Brano: Sondrio
sufficiente produzione cerealicola locale. Dalla seconda metà dell’Ottocento, con la crisi subentrata nella coltura della vite e nell’allevamento dei bachi da seta s’impose un processo di riconversione produttiva, diretto all’incremento della zootecnia. Ma poiché le caratteristiche del territorio non consentivano una grande estensione del pascolo, si dovette puntare sulla riorganizzazione dell’allevamento e del caseificio.
Fra Ottocento e Novecento altissima fu l'incidenza dell’emigrazione, non più soltanto stagionale e nella vicina Svizzera, ma spesso permanente con preferenza verso l'Argentina e l'Australia. In quegli anni la provincia risentì inoltre, negativamente, le conseguenze dell’apertura delle prime ferrovie transalpine che le sottraevano gli antichi vantaggi del commercio di transito per i suoi valichi. Nell’ultimo decennio de[...]
[...]fruttamento delle nuove fonti energetiche locali la provincia non trasse comunque i vantaggi che le sarebbero spettati, data la facile trasportabilità dell’energia elettrica a distanza, mentre persistevano i limiti nel suo sistema di trasporti viari.
Negli anni del fascismo l’intervento crescente dello Stato e le scelte economiche del regime contrastarono le linee di tendenza faticosamente emerse nell’età precedente:
il rallentamento della zootecnia lombarda ridusse la raggiunta funzionalità delTallevamento in montagna; la produzione vinicola fu messa in crisi dall’aumentata imposizio
ne del dazio; la “battaglia del grano”, pur facendo leggermente progredire la produzione locale di frumento, comportò una forte riduzione della coltivazione della segala destinata a uso zootecnico; la parziale attività di bonifica favorì un certo progresso nell’agricoltura, ma i limiti contemporaneamente posti all’emigrazione aumentarono la disoccupazione locale, solo sporadicamente alleviata dall’attività nei settori idroelettrico, dell’edilizia e dei l[...]
