Brano: [...]ondo il quale Freud avrebbe derivato dalle dottrine di Abulafio ()in secolo) elementi per le proprie teorie, o la affermazione che il nome fittizio Dora, inventato da Freud per la paziente del primo dei suoi Casi clinici, sia stato inconsciamente scelto da Freud, derivandolo da Torah. Parimenti gratuita è l'affermazione secondo cui la interpretazione simbolica dei sogni (la quale fu del resto aggiunta solo nelle edizioni successive al 1908 della Traumdeutung), deriverebbe da una tradizione ebraica risalente alla Bibbia. È ben noto che il tentativo di trarre dai sogni un significato occulto, eventualmente per ricavarne un pronostico per l'avvenire, si trova presso moltissime culture molto diverse fra loro. Cosí in tutto il mondo greco e latino. Ed io stesso mi sono occupato di una edizione della Onirologia di Artemidoro di Daldi del II secolo dopo Cristo, che contiene una simbologia facilmente comparabile con quella che si trova nelle edizioni successive al 1909 della Traumdeutung di Freud. Ma molte altre corrispondenze possono essere trovate in d[...]
[...]noto che il tentativo di trarre dai sogni un significato occulto, eventualmente per ricavarne un pronostico per l'avvenire, si trova presso moltissime culture molto diverse fra loro. Cosí in tutto il mondo greco e latino. Ed io stesso mi sono occupato di una edizione della Onirologia di Artemidoro di Daldi del II secolo dopo Cristo, che contiene una simbologia facilmente comparabile con quella che si trova nelle edizioni successive al 1909 della Traumdeutung di Freud. Ma molte altre corrispondenze possono essere trovate in documenti provenienti da diverse civiltà.
La via di trasmissione di queste corrispondenze non è dunque storico culturale, ma semplicemente psicologica, per la uniformità dell'apparato psichico degli uomini.
Bakan parla anche di una certa dissimulazione della propria persona da parte di Freud in ciò che pubblicava; e la attribuisce pure ad un bisogno di nascondersi in funzione del problema dell'antisemitismo. Cita Bakan, a tale proposito, il fatto che molti dei sogni, od altri episodi analizzati nelle sue opere, non vengono da[...]
[...]da Freud riferiti a se stesso, che ne è il vero soggetto, ma ad ipotetici pazienti, o comunque ad altre persone.
Freud però faceva semplicemente quello che fanno tutti gli analisti. Un analista non dovrebbe parlare di se stesso (come invece ho proprio io il brutto vizio di fare), per un riguardo verso i propri pazienti, e perché l'analisi con questi si possa svolgere in forma corretta.
Oggi sappiamo che la maggior parte dei sogni narrati nella Traumdeutung appartengono allo stesso Freud. E d'altronde nel piccolo e chiuso ambiente pettegolo della Vienna ebraica di allora, tutti i personaggi dei sogni e delle altre esposizioni di Freud, erano — per uno studio attento, quale fu fatto ad esempio piú tardi dal Bernfeld e da altri — pienamente riconoscibili. E riconoscibile è pure Freud stesso quando racconta sogni propri.
D'altra parte si sa bene che la Traumdeutung è il frutto della autoanalisi di Freud, ed è quindi logico che il materiale dimostrativo contenuto nell'opera sia per la massima parte un materiale personale. L'aver nascosto questo non fu determinato da una qualche paura, ma semplicemente — come Freud in qualche occasione ha esplicitamente dichiarato — da uno spirito di discrezione: che ogni analista dovrebbe avere (afferma appunto Freud) non soltanto verso i propri pazienti, ma anche verso la propria persona.
694 VARIETÀ E DOCUMENTI
Un legame di tutt'altro genere può invece essere trovato fra Freud e il mondo ebraico, quando si prenda in [...]
[...]si renda conto di come esso nasca) può esprimersi un impulso aggressivo, o anche lascivo, che non sarebbe altrimenti tollerato nelle comuni relazioni fra le persone cosiddette civili e bene educate.
Teoreticamente questi rapporti dinamici sono molto interessanti, perché possono essere messi a confronto con i processi del sogno e con quelli della formazione dei sintomi nevrotici.
Freud aveva comunicato a Fliess nel settembre del 1899 (quando la Traumdeutung era già in stampa) che si accingeva a raccogliere una collezione di quelle che vengono indicate come « storielle ebree »: le quali avrebbero dovuto servirgli come materiale dimostrativo per quest'opera sul Witz. E cosi fece effettivamente. Gli esempi utilizzati nel libro sono in gran parte presi da storielle ebree (per lo piú originariamente in yiddisch, o comunque circolanti fra gli ebrei aschenaziti dell'Europa centrale) in parte da racconti di Heine, che (nonostante il battesimo) rimase sempre per mentalità, spirito e genialità, un ebreo tipico.
Queste storielle ebree sono caratterizzate [...]