiana scivoli a destra, e proprio per` evitare quest'ipotesi i comunisti stanno cercando di elaborare ex novo il loro programma e di inserirsi nel processo storico attuale dell'India come una forza che partecipi dall'interno alla dialettica democratica del paese.
La trasformazione del peso e delle posizioni dei comunisti indiani é stata uno degli sviluppi più importanti e meno notati verificatisi da Bandung in poi. Tre anni fa la maggioranza degli osservatori occidentali riteneva che il partito comunista in India fosse un fattore completamente superato, eliminato dal gioco per il semplice fatto che Pechino e Mosca avevano dimostrato di essere disposte a riconoscere la funzione positiva di Nehru e ad appoggiare la sua politica senza porre condizioni di ordine interno. Ind[...]

[...]socialisti ma non ostili all'URSS. Da un lato l'esperimento indiano dimostrerà fino a che punto è possibile per un governo non comunista attuare una politica di trasformazione senza dover ricorrere a quelli co o io,. e c n i._,comunisti c1 carats erizzó l'Europa uscita dalla Resistenza e che poi fu accantonata n ll'E„~ u paa occidentale proprio çöñtemporaneamente alla politica di rinnovaeenfö áperta—dalla Resistenza stessa.
D'altro lato il caso dell'India è nuovo nei rapporti tra il movimento comunista considerato come fenomeno mondiale generale ed uno Stato nazionale particolare. Benché i comunisti indiani siano all'opposizione e comunque esclusi dall'elaborazione attiva della politica del paese, l'URSS ha collaborato dal 1955 in poi con Nehru rafforzandone la posizione e, quali che siano le obiettive conseguenze sociali dello sviluppo in India, l'aiuto sovietico non è mai stato criticato da alcuno come un contributo alle mire del partito comunista indiano, né mai sono risultate particolari « connivenze sovversive » tra l'URSS ed i comunisti [...]

[...]esso e non ne daranno finché esse non saranno state attuate.
***
Diverso è il processo che caratterizza lo sfaldamento della unità delle compagini nazionalisteborghesi in Indonesia ed in Birmania. La borghesia di questi paesi è stata ed è assai più debole di quella indiana, soprattutto ne è debole il settore capitalistico finanziario. Manca un capitale nazionale privato, mancano i ceti inferiori della borghesia mercantile o commerciale
Quello dell'India è quindi il primo caso nel quale i rapporti
CONSIDERAZIONI SULLA NUOVA FASE DELLA POLITICA ASIATICA 49
ed il settore esistente di economia moderna (per lo più rappresentato da piantagioni di prodotti agricoli pregiati, da aziende per l'estrazione di materie prime o piccole fabbriche di beni di consumo immediato) é tuttora controllato in gran parte dal capitale straniero. In questi due paesi é avvenuta puramente la fase anticoloniale e politica della rivoluzione e si é ben lungi dal poter parlare, come in India, di avanzato compimento della intera fase borghesedemocratica di essa.
Il caratt[...]

[...]one lontane dal centro, ma essi assumono più il carattere di movimenti separatisti e particolaristici che quello di palese oppressione sulle masse contadine; infine il settore moderno dell'economia che non é sotto il controllo straniero ha un certo carattere collettivisticostatalista, che sarebbe difficile definire « socialista », anche assumendo il termine nel senso più generico, e che ha invece affinità con un dominio burocratico. A differenza dell'India inoltre lo sforzo di sviluppo in questi paesi non si é ancora avviato in modo deciso e continuo ed in certi casi é stato stroncato sia da quelle forze retrive che ora lo minacciano in India sia dalle interferenze straniere.
Tuttavia l'Indonesia e la Birmania non sono neppure nelle condizioni dei paesi dell'Asia dominati da classi reazionarie, disposte a scendere a qualsiasi compromesso con gli Stati Uniti pur di conservare il loro dominio semifeudale sulla terra o il loro monopolio sul modesto settore di economia moderna. L'attuale gruppo dirigente nei due paesi, quello che ha guidato la lot[...]



da Tibor Mende, Il triangolo della decisione [traduzione di Renato Pedio] in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 11 - 1 - numero 41

Brano: [...]evoluzione cinese ha impresso agli altri paesi asiatici: e in particolare a due tra le più importanti nazioni confinanti, l'India e il Giappone. Eppure la Cina, con questi due importantissimi vicini, costituisce una specie di triangolo entro il quale vive una percentuale decisiva della popolazione mondiale, ed entro il quale potrà decidersi, con tutta probabilità, il destino politico del mondo.
Nel complesso la popolazione attuale del Giappone, dell'India e della Cina ammonta a circa 1.150 milioni; vale a dire ad oltre il 40 per cento di tutto il pianeta. Sappiamo che questa percentuale aumenterà. Nel 1975, per esempio, con 1.600 milioni, rappresenterà circa il 45 per cento. E se diamo ascolto alle previsioni demografiche, nell'A.D. 2000 — cioè tra non più di quarant'anni — in questi paesi vivranno oltre tre miliardi di uomini, ossia più della metà dei sei miliardi di cui si prevede composta, per quell'epoca, l'umanità.
E queste cifre formidabili non dicono tutto. In primo luogo gli esperimenti sociali che si svolgono in questi tre paesi è pr[...]

[...]dell'America Latina. Inoltre il Giappone, l'India e la Cina presi insieme influenzano tutto il resto dell'Asia sudorientale, la quale contiene altri 200 milioni di uomini. In realtà l'Asia sudorientale, il Giappone, la Cina e l'India presi insieme potranno contare, entro un quarantennio circa, quasi due terzi della popolazione totale del globo.
Si pub dunque ritenere interessante esaminare quale possa essere il probabile sviluppo del Giappone e dell'India nei prossimi dieci o quindici anni; come questi paesi possano influenzare l'evo
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luzione dei paesi asiatici minori, e come il triangolo CinaIndiaGiappone possa influire sulle relazioni di questa massa enorme di popolazione col mondo occidentale.
Partiamo, dunque, dal Giappone.
Il Giappone: all'ombra della Cina.
Durante il mio recente soggiorno in Giappone un amico mi condusse in un piccolo bar, il Donzoko. Tokio ha quattro quartieri di divertimento, in ognuno dei quali centinaia di insegne luminose al neon segnano gli ingressi a simili locali. Il Donzoko se ne differenziava[...]

[...]dia in questi anni, ho riscontrato una deprimente assenza di pubblica parte cipazione. Alcuni gruppi possono esserne fieri; ma gruppi molto maggiori sono assai scarsamente interessati. Nel complesso queste realizzazioni non hanno destato le masse dall'apatia. In altri termini, tutto ciò che é stato compiuto a partire dal 1947 non é giunto a creare quel dinamismo o quel senso di partecipazione a un'avventura comune che, in un paese con i problemi dell'India, sembra preliminare a qualsiasi progresso reale.
Quali sono i motivi ?
Non molto tempo fa mi furono fatti visitare i due reattori atomici indiani, a nord di Bombay. Guardano su una splendida baia, e sono moderni quanto qualsiasi altro al mondo. I tecnici che vi lavorano sono giovani indiani dinamici e preparati, visibilmente orgogliosi dei loro impianti. Ma sulla via del ritorno, a solo un paio di chilometri di distanza, capitai in mezzo a un gruppo di intoccabili che oziavano di fronte alle loro miserabili baracche. Quando mi avvicinai loro con la macchina fotografica in mano, uno si prost[...]

[...]punkah — domandò furibonda — che era evidentemente un « relitto dell'imperialismo»?
A parte l'aspetto umoristico della cosa, trovai tristemente sintomatico questo episodio parlamentare. Che l'energia muscolare di 724 indiani andasse perduta in un'attività tanto sterile mentre nel paese restavano tante cose urgenti da fare, non fu osservato durante il dibattito.
Secondo stime degne di affidamento oltre un terzo dell'immensa popolazione agricola dell'India é sottoccupata o del tutto priva di lavoro. Due piani quinquennali non hanno portato la minima differenza per quanto riguarda la disoccupazione di massa in tutto il paese. Al contrario: grazie alla lotta vittoriosa contro le epidemie, si ritiene che la popolazione indiana cresca, anziché di cinque, di sette milioni all'anno. L'India non ha assolutamente il mezzo di metter da parte quanto basta a fornire queste decine di milioni di disoccupati di macchine da lavoro. Né l'aiuto straniero può fornirne nelle quantità necessarie. D'altro lato, nel complesso, le ore di lavoro parzialmente o totalme[...]

[...]fondamenti della democrazia.
Si ritiene che, industrializzando, l'India ha troppo puntato sui grandi complessi, i quali, essendo di tipo moderno, impiegano poco personale, assorbono notevoli capitali e investimenti stranieri e li ripagano assai lentamente in prodotti finiti. Inoltre, non possono essere acquistati o costruiti con rapidità sufficiente a fornire tutte le attrezzature moderne che una rapida modernizzazione esigerebbe.
Il progresso dell'India é costretto a restare deludentemente lento se deve attendere che tutti gli utensili e strumenti piú moder
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ni possano essere forniti dalle moderne fabbriche indiane. Industrie piccole, decentrate — basate più sul lavoro manuale che su quello meccanico — sarebbero più convenienti per soddisfare la richiesta di beni elementari. Offrirebbero impiego a un maggior numero di operai, e lascerebbero libere le industrie moderne e costose di dedicare la maggior parte della produzione al compito di mantenere l'indice di industrializzazione affidandosi sempre meno ad attrezzature importat[...]

[...]elementari. Offrirebbero impiego a un maggior numero di operai, e lascerebbero libere le industrie moderne e costose di dedicare la maggior parte della produzione al compito di mantenere l'indice di industrializzazione affidandosi sempre meno ad attrezzature importate. E qui ancora l'esempio cinese offre utili ammaestramenti.
Ma é l'aver trascurato di affrontare il problema dell'agricoltura che minaccia più immediatamente il progresso ulteriore dell'India.
Lo stato dei contadini indiani é stato descritto più volte. Decenni di malnutrizione, di sfruttamento, di debiti, uniti all'impoverimento di un suolo assetato d'acqua e di concimi chimici, hanno reso la produzione agricola indiana pietosamente bassa perfino in confronto dei risultati dei suoi vicini asiatici. Di fatto, occorre un lavoro undici volte superiore per produrre una tonnellata di frumento in India che in Gran Bretagna. Eppure, nel 1956, una missione della Banca Mondiale stimò che la produzione agricola indiana potrebbe crescere da tre a cinque volte. Ma per raggiungere questo svil[...]

[...]dalla liberazione nazionale; i suoi capi erano spesso eroi nazionali. Ma una volta che l'opposizione si fu affermata al punto di sfidare il monopolio del partito dominante, i giorni della democrazia parlamentare furono contati. Una scossa, come il collasso dei prezzi delle materie prime, e subentravano i dittatori. Questo é accaduto nei paesi dell'Asia sudorientale, uno dopo l'altro, negli ultimi due anni. Il Pakistan e la Birmania, i due vicini dell'India, non hanno fatto eccezione. L'India resta l'ultimo paese in quest'ambito geografico che possieda ancora un regime parlamentare funzionante.
Ma il monopolio del potere da parte dei Parlamentaristi é sfidato oggi sempre di piú. Già in uno degli stati indiani il potere
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é sfuggito loro dalle mani. Il principale architetto della democrazia indiana invecchia, e il problema della successione domina la scena politica. In queste circostanze qualsiasi scossa inattesa può far precipitare, anche in India, la tendenza a forme autoritarie di go verno. Senza dubbio una carestia grave costi[...]



da Tibor Mende, L'Asia Sud-Orientale tra due mondi in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...]ccidente, passando per le influenze di Budda, di Laotze e di Confucio, per l'insegnamento di Maometto, per le conquiste di Alessandro Magno e l'impero dei Mongoli. Ciascuno di questi avvenimenti ha portato dei mutamenti e lasciato delle tracce più o meno profonde, modellando l'eredità
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intellettuale e morale di tutta questa immensa regione. Le maggiori influenze furono esercitate dall'India e dalla Cina : sono l'ombra monumentale dell'India e la fantastica vitalità della Cina che hanno lasciato le tracce più profonde nell'evoluzione dei popoli del SudEst asiatico.
Fu il Buddismo, più di ogni altra cosa, a ravvicinare l'India
e la Cina. Dal tempo dei missionari di Açoka, gli scambi di pellegrini e di eruditi non hanno più cessato tra i due paesi. Durante il viaggio, questi pellegrini accostavano alle rive d'Indocina, di Sumatra e di Giavà : diffondendo da una parte il Buddismo, la cultura dell'India e la sua potenza; e dall'altra la scienza e il commercio della Cina.
Per secoli l'Asia del SudEst fu zona d'incrocio di idee e di[...]

[...]tastica vitalità della Cina che hanno lasciato le tracce più profonde nell'evoluzione dei popoli del SudEst asiatico.
Fu il Buddismo, più di ogni altra cosa, a ravvicinare l'India
e la Cina. Dal tempo dei missionari di Açoka, gli scambi di pellegrini e di eruditi non hanno più cessato tra i due paesi. Durante il viaggio, questi pellegrini accostavano alle rive d'Indocina, di Sumatra e di Giavà : diffondendo da una parte il Buddismo, la cultura dell'India e la sua potenza; e dall'altra la scienza e il commercio della Cina.
Per secoli l'Asia del SudEst fu zona d'incrocio di idee e di dottrine religiose. Sorsero civiltà miste indocinesi. Nell'interno del continente — come per esempio in Birmania, nel Siam o nel Tonkino — l'influenza predominante fu quella cinese. Lungo le coste
e nelle isole, per contro, la supremazia spetto all'India. Ma le due civiltà impiegarono nella loro lotta amni affatto pacifiche, mettendo in concorrenza i loro sapienti, i loro mercanti, i loro missionari,
e tutta una gamma di " agenti diversi, che servivano a diffond[...]

[...] arrecando annualmente al piano
L'ASIA SUDORIENTALE TRA DUE MONDI 59
indiano mezzo miliardo di dollari, l'Occidente salverebbe dal comunismo e riunirebbe al mondo occidentale 360 milioni di esseri umani. Egli non faceva cenno delle condizioni pregiudiziali che permetterebbero di usare con profitto questa somma. Ma, per il momento, l'Occidente non ha ancora offerto questo danaro. Ci si propone al contrario di accordare all'avversario principale dell'India, il Pakistan, un aiuto militare che ammonterebbes all'incirca alla stessa somma. Di fronte al loro vicino armato dall'America, gli indiani saranno probabilmente obbligati a limitare il loro piano economico per fare acquisto di aerei da bombardamento. I già modesti progetti di sviluppo saranno ulteriormente ridotti per dare avvio a un programma di armamento. Eppure, questa cifra di mezzo miliardo di dollari menzionata dall'eminente economista non rappresenta che uno 0,5 % di quel che il mondo occidentale ogni anno spende per i propri armamenti. È dunque in questo modo, a quanto sombra, che noi[...]



da Roberto Pertici, Giovanni Amendola: l'esperienza socialista e teosofica (1898-1905) in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]in preda « alla piú pazza sfuriata di romanticismo che io conosca, dentro e fuori la letteratura che mi è nota », come avrebbe scritto a Papini nel 1906 (Kühn, p. 116).
Questa fase di « teosofia ingenua » durò fin verso la fine del 1901. Furono anni di fervido impegno per il giovane Amendola: fece voto di castità, di rinunzia alla carne, al vino ed al tabacco, studiò il sanscrito per conoscere direttamente le religioni e le filosofie orientali, dell'India in particolare, si interessò alle ricerche che il von Schrön svolgeva sulla vita dei cristalli, iniziò un intenso lavoro di apostolato che lo portò, come conferenziere, nelle logge teosofiche di mezza Italia. Ma i fantasmi della teosofia ortodossa non potevano accontentarlo
a lungo: in un saggio datato 10 gennaio 1902 ed apparso su « Teosofia », le sue inquietudini ed insoddisfazioni cominciavano già chiaramente ad affiorare 12
La cultura contemporanea gli appare afflitta da due piaghe apparentemente opposte, ma sotto sotto, complementari: il dilettantismo, cioè « il voler riempire di cose [...]



da Alan Lomax, Nuova ipotesi sul canto folcloristico italiano nel quadro della musica popolare mondiale in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1955 - 11 - 1 - numero 17

Brano: [...] ancorché essa sia spesso idealizzata, non è mai di eguaglianza, anzi, specialmente in oriente, equivale alla schiavitù.
2) Eurasatico Antico.
Quest'area comprende le Ebridi, il Galles, la Cornovaglia, regioni della Francia, la Spagna (a nord dei Pirenei), l'Italia (a:. nord degli Appennini), le Alpi, la Germania (?), la Cecoslovac
116 ALAN LVMAA
chia, parte della Bulgaria e della Romania, la Russia meridionale ed il Caucaso, tribù primitive dell'India, parte del massiccio dell'Himalaya. Essa si estende anche più ad oriente; certamente anche nella Scandinavia e in Siberia ma non ho potuto ottenere materiale relativo a queste regioni.
In tutta questa zona il canto e la danza sono fondamentalmente corali. La voce viene emessa con la gola rilassata mentre la espressione del volto è vivace e mobile. Le melodie sono relativamente semplici e disadorne. L'unisono omogeneo é normale ed esistono molte forme di polifonia. Le primitive forme polifoniche sono frequentemente sommerse, ma la pronta accoglienza e l'adattamento dell'armonia moderna di que[...]



da Alberto Mario Cirese, Lo studio del folklore in Italia in KBD-Periodici: Calendario del Popolo 1951 - numero 84 - settembre

Brano: [...] alla metà del secolo scorso particolarmente in Germania e in Inghilterra. Sotto l'influenza delle teorie di Max Müller (il quale riferiva ogni leggenda mitologica ai fenomeni naturali del sorgere e del tramontare del sole basandosi sopratutto sulla mitologia dei popoli dell'antica India), Angelo De Gubernatis volle mettere a confronto gli usi nuziali, funebri e natalizi d'Italia con quelli di tutti gli altri popoli indoeuropei (antichi abitanti dell'India, greci, romani, germa
Pitrè ni, slavi ecc.) giungendo per questa via ad un concetto di supremazia razziale : a l'uomo indoeuropeo... com'è il più bello nella specie umana ha pure creato i più belli Iddii ». Il concetto romantico di folklore maturava cosí il suo valore nazionalista con orientamento razzista. Ma la nascita e lo sviluppo degli studi di etnologia (e cioè di storia delle civiltà dei primitivi, o a selvaggi », come si diceva un tempo), portarono un ampliamento a questa visione ristretta e ancora letteraria: il confronto degli usi, dei costumi, delle leggende ecc., si estese quindi[...]



da m. r., Precarietà in Turchia [sopratitolo: Dopo la visita di Inonu a Washington e Londra] in KBD-Periodici: Rinascita 1964 - 7 - 11 - numero 28

Brano: [...]to in cui i rapporti tra la Turchia e gli Stati Uniti giungono a un punto critico s. Questo spiega perché già si ipotizzi che se Inonu fallirà, la Turchia, in modo aperto e palese o per vie traverse, dovrà finire con l'accettare gli aiuti e l'assistenza che paiono essere stati offerti da parte del mondo socialista. Molti intellettuali ed economisti di sinistra si domandano infatti ad Ankara perché non possa essere seguìto l'esempio dell'Egitto o dell'India, che hanno stabilito rapporti molto amichevoli con l'Unione Sovietica senza che siano scaturiti pericoli di e sovversione interna s.
m. r.


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine dell'India, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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