Il segmento testuale centrismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 501Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 290
Brano: [...]Senato.
Presidente dalla sua fondazione del Consiglio nazionale deH'Economia e del Lavoro, carica che mantenne fino al 1959, nel 1962 fu nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
Quantunque, col passare degli anni e con
lo svilupparsi anche teso delle vicende politiche nazionali, le posizioni politiche di Ruini spesso oscillassero tra le vecchie impostazioni I iberalradical i e un certo affiancamento del centrismo degli anni '50, nondimeno egli fece parte di quel l’esiguo drappello di esponenti prefascisti non di sinistra classista e non cattolici, il cui liberalismo di taglio amendoliano rappresentava il lascito più onorevole e degno del ceto politico cresciuto prima del ventennio mussoliniano. A ciò si aggiungevano la grande esperienza giuridica e la riconosciuta rettitudine morale del personaggio.
Trascorse gli ultimi anni della sua lunga esistenza mantenendo per quanto gli era possibile un rapporto attivo con gli interessi di studio e di presenza politica.
M.GI.
R.u.K.
Rustungs und Krie[...] [...]artito dal 1964 al 1968. Nel dicembre 1968 fu designato presidente del Consiglio dei ministri alla testa di un governo di centrosinistra, carica che mantenne nei due successivi governi (dal luglio 1969 al luglio 1970) e riprese dal luglio 1973 all’ottobre 1974.
Per cinque volte presidente del Consiglio e ministro in diversi altri governi (all’Agricoltura, agli Interni e infine agli Esteri nel 4° e 5° governo Moro), è una figura esemplare del “centrismo” democristiano fondato sulle alchimie delle correnti all'interno del partito e sui complessi sistemi clientelari aH’esterno, in uno dei periodi politicamente più torbidi nella vita della repubblica.
Rundstedt, Karl Rudolf Gern von
N. ad Aschersleben (Germania) il 12.12.1875, m. ad Hannover il 24.2. 1953; maresciallo tedesco.
Di famiglia della nobiltà militare prussiana, ufficiale di stato maggiore con un brillante stato di servizio nella Prima guerra mondiale, dopo la sconfitta fu tra i principali collaboratori del generale von Seeckt nella riorganizzazione dell’esercito tedesco ( We[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 102
Brano: [...]e Gasperi, nonché della segreteria (cariche sostanzialmente coincidenti nella persona di Pacciardi); dall’altro, le varie istanze laiche e popolari del partito risulteranno conculcate, creando malcontenti o dissidenze in Conti e Zuccarini.
A partire dalle elezioni del 1948, nelle prime legislature della repubblica la rappresentativa del P.R.I. si restrinse a meno di 10 parlamentari. Una ripresa graduale si avrà soltanto con il superamento del centrismo e l’avvio di una politica di centrosinistra attraverso l’evoluzione e l’influenza crescente di Ugo La Malfa.
Dopo la lunga segreteria (19501963) di Oronzo Reale (v.), e soprattutto sotto la diretta gestione lamalfiana (19651975) il P.R.I. tenderà a stabilizzarsi come “partito di democrazia” su una linea di sviluppo economico. Al contempo, riguadagnerà terreno sul piano elettorale e parlamentare, senza più essere scalfito da dissidenze di sinistra né dalla contestazione di destra a lungo coltivata da Pacciardi che (fuori dai ranghi) diverrà propugna
tore di una autoritaria “Nuova repubbl[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 226
Brano: [...]ativo e sanitario, nella crescita urbanistica pianificata, nella municipalizzazione dei servizi finalizzata a standard ottimali costituirono peraltro l’inizio della Roma moderna.
Il Blocco derivava da uno schieramento composito che faceva perno su una borghesia progressista e trovava forza elettorale nelle vecchie categorie artigiane, di tradizione repubblicana, nonché nella borghesia del pubblico impiego e delle professioni. Era una sorta di centrismo volto a sinistra, in cui il centro dominava e riusciva, con l’appoggio socialista, a eliminare l’influenza
dei gruppi più retrogradi. Ma il collante dell’esperimento (l’anticlericalismo) alla lunga non resse. Le idee riformatrici rimasero a metà, a volte irrealizzate. Dal 1910 solo i socialisti riformisti, a titolo personale, continueranno a collaborarvi. L’esperimento di governo comunale, indesiderato ma inevitabile, venne interpretato dai socialisti come conseguenza delle scelte locali della Camera del lavoro. L’ingresso dei socialisti nel municipio, in posizione minoritaria ma di una ce[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 572
Brano: [...]ilio Lussu (v.) e Vittorio Eoa (v.) ma nel complesso continuava a prevalere nel partito il pragmatismo di Nenni. La collocazione del P.S.I. rimase pertanto a lungo peculiare in Europa, conformemente a una lontana tradizione nazionale, occupando un posto significativo nella lotta di classe e contro l'egemonia degasperiana conseguente alla sconfitta del 18.4.1948. Tuttavia, specialmente dopo il 1953, venne a prevalere una linea di superamento del “centrismo” democristiano e di sboccamento della difficile situazione tattica del P.S.I.. Le prime proposte erano già state avanzate alla sinistra della D.C.. In prospettiva, si trattava già di un mutamento ideologico e sociologico del P.S.I., come contropartita correlativa a una tattica che si definiva via via sul traguardo, non immediato, dell'andata al governo.
Se la D.C. era stata definita da Alcide De Gasperi come « un partito di centro che mar
cia verso sinistra », per il P.S.I. sembrava verificarsi il contrario: un partito di sinistra che marcia verso il centro.
La conversione di rotta s[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 689
Brano: Stato Maggiore
raio sempre più debole, ma anche da parte degli stessi operatori economici più favorevoli a misure protezionistiche. Le difficoltà incontrate nella realizzazione del programma reaganiano dimostravano piuttosto una tendenza al centrismo, tradizionale caratteristica della scena politica americana dal New Deal in poi, ma la rielezione quasi plebiscitaria di Reagan nel 1984 e la tenuta complessiva del sistema evidenziavano la mancanza di una valida strategia d’opposizione e una profonda crisi della componente democratica.
La società nordamericana degli anni Ottanta presenta vistosi segni di trasformazione: da una parte i mutamenti della struttura produttiva con l’emergere di nuovi settori (informatica, spaziale, ecc.), dall'altra il flusso crescente d’immigrazione incontrollata daH’America centrale e meridionale hanno posto [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 82
Brano: [...] La lotta per la pace
Dopo la caduta (luglio 1960) del governo clericofascista capeggiato dal democristiano Ferdinando Tarnbroni (v.) prese consistenza l'iniziativa democristiana che, coinvolgendo i socialisti, sarebbe sfociata nei governi di centrosinistra.
Nel suo intervento al Comitato centrale del
3.12.1960 e criticando implicitamente il P.S.I., Togliatti definì questa politica come « una manovra destinata ad assorbire il P.S.I. nel centrismo senza alcun sbocco riformatore ».
Per evitare il pericolo di isolamento, Togliatti impegnò allora il partito in un’azione a più vasto raggio che, facendo leva sui pericoli della guerra atomica, poneva quale primo compito dei comunisti la difesa della pace (X Congresso del P.C.I., dicembre 1962). Parlando appunto su questo tema il 20.3.1963, in una conferenza svoltasi a Bergamo (la città di Giovanni XXIII), egli riprese e sviluppò l’appello già lanciato nel 1954 per « un accordo fra comunisti e cattolici per salvare la civiltà umana », rinnovando l’esortazione « alla comprensione reciproca [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 185
Brano: [...]anche se andavano aggiornate alla mutata situazione, decisero di continuare la lotta contro quella che consideravano una degenerazione staliniana della Terza Internazionale e contro l’opportunismo del gruppo dirigente comunista italiano che ne subiva passivamente l’influenza. Espulsi dal P.C.I. il 9.6.1930 i « tre », senza disporre di altri mezzi che le proprie idee, passarono alla lotta aperta e pubblica attaccando da posizioni di sinistra il « centrismo staliniano », l’Internazionale comunista e il P.C.I.'. Alla fine del 1930 Ravazzoli, Leonetti e Tresso si rivolsero a Trotzkij con una lettera firmata « Nuova Opposizione Italiana » e con la quale aderivano, come sezione italiana, al Segretariato internazionale dell’Opposizione, di cui l’esule di Prinkipo era il prestigioso capo. Inoltre essi decisero di pubblicare un periodico per cercare di diffondere le loro posizioni dissidenti nel movimento operaio e nelle file stesse dei P.C.d'L.
Il Bollettino della N.O.I.
Il Bollettino dell'Opposizione Comunista Italiana [P.C.I.) aveva come sotto[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 130
Brano: [...]ttembre 1935 il gruppo di Nin e il B.O.C. si fusero, dando origine al P.O.U.M. (v.) Partito Operaio di Unità Marxista.
Segretario del P.O.U.M.
Alla testa del nuovo partito vennero inizialmente a trovarsi quali segretari Nin e Maurin. Nel gennaio 1936 il P.O.U.M. aderì, mantenendo tuttavia un atteggiamento « critico », al Fronte popolare spagnolo praticamente dominato dai socialisti e dai comunisti (da qui, l’accusa di « tradimento » e di « centrismo » rivolta da Trotzky a Nin).
Con l’inizio della guerra civile in Spagna (giugno 1936), Maurin rimase prigioniero nella zona occupata dai franchisti e Nin si trovò a dirigere il giovane partito da solo. Scarsamente legato alle masse, isolato in campo internazionale e in posizione assolutamente minoritaria aH’interno del Fronte popolare spagnolo, il P.O.U.M. credette opportuno appoggiarsi agli anarchici che, in quel momento, costituivano in Catalogna la forza dominante. Quando poi fu proclamata la Repubblica autonoma catalana, Nin accettò di entrare a far parte del governo (Generalidad de Ca[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 718
Brano: [...]na politica basata sulla stabilità della libertà e della democrazia e sullo sviluppo legale del socialismo. Tale posizione fu mantenuta con rigore in tutte le fasi della lotta delle tendenze socialiste, contro le correnti di « sinistra » capitanate da Enrico Ferri, dai sindacalisti rivoluzionari, da Mussolini nel periodo 191214;“ sul piano teorico e politico internazionale essa si appoggiava pendolarmente al revisionismo di Eduard Bernstein e al centrismo evoluzionistico di Karl Kautsky e di Jean Jaurès, forte di una interpretazione riformista del marxismo e della eredità ideale di Engels.
Linea democraticoriformista
Fu la guerra a interrompere con la violenza, una violenza che fuorusciva dagli schemi di pacifico sviluppo del ventennio precedente, l’utopia del progresso democratico e a dimostrare la capacità e la « libertà » del capitalismo di operare scelte politiche antidemocratiche. Più Che per motivi di internazionalismo proletario, fu per avversione a questo nuovo corso della politica capitalistica e per l’attaccamento esclusivo ai [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 62
Brano: [...] un partito socialista d’ispirazione cristiana, che avrebbe dovuto convogliare le adesioni degli operai e dei contadini cattolici al di fuori della rinascente Democrazia cristiana, si ebbe a partire dal 1943 con la creazione del Partito cristiano sociale, per iniziativa appunto, di Gerardo Bruni, che come De Gasperi lavorava alla Biblioteca Vaticana ed era di indiscussa idealità antifascista.
I cristianosociali dichiaravano di respingere il « centrismo » e l’« interclassismo », che con l’illusione della collaborazione tra capitale e lavoro « continua a mantenere distinti gli uomini nella classe dei padroni e in quella dei servi, preoccupandosi solo di smussare gli angoli più acuti e di coprire le ingiustizie più stridenti », e chiedeva di « abolire le classi e porre capitale e lavoro nelle stesse mani ».
II 6.10.1943 Bruni firmò un patto di collaborazione con il Partito socialista italiano di unità proletaria e successivamente con il Partito d’Azione. Le sue forze erano soprattutto in Toscana; non fece mai parte, tuttavia, del Comitato d[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine centrismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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