Brano: [...] partito. Si avvertiva nel mondo il pericolo di una nuova guerra.
All’inizio del 1928, alla Nona sessione dell’Esecutivo dell’lnternazionale, fu elaborata una nuova tattica (divenne nota con la formula « classe contro classe ») che contemplava l’inasprimento della lotta contro il riformismo socialdemocratico e, al tempo stesso, orientava i partiti comunisti a prepararsi alla possibile esplosione di violente crisi politiche e sociali nei paesi capitalisti.
In tale prospettiva, i partiti comunisti erano chiamati a esprimere nel modo più netto « la propria linea politica, che è radicalmente diversa dalla linea dei riformisti, sia per quanto riguarda i problemi generali (guerra, rapporto verso l'Unione Sovietica, la Cina l'India, l’Egitto, ecc.) sia per quanto riguarda i problemi della lotta quotidiana della classe operaia ».
VI Congresso
Nel luglio 1928 si tenne il VI Congresso, al quale parteciparono 515 delegati di 65 organizzazioni (tra cui 50 partiti comunisti) di 57 paesi. In quel Congresso fu visto l’avvento di una « terza » fase [...]
[...]a della classe operaia ».
VI Congresso
Nel luglio 1928 si tenne il VI Congresso, al quale parteciparono 515 delegati di 65 organizzazioni (tra cui 50 partiti comunisti) di 57 paesi. In quel Congresso fu visto l’avvento di una « terza » fase nello sviluppo rivoluzionario del mondo dopo la Rivoluzione d’ottobre (dopo quelle della « rivoluzione immediata » e del «fronte unico»), fase contrassegnata da un nuovo acutizzarsi delle contraddizioni capitalistiche, prime avvisaglie della crisi economica mondiale.
L’assemblea pose al centro dei suoi lavori la netta contrapposizione tra comuniSmo e socialdemocrazia, e il Congresso passò alla storia come quello che maggiormente
inasprì la lotta contro la socialdemocrazia, rinata a nuova vita con la stabilizzazione capitalistica. Nelle tesi del Congresso apparve già evidente una divisione tra Stalin e Bucharin, che rifletteva i contrasti all’interno del partito russo (Bucharin venne poi sostituito, alla testa deM’Internazionale, nella primavera del 1929, da Molotov, al quale seguì Manuilskij).
« Per Bucharin lo sviluppo dei monopoli e del capitalismo di Stato è un processo divenuto impetuoso, accompagnandosi a un grande rinnovamento tecnologico, anche se accresce con ciò stesso le sue contraddizioni di fondo. Per Stalin non è lecito ammettere tale potenziamento perché la concessione verbale potrebbe dar luogo ad[...]
[...]n considerazione di quanto andava accadendo nel Kuomintang, definì la borghesia nazionale come forza non in grado di partecipare alla lotta contro l’imperialismo.
Il Congresso adottò anche il programma — elaborato da Bucharin — che, caratterizzando in modo rigoroso il capitalismo e in particolare il periodo della sua crisi generale (v.), sottolineava al tempo stesso l’importanza del primo Stato socialista per la lotta rivoluzionaria nei paesi capitalisti e formulava i compiti internazionalisti dell’Unione Sovietica e del proletariato mondiale. Particolare rilievo venne dato ai problemi del periodo di transizione dal capitalismo al socialismo. La delegazione italiana presente ai
lavori comprendeva, tra gli altri, Pai miro Togliatti, A. Tasca, Ruggero Grieco, Ottavio Pastore, Giuseppe Di Vittorio, Luigi Longo, Giovanni Germanetto, Pietro Secchia. L’intervento di Togliatti, rispecchiante le analisi che il Partito comunista italiano era andato facendo, introdusse una distinzione netta tra fascismo e socialdemocrazia, incontrando di conseguenza[...]
[...]i in un'organizzazione tradizionale della classe operaia, e l'applicazione di metodi fascisti fatta dalla socialdemocrazia, la quale è un movimento che ha una base operaia e piccolo borghese e trae la sua forza principalmente da un’organizzazione che è riconosciuta da grandi masse operaie come l'organizzazione tradizionale della loro classe ».
VII Congresso: fronte unico
È noto che nel 1929 una gravissima crisi economica sconvolse il mondo capitalistico, provocando una ripresa delle lotte di classe. Si assistè a un generale rafforzamento delle correnti fasciste e a una sempre più chiara spinta aggressiva e bellicistica prodotta dalle contraddizioni interne delTimperialismo. Il fascismo divenne il nemico principale del movimento rivoluzionario mondiale. Nel 1933 la tragica esperienza della Germania, dove Hitler prese il potere soprattutto grazie alle divisioni della classe operaia tedesca, fu una dura lezione per tutto il movimento operaio internazionale. Si rendeva necessario colmare l’abisso pericolosissimo apertosi tra socialisti e comun[...]
[...]l potere soprattutto grazie alle divisioni della classe operaia tedesca, fu una dura lezione per tutto il movimento operaio internazionale. Si rendeva necessario colmare l’abisso pericolosissimo apertosi tra socialisti e comunisti, s’imponeva una politica che unisse tutte le forze democratiche in uno stesso fronte con la classe operaia. Il XIII Plenum deH’Internazionale (dicembre 1933), denunciando l’incombente minaccia fascista su tutti i paesi capitalistici, insistette particolarmente sul tema delle alleanze. La portata e la gravità dell’estendersi ulteriore del fascismo in Europa emerse con particolare evidenza in Spagna e in Austria. La fallita insurrezione del proletariato