Brano: Astensionismo
classe conduce al marasma, al disordine in permanenza, al pullulare incomposto e atroce di tutte le passioni barbariche e feline ».
La posizione astensionista venne respinta dalla grande maggioranza delle correnti comuniste e internazlonaliste del Partito socialista. Lenin stesso la condannò scrivendo: « Indubbiamente il compagno Bordiga e la sua frazione dei ’’ comunisti boicottisti ” (comunista astensionista) sono dalla parte del torto, quando sostengono la noji partecipazione al parlamento. Ma in un punto mi sembra che Bordiga abbia ragione, per quanto è possibile giudicare da due nu[...]
[...]ale massima, mai prima toccata, del 67,1 % anche perché in molte località i fascisti portarono gli elettori « inquadrati » a votare in massa.
poteva accettare un blocco proletario neppure per l’astensione; ossia che tale astensione doveva abbracciare non solo i partiti proletari, ma anche i gruppi borghesi e i partiti che vi aderivano, con un significato puro e semplice di protesta ».
Il plebiscito fascista del 1929
Una discussione sull’astensionismo vi fu ancora, in occasione del plebiscito fascista del 1929, tra i gruppi dirigenti dei partiti antifascisti italiani all’estero. Di fronte al plebiscito che offriva Dna sola lista, quella fascista, e un unica possibilità, votare Sì oppure NO, il Partito comunista prese immediata posizione per la partecipazione al voto. Bisognava andare a votare NO.
« Per quanto piccole possano essere le possibilità di manifestare, nelle urne del plebiscito, l’opposizione al fascismo, non vi è dubbio che queste possibilità dovranno essere tutte utilizzate. E come il fascismo farà ricorso a tutte le armi pe[...]
[...]tra a tutti i mezzi si dovrà fare ricorso per compiere questa manifestazione. Tutti i mezzi: dal sotterfugio si* no alla violenza e alla rottura delle urne. Ciò che si deve combattere è l’indifferenza di fronte al plebiscito, lo stato d’animo astensionista per principio, la passività di fronte al nemico. Il plebiscito ci deve offrire ancora una volta la possibilità di proclamare e dimostrare che il fascismo non si abbatte con la passività, con l’astensionismo e con l’indifferenza, ma si potrà abbatterlo soltanto con la resistenza attiva e con la lotta ». [Stato Operaio, n. 1, gennaio 1929).
La concentrazione che univa allora aN’estero gli altri partiti socialisti e antifascisti assunse invece la posizione astensionista affermando (e ciò era vero) che il plebiscito era soltanto una commedia; quindi non era il caso di sfidare le ire e le violenze del nemico per andare a deporre nelle urne un NO che sarebbe stato immediatamente annullato. « Chi negherebbe che soltanto un assurdo impulso a compiere una cosa vana potrebbe spingere un avversario del [...]
[...] (i quali avevano scarsa influenza), non ebbe effetti concrèti rilevabili. La scarsa affluenza àllé Urne (1919: 59,7%; 1921: 60,9 %) eha prevalentemente la conseguenza dèll’arretratezza di una parte delle rnasse popolari, specie delle campagne, e di decenni di propaganda asténsionista fatta dai cattolici. Nella Valle Padana, nel 1919, la più bassa percentuale di votanti (50%) è quella del Veneto, e la più alta (72,7 %) è quella dell’Emilia.
L’astensionismo dei riformisti
Una velleitaria posizione astensionista venne espressa prima delle elezioni del 1924 dal Partito socialista unitario (riformista). Il Parlamento aveva approvato la nuova legge elettorale Acerbo (v.) e la maggior parte dei partiti borghesi era entrata nel listone « nazionale » fascista. La sproporzione delle for
Una proposta dei comunisti
In occasione delle elezioni del 1924 il Partito comunista avanzò ai due partiti socialisti la proposta di presentarsi con una lista unica, in un fronte unito proletario. La proposta venne accettata dal Partito socialista italiano (mass[...]