Brano: [...]nomi; e ancora l’opinione pubblica, le istituzioni che parevano acquisite e quasi al di sopra degli « episodi » della lotta di classe, la monarchia stessa. Nel venir meno di tutti questi punti di appoggio pratici, ma dotati di riferimenti precisi nel mondo ideologico democratico e riformista, è la « società » medesima, la « civiltà » intera, che pare indifferenziatamente travolta da un nemico irrazionale.
In un simile crollo, di cui non può sfuggire, insieme con l’aberrazione del giudizio, la drammaticità, non v’è da stupire che macchino totalmente le indicazioni politiche concrete, gli orientamenti per la resistenza, gli stimoli alla lotta. Man mano che incalzano le denunce della situazione nelle province, e che esse compongono Un tragico panorama nazionale (a partire dal discorso di Matteotti alla Camera del 10. 3.1921, riportato dalla rivista del numero delI'115.4.1921, si vedano sui fascicoli dei mesi di maggio e giugno gli articoli che si riferiscono a Barletta, al Ferrarese, al Reggiano, al Mantovano, al Polesine,, alla Venezia[...]
[...]l giudizio, la drammaticità, non v’è da stupire che macchino totalmente le indicazioni politiche concrete, gli orientamenti per la resistenza, gli stimoli alla lotta. Man mano che incalzano le denunce della situazione nelle province, e che esse compongono Un tragico panorama nazionale (a partire dal discorso di Matteotti alla Camera del 10. 3.1921, riportato dalla rivista del numero delI'115.4.1921, si vedano sui fascicoli dei mesi di maggio e giugno gli articoli che si riferiscono a Barletta, al Ferrarese, al Reggiano, al Mantovano, al Polesine,, alla Venezia Giulia), si accentuano invece i toni evangelici, gli inviti al disarmo anche unilaterale, il culto della sofferenza fatalisticamente accettata e della sua superiorità etica sulla forza bruta.
« Dopo l'eccidio del teatro Diana di Milano —t dice il Turati alla Camera il 24.6.1921 — chiamato a commemorare quei morti, io tenni un discorso che fu poi dato alle stampe col titolo: Abbasso la violenza! Abbasso la morte!, il quale, ripetendo una mia vecchissima canzone, echeggiava lo sp[...]
[...]ne, cercare nella rivista la personalità politica che si stacchi per la precisione dell’analisi e per la ricerca di una diversa indicazione politica. Lo stesso combattivo Matteotti non oltrepassa il limite, che è quello segnato, in definitiva, dalla paura di suscitare un movimento antifascista rivoluzionario e di vederlo porsi sotto la direzione del nuovo Partito comunista. La contraddizione, il dubbio, sono in tutti, dallo Zibordi al Treves, da U.G. Mondolfo al collettivo Observer. Qualche speranza rifiorisce dopo le elezioni del 15.5.1921, con l’ascesa del Bonomi, con la effimera « pacificazione »; ma ben presto riprende il ciclo già de* lineato dei disinganni, dei vacui moniti alla classe dominante, della investitura antifascista di forze borghesi specie attraverso l'instaurazione di un « colloquio » con i cattolici del Partito popolare e l’appello diretto alla Corona (andata di Turati al Quirinale, 28.7.1922).
Con tutto ciò, specialmente da parte del Turati e del Treves, è costantemente riaffermata la tipica « visione collaborazion[...]