Il segmento testuale assolutismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 196Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali) |
da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 101
Brano: [...]assunto la Dichiarazione votata dalle Colonie americane per liberarsi dall'oppressione inglese e fondare Stati indipendenti (Dichiarazione di indipendenza del 4.7.1776) e la famosa « Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino », approvata in Francia il 26.8.1789 dalla Costituente rivoluzionaria per dare al popolo francese un nuovo ordinamento costituzionale, ispirato alle esigenze della vittoriosa classe borghese in contrapposizione all'assolutismo monarchico.
Alla Dichiarazione francese si sono ispirati, via via che negli altri paesi europei si faceva sentire la pressione rivoluzionaria, le « costituzioni » e gli « statuti » strappati dai rivoluzionari borghesi, in ordine più
o meno avanzato sotto l'aspetto democratico secondo i rapporti di forze in atto e le vicende politiche locali. Si doveva giungere alla rivoluzione russa del 1917 e alla successiva Costituzione sovietica del 1924 (modificata nel 1936) per assistere all'affermazione di un nuovo rivoluzionario progresso dei diritti umani e civili ispirato al socialismo, quindi [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 279
Brano: [...]anza abbia indotto il fascismo a respingere « l’assurda menzogna convenzionale dell'egualitarismo politico ». Dopo aver espresso la sua convinzione « che la questione delle forme politiche di uno stato non è oggi preminente », Mussolini ricorda comunque agli ultimi patiti della democrazia che il fascismo, tutto sommato, può essere definito « una democrazia organizzata, centralizzata, autoritaria »; ma aggiunge, per chiunque temesse un ritorno aH'assolutismo del XVIII secolo, che « non si torna indjtetro » e che il fascismo « è un fatto nuovo nella storia. Non sono possibili riferimenti e confronti ».
La concezione dello stato rimane dunque « caposaldo della dottrina fascista ». Si tratta di uno stato che « porta gli uomini dalla vita elementare della tribù alla più alta espressione umana di potenza che è l'impero »; di uno stato « rivoluzionario », in quanto « anticipa la soluzione » di tutti quei problemi che nelle democrazie parlamentari sono costituiti dall’esistenza dei partiti e « dall’irresponsabilità delle assemblee »; e nondimeno di u[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 350
Brano: [...]o del liberalismo economico (v.) per il libero scambio delle merci e contro ogni ingerenza dello Stato nell’economia. Particolarmente diffuso durante il secolo XIX e al principio del XX, il liberalismo precedette e accompagnò la grande Rivoluzione francese. Ispirato dalle teorie di Locke, Voltaire, Montesquieu e dei fisiocratici, combattè contro le strutture feudali che escludevano o limitavano i diritti della borghesia: contro il dispotismo e l’assolutismo monarchico, il liberalismo propugnava lo Stato costituzionale retto da un sistema parlamentare, e una revisione del diritto per far corrispondere lo Stato alle esigenze di sviluppo della società borghese.
Moderati e giacobini
Rivoluzionari nei programmi ma non altrettanto nei metodi di attuazione, pur di realizzare certe riforme costituzionali i movimenti liberali ricorsero frequentemente a compromessi con le vecchie caste dominanti, sconfessando le correnti popolari più avanzate, per cui lo stesso luminoso esempio della Rivoluzione francese del 1789 rimase un fatto storicamente isolato[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 169
Brano: [...]to di istituti e tradizioni feudali obsoleti, senza una più larga partecipazione dei sudditi (visti sia come produttori che consumatori), quindi senza una democratizzazione della vita pubblica e delle istituzioni, cui veniva chiesto di garantire per legge condizioni ottimali allo sviluppo della libera iniziativa privata.
Di queste esigenze si faranno interpreti in Italia i sostenitori del liberalismo (v.) e dello Stato costituzionale contro l’assolutismo, dai cattolici moderati (detti neoguelfi) Cesare Balbo (17891853), Vincenzo Gioberti (18011852) e Giuseppe Montanelli (18131867), al repubblicano Giuseppe Mazzini (v.), a Giuseppe Garibaldi (v.) e molti altri. Si ebbero così, prima ancora del Risorgimento, importanti riforme in varie regioni, soprattutto in Toscana e nel LombardoVeneto, riguardanti i diritti costituzionali, l’istruzione pubblica, i rapporti di produzione nelle campagne ecc.. La stessa unità d’Italia è da vedersi come il principale obiettivo perseguito dalla borghesia liberale “riformista” (con i noti limiti e, per di più, leg[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 547
Brano: [...]ò servizio nell'esercito transilvano comandato dal generale Bem che lo nominò subito suo aiutante. Dimessosi anche da tale incarico, tornò a Pest. Poi, alla notizia che i russi, alleati dell’Austria, stavano avanzando, raggiunse nuovamente Bem e alcuni giorni dopo morì in battaglia.
La poesia di Petòfi segna un'importante tappa nella storia della letteratura ungherese. Studioso della Rivoluzione francese e sostenitore del liberalismo contro l’assolutismo monarchico, egli attinse dalla tradizione popolare le nuove espressioni della sua arte, poi largamente imitata. La sua litica, pure ispirata ai temi delTamore e della natura, è intrisa di un irruente patriottismo. Per la sua indole ribelle e la vivacissima fantasia, divenne un esempio di combattente rivoluzionario e difensore delle libertà democratiche.
L’influsso della poesia di Petòfi sulla letteratura ungherese si fece sentire mentre egli era in vita e a lui faranno ancora riferimento, nel 1956, gli intellettuali ungheresi insorti contro il dominio dello stalinismo.
Petracco, Silvano[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 410
Brano: [...]tali. Mentre il Parlamento inglese è il risultato di una secolare controversia tra l’originario braccio laico (poi divenuto Camera dei Comuni) e il sovrano, controversia che si sviluppò fra il XIII e il XVIII secolo attraverso un crescendo di dichiarazioni e di concessioni di diritti, gli altri Parlamenti moderni sorsero nei principali paesi europei dopo la Rivoluzione francese del 1789, grazie ai movimenti costituzionali miranti a contrastare l’assolutismo monarchico. Il modello organizzativo delle costituzioni ottocentesche fu comunque quello inglese, compresa la scelta del Parlamento bicamerale costituito da una camera alta (rappresentativa dei ceti aristocratici vicini al sovrano) e una camera bassa (composta da rappresentanti elettivi della borghesia).
Lo Statuto albertino
Al modello inglese si rifece lo Statuto albertino, promulgato da Carlo Alberto nel Regno di Sardegna il 4.3.1848 e rimasto in vigore in Italia fino al 2.6.1946. Esso contemplava una Camera composta da deputati di volta in volta eletti nei vari collegi elettorali e u[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 403
Brano: [...]declassato a provincia di frontiera soggetta al governo di Buenos Aires. Sventando i propositi di dominio
della giunta rivoluzionaria d’Argentina, insediatasi nel paese dopo la sollevazione contro il dominio coloniale spagnolo, nel 1811 il Paraguay si ribellò alla soggezione argentina e, nell’ottobre 1813, si proclamò repubblica. Questa cadde immediatamente sotto la dittatura di José G. Rodrìguez Francia (£/ Supremo) che giustificò il proprio assolutismo con la necessità di salvaguardare il giovane Stato indipendente da complotti organizzati da potenze straniere, in particolare dall’Argentina.
Il dittatore, molto ammirato in Europa dagli utopisti Fourier e Carlyle, governò fino al 1840, impegnandosi a promuovere lo sviluppo sociale degli indios che costituivano la grande maggioranza della popolazione (gli individui di origine europea sono i'I 5% degli abitanti).
La guerra del Paraguay
A Rodrìguez Francia succedette il nipote Carlos A. Lopez, il quale trasmise il potere al figlio Francisco Solano Lopez (18621870), sotto il cui governo[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 600
Brano: Massoneria
Nei primi anni della sua esistenza la nuova associazione incontrò il favore di alcuni sovrani appartenenti al cosiddetto assolutismo illuminato. Il più importante di costoro, l’imperatore d’AustriaUngheria Giuseppe II, emanò disposizioni affinché la Massoneria fosse tollerata. A Milano, il ministro plenipotenziario conte von Wilzeck il 21.1.1786 emanò un decreto col quale stabilì che in ogni città capoluogo di provincia esistesse una sola loggia di franchi muratori e questa avesse l’obbligo di comunicare alle autorità il giorno e l’ora delle sue adunanze. Non era permesso tenere riunioni fuori della propria sede e bisognava consegnare al capo della provincia una nota fedele dei nomi di tutti i franchi muratori iscritti all[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 358
Brano: [...]dimento delle libertà democratiche dovrebbe essere assicurato dalle leggi e dagli organi dello Stato, ma in pratica dipende dal rapporto di forze tra borghesia e proletariato e dalle mutevoli vicende della lotta di classe.
Cenni storici
Il 26.8.1789 l'Assemblea Costituente francese approvò la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino come base di un ordinamento costituzionale nuovo, contrapposto dalla borghesia rivoluzionaria all’assolutismo monarchico fino allora imperante. Sull’esempio di quella americana del 1776 [Bill of Rights], la dichiarazione francese risentiva dell’influenza della filosofia giusnaturalistica e rappresentava l’affermazione di quei diritti che avrebbero la loro radice nella « natura » stessa dell’uomo, quindi un carattere universale e un’origine anteriore a qualsiasi istituzione positiva: la libertà personale, di coscienza, di culto, l’uguaglianza di fronte alla legge, la libertà di riunione, di stampa, l’inviolabilità della proprietà, venivano raffigurati come « diritti naturali, essenziali, inalienabili [...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine assolutismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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