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Il segmento testuale Unità è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 81Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Alberto Caracciolo, A proposito di controllo e democrazia operaia in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 7 - 1 - numero 33

Brano: [...]za.
Cose molto importanti ci può dire per esempio la Resistenza antifascista e l'esperienza dei Comitati di liberazione dove, malgrado le interpretazioni strumentali e « diplomatiche » talvolta date dai partiti, si esprime un momento di eccezionale capacità creativa di popolo. In essa la rofonditá della crisi dello Stato pone all'or
dine del giorno edificazione di un sistema originale, d iverso da
un semplice ritorno al prefascismo. L'apporto unitario di masse ingenti, al di là delle divisioni di colore politico, si fa suscitatore di forme di democrazia diretta. Persino le forti inclinazioni alla partitocrazia in senso stalinista, presenti specialmente tra i comu
88 ALBERTO CARACCIOLO
nisti, di fronte alla magnifica espansione popolare si sperdono in gran parte, se non a Salerno e a Roma, certo nel vivo della battaglia partigiana.
Non ci interessa qui tanto il problema della solidarietà fra i partiti antifascisti, minata dal resto anche da tendenze poco unitarie. Ma ci interessa il genuino spirito di eguaglianza fra tutti i combatten[...]

[...] fa suscitatore di forme di democrazia diretta. Persino le forti inclinazioni alla partitocrazia in senso stalinista, presenti specialmente tra i comu
88 ALBERTO CARACCIOLO
nisti, di fronte alla magnifica espansione popolare si sperdono in gran parte, se non a Salerno e a Roma, certo nel vivo della battaglia partigiana.
Non ci interessa qui tanto il problema della solidarietà fra i partiti antifascisti, minata dal resto anche da tendenze poco unitarie. Ma ci interessa il genuino spirito di eguaglianza fra tutti i combattenti, invalso in numerose formazioni garibaldine, pur nella scelta di una piattaforma assai avanzata di rinnovamento. Ci colpisce la spinta al fronte unico che dal basso fa superare lacerazioni e riserve. E richiama la nostra attenzione il fiorire di embrioni di potere popolare intorno alla guerra partigiana e nelle zone libere, che ha un significato tutt'altro che contingente.
Si comincia dalle fabbriche, nei grandi scioperi del marzo 1943, con i comitati unitari, che stanno quasi a dimostrare `l'impassibilità, senza u[...]

[...]o in numerose formazioni garibaldine, pur nella scelta di una piattaforma assai avanzata di rinnovamento. Ci colpisce la spinta al fronte unico che dal basso fa superare lacerazioni e riserve. E richiama la nostra attenzione il fiorire di embrioni di potere popolare intorno alla guerra partigiana e nelle zone libere, che ha un significato tutt'altro che contingente.
Si comincia dalle fabbriche, nei grandi scioperi del marzo 1943, con i comitati unitari, che stanno quasi a dimostrare `l'impassibilità, senza una rinascita di democrazia operaia, del fatto rivoluzionario. La ricostituzione delle Commissioni interne secondo l'accordo BuozziMazzini, all'indomani del 25 luglio, va anch'essa nella interpretazione dei lavoratori, ben oltre le competenze regolamentari. E di 11 prendono vita quei Comitati di agitazione e C.L.N. aziendali che in molti luoghi tengono in mano la Resistenza fino alla Liberazione.
Non solo nelle fabbriche, ma in ogni altro luogo, si fa luce fra i motivi centrali della lotta antifascista l'aspirazione a determinare dal b[...]

[...]'oggi e nella realtà nostra italiana, si ripropongono spunti che indicano il permanere di queste esigenze e il manifestarsi di esse in forme non solo embrionali.
Procediamo, una volta ancora, per rapidi accenni. Ma almeno sull'istituto della Commissione interna e alla presenza del sindacato dobbiamo richiamare l'attenzione. Nelle Sett& tesi sul controllo, presentate da Panzieri e Libertini su « Mondo Operaio », viene riconosciuto il significato unitario e preliminare di questi organismi, ma troppo alla svelta, ci sembra, se ne esclude l'attitudine a partecipare all'azione tipica del controllo, perché lontana dai loro compiti statutari. Per il posto che oggi occupano nella fabbrica, per il loro carattere unitario di rappresentanza, per il loro carattere elettivo e non burocratico, é lecito chiedersi se non risieda nelle c. i. il nocciolo di una ripresa nella fabbrica, anche se domani fosse necessario un più ampio rivoluzionamento di istituti sindacali e aziendali.
92 ALBERTO CARACCIOLO
Le recenti battaglie popolari offrono anche altri esempi di democrazia e di unità sorgente dal basso, che male si fa a dimenticare: pensiamo ai tanti comitati formati per l'una o l'altra rivendicazione di quartiere e di categoria, dei comitati meridionali di « rinascita », delle assemblee di inquilini, di consumatori, dei H padri di famiglia » nei villaggi, e via dicendo. Chi vi ha partecipato conosce il genuino slancio che spesso ha dato origine a queste iniziative, il senso che da esse promanava di poter decidere, in qualche misura, di se stessi con le proprie stesse forze. E prima ancora di vedere le ragioni che hanno ogni volta immeschinito e strumentalizzato simili in[...]

[...]lsa delle concezioni non democratiche del partita e del sindacato. Dacché negli ultimi tempi si é tornato a parlare di controllo, abbiamo visto più di un tentativo di trasformare questa proposta in un mero fatto di competenza parlamentare: così, ci sembra, nello spirito di un articolo di Ferruccio Parri sul « Ponte » e così — non stupisca l'ac
A PROPOSITO DI CONTROLLO E DEMOCRAZIA OPERAIA 95
costamento — in alcune note di Paolo Spriano sull' « Unità ». Il controllo in tal modo, si trasforma in una richiesta legislativa, se non addirittura in una semplice delega di maggior poteri a qualche « comitato prezzi » ministeriale.
Evidentemente non è questo che ci può interessare, così come non dice nulla una verbale ripetizione di amore per la democrazia diretta da parte di qualche gruppo il quale, come « Tempi moderni », la vede poi incarnarsi in personalità del radicalismo o della sociologia cristiana o americaneggiante, rispettabili finché si vuole ma lontane da ogni « vocazione » proletarie. Il problema é più profondo, è più complesso. Quel[...]



da Francesco Cataluccio, Il Congo Belga nel nazionalismo africano in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]sso, come continente, con problemi comuni ad ogni sua parte, ed é l'Africa più conosciuta, che viene in genere identificata col mondo coloniale, che presenta le zone mondiali culturalmente ed economicamente più depresse, che polarizza sempre più la rivalità politicoeconomica delle potenze attratte dalla sua posizione geografica e dalle sue crescenti possibilità di produttrice di materie prime e di mercato di assorbimento; e un'altra Africa, meno unitaria e più caratterizzata nelle parti. con infiniti problemi d'ordine territoriale umano sociale politico, con acute contraddizioni in ogni campo di vita, con linee di sviluppo, nei diversi settori, non comprensibili che per se stesse, senza che le si possa spiegare guardandoci intorno, in esperienze già compiute o prossime al compimento.
Il fatto nuovo di questi ultimi anni, in tema africano, é che, sia sui problemi generali dell'Africa come area continentale sia su quelli particolari di settore, sono stati gli stessi africani a portare il maggior contributo di esame di studio di discussione.[...]

[...]sforzi e dare concretezza di espressione alla
114 FRANCESCO CATALUCCIO

reciproca solidarietà, sta il più spesso al centro di tali contatti, non meno viva si rivela la preoccupazione di non risolvere tutto il problema africano nel dato dell'indipendenza, ma di affrontare i problemi organizzativi del continente africano dal punto di vista sia della struttura interna dei nuovi organismi statali sia dei limiti e delle premesse ideologiche d'una unità africana. L'impegno in questa seconda direzione tende ad accentuarsi a misura che si prospetta più chiaramente lo sbocco positivo della lotta nazionale africana, come é dimostrato dal fatto che a porlo in primo piano sono soprattutto i paesi — Ghana, Guinea, Nigeria — che hannoraggiunto o sono prossimi a raggiungere il primo e fondamentale obiettivo dell'indipendenza.
Naturalmente, l'armonia di posizioni tra i diversi nazionalismi. africani, da facile e pronta qual é sul terreno della lotta anticoloniale, si inceppa non poco allorché si passa all'esame del coordinamento strutturale tra i nuo[...]

[...]enza del continente asiatico, in Africa, specie nell'Africa nera, ha pre
IL CONGO BELGA NEL NAZIONALISMO AFRICANO 115
valso la civiltà tribale, la formazione di gruppi umani ristretti e isolati i quali, anche se eccellenti culturalmente, non hanno mai posseduto la tecnica di trattare grandi spazi, di unificare e amministrare grandi concentrazioni umane. Soltanto oggi, per la prima volta, gli africani si pongono il problema della organizzazione unitaria di vaste aree africane; ma se lo pongono in uno stato d'anima emotivo concitato quale può derivare dal ritrovarsi dopo una latta assai aspra contro la potenza coloniale — talvolta resa più aspra dalla resistenza psicologica e sociale di parte dello stesso gruppo nazionale — con problemi politici economici di estrema complessità e persino col problema di definirsi nazionalmente.
A tre dei molti congressi riunitisi di recente conviene accennare, come a quelli che meglio hanno puntualizzato i due aspetti dell'attuale evoluzione africana, la rottura cioè del vincolo di dipendenza coloniale e [...]

[...]sata sulla dottrina razziale della discriminazione; denuncia la confisca delle terre migliori degli africani a vantaggio dei colonialisti europei; denuncia la militarizzazione dell'Africa e l'uso del territorio africano per scopi militari, specialmente in Algeria e nel Kenya ». L'influenza preponderante del primo ministro ghanese sulla conferenza la si ritrova anche nel tono assiomatico e non poco fideistico con cui é affrontato il problema dell'unità africana col superamento delle rivalità tribali e razziali, nel modo scevro di qualsiasi perplessità con cui é affermata la concezione panafricanista, nella semplicistica creazione teorica dei primi cinque complessi regionali che dovrebbero preludere all'unità continentale: una federazione costiera dal Senegal al Camerun; una federazione raggruppante la Mauritania, il Sudan francese, l'Alto Volta, il Niger e il Ciad; una federazione comprendente il Sudan meridionale, l'Etiopia e la Somalia; una federazione tra Kenya, Uganda, Tanganika e eventualmente il Niassa; una federazione costituita dall'Ubanghi Sciari e dal Medio Congo. Ma anche in Europa certo unitarismo odierno é puramente velleitario, basato sul « dover essere » piuttosto che sul « poter essere », senza nemmeno l'attenuante dell'ancora ingenuo e giovanile pensiero politico!
Meno impegnato in senso politico ma maggiormente diretto a chiarire questioni di rilevante incidenza sul futuro dell'Africa é il congresso o meglio la riunione di studio che ha luogo dal 16 al 23 marzo 1959 a Ibadan, capitale della Nigeria occidentale e sede della più attrezzata università dell'ovest africano, sotto l'egida del Congresso per la libertà della cultura. Il tema di studio della riunione, « Governo rapp[...]

[...]s" du Congo, brûle les derniers fétiches témoins des vielles fidélités africaines, mais il exorte aussi ses adeptes à croire en un messie qui n'est plus solidaire du monde blanc réprouvé ». Si tratta in sostanza d'un combattimento su due fronti, quale é stato realizzato in pratica nell'azione politica del Convention People's Party di Nkrumah.
Le correnti d'opinione africane tornano a confrontarsi — e a scontrarsi — su questi temi di negrità, di unità africana, di rapporti tra civiltà occidentale e civiltà africana, di definizione e restaurazione d'una cultura originaria negra, di modernità e tradizione, nel secondo dei congressi della Società africana di cultura, che si svolge a Roma dal 26 al 31 marzo 1959. « Unità e responsabilità della cultura negroafricana » è l'argomento posto in discussione. Nella relazione introduttiva il segretario generale Alioune Diop riprende e sviluppa la posizione propria della sua rivista Présence africaine, ad un tempo avversa ad ogni contaminazione violenta della cultura negra ad opera della civiltà europea e aperta al
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dialogo su un piede di uguaglianza. La sua formula riassuntiva é « disoccidentalizzare per universalizzare », da cui ci si può avviare
o verso tesi di collaborazione o verso preclusioni intransigenti. Ida una parte, afferma lo sc[...]

[...]ttuale deve rifarsi alla cultura del popolo, alla vita reale; perciò la decolonizzazione deve avere contenuto rivoluzionario, senza indipendenza « per gradi » e senza « tappe verso l'indipendenza ».
Osservando che il congresso é « un congresso di ladri di lingue », il poeta malgascio J. Rabemananjara mette in rilievo il dato obiettivo più importante per spiegare la difficoltà degli scrittori
e degli uomini di cultura negri ad avere una visione unitaria dei. problemi della loro civiltà. Al termine dell'incontro però essi riescono a trarre fuori taluni elementi positivi d'azione suggeriti dall'urto stesso di tendenze e di valutazioni che ha dominato le discussioni. La risoluzione finale suggerisce di: ristudiare scientificamente la storia dell'Africa; formare gruppi di storici; istituire archivi e biblioteche; riprendere in esame i sistemi associativi di base e soprattutto la democrazia comunitaria per elaborare forme nuove di vita comune; orientarsi nel grande intreccio di oltre seicento lingue e dialetti dell'Africa, scegliendo per i suoi elementi
IL CONGO BELGA NEL NAZIONALISMO AFRICANO 119
comuni quella lingua (swaili, bambara, ulof, malgascio, senegalese) che possa diventare in breve lingua continentale attraverso l'insegnamento obbligatorio in tutte le scuole africane; curare il passaggio dalla forma orale a quella scritta delle opere letterarie; sviluppare il dialogo ai fini d'una comprensione reciproca tra le religioni cattolica, protestante, musulmana e animista prevalenti[...]

[...]la breve parentesi coloniale dell'Etiopia dal 1936 al 1941, nell'ultimo decennio sono usciti dal mondo .coloniale Libia, Sudan, Eritrea, Costa d'Oro (Ghana), Guinea francese; mentre sono alla soglia dell'indipendenza la Somalia sotto amministrazione fiduciaria italiana, íl Camerun sotto amministrazione fiduciaria in parte francese e in parte britannica, il Togo sotto amministrazione fiduciaria francese, la Nigeria britannica. In seno poi alla Comunità francoafricana, promossa alla fine del 1958 dal governo De Gaulle per evitare un radicale movimento centrifugo, i territori dell'Africa occidentale francese (Senegal, Sudan, Mauritania, Niger, Alto Volta, Costa d'Avorio, Dahomey) e dell'Africa equatoriale francese (Gabon, MedioCongo, UbanghiSciari, Ciad) e il Madagascar si sono affrancati, se non completamente, in misura tale da presentare netti lineamenti di individualità statale autonoma.
Altro dato caratterizzatore dell'evoluzione politica africana é la tendenza al raggruppamento, o su basi federali o per annessione di territori nazionalm[...]

[...] degli Stati Uniti dell'Africa occidentale », la Federazione del Mali tra Senegal e Sudan e i progetti di Unione Benin (Dahomey Niger
e Togo) e di Stati Uniti dell'Africa latina (Africa equatoriale francese, Congo belga e colonie portoghesi). « Col vostro voto », afferma il presidente dell'assemblea costituente a Dakar Modibo Keita il 17 gennaio 1959 all'atto della proclamazione della Federazione del Mali, « voi avete gettato le fondamenta dell'unità africana. Voi siete gli architetti della Federazione dell'Africa occidentale. Ora dovete diventare i crociati e gli evangelizzatori dell'unità politica
e accettare ogni sacrificio per la realizzazione dell'unità africana ». Il primo ministro del Niger Hamani Dior così puntualizza a sua volta l'esigenza federalistica: « L'aspirazione all'indipendenza non potrà essere soddisfatta compiutamente che in un quadro federale. Noi intendiamo superare immediatamente la fase dell'indipendenza per raggiungere uno sviluppo nuovo corrispondente al sorgere nel mondo dei grandi raggruppamenti ».
L'Africa, che ha realizzato in passato soltanto parziali esperienze statali ed ha conosciuto invece come preponderante organizzazione politica quella tribale, consente, come ho detto, più d'ogni altro continente, mobilità e[...]

[...]ei casi di federazione che sono determinati da un evidente sottofondo coloniale. La si vede già attuarsi per la Federazione della Rhodesia e del Niassa, imposta dalla minoranza bianca ed ora scossa — sanguinosi incidenti del marzo 1959 nel Niassa e nella Rhodesia settentrionale — dalla avversione delle popolazioni indigene che la considerano appunto uno strumento di perpetuazione del vincolo coloniale. È probabile che la stessa sorte abbia la Comunità francoafricana, forse in atmosfera meno violenta per la clausola che Parigi ha opportunamente inserito nella costituzione, relativa al diritto di ogni stato della comunità a uscirne quando lo creda conveniente.
Ma anche dove non esiste la spinta anticoloniale, sono frequenti i segni di movimento centrifugo, che investe del resto le stesse federazioni per così dire « primarie », sorte cioè come tali e non costituitesi in fase posteriore all'indipendenza. Fenomeno opposto al raggruppamento è infatti, in alcuni settori africani, quello della secessione, dovuto in gran parte alla innaturale divisione territoriale del continente africano al momento della sua spartizione nel sec. XIX, eseguita con la sola preoccupazone dell'equilibrio di potenza tra gli stati che vi[...]

[...]voluzione politica del continente africano: la posizione delle potenze occiden tali, oscillante tra la volontà di non perdere le residue posizioni di governo coloniale, sia pure adattandole alle nuove situazioni di fatto, e la esigenza, alla quale sono più sensibili i governi come lo statunitense che non hanno in Africa posizioni coloniali da difendere, di non compromettere i futuri rapporti di collaborazione
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con la comunità di stati africani, e di non lasciare che si convoglino vieppiù verso i governi comunisti interessi e simpatie del nazionalismo africano già fortemente influenzato dall'aperta solidarietà comunista alle sue aspirazioni e dalla dottrina marxista circa la lotta nazionale dei popoli oppressi dall'imperialismo. Della volontà conservatrice, adattata alla mutata situazione dell'equilibrio delle forze, sono manifestazioni, oltre all'impegno di riforme delle singole potenze coloniali — che ha negli accennati programmi federativi e nella recente creazione della Comunità francoafricana esempi di rilievo[...]

[...]el nazionalismo africano già fortemente influenzato dall'aperta solidarietà comunista alle sue aspirazioni e dalla dottrina marxista circa la lotta nazionale dei popoli oppressi dall'imperialismo. Della volontà conservatrice, adattata alla mutata situazione dell'equilibrio delle forze, sono manifestazioni, oltre all'impegno di riforme delle singole potenze coloniali — che ha negli accennati programmi federativi e nella recente creazione della Comunità francoafricana esempi di rilievo — gli sforzi per affrontare con piani concordati i problemi difensivi ed economicosociali riguardanti il continente nero. In campo difensivo, le due conferenze di Nairobi (1951) e di Dakar (1954) hanno deciso la costruzione di una rete di comunicazioni, comprese le rotte aeree, tra i vari possedimenti, e il diritto di passaggio e di stazionamento in caso di guerra alle truppe di una potenza nel territorio delle altre; da alcuni anni, inoltre, il governo sudafricano insiste nel sollecitare una comunità di difesa tra i territori africani a sud del Sahara sulla f[...]

[...]problemi difensivi ed economicosociali riguardanti il continente nero. In campo difensivo, le due conferenze di Nairobi (1951) e di Dakar (1954) hanno deciso la costruzione di una rete di comunicazioni, comprese le rotte aeree, tra i vari possedimenti, e il diritto di passaggio e di stazionamento in caso di guerra alle truppe di una potenza nel territorio delle altre; da alcuni anni, inoltre, il governo sudafricano insiste nel sollecitare una comunità di difesa tra i territori africani a sud del Sahara sulla falsariga di altri patti regionali (NATO, OAS, SEATO, patto di Baghdad). In campo economicosociale, fanno spicco la creazione, nel gennaio 1954, di una Commissione per la collaborazione tecnica nell'Africa a sud del Sahara tra Belgio Francia Gran Bretagna Portogallo Federazione dell'Africa Centrale e Unione Sudafricana, la costruzione di varie centrali elettriche fornitrici di energia alle industrie di più territori vicini e, ultimamente, la decisione di inserire i territori d'oltremare nel Mercato comune europeo (MEC).
Molto problema[...]

[...]essenzialmente sugli aiuti militari e sul rigido allineamento politico.
***
I vari problemi or ora accennati, la cui reciproca interferenza e la cui soluzione contribuiranno a determinare il nuovo assetto politico dell'Africa, sono quasi tutti presenti nel Congo Belga. È come se su questo immenso territorio, posto nel cuore del continente nero, si riflettesse l'immagine vera genuina del mondo africano, consentendo di raccogliere in una visione unitaria, e quindi più fedele, aspetti diversi dispersi qua e là; é come un lago in cui svariati fiumi e torrenti immettono le loro acque mescolandosi e placandosi in una limpida superficie che l'occhio pus?) scrutare in modo riposato e sicuro. Impulsi d'indipendenza, polverizzazione tribale che cerca di cementarsi in una unità nazionale, ricerca di collegamento con popolazioni affini per la formazione di en= tità federali, problemi di coesistenza razziale con i coloni europei, perplessità politiche e psicologiche dello stato colonizzatore nel passare da una politica di puro governo coloniale a un riconoscimento degli interessi preminenti indigeni, sono oggi individuabili nel Congo belga nella fase di avvio, di prima maturazione. La problematica di questi aspetti di vita è meno vivace e perentoria che in altri territori africani, ma per ciò stesso può essere colta nella sua più umana e logica radice.
IL CONGO BELGA[...]

[...]tale, bantù della foresta nella zona di nordovest e sudanesi nelle regioni di nordest), non poneva problemi particolari d'ordine politico, mentre la ricchezza agricola di alcune regioni e mineraria di altre non addossava sacrifici al bilancio metropolitano e offriva vantaggiose prospettive d'impiego di capitali. Anche per quanto riguarda la sicurezza esterna, tutto fu risolto rapidamente, prima ancora che una apposita conferenza internazionale riunita a Berlino consa crasse (23 febbraio 1885) la nascita dello Stato indipendente del Congo, attraverso una serie di accordi di confine con la Francia (14 aprile 1884), con la Gran Bretagna (15 maggio 1884), con la Germania (8 novembre 1884) e col Portogallo (durante la conferenza di Berlino). In più, la clausola della porta aperta, stabilita alla conferenza di Berlino e ribadita dalla successiva conferenza di Bruxelles (Atto generale del 2 luglio 1890), neutralizzò in gran parte l'interesse di terze potenze a provocare occasioni che inde bolissero la posizione coloniale belga.
Allorché il 18 ag[...]

[...]centrale del Congo; i poteri legislativo ed esecutivo sono nelle mani del re, rappresentato nella capitale congolese Leopoldville dal governatore generale e assistito da un Consiglio di governo con funzioni consultive. I quattro quinti della popolazione indigena sono organizzati in centres coutumiers, retti ciascuno da capi sotto il controllo d'un amministratore territoriale belga; il resto vive in centres extracoutumiers, aggregato cioè alle comunità bianche e amministrato anch'esso da capi nativi ma sotto la legge belga. Gli indigeni partecipano anche ai Consigli di ciascuna delle sei province (Leopoldville, Equatore, Provincia orientale, Kivu, Katanga e Ksai), a carattere consultivo, con membri di nomina governativa. A un piccolo gruppo di africani — nel 1955 non superavano i cento —, man mano che raggiungono un particolare livello culturale, viene riconosciuta la qualifica di matriculés cioè uguaglianza di diritti con gli europei. Tutto qui, per diversi decenni.
Fino al 1° gennaio 1958, con la concessione dello statuto comunale alle c[...]

[...]ll'Africa equatoriale francese, che giunge all'epilogo vittorioso con la nuova costituzione francese dell'ottobre 1958. È proprio alle porte di Leopoldville, a Brazzaville, che il gen. de Gaulle annunzia solennemente la sua politica di rottura radicale con il vecchio colonialismo in Africa. Alla testa dei due territori del Congo e dell'UbanghiSciari, divenuti stati indipendenti — il secondo col nome di Repubblica centroafricana — membri della Comunità francoafricana, vi sono due personalità, rispettivamente l'abate Youlou e B. Boganda (perito poi in un incidente aereo il 30 marzo 1959), di vivacissima fantasia panafricanista, assai sensibili ai problemi del Congo belga. Il primo é infatti il capo dei Lari, il gruppo etnico che abbiamo visto dislocato in parte nella colonia belga, e l'altro, fondatore del Movimento per l'evoluzione sociale dell'Africa nera (Mésan), insiste sul fatto che le due rive del fiume Ubangui (la riva sinistra fa parte del Congo Belga) sono abitate dalle stesse tribù M'baka e Banziai, e lancia l'idea d'un raggruppame[...]

[...]lo stato d'eccitazione che Accra ha creato. I sintomi di eccitazione si rivelano anche il 28 dicembre, al prima dei comizi politici autorizzati dall'autorità belga a Leopoidville: ogni volta che gli oratori del Movimento nazionale congolese accennano alla necessaria evoluzione verso l'indipendenza, parte della folla risponde con grida che rivendicano l'immediato raggiungimento di tale obiettivo. In siffatta atmosfera, l'annunzio alla folla già riunita, il 4 gennaio 1959, del divieto del governatore al comizio che avrebbero dovuto tenere Kasavubu, Diomi e Lumumba, è accolto come una sfida contro le aspirazioni nazionali congolesi. La reazione si scatena improvvisa con violenza tumultuosa e acre, investendo disordinatamente beni e persone che siano europei. Per due giorni incendi e saccheggi degli africani si frammischiano a cariche e sparatorie, ad arresti ed uccisioni ad opera della polizia e dei reparti paracadutisti accorsi in rinforzo da
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IL CONGO BELGA NEL NAZIONALISMO AFRICANO 143
Kamina. Poi, per diversi giorni ancora, strascich[...]

[...]ova, specie nella provincia di Kivi.I, un'accoglienza assai ostile. « Promettendo suffragio universale e indipendenza », afferma un manifesto degli. ultra nell'occasione, « il governo ha dato un premio alla rivolta! Coscienti di rappresentare l'immensa maggioranza della popolazione, sosteniamo che gli impegni presi dal governo sono da considerare nulli e come non avvenuti. Nessun piccolo governo passeggero di Bruxelles ha il diritto di gettare l'unità belgocongolese in pasto ai primi saccheggiatori che capitano. Reagiamo! Uniamoci! La sorpresa ci ha fatto perdere una battaglia, ma la vittoria sarà nostra ». A poco a poco negli ambienti bianchi del Congo tende ad affermarsi un'atmosfera da 13 maggio algerino, una tendenza a porsi come i soli legittimi rappresentanti degli interessi belgi nel Congo, aventi il dovere, se necessario, di opporsi con la forza alla politica di Bruxelles. Tale atmosfera non sfugge alla Commissione parlamentare d'inchiesta che é inviata nella colonia per indagare sulle cause degli avvenimenti del 45 gennaio. Il suo[...]

[...] il 13 gennaio, da un programma esposto in un messaggio di re Baldovino e in una dichiarazione alla Camera del primo ministro Eyskens. È un programma sufficientemente chiaro nella sostanza ma espresso in forme « interlocutorie », tali da permettere successivi accomodamenti. Due sono gli obiettivi generali da esso
IL CONGO BELGA NEL NAZIONALISMO AFRICANO 147
espressi: evoluzione politica degli indigeni verso l'autogoverno, e creazione di una comunità belgocongolese che assicuri la presenza duratura del Belgio nella vita del Congo e tuteli permanentemente gli interessi economici belgi nel Congo. Il messaggio del sovrano afferma: « È nostra ferma risoluzione di condurre, senza indugi dannosi ma senza precipitazioni sconsiderate, le popolazioni congolesi all'indipendenza, nella prosperità e nella pace... Pur non esitando ad approvare e assecondare le aspirazioni dei nostri fratelli neri, non possiamo tuttavia dimenticare che il Belgio, con 80 anni di servizi e di sforzi ha acquisito diritti incontestabili alla loro simpatia e alla loro leale[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Unità, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Ciò <---Diritto <---Logica <---Pratica <---Storia <---abbiano <---centralismo <---comunismo <---comunista <---comunisti <---dell'Europa <---dinamismo <---italiana <---marxista <---nell'Unione <---ALBERTO CARACCIOLO <---Abako <---Accra <---Africa High <---Afrique <---Aggrey <---Alioune Diop <---Alta Italia <---Alto Volta <---Angola <---Anversa <---Associazione <---Baghdad <---Bakongo <---Bangala <---Banque de Bruxelles <---Banziai <---Basso Congo <---Basutoland Bechuanaland <---Belgio <---Belgio Francia <---Belgique <---Berlino <---Boganda <---Brazzaville <---Brothers Ltd <---Bruxelles <---Bruxelles-Bru <---Bukavu <---Buozzi-Mazzini <---C.L.N. <---CLNAI <---Cabinda <---Camerun <---Capricorno Africa Society <---Cecoslovacchia <---Challenge <---Chester Bowles <---Ciad <---Col <---Cominière <---Compagnia <---Comunità <---Congo <---Congo Belga <---Congo Van Hemelrijk <---Conscience <---Consigli di Gestione <---Contemporaneamente Bruxelles <---Convention People <---Coquilhatville <---Costermansville <---Così <---Cotonco <---Dahomey <---Dakar Modibo <---Dalla Société <---Dendale <---Dinamica <---Diomi <---Dupont White <---Elisabethville <---Elisabthville <---Empaine <---Entro <---Europeans <---Eyskens <---Federazione del Mali tra Senegal <---Federazione dell'Africa Centrale <---Ferruccio Parri <---Francia Gran Bretagna Portogallo <---Gaulle <---Geografia <---Geografia politica <---Giorgio Padmore <---Gran Bretagna <---Guinea <---Guinea Sekou <---Hamani Dior <---Haut Katanga <---Hévéa <---Ibadan <---Igiene <---Il Consiglio <---Interfédérale <---Iveki <---Jadotville <---Jugoslavia <---Kabalo <---Kaluma <---Kamina <---Kasabuvu <---Kasavubu <---Katangaise <---Kikongo <---Kimuenza <---Kindu <---Kivi <---Kivu <---Ksai <---Kwame Nkrumah <---Labrique <---Lassy <---Le Monde <---Lelio Basso <---Leopoldo Senghor <---Leopoldville <---Lever Brothers <---Libertini <---Lo Stato <---Lovanio <---Luciano Cafagna <---Luluaburg <---MEC <---Madagascar <---Marocco Algeria <---Marx <---Matadi <---Mauritania <---Medio Congo <---Medio-Congo <---Minière <---Modibo Keita <---Mondo Operaio <---Movimento <---Mozambico <---NATO <---Nairobi <---Nei q taiirc <---Nganga Emmanuel <---Niassa <---Nicola Bombacci <---Niger <---Niger Hamani <---Nkrumah <---Nord e Sud <---Nordafrica <---Nzeza <---One <---Pablo Neruda <---Panzieri <---Paolo Spriano <---Partito <---Patrizio Lumumba <---Perché <---Piano <---Pinzi <---Pirenne <---Più <---Plywood Corporation <---Pochi <---Ponte <---Ponthierville <---Port-Franqui <---Portogallo Federazione <---Présence <---Pétillon <---Quale <---Rabemananjara <---Repubblica <---Repubblica di Guinea <---Rhodesia <---Riccardo Wright <---Ricorderò <---Ridotto <---Rodolfo Morandi <---SEATO <---Sahara <---Scheut <---Sciari <---Sekou Touré <---Sett& <---Shinkolobwe <---Simone Kim <---Societé Congolaise de Hévéa <---Sociologia <---Société <---Société Cotonco <---Société Symaf <---Somalia <---Stanleyville <---Stati Uniti <---Statistica <---Stato <---Stato-Provvidenza <---Sudafrica <---Sudan <---Sulla <---Symaf <---Tanganika <---Tanganyka Concessions Ltd <---Tempi <---Togo <---Tom Mboya <---Tumba <---Ubanghi <---Ubanghi-Sciari <---Ubangui <---Unilever <---Unione <---Unione Benin <---Unione Sovietica <---Unione Sudafricana <---Van Bilsen <---Youlou <---Zéphyrin Lassy <---africaniste <---animista <---anticolonialismo <---antifascista <---antifascisti <---apriorismi <---artigiani <---attivisti <---burocratismo <---cambiano <---capitalismo <---capitalista <---collaborazionismo <---colonialismo <---colonialisti <---conformismo <---conformiste <---conservatorismo <---cristiana <---d'Avorio <---d'Azione <---d'Europe <---d'Oro <---dell'Abako <---dell'Africa <---dell'Alto <---dell'Assemblea <---dell'Association <---dell'East <---dell'Egitto <---dell'Etiopia <---dell'Organizzazione <---dell'Ubangui <---dell'Union <---dell'Unione <---democristiano <---economisti <---egalitarismo <---egiziano <---espansionista <---estremista <---fascismo <---frammischiano <---gramsciani <---gramsciano <---ideologia <---ideologiche <---ideologico <---ideologie <---immobilismo <---imperialismo <---imperialisti <---individualismo <---industrialismo <---interazzismo <---interventismo <---inviano <---laburista <---leniniani <---leninista <---liste <---marxiana <---marxisti <---mercantilismo <---nazionalismi <---nazionalismo <---nazionalista <---nazionalisti <---nell'Africa <---nell'Italia <---nisti <---panafricanismo <---panafricanista <---paracadutisti <---paternalismo <---patriottismo <---prefascismo <---psicologica <---psicologiche <---psicologici <---psicologico <---radicalismo <---riconquista <---settarismo <---siano <---socialismo <---socialista <---socialiste <---socialisti <---sociologia <---stalinista <---tatticismo <---tecnologico <---trotskisti <---ubanguiano <---unitarismo <---urbanista <---utopisti



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