Brano: NOTERELLE E SCHERMAGLIE
IL CRAXICONCORDATO
Atto primo. Giovedì 1° dicembre 1983 Craxi viene ricevuto dal papa, in Vaticano. Durante l’udienza Craxi avrebbe sollecitato la firma della revisione del Concordato tra la S. Sede e l’Italia. Nell’intervista « Datemi più potere » (« Il Mondo », 9 gennaio 1984), alla domanda se non sarebbe più opportuno arrivare all’abrogazione, Craxi risponde: « Si è per lunghi anni negoziato per una revisione del Concordato. Giunti vicini a un possibile atto conclusivo, non mi sembrerebbe né saggio né logico cambiare strada ».
Dolce o aspro che sia, giovevole o no al rafforzamento delle libertà civili, all’educazione democratica non confessionale dei cittadini e alle finanze pubblich[...]
[...]. Costoro riassumono il testo ed elaborano la risposta. Ai giornalisti si assegna il compito di ridurre il tutto in pillole assolutamente innocue. L’opinione pubblica sia dunque informata; per quel tanto (o poco) che piace al governo.
Una volta i giornali socialisti pubblicavano le vignette di Scalarmi, che oggi appaiono datate, pur con le loro storiche verità. Ce n’è tuttavia una, « La piovra », che non ha perso nulla della sua attualità: il Vaticano viene rappresentato come una piovra che estende ovunque i suoi tentacoli. La vignetta è del 1924 e avrebbe bisogno di qualche aggiornamento ed aggiunta significativa (ior e dintorni).
Per un primo approccio al Concordato basterebbe dire alla gente cosi: il sistema concordatario risolve (o pretende di risolvere) a livello di vertici politicoburocratici, vaticani e italiani, tutta una serie di rapporti tra vita religiosa e vita civile che, in regime democratico, dovrebb’essere lasciata alPiniziativa dal basso, cioè dei singoli individui, credenti e non credenti.
Al contribuente italiano, [...]
[...]zzo destinato ai soli parroci di Roma: il triplo della spesa autorizzata nel 1977, di 50 miliardi in totale (« Il Mondo », cit., p. 38). I 149 miliardi (e rotti) sono già saliti per il 1984 a 271 miliardi (e rotti).
Privilegi, concessioni, sovvenzioni non promanano soltanto da determinate norme concordatarie, ma anche dalla legislazione parlamentare postconcordataria e, via via, sempre più negli ultimi decenni, da tutti i vari enti locali. Il Vaticano, di fatto, viene, per cosi dire, cooptato dai politici: viene considerato un partito, anzi il superpartito al quale il contribuente italiano paga balzelli sempre più pesanti.
C’è dunque un modo di rivedere il Concordato che è un modo di non vedere o di non voler vedere. Da tempo si favoleggia di una sesta bozza quella ritenuta definitiva di revisione del Concordato; il Parlamento aveva avuto in rapida visione, in tempi successivi, solo la prima e la terza bozza. La sesta bozza esiste; Craxi l’ha ricevuta in consegna dal suo predecessore Fanfani e se la tiene; qualcuno afferma che a custod[...]
[...]e e per il futuro: ce lo mettono prima i preti. Craxi non batte ciglio. Alcuni parlamentari sollecitano il governo a sottoporre la sesta bozza al vaglio del Parlamento.
A questo punto vien fuori « l’ipotesi definitiva », del tutto misteriosa: non appena sarà messa a punto dice il repubblicano Mammì alla conferenza dei capigruppo di Montecitorio immediatamente il governo la renderà nota al Parlamento (« Corriere della sera », 17 gennaio). Il Vaticano fa sapere che non è stata la S. Sede a sollevare delle difficoltà. Persiste in seno al governo la resistenza, sia pure felpata, dei liberali e dei repubblicani a cedere sulla piena facoltatività dell’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche e sulla questione degli enti ecclesiastici.
Craxi trova una soluzione di compromesso: discutere in Senato (poi anche alla Camera) non già il testo dell’accordo, bensì quello di una « nota informativa » di quattro paginette che riassumono « i precedenti », dichiarano « costruttiva e soddisfacente » l’ultima bozza (non è chiaro se la sesta o una sett[...]
[...]cia decadere, ad esempio, il principio della religione dello Stato, ma non se ne trae la diretta conseguenza del decadimento di tutti i privilegi della Chiesa cattolica e di tutti gli obblighi finanziari dello Stato nei riguardi della « religione dello Stato » e delle sue istituzioni: essi vengono anzi accresciuti.
È caduto anche il richiamo, contenuto in alcune delle precedenti bozze, alla Costituzione della Repubblica italiana e al Concilio vaticano secondo. Ma Craxi non ha rinunciato a citare alcuni passi della Gaudium et spes, un documento in cui la Chiesa rivendica per sé una libertà senza limiti, nonché « il diritto di esercitare senza ostacoli la sua missione tra gli uomini » al fine di « perfezionare » la « persona », i cui diritti fondamentali sono nell’unione con Dio e con la Chiesa. Potenziali conflitti sono già nell’accostamento dei principi laici costituzionali e dei principi dottrinali cattolici. In che cosa consisterà dunque la « più ampia libertà religiosa » se non in una varietà di privilegi e concessioni che accrescano, o[...]
[...]to che ha per il cattolicissimo Andreotti; « laico » nella Chiesa cattolica designa appunto colui che non appartiene al clero (cioè il popolo, non iniziato alle cose sacre e distinto dal sacerdote), ne accoglie i precetti e ne esegue gli ordini.
Su questa scena italopontificia Andreotti, Craxi e molti altri (intellettuali e no) si riconoscono e si riveriscono come « laici ». Vedremo il séguito.
Atto terzo. Fra Craxi e Casaroli si svolge in Vaticano il colloquio definito « preliminare ». I due partners « approfondiscono le linee d’insieme dell’accordo ». Il cattosocialista Acquaviva e mons. Silvestrini danno gli ultimi « colpi di lima »: in materia di insegnamento della religione si utilizzerà il termine « avvalersi », più stimolante di « ricevere ». « Con la revisione del Concordato scrive ‘ L’Osservatore romano ’ la Chiesa chiede che le venga riconosciuto e garantito il diritto non solo di continuare a svolgere la propria missione ma anche di prestare, in collaborazione con le altre componenti della società, quel servizio all’uomo e a[...]
[...] i beni ecclesiastici, presidente Margiotta Broglio per la parte italiana e monsignor Nicora per la parte vaticana; consegnerà al parlamento una relazione entro il 18 di agosto. Vedremo che cosa farà.
Luigi Rodelli
il concordato craxicasaroli
La Santa Sede e la Repubblica Italiana tenuto conto del processo di trasformazione politica e sociale verificatosi in Italia negli ultimi decenni e degli sviluppi promossi nella Chiesa dal Concilio Vaticano II; avendo presenti, da parte della Repubblica italiana, i principi sanciti dalla sua Costituzione, e, da parte della Santa Sede, le dichiarazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II circa la libertà religiosa e i rapporti fra la Chiesa e la comunità politica, nonché la nuova codificazione del diritto canonico; considerato inoltre che, in forza del secondo comma dell’art. 7 della Costituzione della Repubblica italiana, i rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica sono regolati dai Patti lateranensi, i quali per altro possono essere modificati di comune accordo dalle due Parti senza che ciò richieda procedimenti di revisione costituzionale; hanno riconosciuto l’opportunità di addivenire alle seguenti modificazioni consensuali del Concordato lateranense:
1. Rapporti [...]