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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Trotzki è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 126Analitici , di cui in selezione 13 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [Gli interventi] Livio Maitan in Studi gramsciani

Brano: Livio Maitan

In alleimi scritti di Gramsci esistono annotazioni sul pensiero di Trotzki. La mia opinione è che questi giudizi di Gramsci non siano pertinenti, cioè riguardino non il reale pensiero di Trotzki, ma una sua deformazione.

Come primo esempio faccio subito quello del motivo cui si è rifatto stamattina Togliatti, il motivo della cosiddetta guerra manovrata e della cosiddetta guerra di posizione.

Benché il riferimento gramsciano non appaia del tutto chiaro, ritengo legittima l'interpretazione secondo cui Gramsci si riferirebbe alla tattica del «fronte unico» adottata dairinternazionale Comunista dopo il III Congresso mondiale. A questa tattica corrisponderebbe la guerra di posizione, valida per i paesi deirOccidente, dove sarebbe riuscita inapplicabile la tattica della guerra manovr[...]

[...]ta nei suoi due primi Congressi, mentre il problema del « fronte unico » si poneva su un piano ben diverso. La svolta idei IH Congresso era in realtà determinata da una relativa attenuazione della crisi rivoluzionaria e dalla necessità di un parziale ripiegamento dati gli sviluppi della situazione e non riguardava affatto una presunta differenziazione nei metodi di lotta per la conquista del potere in Occidente rispetto all’Oriiente.

Quanto a Trotzki poi, l’equivoco di Gramsci viene accentuato. Infatti, come è facile constatare, nella battaglia per il « fronte unico » contro gli ultrasinistri, Trotzki si è trovato sulla stessa linea di Lenin, assumendo persino in un’occasione ili ruolo di relatore a nome della Direzione delrinternazionale.580

Gli interventi

Altro esempio della scarsa pertinenza delie critiche di Gramsci a Trotzki: la teoria della rivoluzione permanente, sulla quale Togliatti ha riferito un accenno di Gramsci che può essere fatto solo partendo da una caricatura volgare e non da una. conoscenza diretta della teoria stessa.

Anche qui basterebbe un confronto tra quello che Gramsci dice e le reali formulazioni di Trotzki a dimostrare l’insussistenza della ripetuta critica gramsciana. Un elemento solo dovrebbe del resto essere sufficiente a convincere dell’equivoco del giudizio di Gramsci.

Ad un certo momento, parlando della teoria in questione, Gramsci dice: «la teoria di Trotzki,Parvus». Si tratta di una identificazione assoilutamente inesatta, perché se è vero che su certi problemi della Rivoluzione russa Trotzki si è trovato d’accordo con Parvus — come, peraltro, con quasi tutti i teorici marxisti di allora —, per quanto riguarda i problemi più pertinenti della dinamica della rivoluzione la posizione di Trotzki e quella di Parvus erano in antitesi e solo per errore o per falsificazione si sono sovente attribuite a Trotzki parole d’ordine erronee in realtà formulate da Parvus (ad es. la parola d’ordine « Abbasso lo zar! Viva il governo operaio! »).

Tutto ciò significa che la conoscenza che Gramsci aveva delle posizioni di Trotzki era senz’altro di seconda mano, se non addirittura una conoscenza deformata. Non è qui il luogo di indagare le ragioni di questa insufficienza. Basterà mettere in guardia contro il metodo di considerare senz’altro come validi in assoluto tutti i giudizi di Gramsci, metodo che potrebbe essere una delle manifestazioni della tendenza alla santificazione contro cui vari oratori si sono pronunciati, e non senza motivo, nel corso di questo Convegno. Sarà sempre necessario effettuare i controlli del caso, tanto più trattandosi di un autore come Trotzki, il cui pensiero è stato sinora oggetto quasi s[...]

[...]o di indagare le ragioni di questa insufficienza. Basterà mettere in guardia contro il metodo di considerare senz’altro come validi in assoluto tutti i giudizi di Gramsci, metodo che potrebbe essere una delle manifestazioni della tendenza alla santificazione contro cui vari oratori si sono pronunciati, e non senza motivo, nel corso di questo Convegno. Sarà sempre necessario effettuare i controlli del caso, tanto più trattandosi di un autore come Trotzki, il cui pensiero è stato sinora oggetto quasi sempre non di analisi scientifiche, ma di deformazioni anche caricaturali.

Passo ad un secondo punto, la concezione dei Consigli, concezione formulata da Gramsci in una situazione concreta e non certo sub specie aeternitatis.

Nella situazione rivoluzionaria dell’altro dopoguerra i Consigli sono anzitutto concepiti come elementi di dualismo di potere, come organi espressione della forza della cliasse operaia ohe si contrappone alla forza dello Stato borghese.Livio Maitan

581

Sarebbe assolutamente erroneo ridurre la concezione gramscian[...]



da [Gli interventi] Valentino Gerratana in Studi gramsciani

Brano: [...]lasse operaia. È da qui, io credo, che bisogna partire: dal nesso pratico tra il problema dell’egemonia e la questione politica delle alleanze.

Non ogni alleanza, però, implica il concetto di egemonia. Non lo implica un’alleanza contingente, provvisoria, puramente strumentale, destinata a sciogliersi appena siano raggiunti gli scopi immediati per cui si è formata. Era di questo tipo infatti l’alleanza tra operai e contadini quale era visto da Trotzki nella sua teoria della « rivoluzione perma
38*,586

Gli interventi

nente ». Secondo questa teoria, nel passaggio delk rivoluzione dalla fase democraticoborghese alla fase socialista, l’avanguardia operaia avrebbe dovuto rompere ogni alleanza, ed entrare in conflitto, non soltanto con tutti i gruppi delk borghesia che l’avevano sostenuta nei primi tempi della sua lotta rivoluzionaria, ma anche con le grandi masse contadine, con l’aiuto delle quali era giunta al potere. Abbkmo cosi qui una concezione delle alleanze delk classe operaia che prevede la loro dissoluzione appena vengano in pr[...]

[...]ali per la costruzione di una società socialista.

Questa impostazione del problema ha grande importanza per le conseguenze che necessariamente se ne ricavano nella strategia delk rivoluzione socialista, anche sul piano internazionale. Ad esempio, dalla sua teoria delk rivoluzione permanente, con la concezione che abbiamo già ricordato dell’inevitabile dissoluzione delle alleanze che hanno permesso alla classe operaia di conquistare il potere, Trotzki traeva la conseguenza dell’impossibilità della costruzione del socialismo in un solo paese e vedeva quindi l’unica salvezza dello Stato sovietico nella possibilità di suscitare la rivoluzione negli altri paesi. « Le contraddizioni — scriveva Trotzki — nella situazione del governo operaio di un paese arretrato, con una maggioranza schiacciante di popolazione contadina, potranno trovare la loro soluzione soltanto su scala internazionale, suH’afena delk rivoluzione mondiale del proletariato ».

Per Lenin, invece, come per Gramsci, la soluzione di queste contraddizioni può essere trovata soltanto nella funzione egemonica della classe operaia, nella sua capacità di dirigere questa maggioranza non proletaria delk popolazione. Lenin si rendeva conto che questo compito del proletariato non era facile, e che era d’altra parte più difficile, nel[...]

[...]el terreno della lotta e deirorganizzazione politica, con terminologia politica ha, in opposizione alle diverse tendenze “ economistiche ”, (rivalutato il fronte della lotta culturale e costruito la dottrina deli egemonia' come complemento della teoria dello Statoforza [cioè della dittaUira del proletariato] e come forma attuale delle dottrine quarantottesche della “ rivoluzione permanente ” » \

Il confronto tra la teoria di Lenin e quella di Trotzki è ripresa da Gramsci in un’altra pagina dei Quaderni del carcere, dove il problema è approfondito in altri suoi importanti sviluppi e implicazioni. Si tratta appunto delle pagine in cui Gramsci svolge una serie d’interessanti considerazioni dal confronto tra lotta politica e lotta militare, insistendo sul fatto che, analogamente a ciò che era avvenuto nella strategia militare, anche nella lotta politica la guerra di movimento (o guerra manovrata), cioè, in termini politici, la conquista violenta del potere, non sempre ha valore decisivo, e deve cedere il passo alla guerra di posizione.

Si [...]

[...]ne come prima lo erano su quella manovrata, non sostengono certo che il tipo precedente debba essere considerato come espunto dalla scienza; ma che, nella guerre tra gli Stati più avanzati industrialmente e civilmente, esso deve considerarsi ridotto a funzione tattica più che strategica, deve considerarsi nella stessa posizione in cui era prima la guerra d’assedio in confronto a quella manovrata» \

Su questa base Gramsci critica la 'teoria di Trotzki della « rivoluzione permanente », che, sottovalutando e negando la funzione egemonica della classe operaia, indicava a tuto il movimento operaio internazionale la sola prospettiva dell’assalto rivoluzionario. È da vedere, scrive Gramsci a questo proposito, se la teoria di Trotzki della « rivoluzione permanente »

« non sia il riflesso politico della teoria della guerra manovrata..., in ultima analisi il riflesso delle condizioni generalieconcmicheculturalisociali di un paese in cui i quadri della vita nazionale sono embrionali e rilasciati e non possono diventare “trincea o fortezza”. In questo caso si potrebbe dire che Bronstein, che lappare come un “ occidentalista ”, era invece un cosmopolita, cioè superficialmente nazionale e superficialmente occidentalista o europeo. Invece Ilici era profondamente nazionale e profondamente europeo » 2.

Gramsci vede dunque in[...]

[...] quadri della vita nazionale sono embrionali e rilasciati e non possono diventare “trincea o fortezza”. In questo caso si potrebbe dire che Bronstein, che lappare come un “ occidentalista ”, era invece un cosmopolita, cioè superficialmente nazionale e superficialmente occidentalista o europeo. Invece Ilici era profondamente nazionale e profondamente europeo » 2.

Gramsci vede dunque in Lenin, proprio in questo suo contrasto con le posizioni di Trotzki, il teorizzatore di una nuova strategia rivoluzionaria, sulle basi del principio di egemonia. « Mi pare — egli scrive poco dopo nella stessa pagina citata — che Ilici aveva compreso che occorreva un mutamento dalla guerra manovrata, applicata vittoriosamente in Oriente [cioèin Russia} nel ’17, alla guerra di posizione che era la sola possibile in Occidente... » 3.

1 Mach., p. 66.

2 Mach., p. 67.

3 Mach., p. 68.Valentino Gerratana

589

Se si pensa alle condizioni in cui Gramsci era costretto a lavorare, all’impossibilità in cui egli si trovava di poter consultare la documentazio[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] P. Togliatti, Il leninismo nel pensiero e nell'azione di A. Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]iusa la discussione sui sindacati e si compiva il passaggio alla Nuova politica economica. Tappa assai importante in cui erano state trattate a fondo alcune questioni decisive per lo sviluppo della rivoluzione. Sono di questo periodo alcuni tra i lavori piú importanti di Lenin relativamente ai problemi della costruzione di una. economia e di una società socialiste. Nel dibattito sulla funzione dei sindacati egli aveva affrontato, in polemica con Trotzki, con Bukharin e con un gruppo di tendenza anarcosindacalista, la questione del rapporta tra la politica e la economia nella edificazione socialista. Aveva sostenuto che la politica non è che « espressione concentrata dell'economia ». È una tesi di importanza decisiva nella concezione leninista dello Stato..
1 Sconosciuto era l'importantissimo Che cosa sono gli amici del popolo?, anche in Russia ripubblicato solo nel 1923.
Palmiro Togliatti 21
Ne deriva, infatti che la classe operaia non può rimanere al potere e quindi non può adempiere al proprio compito nel campo produttivo (sviluppo dell[...]

[...]
Palmiro Togliatti 21
Ne deriva, infatti che la classe operaia non può rimanere al potere e quindi non può adempiere al proprio compito nel campo produttivo (sviluppo delle forze di produzione) se non sulla base di una giusta posizione politica cioè sulla base di un giusto rapporto con gli altri gruppi della società. Di qui traeva origine la differenziazione tra la concezione leninista della costruzione socialista e le proposte che venivano da. Trotzki e che, trascurando il rapporto con le classi non proletarie, mettevano in forse le basi stesse della dittatura del proletariato.
A partire da quegli anni il contrasto tra il partito bolscevico e Trotzki si fece via via sempre piú profondo. Si venne infatti precisando,. a partire dal 192324, il tentativo, che già era in germe nelle precedenti discussioni, di scardinare tutta la formazione ideale e organizzativa del partito, quale era stata storicamente creata nelle lotte contro le correnti non leniniste. È quindi certo che in quel momento Gramsci acquistò una conoscenza piú profonda di queste lotte, facilitata dalla pubblicazione della prima edizione degli scritti di Lenin, avvenuta in quegli anni, e dalla conoscenza della lingua russa. Nella corrente agitazione politica, subito dopo la rivol[...]

[...]ormazione ideale e organizzativa del partito, quale era stata storicamente creata nelle lotte contro le correnti non leniniste. È quindi certo che in quel momento Gramsci acquistò una conoscenza piú profonda di queste lotte, facilitata dalla pubblicazione della prima edizione degli scritti di Lenin, avvenuta in quegli anni, e dalla conoscenza della lingua russa. Nella corrente agitazione politica, subito dopo la rivoluzione, i nomi di Lenin e di Trotzki erano stati sempre uniti, ignorandosi la differenza e distanza enormeche li aveva sempre separati, sia nel pensiero che nell'azione. Piero Gobetti, che aveva cercato di stabilire una distinzione, lo aveva fatto con grande superficialità, prescindendo dall'esame storico dei fatti e sbagliando, quindi, nelle conclusioni. Aveva concluso per presentare Trotzki come l'« europeo », mentre l'europeo, tra i due, era invece precisamente Lenin, la cui azione politica assumeva un valore universale, essendo valida per tutto il mondo contemporaneo. A Gramsci la differenza apparve cosí profonda che, per quanto gli fosse possibile occuparsene negli scritti carcerari, egli la inserisce in tutto il sistema del suo pensiero politico. Trotzki diventa « il teorico politico dell'attacco frontale in un periodo in cui esso è solo causa di disfatte » 1; le sue formule politiche mancano di aderenza « alla storia attuale, concreta, vivente », non scaturiscono « da tutti i pori della determinata società che occorreva trasformare »; il suo internazionalismo è una astrazione, che nega i necessari mezzi nazionali.
1 P., p. 71.
22 I documenti del convegno
Nel 1926, quando la lotta nel gruppo dirigente sovietico era giunta alla rottura, Gramsci fu bensí preoccupato delle eventuali ripercussioni negative che questa rottura avrebbe potuto ave[...]

[...]esta rottura avrebbe potuto avere nel movimento comunista internazionale, ma non manifestò alcun dubbio circa la giustezza della linea politica che la grande maggioranza del partito bolscevico sosteneva contro il piccolo gruppo degli oppositori. Vi è nei Quaderni una nota assai esplicita di adesione alla esposizione dei principii fondamentali del leninismo fatta da Stalin 1, e successivamente, quando la rottura si realizzò in pieno e la lotta di Trotzki contro il partito 'bolscevico si sviluppò su altri terreni, da Gramsci furono espressi contro di lui, nel carcere, i piú fieri giudizi di condanna.
Per quanto riguarda la volgarizzazione delle dottrine del materialismo dialettico dovuta a Bukharin e respinta da G. nelle Note critiche a un «Saggio popolare di sociologia », credo sia da escludere che G. abbia avuto conoscenza tanto delle note vivacemente critiche di Lenin allo scritto bukhariniano sulla Economia del periodo di transizione quanto dei Quaderni filosofici (pubblicati solo nel 1936), molti spunti dei quali sarebbero stati di grand[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Giuseppe Chiarante in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]fico, rappresentasse anche un importante e difficile passo in avanti del movimento operaio nel senso di liberare la sua dottrina così dalle eredità metafisicheggianti della sua origine hegeliana come dalle interpolazioni meccanicistiche che, in quando ideologia di una
22 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
classe subalterna, essa non aveva potuto in un primo periodo non subire.
Cosa distingue infatti la posizione di Stalin da quella, ad esempio, di un Trotzki se non proprio la primaria importanza che il primo attribuisce agli elementi forniti dall'indagine obiettiva e scientifica, in contraposto al procedimento ideologistico e astratto, letterale e scolastico del secondo ? Non é questa, metodologicamente, una nuova e ancor più decisiva battaglia (anche se simile a quella condotta da Lenin sul problema della pace di BrestLitowsk contro l'astrattismo dottrinario di un Bukarin) per ridurre realmente il marxismo alla sua esatta funzione di c scienza dello sviluppo della società » ?
Analoga considerazione può riferirsi al problema del superamento del [...]

[...]sulla dialettica marxista) che nel 1925 non erano certo storicamente maturi. In sostanza per battere il blocco di opposizione Stalin non aveva altro mezzo se non quello di integrare la sua battaglia teorica attraverso l'impiego degli strumenti di pressione organizzativa che la sua carica di segretario generale gli offriva. Recriminare su quella prassi significa di fatto, anche se quest'affermazione può parere brutale, rimpiangere la sconfitta di Trotzki.
In secondo luogo, la costruzione di un'economia socialista in un solo paese, per di più arretrato, comportava sacrifici, errori, battaglie durissime. Era necessario mantenere un livello di consumi necessariamente molto basso, contenere la pressione dei «nepmans» e dei kulaki, battere le tendenze individualistiche dei contadini,
GIUSEPPE CHIARANTE 27
organizzare attraverso successive approssimazioni un nuovo tipo di produzione senza che la corruzione, il burocraticismo, la pigrizia avessero il sopravvento. È evidente come in tale situazione potessero facilmente mettersi in movimento fortis[...]

[...]repararsi a subire un lungo periodo di accerchiamento capitalistico, ed anzi, prima o poi, una sicura aggressione bellica. Ciò evidentemente spingeva ad accelerare, con ogni mezzo, la costruzione e il consolidamento del sistema economico e politico, e quindi a battere l'opposizione di destra e di sinistra, ormai di fatto concorde nel frenare l'opera di edificazione. Ma c'è di piú: non si può infatti dimenticare l'affermazione, più volte fatta da Trotzki, della famosa « tesi Clemenceau », secondo la quale l'opposizione avrebbe atteso la guerra per rovesciare la macchina staliniana di potere. È pensabile che l'Unione Sovietica potesse avviarsi a subire l'aggressione capitalista minacciata al suo interno dalle forze dell'opposizione politica obiettivamente sovversiva ? Chi ha l'animo di sostenere che lo Stato sovietico avrebbe retto alle prime disfatte belliche, se non fosse stata con le tristi vicende dell'epurazione del '36 e del '38 del tutto eliminata l'opposizione interna ?
Troppi. dimenticano — a me pare — che senza il realismo e il cora[...]

[...]ammatica che comporta in taluni momenti scene molto dolorose ma forse inevitabili.
Un ultimo punto, sempre riguardo a questo secondo problema, mi pare importante mettere in luce: ed é che, nonostante le contrarie apparenze, proprio Stalin ha posto con la sua politica alcune importanti basi teoriche per uno sviluppo in senso sempre più liberale del concetto di dittatura del proletariato. Tale è infatti il significato obiettivo della lotta contro Trotzki per la difesa dell'alleanza operaicontadini, come formula di base della dittatura.
Che cosa comporta, in effetti, la formula staliniana ? Essa sta a indicare due cose:
a) che la dittatura del proletariato non può essere concepita come l'oppressione di una minoranza sul resto della popolazione, ma deve trovare la sua giustificazione nel fatto di esprimere gli interessi della grande maggioranza del popolo;
b) che la dittatura del proletariato non é il dominio esclusivo di una sola classe, ma é essenzialmente una formula di alleanza, in cui il proletariato é egemone, tra forze distinte (forze[...]



da Graziadei (relatore), Discorso Graziadei in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]ano là presenti.
È vero che il Partito socialista non ha voluto ascoltare che un solo uomo, eminente e degno del massimo rispetto; ma ha fatto male.
« L'eventuale futura affiliazione del Partito socialista francese alla Terza Internazionale, affiliazione impossibile se non saranno escluse le correnti Rénaudel e Longuet, presenta, ciò malgrado, piú difficoltà e piú pericoli che quella stessa degli indipendenti tedeschi D.
Queste parole sono di Trotzki. Non si ingannano quegli uomini, e andiamo tutti a scuola da loro ! (Qualche applauso da parte dei comunisti).
Si dice: noi fummo contrari alla guerra. E, quindi, siamo il Partito socialista migliore in confronto di quel periodo drammatico, e, quindi, abbiamo speciali benemerenze che vanno tenute in conto.
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Ripeto, nessuno, in un'organizzazione collettiva, pub chiedere trattamenti di favore per le sue benemerenze passate.
Ma, d'altra parte, io domando: è vero che sarebbe profondamente ingiusto — vorrei dirvi una parola piú aspra — menomare la grande benemerenza del Partito socialista it[...]

[...]ú facile; difficilissimo sempre, ma alquanto piú facile in confronto alla situazione tedesca e francese.
Avevamo un proletariato abituato ad emigrare all'estero, e che non poteva certamente sentire l'amore di patria verso la borghesia, che l'aveva sempre trattato in malo modo. E, poi, esistevano situazioni particolari.
Ora, sapete quale è il giudizio piú sereno che ho sentito dare di queste situazioni storiche? Proprio il giudizio del compagno Trotzki, il quale a pag. 239 di un libro, che abbiamo bisogno di studiare insieme, « Terrorismo e comunismo », dice: « Fu relativamente piú facile al Partito socialista italiano che agli altri Partiti di Europa conservare un'attitudine di opposizione sul problema della guerra e sul problema della votazione dei crediti... ». (Interruzioni da varie parti).
Mi riferisco non al maggio 1915, ma a tutto il periodo che va dal 1914 al 1915.
«...atteso che l'Italia entrò in guerra nove mesi dopo gli altri paesi, e che esisteva un potente aggruppamento borghese, i cosiddetti giolittiani, che furono sempre os[...]

[...] dato storico che noi dobbiamo riconoscere, perché non menoma il merito dei nostri compagni che andarono in carcere, come Lazzari; ma al di sopra dei meriti loro c'è la realtà storica, e cerchiamo di capirla se vogliamo essere fedeli al « Manifesto dei comunisti »)... (Applausi da parte dei comunisti. Interruzioni dell'on. Lazzari).
« ...queste circostanze — studiamole queste parole, perché se fossero mie le potreste anche fischiare, ma sono di Trotzki ed abbiamo tutti da impararvi qualche cosa — (applausi da parte dei comunisti. Commenti animati. Interruzioni), queste circostanze permisero al Partito socialista italiano di rifiutare, senza una crisi interna profonda, i crediti al Governo. Ma, entrando nella Terza Internazionale, il Partito socialista italiano non si è, in alcun modo, liberato dal kautskismo ».
Ora, amici miei, voi comprenderete subito dove vi voglio portare
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con la riflessione, la quale non si dovrebbe mai discompagnare dal sentimento.
Ma oggi il problema non è piú quello di sapere, importantissimo agli effetti del g[...]

[...]a rivoluzione austriaca. Ecco le fonti formidabili delle informazioni della Terza Internazionale ! E, attraverso quella tragica , esperienza che si è fatta là, essa può vedere completamente quali sono le conseguenze ultime di premesse che da noi sembrano ancora innocue e prettamente socialiste. (Bene !).
E poi, amici, che ci possano essere delle informazioni errate, non lo nego; ma gli scritti sono scritti. Ora, date ad un uomo come Lenin, come Trotzki, o come il compagno Levy, e quegli altri che parleranno, ben piú degni di me e di noi, da questa tribuna, date a quegli uomini che hanno una cultura di cui non abbiamo alcun concetto, che hanno una esperienza di cui non abbiamo idea, date a loro un articola di un omuncolo come il signor Graziadei, di un uomo di valore come Turati, ed essi vi vedranno ciò che noi non sappiamo ancora vederci ! (Benissimo! da parte dei comunisti). Perché essi hanno un'esperienza rivoluzionaria che permette loro di dire che si comincia in questo modo; ma si finisce in quell'altro, per necessità di cose ! (Applaus[...]



da [Gli interventi] Paolo Spriano in Studi gramsciani

Brano: [...]ico, cercare a Torino i germi del « soviet » e farli sviluppare portava nelle cose la polemica contro i riformisti che accusavano i bolscevichi di' essere degli utopisti.

Di qui, le osservazioni che ha fatto l’on. Togliatti, quando ha ricordato come Gramsci avesse compreso essere l’azione di Lenin ad assumere un valore universale. Togliatti ha contrapposto questa giusta valutazione a quella distinzione erronea fatta da Gobetti secondo cui era Trotzki, e non Lenin, il vero europeo della Rivoluzione. Io direi — se mi si permette questa piccola parentesi — che l’osservazione di Togliatti, pur valida, può essere integrata da un’altra che ci fa capire un carattere peculiare dell’opera di Gramsci. Ed è questa: che anche Gobetti, pur apponendo, pur sottoponendo ad un suo paradigma ideaile di rivoluzione liberale la rivoluzione sovietica, comprese — tra i pochi intellettuali borghesi, e non solo borghesi — il carattere profondamente liberatore della rivoluzione d’Ottobre. E 'già nel novembre del 1919, nell suo Energie Nuove, un giornaletto di stu[...]



da [Gli interventi] Giorgio Candeloro in Studi gramsciani

Brano: [...]el partito comunista, dall’altro volle anche affermare che un certo tipo di azione giacobina, o cosidetta giacobina, tendente ad esaurirsi in una prassiGiorgio Candeloro

521

insurrezionale, è tipico della rivoluzione borghese e non di quella proletaria. Vi sono nei Quaderni alcuni accenni interessanti, che meriterebbero di essere studiati, sull’origine di quei principi di strategia e di tattica rivoluzionaria, che poi furono teorizzati da Trotzki nella dottrina della « rivoluzione permanente», nella fase storica che va dal 1789 al 1848 e sul loro esaurirsi nel 1870711. Comunque in Gramsci è molto chiara la coscienza della maggior complessità della rivoluzione proletaria rispetto alla rivoluzione borghese, soprattutto per quel che concerne il problema delle alleanze della classe rivoluzionaria. ,

Da un’attenta lettura degli scritti di Gramsci si può trarre infatti questa conclusione, che del resto è tipicamente marxistaleninista : in determinate condizioni storiche, quali erano quelle dell'Italia del Risorgimento in cui prevalsero i[...]



da [Le relazioni] P. Togliatti, Gramsci e il leninismo in Studi gramsciani

Brano: [...]ive di un attacco rivoluzionario. «Mi pare che Ilici [Lenin] aveva compreso che occorreva un mutamento dalla guerra manovrata, applicata Vittoriosamente in Oriente nel ’17, alla guerra di posizione che era la sola possibile in Occidente... Questo mi pare significhi la formula del “ fronte unico ”... » \

A questa posizione si collegano tanto la critica alla dottrina della

1 Mach., p. 68.Paimiro Togliatti

443

rivoluzione permanente di Trotzki, che Gramsci considera come la dottrina dell’attacco quando l’attacco inevitabilmente deve terminare con una sconfitta, quanto il richiamo ai lavori di Lenin, precedenti il III Congresso dell’Internazionale comunista, e all’opera stessa di Lenin a questo Congresso comunista.

Il fatto di attribuire un valore non organico, ma metodologico alla distinzione tra società politica e società civile porta, d’altra parte* a far la chiarezza nella questione delle forme della dittatura della classe operaia. È inevitabile che siano differenti in differenti situazioni, che siano più o meno ampie, più o [...]



da relazione di Costantino Lazzari sotto presidenza Azimonti, Discorso Lazzari in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]anica larga ed è passata anche questa. (Rumori).
Ecco, come vi dicevo, che voi avete già a vostra disposizione i mezzi coi quali potere rimediare agli errori, togliere i difetti senza ricorrere a questa scissione la quale ci viene consigliata da coloro che non conoscono la nostra storia, che non hanno cognizione della vera situazione in cui ci troviamo. Da chi sono stati informati? Le informazioni che io ho dato al compagno Lenin ed al compagno Trotzki nelle riunioni di Zimmerwald e di Kienthal non portavano certamente alle conclusioni a cui essi sono venuti. (Approvazioni). Io mi ricordo che salutando i compagni di Russia, insieme ai quali facevo parte di diverse Commissioni, salutando quei compagni, perché si avvicinava il primo maggio ed era quindi necessario che io fossi in Italia, dissi al compagno Lenin: « Noi andiamo in Italia. Io ho la direzione del Partito socialista italiano. Io vi dico, compagni di Russia: Siamo nel pieno della guerra, nel pieno dei furori, degli orrori che sono scatenati nel mondo dal conflitto degli interessi d[...]



da Lettura del saluto del Partito comunista svizzero in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]aloroso dell'Internazionale comunista.
«Abbasso il riformismo! Viva il vero Partito comunista italiano ! D.
Il Comitato esecutivo dell'Internazionale comunista: Il presidente Zinowief; per la Georgia e l'Armenia Tskiaka; per la Persia Sultan Zadé; per l'Internazionale della Gioventú Ciatskin; per l'Inghilterra Tom Qualch; per l'Olanda Yemsen; per la Francia Rosmer; per l'Austria Steinhardt; per l'America Hourwich; per la Russia Lenin, Bukarin, Trotzki, Losowski; per la Lettonia Stustki; per la Danimarca Yorgensen; per la Ungheria Bela Kun, Varga; per la Bulgaria Sciablin; per il Consiglio di Sezione dei popoli orientali Poviovito v.
(Applausi vivissimi da parte dei comunisti).
Altre adesioni
Partito comunista svizzero
« Compagni !
« Abbiamo ricevuto il vostro invito al Congresso di Livorno, e vi ringraziamo affettuosamente. Non ci è stato, però, possibile, con nostro dispiacere, inviare una delegazione al vostro cosí importante Congresso.
«Nella Svizzera la situazione entro il Partito socialdemocratico, nei riguardi della Terza Inter[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Trotzki, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---socialista <---Storia <---comunista <---Lenin <---capitalismo <---comunisti <---italiano <---siano <---marxista <---socialismo <---Russia <---Stato <---leninismo <---riformismo <---Dialettica <---Gramsci <---Partito <---Pratica <---italiana <---marxismo <---riformista <---socialisti <---Marx <---dell'Internazionale <---italiani <---leninista <---riformisti <---Agraria <---Ciò <---Filosofia <---Ordine Nuovo <---abbiano <---comunismo <---ideologiche <---opportunismo <---sindacalisti <---Bukarin <---Carlo Marx <---Dei <---Diritto <---Francia <---Logica <---d'Italia <---gramsciana <---gramsciano <---idealismo <---ideologia <---imperialismo <---leninisti <---liberalismo <---Bologna <---Comune di Parigi <---Ecco <---Inghilterra <---Kienthal <---La Terza <---Meccanica <---Mi pare <---Noi <--- <---PCUS <---Perché <---Però <---Stalin <---Storiografia <---Viene <---Zimmerwald <---Zinoviev <---capitalista <---centralismo <---centristi <---classista <---corporativismo <---d'Ottobre <---dell'Italia <---fascismo <---fascista <---gramsciane <---gramsciani <---ideologica <---ideologici <---ideologie <---italiane <---marxisti <---materialismo <---metodologico <---nell'Internazionale <---opportunisti <---sindacalismo <---sindacalista <---socialiste <---zarista <---Al Congresso <---Antonio Labriola <---Appare <---Appunti <---Bela Kun <---Bulgaria Sciablin <---Capitale <---Capo <---Chimica <---Ciatskin <---Congresso di Bologna <---Congresso di Livorno <---Cosa <---Così <---Danimarca Yorgensen <---Direzione del Partito <---Filippo Turati <---Francia Rosmer <---Già <---Gli <---Hourwich <---Ilici <---La guerra <---Labour Party <---Lettonia Stustki <---Livorno <---Losowski <---Manifesto dei comunisti <---Mosca <---Non voglio <---Persia Sultan Zadé <---Pietrogrado <---Povio <---Psicologia <---Quale <---Reggio Emilia <---Rumori <---Russia Lenin <---Scienza politica <---Sistematica <---Steinhardt <---Storia mondiale <---Teoretica <---Togliatti <---Tom Qualch <---Torino <---Tskiaka <---Ungheria Bela <---Yemsen <---Zinowief <---anarchismo <---antimarxisti <---bolscevismo <---burocraticismo <---capitalisti <---centrismo <---centrista <---d'Europa <---dell'Europa <---dell'Ordine <---dell'Ottobre <---economismo <---economista <---estremismo <---estremista <---federalismo <---filologica <---giacobinismo <---gradualismo <---gradualista <---individualismo <---internazionalismo <---massimalisti <---metodologica <---parlamentarismo <---psicologia <---staliniana <---stalinista <---storicismo <---sull'Avanti <---Abbasso <---Abbkmo <---Al II <---Alfonso Leonetti <---Alfredo Oriani <---Allargato <---Amministrazioni <---Analizziamole <---Andere Zeitung <---Andrea Costa <---Andrea Viglongo <---Angelo Tasca <---Angot <---Annali <---Appunto <---Arne Benary <---Assurde <---Attualità di Gramsci <---Aufbau <---Azimonti <---Baldesi <---Basta <---Basterà <---Berlino <---Berlino Est <---Bevan <---Bissolati <---Bollettino <---Bordiga <---Bordiguisme <---Brest-Litowsk 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