Brano: D’Annunzio, Gabriele
cialisti del giornale II lavoratore e della Camera del lavoro di Trieste furono da questi ultimi nettamente respinte. La situazione sotto questo punto di vista si chiarì compietamente quando, nell'ottobre 1920, i fascisti triestini, abbandonando le blandizie, passarono decisamente all’offensiva antisocialista attaccando e devastando la sede de « Il lavoratore », mentre i loro col leghi fiumani compivano analoga azione contro la Camera del lavóro di Fiume.
Si configurava in tal modo un movimento, il cui carattere composito (un’ala estremista, socialisteggiante, bolscevizzante, anarchicheggiante; e u[...]
[...]orata da Alceste De Ambris, annunciata il 30.8. 1920 ed entrata in vigore l'8.9.1920, la politica del governo dannunziano dovette ricorrere alla maniera forte, specialmente nel reprimere l'agitazione operaia che nell'aprile 1920 si concretò in due scioperi. Il secondo di questi provocò il duro intervento del Comando legionario che fece bloccare con truppa e mitragliatrici i locali delle « Sedi Riunite » (i Sindacati) ove si trovavano circa 200 socialisti, procedendo alla loro identificazione, all’arresto di 500 persone ed alla loro esclusione dalla città.
Nel ritiro di Cargnacco
Dopo la sconfitta, D’Annunzio si ritirò nella villa di Cargnacco sul lago di Garda e di lì, per due anni, a più riprese, ma sempre in modo confuso, si agitò per riprendere la guida del movimento di opposizione
all’Italia ufficiale, che intanto gli veniva sempre più sottratta da Mussolini. Perciò, obiettivamente, la sua azione non poteva non colorarsi di una vaga tinta antimussoliniana e persino antifascista. Tanto più che, forse per un motivo di concorrenza e[...]
[...] legionari, entrato nella fase più acuta. Alcuni tra i suoi portavoce diffondevano la notizia che il comandante intendeva riprendere un’azione di rinnovamento sociale e di pacificazione nazionale insieme, che aveva un netto carattere di concorrenza e anche di critica rispetto al fascismo. Fu allora, tra l'1 aprile e il 26.5.1922, che D'Annunzio ricevette successivamente i due più autorevoli esponenti della Cotfederazione Generale del Lavoro, i socialisti riformisti Gino Baldesi e Ludovico D'Aragona; e poi anche il ministro degli Esteri sovietico Cicerin che si trovava in Italia per la Conferenza internazionale di Genova. A quest'ultimo, D'Annunzio parlò di « spiritualità », ma anche manifestò un « sentimento molto vivo di simpatia per le lotte sociali degli oppressi » (così si sarebbe espresso
lo stesso Cicerin secondo quanto riferì il giornale II Mondo).
Ma in questa azione D’Annunzio finì per rendersi strumento, forse inconsapevole, proprio di Mussolini, contro il quale in definitiva egli si stava in quel periodo adoperando. Quando, i[...]