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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Wittgenstein è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 18Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Claudio Magris, Saggi e studi. Quando è il presente? Rilke di fronte alle parole in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...] propria den sità semantica al di là di ogni convenzione e sostituzione segnica. La crisi del linguaggio sembra dunque indirizzare Rilke, come Lord Chandos, alla ri
QUANDO È IL PRESENTE? RILKE DI FRONTE ALLE PAROLE 623
cerca di un'altra lingua « in cui parlino le cose mute », di un'epifania del senso non riconducibile alle articolazioni del linguaggio. Letta con quest'intonazione d'animo, la famosa ed ambigua frase che conclude il Tractatus di Wittgenstein — di ciò di cui non si può parlare si deve tacere — finirebbe per significare che oltre i limiti del dicibile si colloca non l'irrilevante, ciò che è indegno di venir considerato, bensí l'essenziale, il senso della vita. La semantica, la dimensione del senso, non sarebbe riconducibile ad una semiologia, a un'organizzazione dei segni, e ancor meno alla linguistica, come vorrebbe Barthes.
La vita e la parola sembrano cosí contrapporsi o almeno divaricarsi; il senso è prigioniero della parola, che — nella lirica citata — viene definita quale dominio. Attento e calcolatore nell'arte di cancellar[...]

[...]a propria densità semantica al di là di ogni convenzione e sostituzione segnica. La crisi del linguaggio sembra dunque indirizzare Rilke, come Lord Chandos, alla ri
QUANDO È IL PRESENTE? RILKE DI FRONTE ALLE PAROLE 623
cerca di un'altra lingua « in cui parlino le cose mute », di un'epifania del senso non riconducibile alle articolazioni del linguaggio. Letta con quest'intonazione d'animo, la famosa ed ambigua frase che conclude il Tractatus di Wittgenstein — di ciò di cui non si può parlare si deve tacere — finirebbe per significare che oltre i limiti del dicibile si colloca non l'irrilevante, ciò che è indegno di venir considerato, bensí l'essenziale, il senso della vita. La semantica, la dimensione del senso, non sarebbe riconducibile ad una semiologia, a un'organizzazione dei segni, e ancor meno alla linguistica, come vorrebbe Barthes.
La vita e la parola sembrano cosí contrapporsi o almeno divaricarsi; il senso è prigioniero della parola, che — nella lirica citata — viene definita quale dominio. Attento e calcolatore nell'arte di cancellar[...]

[...]rse anche da questa scissione fra la spiegazione ed il senso, la parola e la vita. Con radicale e dolorosa coerenza Rilke opterà per la rinuncia al senso, accogliendo la lezione piú pura del pensiero negativo fiorito con particolare rigore nella cultura danubiana. La crisi che investe le scienze — soprattutto la matematica — e la filosofia, distruggendo la possibilità di fondarle oggettivamente, conduce — con Hertz e Boltzmann e specialmente con Wittgenstein — a ridurre il fondamento a mera convenzione operativa. L'immagine trova la sua validità non nell'eventuale accostamento a un valore, bensí nella funzionalità del suo meccanismo, come una pedina nel gioco degli scacchi; la parola diviene pura regola di gioco, tecnica di organizzazione, strumento di progettazione — volontà di potenza. Lindicibile, che può essere mostrato e non detto, viene eliminato dall'orizzonte della ricerca, come la stessa idea di soggetto individuale e di sostanza. Non esiste il nucleo dell'Azione Parallela di Musil né il centro dell'anello che Clarisse si sfila dal dito,[...]

[...] tutti e di nessuno — di quell'opaco nessuno cui si riduce, nel nostro mondo, la falsa universalità dei « tutti ». Soltanto Lou AndreasSalomé, nota Alberto Destro, ha la forza di irrompere in questa trincea, di lasciar intravvedere un viso, di essere una persona.
Le parole stanno fra Rilke e la vita, come le casse di libri lungo la Senna, posate — egli scrive a Hermann Pongs — « sull'orlo della vita ». Rilke è un mistico, ma nel senso inteso da Wittgenstein, per il quale il mondo è un Tutto — limitato e le cose sono soltanto le cose cosí come sono: « Non come il mondo è, è il mistico, ma che esso è ».
Il lavoro — e la trasformazione della vita in lavoro — è perfettamente autarchico, non vuole intermediari né, soprattutto, interpretazioni: Rilke non vuole mai leggere gli scritti su di lui e non vuole nemmeno medici che si spingano come cunei fra lui e il suo stesso corpo. Quando avviene, come nella malattia, quest'incrinatura, l'unità precaria dell'individuo crolla, ma crolla verso l'interno. La distruzione dell'uomo si configura per Rilke non n[...]



da Georg Lukacs, Problemi della coesistenza culturale in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1964 - 7 - 1 - numero 69

Brano: [...]ndo, e in ciò consi
sterebbe appunto la sua forza. Naturalmente, contro questa definizione forse un po' troppo rozzamente sintetica alcuni avanzeran
no obbiezioni. Ma dovrebbero tener presente che i maggiori
neopositivisti per principio eliminano dal campo di ciò che può essere colto scientificamente o anche soltanto razionalmente tutto
ciò che sfugge ad una manipolazione matematica dei fenomeni. Cos', in un'opera celebre come il Trattato di Wittgenstein si legge: ((La maggior parte delle affermazioni e delle domande che sono
GEORG LUKACS
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state scritte su oggetti filosofici non sono false ma prive di senso. Perciò a domande di questo genere non possiamo affatto rispondere ma soltanto accertare la loro mancanza di senso... E non c'è da stupirsi del fatto che i problemi piú profondi in sostanza non siano veri problemi ». Ed egli ne trae, con coraggio e coerenza, tutte le conseguenze. Così dice: «Per questo motivo, non vi possono essere proposizioni etiche », e più altre, « Noi sentiamo che anche se vi fosse una risposta per tutte l[...]

[...]o mancanza di senso... E non c'è da stupirsi del fatto che i problemi piú profondi in sostanza non siano veri problemi ». Ed egli ne trae, con coraggio e coerenza, tutte le conseguenze. Così dice: «Per questo motivo, non vi possono essere proposizioni etiche », e più altre, « Noi sentiamo che anche se vi fosse una risposta per tutte le possibili domande scientifiche, i problemi della nostra vita non ne sarebbero affatto toccati ». A questo modo, Wittgenstein ha relegato tutti i problemi essenziali per l'uomo nel campo del non razionalizzabile, nell'irrazionale, e appunto con questo rifiuto radicale di tutti i problemi relativi alla concezione del mondo ne indica l'inevitabiltà praticoreale: gettandoli fuori della porta della filosofia, essi rientrano dalla finestra. Perciò non é un caso che l'esistenzialismo — e le concezioni del mondo, religiose o irreligiose, ad esso legate — abbia occupato questo spazio in nome di un irrazionalismo conforme al nostro tempo. E la polare complementarità di queste posizioni immediatamente antitetiche definisce so[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Wittgenstein, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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