Brano: Attesismo
tro l’occupante tedesco, a motivo della sua schiacciante superiorità militare, poiché l'azione dei patrioti avrebbe scatenato la feroce reazione nazifascista senza alcun risultato positivo. Altri dimostrava l’inutilità della lotta e di gravi sacrifici, poiché gli Alleati sarebbero arrivati ugualmente. Non mancavano neppure gli « strateghi » e i tecnici militari che, esperienza alla mano, sostenevano non esservi in Italia le condizioni e il terreno adatto allo sviluppo della guerriglia partigiana. Altri ancora propugnava la necessità di attendere che gli eserciti alleati fossero alla vigili[...]
[...]hé gli Alleati sarebbero arrivati ugualmente. Non mancavano neppure gli « strateghi » e i tecnici militari che, esperienza alla mano, sostenevano non esservi in Italia le condizioni e il terreno adatto allo sviluppo della guerriglia partigiana. Altri ancora propugnava la necessità di attendere che gli eserciti alleati fossero alla vigilia della vittoria, onde non bruciare anzitempo le poche forze antifasciste disponibili. Dichiarati fautori dell’attesismo erano i ceti conservatori, più timorosi del popolo in armi che dell’invasore tedesco; e i grandi industriali, gli affaristi, gli speculatori già compromessi col fascismo, interessati a non interrompere la produzione nelle fabbriche e i relativi profitti. Costoro, già avviati a collaborare con l'invasore, cercavano contemporaneamente di conquistarsi anche qualche merito patriottico; quindi mantenevano contatti con i C.L.N., elargivano qualche sovvenzione, ma sostanzialmente chiedevano, in cambio, la tranquillità necessaria ai loro traffici e una garanzia per il domani.
I casi Operti e Catta[...]
[...]n essendo mai state orientate verso la lotta armata, ideologicamente meno preparate a comprendere la situazione politica in atto, meno provviste di quadri e di uomini disposti al combattimento, erano più inclini ad accogliere le argomentazioni attesiste, e a sostenerle all’interno dei C.L.N., ove finivano così per esercitare concretamente una remora allo sviluppo dell'azione di massa e della lotta di liberazione.
Uno dei casi più clamorosi di attesismo fu, agli iriizi, quello del generale Operti. Costui, già capo del l'intendenza della IV Armata, il 9.11.1943 fu designato dalla maggioranza del C.L.N. e del Comitato militare piemontese, nonostante il voto decisamente contrario dei comunisti, ad assumere il Comando regionale dei partigiani, « per la necessità — ha scritto Paolo Greco (v.) nel proprio diario — di assicurare al Comitato i fondi della IV Armata che erano rimasti nelle mani del generale » e che l'Operti si era impegnato di versare. A parte l'evidente assurdità, non soltanto morale, di affidare il Comando a un generale solo perché[...]
[...]e bande partigiane, con il reciproco impegno di non interferire nelle rispettive zone e col comune obbiettivo di « tutelare l'ordine pubblico coiitro ogni tentativo di sovversione ». Il C.L.N. regionale piemontese cercò allora di correre ai ripari, affiancando al generale il colonnello Ratti, uomo di sicura fede antifascista, ma l'Operti non accettò questa soluzione e rassegnò le dimissioni dall’incarico di comandante regionale.
Altro caso di attesismo negli ambienti militari fu quello del colonnello Cattaneo (che si faceva chiamare Tenno). Alla fine dell’ottobre 1943, grazie all’appoggio dei partiti moderati in seno al C.L.N. e degli industriali locali, costui era riuscito, nonostante la recisa opposizione dei comunisti, a farsi nominare comandante della zona biellese. Non appena avuto il comando, il colonnello Tenno diramò alle formazioni partigiane l'ordine di consegnare le armi: queste sarebbero state concentrate tutte in un luogo, dove egli stesso avrebbe provveduto a occultarle, sino a quando non fosse giunta l'ora di distribuirle nuo[...]
[...]o Tenno diramò alle formazioni partigiane l'ordine di consegnare le armi: queste sarebbero state concentrate tutte in un luogo, dove egli stesso avrebbe provveduto a occultarle, sino a quando non fosse giunta l'ora di distribuirle nuovamente. Tale ordine non venne naturalmente eseguito; quasi tutte le formazioni partigiane rifiutarono di riconoscere una qualsiasi autorità al colonnello Tenno e il C.L.N. fu costretto a ritirargli il mandato.
L’attesismo di « sinistra »
Seppure con scarsa influenza, non mancò un attesismo di « sinistra », rappresentato
da gruppi estremisti, settari, anarchici; alcuni facenti capo al periodico Prometeo, altri a fogli clandestini diversi. Per tutti costoro, i lavoratori dovevano estraniarsi da una guerra che non era la loro, da un conflitto in corso tra forze imperialiste contrapposte: quindi non dovevano partecipare alla lotta partigiana.
Di un certo rilievo fu la vicenda di una Unione dei Lavoratori Italiani (U.L.I.) costituitasi in Romagna con l'ambizioso programma di realizzare un fronte antifascista al disopra dei partiti democratici. Sino al 25 luglio la U.L.I. aveva[...]
[...]a che, spinta dalla paura e dall’egoismo, ieri accettò il fascismo e oggi ritorna pavidamente a subirlo ». islell'altro articolo, dal titolo « Onestà », si poteva invece leggere: « ... tra gli otto milioni di baionette di mussoliniana memoria e l'esercito di liberazione nazionale degli italiani demagoghi c’è soltanto una differenza: quelle non c’erano, ma molti credevano che ci fossero, mentre questo non c’è e tutti lo sanno ».
L'insidia dell'attesismo accompagnò la Resistenza dall’inizio alla fine, con momenti particolarmente acuti di recrudescenza, specialmente alla vigilia della liberazione di determinate zone da parte degli Alleati e alla vigilia dell’insurrezione nazionale. Col pretesto di evitare inutile spargimento di sangue, rovine alle città, distruzione di patrimoni, le fòrze moderate conservatrici tendevano ad arrivare ad accordi, a stabilire compromessi con i fascisti e con i tedeschi, per il « pacifico » trapasso dei poteri. Ma, per lo più, i piani tesi a lasciare via libera alle armate tedesche furono sventati, perché l’insidi[...]
[...]ate zone da parte degli Alleati e alla vigilia dell’insurrezione nazionale. Col pretesto di evitare inutile spargimento di sangue, rovine alle città, distruzione di patrimoni, le fòrze moderate conservatrici tendevano ad arrivare ad accordi, a stabilire compromessi con i fascisti e con i tedeschi, per il « pacifico » trapasso dei poteri. Ma, per lo più, i piani tesi a lasciare via libera alle armate tedesche furono sventati, perché l’insidia deH'attesismo venne sempre decisamente controbattuta dalle forze d'avanguardia della Resistenza.
P.Se.
Attività legale
Così era chiamata (in contrapposi