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Il segmento testuale decadentismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 414Analitici , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Alberto Moravia, Inchiesta sull'arte e il comunismo. Il comunismo al potere e i problemi dell'arte in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...] operai e dai contadini. Le opere d'arte che essi additano all'ammirazione del popolo sono quelle che essi sinceramente preferiscono. E così avviene in tutte le rivoluzioni. Persino la rivoluzione francese che portò al potere una classe già da lungo tempo preparata e raffinata come la borghesia, produsse all'inizio del secolo un'arte più grezza e più peritura, quella del primo romanticismo. In questa prospettiva, si deve giudicare il susseguente decadentismo come una sistemazione, in senso classico di quel primo romanticismo.
12 INCHIESTA SULL'ARTE E IL COMUNISMO
* * a
Ciò che colpisce di piú così nelle opere d'arte dell'occidente come in quelle d'oriente è la povertà del temperamento individuale. Un pittore come Tiziano farebbe un sol fascio così degli astrattisti come dei realisti socialisti. Ai primi direbbe: «Dipingetemi una mano che è una mano »; ai secondi: « Infondete nei vostri ritratti di generali e uomini politici il senso di potenza, di gloria e di poesia che seppi mettere nei miei ». Abbiamo nominato Tiziano per indicare un certo l[...]

[...]i proletarii? Di aver letto per secoli Omero e Shakespeare senza rendersi conto che erano il primo espressione del feudalesimo arcaico greco e il seconda della nobiltà di corte inglese? Oppure di essere stati per secoli oppressi, sfruttati, colonizzati, disprezzati, avviliti? Evidentemente, se vendetta c'é, es"si vogliono vendicarsi di questo. Ma, allora, l'arte che c'entra?
Il conformismo soprattutto in arte non é che una delle tante facce del decadentismo. Esso non supera né soppianta il decadentismo, si limita invece a rovesciarne le posizioni, lasciandone intatte l'esteriorità, l'impotenza espressiva, l'astrazione. Il realismo socialista, nel suo aspetto di conformismo politico e sociale, non sembra che faccia eccezione a questa regola. L'arte sovietica, come é noto, fu decadente, ossia europea, fino al giorno in cui, per ordine superiore, dal mattino alla sera, dovette adottare il realismo socialista. Il cambiamento, dunque, non avvenne per sviluppo spontaneo ma d'autorità, per semplice capovolgi
A. MORAVIA IL COMUNISMO AL POTERE E I PROBLEMI DELL'ARTE 23
mento. Parafrasando il Bell[...]

[...]ta. Il cambiamento, dunque, non avvenne per sviluppo spontaneo ma d'autorità, per semplice capovolgi
A. MORAVIA IL COMUNISMO AL POTERE E I PROBLEMI DELL'ARTE 23
mento. Parafrasando il Belli il quale dice che dentro ogni uomo vivo c'é un uomo morto, potremmo dire che dentro ogni realis a socialista vivo c'é un astrattista morto ma sempre pronto a risuscitare. In questo senso bisogna considerare il realismo socialista come uno degli aspetti del decadentismo universale, forse il più vistoso, certo il più significativo.
Abbiamo parlato dell'arte classica come del solo possibile sbocco positivo dell'arte in regime comunista. E invero non vediamo dove si possa trovare l'oggettività assoluta e universale cui aspira il marxismo se non nell'arte classica quale si manifestò tutte le volte che una civiltà raggiunse l'apice della maturità. Essa nasce infatti nei momenti di perfetta e profonda stabilità quando la classe al potere si illude di aver trovato un assetto definitivo, eterno; ossia nei momenti in cui più lontana anzi impossibile appare ogni revi[...]



da j.s.[Jole Soldateschi], scheda sintetica di «Il verri» in KBD-Periodici: Rinascita 1975 - 8 - 29 - numero 34

Brano: [...]del Gruppo, sempre più scopertamente finalizzate ad un'azione politica, per ribadire la propria fedeltà agli originari intenti di un intervento culturale autonomo, in cui non c'è mescolanza fra ideologia ed esercizio letterario. I bersagli polemici rimasti costanti attraverso il susseguirsi dei vari gruppi redazionali sono prevalentemente rappresentati dalla critica accademica di derivazione idealisticocrociana, dai residui dell'ermetismo, del « decadentismo » e del neorealismo che intralciano gli sviluppi della cultura italiana contemporanea, dalla letteratura di facile consumo. In opposizione a questi soffocanti e spesso semplicistici richiami, viene propugnata un'ideale opera letteraria che sia interdisciplinare, che sappia riflettere cioè l'evoluzione in atto nelle altre arti (pittura, architettura, musica), ascoltare i suggerimenti delle scienze esatte, accogliere i più aggiornati dettami della filología, sociologia, antropologia, linguistica, superando l'antica opposizione tra cultura accademica e cultura militante ed aprendosi ad interessi[...]



da g.c.[G. Castellani], scheda sintetica di «Letterature moderne» (1950-1962) in KBD-Periodici: Rinascita 1975 - 8 - 29 - numero 34

Brano: [...]43.
Pubblicata a cura dell'Università Bocconi, la rivista fu inizialmente edita a Milano da Malfasi e successivamente a Bologna da Cappelli, passando ben presto, dagli iniziali quattro numeri annuali, ad una regolare periodicità bimestrale.
La guida di F. Flora conferì a Letterature moderne un chiaro indirizzo umanistico, equidistante « fra i puri negatori e i conformisti delle nuove retoriche », dichiaratamente contrario sia alla retorica del decadentismo sia alla presunta libertà di troppe avanguardie. Il programma della rivista di inserirsi in un contesto letterario non solo italiano ma internazionale, fu realizzato includendo in ogni fascicolo i contributi originali di numerosi studiosi e autori sia italiani che stranieri. Gli interventi riguardavano gli aspetti della poesia, della narrativa e della critica di ogni paese, con l'attenzione rivolta alle esperienze contemporanee e generalmente « moderne ».
Oltre agli ampi saggi di F. Flora, che di volta in volta si occupò di Leopardi, Manzoni, Di Giacomo, Montale, Quasimodo, Moravia, e di alt[...]



da m.c.c., scheda sintetica di «Nuova corrente» in KBD-Periodici: Rinascita 1975 - 8 - 29 - numero 34

Brano: [...]
G. Sechi, G. Sertoli.
Tip. Artigiana, Capriate d'Adda,
formato: cm. 21x14.
Fondata a Genova nel 1954 da Mario Boselli, la rivista, partita da posizioni genericamente realiste si impegnò ben presto nel tentativo di far uscire la cultura di sinistra dalle angustie in cui la guerra fredda l'aveva confinata. Fino dai primi numeri, in un dibattito fra Boselli, Anceschi e Assunto, si delinea la possibilità di superare l'opposizione fra realismo e decadentismo nel senso che progressivamente viene indicato dalla neoavanguardia. Dell'interesse crescente della rivista per le posizioni della. neoavanguardia testimoniano i numeri unici dedicati rispettivamente a Ezra Pound
(1956) e al realismo nelle varie arti (1959), con interventi di
F. Fortini, A. Giuliani, E. Pagliarani, A. Romanò, G. Spagnoletti, R. Roversi, C. Maltese, E. Siciliano).
Negli ultimi anni la ricerca condotta nell'ambito delle singole discipline (linguistica, semiologia, psicanalisi, sociologia, antropologia culturale ecc.) sembra mirare alla costituzione di un punto di partenza per[...]



da Appunti-Mostre. s.i.[appunti di], Gauguin: Mostra all'Orangerie, 1949 in KBD-Periodici: Paragone. Arte 1950 - 1 - 1 - numero 1

Brano: [...]r que les nouveaux venus y puissent utilement prendre leur point de départ’.

Questa saggia interpretazione è la stessa che ritorna, più acuminata, nel critico Bianche (19281931) dove è tutto il necessario per giustificare la scarsa impressione che anche oggi viene dalla mostra delFOrangerie. Blague letteraria e metasofica, scivoloni intellettualistici, improvvisazioni culturali dove i problematici selvaggi e i veri primitivi sono in combutta: decadentismo alla deriva, insomma.

E quando si pensi che dall5 586 il ‘douanier5 espone agli Indipendenti; che nel ’go i ‘Nabis5, pur sapendo di Gauguin, preparano le vive soluzioni di Vuillard e di Bonnard ; che, poco oltre il *900, scoppiano i ‘fauves5 e, sùbito dopo, il cubismo, è lecito domandarsi dove siano i meriti, in Gauguin, di iniziatore della pittura moderna. (Non sarà un caso che pròprio ieri sia sopraggiunta anche la definizione del vecchio Natanson, che ha una memoria di ferro: ‘un Messie, ma éphémère, Gauguin’). Veramente, sembra di sognare. s. i.



da Giovanni Testo, Ritratti critici di contemporanei. Lalla Romano in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]osteneva: « Passionnément épris de la passion et froidement déterminé à chercher les moyens de l'exprimer » Il problema dello stile, di cui non v'è luogo a soffermarci, è tutto qui.
6 In Diario di Grecia, cit., p. 49. Su Peano si veda la testimonianza che la scrittrice ha pubblicato in « Spirali », Iii, giugno 1980, n. 6, pp. 56, intitolata Lo spirito creativo è leggero. Si veda poi naturalmente Una giovinezza inventata.
7 Cit. da F. FLORA, Il decadentismo, in Questioni e correnti di storia letteraria, Milano, Marzorati, 1965, p. 781.
LALLA ROMANO 679
La memoria dunque non è idillio, non rifugio, non nasconde le ferite e non gioca a rimpiattino. Il rapporto con le cose della Romano è sempre schietto e sa correre i suoi rischi. Lo stesso ritratto frammentario che la scrittrice fa di sé nelle sue pagine è spietato, privo di indulgenza, certo costruito, cioè artisticamente rivissuto. Lalla Romano è un personaggio che vive con gli altri personaggi e ne condivide il destino, ne ricerca le dissonanze, ne suggerisce, o ne dice, le affinità. Borlengh[...]



da (9 Domande sul romanzo) Pier Paolo Pasolini in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]OMANZO 47

zionale, del mondo, una prospettiva ideologica — con la visione soggettiva, irrazionale, che l'invenzione stilistica comporta necessariamente ?
L'unico punto in cui Adorno fa centro della sua polemica con Lukacs é proprio questo: il problema della cristallizzazione e della sopravvivenza di un mondo stilistico in un mondo ideologico nuovo, prospettivistico: ed è in tali termini che si pone anche meglio, in vitro, il contrasto tra decadentismo e realismo.
Ma non è questa la sede per un discorso così ampio: e scendo alle mie soluzioni personali. Nell'atto pratico, praticamente descritto, per me la questione si pone secondo questo schema: per far parlare le cose, bisogna ricorrere a una operazione regressiva: infatti le « cose » — e gli uomini che ci vivono immersi, sia proletari, nelle « cose » intese come lavoro, lotta per la vita — sia borghesi, nelle « cose » intese come totalità e compattezza di un livello culturale — si trovano dietro allo scrittorefilosofo, allo scrittoreideologo.
Tale operazione regressiva si traduce quindi[...]



da Pier Paolo Pasolini, Saggio per una antologia con poesie di Francesco Leonetti, Pier Paolo Pasolini, Elio Pagliarani, Roberto Roversi in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 9 - 1 - numero 46

Brano: [...]innocua. La loro specializzazione linguistica, le loro scelte verbali, la loro meditata introversione scandalistica e respingente dei mezzi di comunicazione, restano un fenomeno marginale: ben riconoscibile, sotto le sue forme clamorosamente nuove. È come la pittura astratta dei giovani, rispetto a Braque, a Klee, a Mondrian... Evidentemente tutti i torti non ce li hanno: col neocapitalismo, dovrà per forza coincidere un neosperimentalismo, o neodecadentismo, chiamatelo come volete... E inutile rimproverare loro di essere quello
38 SAGGIO PER UNA ANTOLOGIA
che sono e di operare in un mondo che è quello che è: un mondo, a mio parere, senza alcuna prospettiva, se non metafisica... Ma non tutti, ripeto, sono obbligati a sentire la necessità di una prospettiva, il bisogno di una modifica...
I quattro poeti qui presenti, invece, pur operando manifestamente dentro un ambito linguistico e stilistico analogo, cercano di sfondare il limite deterministicamente storico, verso una visione storica che includa una modifica di quel mondo.
Una posizione scom[...]



da Carlo Salinari, Marxismo e critica letteraria in un libro di Lukàcs in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1953 - numero 11 - novembre

Brano: [...]iale ha sul singolo il necessario effetto ideologico che la sua vita privata si svolge — app arentemente — al di fuori di questa società mitizzata ».
E dimentica come Engels rimproverasse a Paul Ernst proprio il tentativo di voler definire il carattere piccoloborghese di Ibsen sulla base del concetto generale di piccoloborghese, invece di analizzare la situazione concreta della Norvegia. Voglio dire che, senza dubbio, è esatto che alla base del decadentismo si trovi l'involuzione del capitalismo nella sua fase morente, nella fase dell'imperialismo, ma che non è giusto passare dalla base economica (accentuarsi della divisione del lavoro e delle contraddizioni del capitalismo) smo di quanto non sia lo schema di Lukàcs di intermedi che pure costituiscono il tessuto dialettico nello sviluppo storico. E forse non è sbagliato pensare che — sia pure per un periodo di storia letteraria completamente . diverso — lo schema desanctisiano di interpretazione del nostro ottocento (scuola democratica e scuola cattolicoliberale) finisca per essere uno strumento[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine decadentismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---realismo <---Dialettica <---Estetica <---Stilistica <---ideologia <---italiano <---Cosa <---Così <---Filosofia <---Linguistica <---Perché <---capitalismo <---ermetismo <---ideologico <---italiana <---marxista <---psicologico <---siano <---socialista <---Antropologia <---Balzac <---Bartolucci <---Ciò <---La lotta <---Logica <--- <---Poetica <---Pratica <---Rebellato <---Rivista trimestrale <---Russia <---Sociologia <---antropologia <---classicismo <---comunista <---comunisti <---conformisti <---crociana <---d'Italia <---dell'Università <---eclettismo <---ideologica <---ideologie <---illuminismo <---italiani <---marxismo <---neorealismo <---realista <---realisti <---socialismo <---sociologia <---sperimentalismo <---storicismo <---Acque <---Acustica <---Alberobello <---Altamira <---Altoviti <---Amilcare Pizzi <---Anceschi <---Anna Karenina di Tolátoi <---Antonio Gramsci <---Antropologia culturale <---Applicatele <---Arrivare <---Artioli <---Aut <---Aut Aut <---Avignone 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