Brano: [...]dicane), per circa un quarto collinare e per il resto pianeggiante. La pianura bresciana è stata notevolmente arricchita da bonifiche e da irrigazioni artificiali create alla fine del secolo scorso. L’industria locale, favorita nei trascorsi decenni dalle guerre e dalla politica autarchica del fascismo, è sostenuta anche da un artigianato locale. La fabbricazione delle armi impiegò durante l'ultimo conflitto oltre 30 mila addetti.
I cattolici bresciani
II Bresciano è sempre stato caratterizzato da una forte influenza cattolica è dall'azione di un clero tra i più attivi d’Italia, di tendenze innovatrici e riformistiche. A Brescia studiò Giovanni Battista Montini, l’attuale Pontefice Paolo VI, e notevole peso esercitarono le famiglie Montini e Bazzoli nel promuovere localmente l’opera dell’Azione Cattolica e di quel movimento che avrebbe poi dato vita al Partito popolare. Sin dall’inizio del secolo i cattolici puntarono suH’inserimento nella vita politica e amministrativa della provincia, alleandosi con i moderati; e impiegando cospicui me[...]
[...]e. Sin dall’inizio del secolo i cattolici puntarono suH’inserimento nella vita politica e amministrativa della provincia, alleandosi con i moderati; e impiegando cospicui mezzi diedero vita a una rete di organizzazioni sindacali, cooperative, culturali, nonché a casse rurali, a scuole private (come il collegio Cesare Arici], a giornali e a case editrici, conquistando via via le pubbliche amministrazioni.
La guerra del 191518 trovò i cattolici bresciani schierati su posizioni neutraliste, sostenute dal giornale Il Cittadino. L’alleanza conimoderati, e in particolare con l'interventista Giacomo Bonicelli, modificò però il neutralismo originario in « neutralismo vigilante », secondo la linea sostenuta dal Della Torre sull'« Osservatori Romano », e alla cui affermazione contribuì anche Giorgio Montini. Malgrado le attenuazioni del loro neutralismo, i cattolici bresciani continuarono abilmente a indicare l’obiettivo di tenere l’Italia fuori dal conflitto, anche mediante un accordo con l’Austria e la Germania. Nel maggio 1915 finirono per dare la loro adesione alla guerra, allineandosi alle posizioni di Meda, ma intanto le precedenti posizioni e l’alleanza
con i moderati avevano loro consentito di conquistare* dopo 8 anni di amministrazione zanardelliana, il Comune e il Consiglio provinciale.
Socialisti e comunisti
Il movimento, socialista, sviluppatosi con difficoltà e ritardo in un ambiente particolarmente difficile (nel 1917, contava appena 521 isc[...]
[...]o una marcia sul capoluogo. Fu in questo periodo che emerse la figura di Augusto Turati, destinato a diventare
poi segretario del Partito fascista (192630).
Nel febbraio del 1925 scoppiò a Brescia una forte agitazione sindacale contro il crescente aumento dei costo della vita e a questa agitazione, costretti dalla pressione delle masse, dovettero dare il loro appoggio anche i fascisti; lo sciopero, al quale parteciparono 8.000 metallurgici bresciani, con l'intervento della F.I.O.M. si estese poi a molti stabilimenti di Milano e della Lombardia.
Nel corso del 192526 I fascisti perseguitarono, bandirono e costrinsero ad abbandonare la provincia numerosi dirigenti socialisti e comunisti. Ghislandi fu confinato, gli ex deputati Maestri e Viotto vennero cacciati; Felice Vischioni, organizzatore dei ferrovieri, fu costretto a espatriare, così come lo furono il socialista Bonomelli e il comunista Italo Nicol etto. I popolari beneficiarono inizialmente di una relativa « libertà », grazie anche ai loro alleati « moderati », che scivolavano ver[...]