Brano: [...]re Basso aveva avuto la responsabilità del lavoro ideologico di per sé importante, anzi fondamentale, ma che poteva essere facilmente ridotto ad una vuota accademia, se non congiunto ad un intenso lavoro politico e sostenuto da una comune volontà del gruppo dirigente. Del comitato esecutivo, per l'ala bassiana, oltre il suo leader, erano stati chiamati a far parte Bottai e chi scrive, ma senza incarichi di qualche rilievo. Tutti gli altri membri dell'esecutivo si riferivano a Nenni e Morandi ed a quest'ultimo in particolare. Vi era una evidente sproporzione di forza e l'equilibrio interno era tutt'altro che solido. Cosí venne sviluppandosi via via una tensione, che si accentuò con il passare del tempo. La nostra critica riguardava principalmente la scarsa democrazia interna ed i metodi che si andavano instaurando nel partito con la tendenza a far cadere la scelta su elementi sicuri e quindi con una scarsa utilizzazione delle forze disponibili. Ma dall'altro lato si opponeva l'esigenza di una direzione compatta ed unita per guidare il partito nel co[...]
[...]nti ed infine si restringeva ad un numero limitato ed abbastanza modesto di partecipanti, suscitava sospetti ed allarme nella parte sicuramente maggioritaria della sinistra. E cosi le cose si trascinavano stancamente, senza che si potesse mai giungere ad una chiara distinzione, ad un confronto serrato e nemmeno ad un dibattito serio sui temi che noi sollevavamo.
Cosí si giunse nell'approssimarsi del Congresso di Bologna del 1951 ad una riunione dell'Esecutivo, nel corso della quale il gruppo morandiano passò all'offensiva, perché evidentemente aveva scelto la via della rottura e dell'esclusione di Basso. In tale riunione, mentre Nenni taceva, vi fu una sorta di processo, nel corso del quale l'accusa rivolta a Basso era di frazionismo e di attività nociva all'unità del partito. Ad uno ad uno i membri dell'Esecutivo formulavano la loro critica. Nessuno fece riferimento al cosiddetto deviazionismo di Basso, nessuno accennò ad interferenze comuniste o sovietiche. Solo uno, se non erro il compianto Corona affermò che in un suo viaggio nell'uxs s un esponente sovietico aveva detto, con allusione al PSI, che il « pesce puzza dalla testa ». Ma l'allusione era vaga e non venne raccolta. Basso non si difese né fece valere le nostre ragioni.
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Egli appariva rassegnato ad un evento, che giudicava inevitabile. Solo chi scrive, nuovo dei rituali in uso in quel tempo nei partiti operai, te[...]
[...]tico aveva detto, con allusione al PSI, che il « pesce puzza dalla testa ». Ma l'allusione era vaga e non venne raccolta. Basso non si difese né fece valere le nostre ragioni.
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Egli appariva rassegnato ad un evento, che giudicava inevitabile. Solo chi scrive, nuovo dei rituali in uso in quel tempo nei partiti operai, tentò una difesa di Basso, suscitando la reazione di impazienza e di fastidio di Morandi. La riunione dell'Esecutivo non giunse ad una conclusione formale, ma la condanna era scritta negli interventi della maggioranza. A me l'esclusione che si prospettava di Basso appariva come ingiusta e non utile al partito e tentai di ottenere un intervento dei comunisti per evitare il peggio. Raccontai dunque ad Amendola e Paietta quello che stava avvenendo nel PSI ed espressi loro le mie preoccupazioni per la rottura che si profilava. Per onore del vero, essi tentarono di svolgere un'opera di mediazione e di pacificazione, ma ricevettero risposte gelide ed addirittura una sorta di ammonimento a non ingerirsi nelle vice[...]
[...]ungherese, impiccato nel 1949: « Mondo Operaio », 1979, p. 88. A me non risulta che tale espulsione fosse stata richiesta da alcuno, a meno che Morandi non avesse fatto una minaccia del genere nel colloquio di cui parlo nel testo. $ vero invece che tra le tante dicerie che giravano nel partito in quel tempo vi era anche questa del rapporto di Basso con Rajk, ma questo non formò oggetto di accuse esplicite, né vi furono riferimenti nella riunione dell'Esecutivo.
8 Egli si soffermò sull'asprezza della lotta e sui mezzi per opporsi alla reazione, indicando nell'alleanza del proletariato con i ceti medi un'esigenza fondamentale: Il partito nei suoi congressi, y, p. 317.
9 Giornale di un organizzatore di cultura, Milano, ed. Avanti, 1962, pp. 131143.
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retroguardia. Se le cose non dovessero mutare, ecco la conclusione piú significativa, allora non resterebbe che chiedere l'iscrizione al partito comunista. Ma subito dopo la gravità di tale affermazione veniva attenuata: « Io mi rendo conto che questo fatto potrebbe avere spi[...]