Il segmento testuale antipartigiana è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 196
Brano: [...] garibaldini (il “Friuli”, il “Garibaldi”, il “Pisacane” e il “Mazzini”) si unirono nella Brigata Garibaldi “Friuli”, la prima brigata partigiana d’Italia, avente come comandante Giacinto Calligaris e come commissario Mario Lizzerò “Andrea”.
Le Divisioni garibaldine e le Formazioni “Osoppo” (v.) che combatterono nella regione durante i 20 mesi dell’occupazione tedesca trassero tutte origine da questi primi reparti.
Fin dall’inizio la lotta antipartigiana assunse in queste zone, che erano
per i tedeschi di grande importanza strategica, caratteri di particolare asprezza: fu una lotta condotta dagli occupanti secondo piani organici di distruzione totale e terroristica, segnata in tutto il suo corso da eccidi, rappresaglie indiscriminate, devastazioni sistematiche di territori, deportazioni.
L’occupazione tedesca di Udine
Nei giorni immediatamente successivi all’8.9.1943 la popolazione udinese trovò momentanea soluzione alle proprie necessità saccheggiando i magazzini militari dove erano ammassati viveri in gran quantità: furono assaliti[...] [...] modo da permettere ai deportati di saltare giù durante il viaggio.
Il Litorale Adriatico
L’1.10.1943 i tedeschi costituirono VAdriatisches Kustenland (v. Litorale Adriatico), incorporando al Terzo Reich le province di Udine, Gorizia, Trieste, Fiume, Pola, Lubiana e nominando un “supremo commissario” nella persona del Gauleiter nazista Friedrich Rainer (v.) investito di pieni poteri politici, civili, giudiziari ed economici. La repressione antipartigiana viene affidata a Odilo Globocnik (v.)f nominato comandante della polizia e delle SS del Litorale. Da lui dipendevano la Polizia segreta di stato (Gestapo), il Servizio di sicurezza [Sicherheits dienst, S.D.) e la Polizia criminale [Kripo), raggruppati nella SIPO u. SD, il cui scopo era l’annientamento degli avversari del nazismo. La sede centrale della SIPO u. SD era a Trieste, con i Comandi periferici nei capoluoghi di provincia; quello di Udine si trovava in via Cairoli. Vi passeranno, durante il periodo dell’occupazione tedesca, centinaia di partigiani e civili per subire interrogatori e t[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 342
Brano: [...]di un mese dal rientro in Italia, col generale Amilcare Farina. Quest’ultimo, già combattente fascista in Spagna, comandante delle truppe da sbarco nelle Cicladi e in Corsica nella Seconda guerra mondiale, dopo I’8.9.1943 era diventato comandante del Centro addestramento reparti speciali “Cacciatori degli Appennini”. Appena insediato nel nuovo comando, Farina instaurò ottimi rapporti con i tedeschi, organizzò un nucleo “Controbanda” per la lotta antipartigiana, cercò di rimettere ordine neH’unità, a cominciare dagli ufficiali « che hanno un contegno deplorevole » e, soprattutto, ridusse lo schieramento da 90 a 65 km circa.
Lotta antipartigiana
Per tamponare le diserzioni, il 13.10.
1944 Farina ordinò di fucilare tutti i prigionieri, sia quelli ritenuti sicuramente partigiani sia i disertori presi con le armi in mano, ma l'emorragia delle diserzioni continuò: se alla metà di settembre aveva disertato il 10% dei marò, lo stesso diario della “San Marco” ammise, l'1.1.1945, la scomparsa del 25% del personale di fronte ad appena 189 morti e 389 feriti, premiati peraltro con ben 158 medaglie al valore.
Nel febbraio del 1945 un reparto della “San Marco” si rifiutò di combattere contro i partigiani, chiedendo di essere impiegato c[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 453
Brano: [...]egli ultimi anni Trenta fu designato segretario della Federazione fascista di Vercelli e nel febbraio 1940 passò a dirigere quella di Alessandria. Nel giugno 1941 fu nominato prefetto di Spalato nella Jugoslavia occupata.
Messo a riposo nel luglio 1943 in seguito alla caduta del fascismo, ricomparve sulla scena della repubblica di Salò il 22.10.1943 come capo della provincia di Torino e, per i meriti acquisiti in tale carica nella repressione antipartigiana e nel servire i tedeschi, l’8.5.1944 fu inviato a Roma quale alto commissario per quella provincia nonché sottosegretario agli Interni del governo della R.S.I..
Risalì al Nord con le truppe tedesche in ritirata e tornò a Torino con la nomina di commissario straordinario per il Piemonte (22.9.
1944). Riprese in tale veste la guida della repressione antipartigiana, nella quale cercò di introdurre anche una tattica di compromesso con le ormai dominanti forze della Resistenza (v. Alba). Il 21.2.1945 fu chiamato da Mussolini a sostituire Guido Buffarini Guidi nella carica di ministro degli Interni. Fallirono i tentativi suoi e di altri gerarchi fascisti di venire a patti con il C.L.N. dell'Alta Italia negli ultimi giorni della Repubblica di Salò. Fuggito da Milano alTinizio delTinsurrezione popolare del 25.4.1945, fu catturato con la colonna che cercava di raggiungere il confine svizzero e giustiziato a Dongo (v.).
Zetkin, Clara
N. il 5.7.1857 a Wie[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 378
Brano: [...]ente Odori co B or satti di Poi a, classe 1921), mentre verso la metà del 1944 il comando delle forze di repressione passò all’Hauptsturmfuehrer Pakibusch. Tra gli aguzzini al servizio dei tedeschi si ricordano, oltre ai già citati: il napoletano Ernesto Ruggiero (classe 1905), il triestino Remigio Rebez (1913), il bergamasco Giacomo Rotigni (1926), il sacilese Alessandro Munaretto (1919), i tenenti Pagliazzotti e Romolo Cella.
La repressione antipartigiana
Dalle risultanze dei processi celebrati dopo la Liberazione, emerge un quadro impressionante delle atrocità perpetrate dai nazifascisti nella zona. Il primo processo fu celebrato il 5.5.1945 contro Odorico Borsatti davanti al Tribunale del Popolo di Udine, formato per disposizione del C.L.N. locale e presieduto dal magistrato Mario Boschian. Conclusosi con la sentenza di condanna a morte dell'imputato, poi eseguita, esso rese di pubblico dominio le efferatezze del « Centro ».
Gli altri processi vennero celebrati davanti a Corti straordinarie d’assise in Udine.
Nella sentenza del 5.10[...] [...]putato, poi eseguita, esso rese di pubblico dominio le efferatezze del « Centro ».
Gli altri processi vennero celebrati davanti a Corti straordinarie d’assise in Udine.
Nella sentenza del 5.10.1946 contro Ruggiero, Rotigni e altri si legge: « Il primo novembre 1944 fu mandato a Palmanova un reparto della milizia fascista, composto da una cinquantina di uomini, comandato dal cap. Ruggiero Ernesto per coadiuvare il cap. Pakibusch nella lotta antipartigiana. Il reparto rimase in Palmanova, nella caserma Piave, fino al 19 aprile 1945 e ad esso si aggregò il sergente Rebez Remigio della X Mas. Durante tale periodo innumerevoli
e feroci delitti furono commessi dal reparto, denominato dalla popolazione della zona banda Ruggiero. Furono arrestate e imprigiornate circa 500 persone e molte centinaia di esse furono percosse e seviziate perché dessero le informazioni che gli aguzzini volevano sull'entità e dislocazione delle forze partigiane. I prigionieri erano richiusi in celle distinte secondo il trattamento che dovevano subire. Vi era la cella det[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 197
Brano: [...] solo sul posto, nell’ambito dell'organizzazione Todt, ma anche inviata al lavoro obbligatorio in Germania, sorte toccata a molti patrioti e civili arrestati dai tedeschi durante retate e rastrellamenti: dall’ottobre del 1943 all'aprile del 1945, dalle sole carceri di Udine partirono per il lavoro obbligatorio in Germania circa 900 persone, su un totale di quasi 3.000 deportati nei lager.
I collaborazionisti si distinsero per zelo nella lotta antipartigiana, come dimostrarono i centri di tortura e repressione da loro messi in piedi in varie località del Friuli. Il più tristemente noto era situato nella caserma “Piave” di Palmanova (v.) ed era diretto da Odorico Borsatti, capitano di un plotone della 24a Brigata SS “Cacciatori del Carso”: più di 500 patrioti, soprattutto gappisti della Bassa Friulana, vi furono imprigionati e torturati, molti vi vennero uccisi. Tra gli altri, a Palmanova lasciò la vita, dopo terribili torture, Silvio Marcuzzi (v.), il valoroso organizzatore dell'intendenza “Montes”, la più grande organizzazione del genere creata [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 414
Brano: [...]unsero ex prigionieri di guerra sovietici arruolatisi per sfuggire ai lager nazisti ed ex ufficiali zaristi fuggiti dalla Russia dopo la rivoluzione, l’Armata di Krasnov fu organizzata in territorio polacco. Da qui venne trasferita in Jugoslavia e, contrariamente alle aspirazioni dell’atamàno che avrebbe ambito rientrare nei suoi territori di origine, fu destinata dai tedeschi a insediarsi nel Friuli per essere impiegata in azioni di repressione antipartigiana, sotto il comando operativo di Vlasov. A controllare e dirigere le mosse di questi reparti collaborazionisti venne posto un ufficiale tedesco (certo Helmich) e, ai cosacchi, fu dato a intendere che tale destinazione sarebbe stata una “nuova patria” (Kosakenland) per il loro popolo, a condizione che se la fossero conquistata.
I cosacchi calarono in Friuli nell’agosto 1944: si trattò di un vero e proprio esodo di circa 200.000 persone, la cui forza militare era rappresentata da un certo numero di squadroni di cavalleria e da numerosi reparti appiedati che si trascinavano, coi relativi carria[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 437
Brano: Zambia
il nome di Ottavio. Benché non più giovane, trasferendosi in continuazione si prodigò generosamente curando anche feriti e ammalati civili delle zone presidiate dai partigiani. Dopo la Liberazione, il 10.7.1946, nel clima di persecuzione antipartigiana, venne carcerato per l’attività svolta nella Resistenza.
Si spense l’anno successivo, ricoverato per tbc al padiglione Forlanini deil’Ospedale Civile di Udine, in seguito alle privazioni subite durante la guerra e alle successive sofferenze morali.
F.VI.
Zahar, Mario
N. a Dolina (Trieste) il 10.3.1905, ivi m. il 17.11.1968; falegname. Attivo antifascista sloveno, il 16.8.
1930 fu deferito al Tribunale speciale che, nel grande processo intentato contro gli sloveni (v. Basovizza), lo condannò a 5 anni di reclusione, poi parzialmente scontati. Nel 1941, dopo l'invasione fascista d[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 605
Brano: [...]one nelle fila della Resistenza bresciana. Arrestato nella primavera del 1944, riuscì a evadere dal carcere di Canton Mombello durante un bombar
damento su Brescia. Si rifugiò sui monti della vai Trompia e fu tra gli organizzatori della 122a Brigata Garibaldi “A. Gramsci”, della quale assunse il comando nel gennaio 1945, dopo l’arresto e la morte di Giuseppe Verginella.
Nel dopoguerra, per sfuggire alla campagna giudiziaria di persecuzione antipartigiana condotta nel periodo del governo Sceiba, fu costretto a espatriare. Si stabilì in Cecoslovacchia, da dove rientrò in Italia alcuni anni più tardi.
Heidegger, Martin
N. a Messkirch (Germania) il 26.9. 1889, ivi m. il 26.9.1976; filosofo tedesco.
Di famiglia povera di un villaggio del Baden (Germania meridionale), alla cui cultura contadina si sentirà sempre profondamente legato in un senso ancestrale, studiò in un convento di gesuiti, poi frequentò (a prezzo di grandi sacrifici) l'Università di Friburgo dove nel 1913 si laureò in Filosofia. Nel 1915 vi conseguì la libera docenza e l’a[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 122
Brano: [...]la responsabilità morale e materiale della situazione, Manci scriveva: « Giudico tali compromessi contrari alla tradizione di sacrificio e di italianità del nostro Trentino ».
Nei mesi seguenti venne costituito il C.S.T. (Corpo di Sicurezza Trentino), un reparto di volontari con compiti di polizia. In seguito la coscrizione per i giovani trentini diventò obbligatoria e il C.S.T. verrà impegnato in operazioni di rastrellamento e di repressione antipartigiana, rendendolo protagonista di alcuni efferati episodi contro trentini appartenenti alla Resistenza (ma non mancheranno esempi di appartenenti al C.S.T. passati nelle file della Resistenza).
Uno dei primi a capire immediatamente la gravità della situazione, la necessità di organizzare una rete di lotta clandestina e poi gruppi di resistenza armata fu Mario Pasi (v.), un medico che, dalla natia Ravenna, era giunto a Trento, all’Ospedale di “Santa Chiara”, nel 1939, a 26 anni. Divenuto segretario della Federazione comunista clandestina, aveva organizzato i militanti anche aH’interno di fabbrich[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 7
Brano: [...]e da quello avviato in provincia di Pesaro, neH’inverno del
Manifesti affissi dal Comando della Legione “Tagliamento” contro i partigiani della Valsesia (aprile 1944)
1944, dopo la liberazione di quella zona. Dopo la Liberazione i procedimenti furono via via accentrati e, nell’agosto del 1952. il Tribunale militare territoriale di Milano emise la sentenza contro i principali responsabili degli eccidi perpetrati nel corso della vasta azione antipartigiana esplicata dalla Legione: Zuccari e tre suoi ufficiali furono condannati all’ergastolo; ad altri 3 imputati vennero inflitti 24 anni di reclusione; a uno, 22 anni; a uno, 20; a uno, 18; a 2, 16.
Nel procedimento di appello, celebrato nel 1954, le pene furono ridotte sensibilmente. Con successive ordinanze, nel 1959 e nel 1962, il Tribunale dichiarò estinti per amnistia i reati ascritti agli imputati e revocò gl ordini di carcerazione. Dei 12 condannati, sui 17 giudicati, solo 3 imputati in realtà scontarono alcuni mesi di carcere; gli altri avevano raggiunto paesi ospitali dell’America Lati[...]
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| successivi |
| Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine antipartigiana, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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