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Il segmento testuale autisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 44Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 295

Brano: [...]mo a muovere per Amelia, ci viene incontro il capitano che comandava la difesa da me fatta mettere al ponte sul Tevere, presso Orte. La sua compagnia si è fatta avvicinare dai tedeschi che poi, a tradimento, l'hanno disarmata. Tratto duramente il capitano e lo minaccio di farlo fucilare, ma è inutile; la gente è sempre più impressionata. Ed ecco che un reparto tedesco giunge ai piedi della cittadina di Orte; con le armi in pugno disarma i nostri autisti che si preparano a partire, si impadroniscono delle nostre macchine. Mando il mio ufficiale di ordinanza a chieder spiegazione ed esigere il rilascio delie automobili. Ma, affacciandomi al parapetto, vedo alcuni tedeschi che, le armi spianate contro i miei autisti, si avviano con le macchine. Ora è troppo! Ordino ai due o tre militari che mi sono vicini (il mio attendente e il mio autista) di far fuoco; prendo io stesso un moschetto e, per dar l’esempio ai timidi, apro il fuoco. I tedeschi si raccolgono nelle case dirimpetto e rispondono al fuoco. Faccio intervenire gruppi di carabinieri e di granatieri. Il conflitto si allarga; la sparatoria aumenta. Un borghese si presenta a me, tutto scalmanato, rosso in viso: « Generale, mi dia un fucile, lo ho cinque figli, ma contro i tedeschi son pronto a dare la pelle ». Dei tedeschi, rimangono feriti un uffici[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 34

Brano: [...]efilino uscendo di campo utile. Non abbinare mai le armi automatiche a tiro lungo, ma bensì incrociarne il tiro. Se si ha il tempo, controllare con precisione le distanze tra postazione e obiettivi per l'esatto uso degli alzi.

Appostare i fucilieri più precisi, adeguatamente coperti da ostacoli naturali (rialzi, sassi, piante, ecc.) il più vicino possibile alla carreggiata e nel centro del tratto sotto controllo, con il compito di tirare agli autisti. A fianco dei fucilieri fungenti da cecchini sia qualche uomo col mitra per la loro immediata difesa e qualche buon tiratore di bombe a mano. Anche una poco efficace Breda, ben lanciata su di un automezzo crea il presupposto di momentaneo disorientamento e di panico atto a rendere redditizia l’azione. Il comandante l'azione si situi in luogo più visibile possibile dalle diverse postazioni, onde sorvegliare sempre l’azione e segnalare gli eventuali ordini. Il comandante che si apposta con un gruppo di uomini lascia tutti gli altri gruppi in balìa di se stessi e non può coordinare né il fuoco n[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 246

Brano: [...]si il controllo del paese né a garantire la sicurezza alle migliaia di lavoratori italiani adibiti a costruire e a mantenere efficienti le vie di comunicazione.

Malgrado lo stato di guerriglia e la promulgazione di leggi razziali per impedire i rapporti tra coloni e popolazione indigena, tra gli italiani affluiti a lavorare in Etiopia e la gente locale sorsero, dal 1936 al 1940, forme di ccllaborazione e perfino legami di amicizia. Contadini, autisti, operai e tecnici giunti in Etiopia attratti solo dalla speranza di trovare un lavoro negato in patria, in generale non assunsero atteggiamenti da colonialisti. Ciò ven

ne confermato, dopo la liberazione del paese, dal fatto che molti di essi poterono rimanere in Etiopia senza subire molestie.

Seconda guerra mondiale

Il 10.6.1940, cori l’entrata in guerra dell’Italia; l'Africa Orientale Italiana rimase esposta e isolata. Amedeo d’Aosta è il generale Nasi avevano forze di gran ; lunga inferiori a quelle che, alcuni anni prima, erano statè impegnate per la conquista déirimpefò; l'armam[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 126

Brano: [...]ocemente alle fiamme fasci di documenti, tentarono di dileguarsi per le vie della montagna o lungo la riva del lago. Ma nessuno di loro fece molta strada: tutti furono catturati e rinchiusi, chi nelle scuole di Musso e chi a Dongo. I partigiani arrestarono i gerarchi Paolo Zerbino, Ruggero Romano, Fernando Mezzasoma, Augusto Liverani, Goffredo Coppola, Nicola Bombacci, Luigi Gatti, Ernesto Nudi, Ernesto Daquanno, Pietro Calistri; e, inoltre, gli autisti e i poliziotti al loro seguito (Cesare Marcucci, Francesco Cetti, Virgilio Pallottelli, Alfredo Frighi, Antonio Brocchi, Armando Rebecchi, Teresio Beltrami, Francesco Piazza, Domenico Baghetto, Giuseppe Nicoletti).

L’autoblinda compieva intanto, con evidente scopo intimidatorio, troppo disinvolte evoluzioni lungo l’autocolonna: per cui, allorché, dopo aver raggiunto la coda della colonna, volle nuovamente comparire in testa, qui venne distrutta dai partigiani e, con essa, ne vennero eliminati i due occupanti. In quel frattempo Mussolini, travestito da soldato tedesco, s’infilava a bordo d’[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 225

Brano: [...]cini (v.) detto Mina (che i fascisti uccideranno poi a Introbio), tutti attirati dalla presenza delle armi.

Al tramonto del 2 giugno i partigiani scelti per l’azione scesero verso Rremana. Il piano d’attacco alla caserma era semplice: il colonnello che la comandava dormiva in qualche posto del paese; si trattava di scovarlo e di farsi accompagnare da lui stesso fino alla porta della caserma. Per strada i partigiani fermarono tre camion, i cui autisti furono lieti di unirsi coi loro mezzi all'impresa. A un chilometro da Ballabio i camion si arrestarono, alcuni partigiani sovietici furono lasciati di guardia agli automezzi e gli altri proseguirono a piedi verso la caserma, un fabbricato a due piani cintato da una rete metallica. Presso l’entrata, una piccola costruzione, una specie di corpo di guardia. Nel frattempo alcuni partigiani giravano invano, di casa in casa, alla ricerca del colonnello. Il loro andirivieni svegliò i cani e la sorpresa venne a mancare, ma si decise di attaccare ugualmente. « Spartaco » con ire Gap avanzò allo scoper[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 417

Brano: [...]decorati di medaglia d’oro alla memoria; Berto Zampieri e Vittorio Ugolini, a loro volta valorosi gappisti veronesi; e infine Aldo Petacchi, un antifascista di Pontremoli, già confinato politico e addetto come ufficiale di collegamento al Comando delle Brigate Garibaldi, appositamente inviato dalla Direzione del P.C.I. da Milano a Verona per capeggiare il gruppo.

I sei uomini si provvidero di una grossa vettura, messa a disposizione da alcuni autisti di piazza veronesi e, armati di tutto punto, giunsero all’ingresso del carcere. Bernardinelli, che pilotava l’auto, fingendo di essere un avvocato riuscì a farsi aprire il portone e a bloccare con la sua pistola l’esterrefatto guardiano, mentre Petacchi e Pretto, armati di mitra, si infilavano per le scale. Disarmata e lasciata in custodia la guardia ai compagni rimasti di copertura all’ingresso, salì anche Bernardinelli, ma in quello stesso momento ebbe inizio una sparatoria contro l’automobile, da parte dei guardiani che, resisi conto dell’accaduto, tiravano dalle finestre del carcere. Con [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine autisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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