Brano: Renato Zangheri
LA MANCATA RIVOLUZIONE AGRARIA NEL RISORGIMENTO E I PROBLEMI ECONOMICI DELL’UNITA
È opinione diffusa, e Mia ribadita di recente Rosario Romeo1, che Il pensiero storiografico di Gramsci sia incentrato sulla tesi del Risorgimento « come rivoluzione agraria mancata ». In Gramsci non è veramente proposta nessuna interpretazione semplicemente negativa del movimento unitario nazionale; ed è, mi sembra, solo un idolo polemico questo di una visione gramsciana del Risorgimento come tradimento o fallimento: anche se era legittimo che Gramsci cercasse di definire, rispetto alle società borghesi mo[...]
[...]nto di creare le condizioni generali perché queste forze economiche potessero nascere e svilupparsi sul modello degli altri paesi » 2. Il Demarco, raccogliendo nuove prove degli sviluppi economici preunitari, ha tratto diverse conclusioni: la « esigenza unitaria — sono sue parole — scaturiva dalle contraddizioni tra lo sviluppo della vita economica e sociale da un lato e gli ostacoli che ne trattenevano lo
1 R.} p. 44.
2 p. 46.
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slancio e il respiro » \ Il problema è aperto; e non è problema secondario, perché proprio da una valutazione pessimistica, per così dire, dell’economia italiana fra il 700 e T800 Gramsci deduce la tesi del Risorgimento come fatto in cui gli elementi della direzione politica, di una direzione più « diplomatica » che creativa, prevalgono nell’assenza di una potenza espansiva ed unitaria delle società regionali.
Al centro dell’indagine gramsciana è appunto il momento della direzione politica, e pare strano che ciò sia sfuggito a storici eticopolitici : sono i moderati, la validità [...]
[...]e un mo
1 R., p. 150.
2 £., p. 87.
3 A. Labriola, Discorrendo di socialismo e di filosofia, Bari, 1944, p. 141.
4 Gramsci certamente conosceva l’interpretazione nuova che del giacobinismo veniva elaborata dalla storiografia francese (del Mathiez possedeva in carcere La Revolution frangaise nei tre volumi dell’edizione Colin : G. CARBONE, « I libri del carcere di Antonio Gramsci », in Movimento operaio, a. IV, n. 4, lug.ag. 1952,Renato Zangheri
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dello giacobinofrancese a1la realtà politica del Risorgimento, che scorge appunto nella astratta trasposizione di schemi francesi il limite di Giuseppe Ferrari e la causa della sua sostanziale estraneità al processo unitario.
È decisivo, se non erro, in proposito, il luogo in cui, dopo aver ricordato l’orientamento antifrancese del partito d’azione, e quindi la sua difficoltà ad assimilare la nozione giacobina dell’alleanza con i contadini, Gramsci nota acutamente che il partito d’azione aveva tuttavia « nella storia della penisola la tradizione a cui risalire e collegarsi. La st[...]
[...]francese dopo la rivoluzione borghese.
Mi sia permesso di notare che la funzione attribuita al profitto agrario deriva da una idea dell’estensione e dello sviluppo dell’agricoltura capitalistica fortemente esagerata. Le prove addotte dal Romeo si riferiscono a fatti circoscritti e scarsamente significativi. L’esempio del Cavour, che si fa da capitalista agrario imprenditore industriale e finanziere, sarebbe in
1 Romeo, l. c.} p. 19.Renato Zangheri
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qualche modo pertinente solo se si potesse sostenere che la sua attività affaristica fosse finanziata dalla sua azienda agraria. E resterebbe, in ogni caso, un esempio utile a capire il Cavour, la sua formazione, i suoi interessi, più che a rappresentare una situazione generale. Cosi è poco probante della « particolare rapidità » di incremento della rendita fondiaria dopo il ’60 il caso del Vercellese, il cui eccezionale sviluppo agricolo trova limitati riscontri, all’infuori di talune zone della Bassa lombarda, nella Valle padana e nessuno nelle regioni centrali e meridionali. Inve[...]
[...]ove si collocano le azioni del nostro prestito? dove le obbligazioni delle nostre ferrovie e specialmente delle meridionali? in gran parte si collocano in Francia; dunque i capitali francesi vengono qui ». Dove il Pepoli, uomo di modeste qualità e di orientamento politico certo meno avanzato, mostra di valutare la situazione in modo indubbiamente più realistico del Cattaneo. Cfr. Annali della Società agraria di Bologna, III (1863), p. 69.Renato Zangheri
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la spesa pubblica, cui lo Stato fa fronte con l’inasprimento del prelievo fiscale e l’emissione di cartelle della rendita pubblica. Agli inizi del ’900 Nitti osservava che in Italia, a differenza degli altri paesi, « la rendita sovrasta per importanza tutti gli altri valori mobiliari uniti insieme » \ In questo quadro, è palese la funzione decisiva del capitale straniero, che detiene, secondo le valutazioni più caute, più d’un terzo dei titoli di Stato2. A questa partecipazione imponente vanno aggiunti gli investimenti diretti in alcuni settori chiave deireconomia italiana, come que[...]
[...]hezza dell’Italia, cit., pp. 145153.
2 G. MlRONE, « Relazione sull’andamento dei servizi del Banco di Napoli », in Annali del ministero di agricoltura, industria e commercio, 1877, voi. 106, p. 69.
3 Questo punto di vista è ignorato o trascurato da S. B. CLOUGH C. LIVI, « Economie growth in Italy : an analysis of thè uneven development of North and South», in The Journal of economìe history, voi. XVI, n. 3 (sept. 1956), pp. 334349.Renato Zangheri
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potenziale produttivo V Mi limiterò ad alcuni rilievi sul ritmo dello sviluppo. Alexander Gerschenkron, ohe ha costruito un indice della produzione industriale italiana per gli anni 18811913, calcola per questo periodo un tasso di incremento medio annuo del 3,8% con una punta del. 6,7% per gli anni 18961908 di massimo slancio. Tralasciamo in questa sede di esaminare l’attendibilità dell’indice in questione, che in ogni caso non sembra gravemente discordante da misure elaborate in precedenza da studiosi italiani2. Commenta il Gerschenkron: «considerando da un lato il forte ritardo de[...]
[...]lard. Cosi l’asserita stagnazione dell’agricoltura francese, a cui del resto corri
1 Sul significato e sul contenuto di classe del protezionismo, notevoli rilievi in G. CAROCCI, Agostino Depretis e la politica interna italiana dal 1876 al 1887, Torino, 1956, p. 439 sgg. Si è del resto osservato giustamente che le misure protettive non avvantaggiarono l’agricoltura : M. BANDINI, Cento anni di storia agraria italiana, Roma, 1957, pp. 3441.Renato Zangheri
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sponde una analoga stagnazione dell’agricoltura italiana, oltreché a cause operanti all’interno del settore agricolo, dovrà riferirsi allenterò corso del capitalismo francese, alla funzione che il risparmio formato nell’agricoltura ebbe nel finanziamento dello sviluppo economico non solo francese, ma europeo e mondiale, e cosi via1.
Il rilievo può valere anche per l’agricoltura inglese, che ha avuto fra il 700 e l’800 il suo travolgente sviluppo, ma anche, in epoca più vicina, la sua paralisi e la sua rovina, per il sopravvento di altre forme di attività economica e speculativa, [...]
[...]oro e il loro impiego in Italia », in Commissione parlamentare di inchiesta sulla disoccupazione, La disoccupazione in Italia, Studi speciali, voi. IV, t. 2, Roma, 1953, p. 38 sgg.
3 Parenti Bloch, l. c., pp. 261288.
4 E. Sereni, Vecchio e nuovo nelle campagne italiane, Roma, 1956, pp. 24950; Atti del Convegno nazionale sulla meccanizzazione dell’agricoltura nelreconomia italiana (Cremona, 20 settembre 1953), Bologna s. d., p. 172.Renato Zangheri
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Quanto poi alla credenza del Romeo che l’inferiorità economica del Mezzogiorno sia stata una condizione « temporanea » dello sviluppo industriale del nord, « destinata ad essere rovesciata dallo stesso sviluppo interno dell’industrialismo settentrionale», si deve dire che ciò è vero solo nel senso che l’inferiorità meridionale nasce nel corso dello sviluppo della società capitalistica, che è una formazione storica, instabile, non permanente, e nel proprio seno alleva le forze non — come sembra credere il Romeo — della sua indefinita perfettibilità, ma del suo antagonistico superamen[...]