Brano: [...]ca marxista riflette le discussioni che seguirono la istaurazione in Ungheria della democrazia popolare. E' forse da questa occasione polemica che i saggi ritraggono la loro vivacità, il loro carattere così piacevolmente antiaccademico e antisistematico (anche se qua e là fa capolino un tono un po' professorale), la ricchezza di motivi, di spunti, di analisi critiche particolari, di esempi tratti da questo o quello scrittore : Balzac e Flaubert, Tolstoi e Gorki, Shakespeare e Ibsen e Dickens e Schiller e Zola fino a Dos Passos. E' forse da quell'occasione polemica che i saggi ritraggono — d'altra parte — tutto ciò che di provvisorio, d'impreciso, di schematico un lettore attento può ritrovarvi.
Il titolo del libro è allettante : Il marxismo e la critica letteraria. Da noi, in Italia, si è discusso spesso di questo problema e non sempre in modo chiaro e con risultati soddisfacenti. Possiamo anzi dire che una critica letteraria marxista in Italia ancora non esista, che abbiamo avuto alcuni tentativi un po' goffi e schematici e, da parte dei m[...]
[...]i, l'acutezza dei giudizi che non a torto può essere considerato il libro di critica letteraria più vivo che sia uscito in Italia in questo dopoguerra.
Alla base delle impostazioni e dei giudizi di Lukàcs vi sono due elementi fondamentali. In primo luogo la concezione dell'arte come conoscenza della realtà, propria del marxismo, e in secondo luogo l'esperienza di gusto, del grande realismo europeo dell'800, soprattutto di Goethe, di Balzac e di Tolstoi. Abbiamo detto la concezione dell'arte come conoscenza della realtà, propria del marxismo : e volevamo con questo appunto distinguerla da altre concezioni dell'arte come conoscenza. Anche per l'idealismo .l'arte è una delle forme del conoscere: ma è un conoscere che crea esso stesso l'oggetto della sua conoscenza. L'oggetto della conoscenza è il riflesso della attività conoscitiva del soggetto: Per dirla con Lenin, si va dal pensiero all'esistenza, dalla, sensazione alla materia mentre il marxismo, il materialismo dialettico, .va dall'esistenza al pensiero, dalla materia alla sensazione. L'ar[...]
[...] il pericolo di cadere in una esposizione astratta e dottrinaria. E' questo, mi pare, il difetto principale della parte teorica del volume : è per questo che — in quel campo — malgrado la loro frammentarietà mi sembrano ancora molto più utili e validi per noi gli appunti di Antonio Gramsci.
L'altro elemento fondamentale della critica letteraria di Lukàcs è, come abbiamo detto, l'esperienza di gusto dei grandi realisti europei : Goethe, Balzac e Tolstoi sopra tutti. Dall'alto della sua estetica materialistica e di questa poetica 'realistica egli guarda lo sviluppo della storia letteraria europea nell'ultimo secolo, nel periodo cosiddetto della decadenza. Il quale si configura nella sua mente come l'intrecciarsi di due correnti che divergono entrambe, per ragioni diverse, dalla grande premessa realistica: il naturalismo da uua parte, la riproduzione fotograficamente esatta della realtà (come in Zola e nella sua scuola) ; e lo psicologismo, dall'altra, il dissolvimento dell'uomo in processi puramente psichici. Nella polemica contro il naturali[...]
[...] due correnti che divergono entrambe, per ragioni diverse, dalla grande premessa realistica: il naturalismo da uua parte, la riproduzione fotograficamente esatta della realtà (come in Zola e nella sua scuola) ; e lo psicologismo, dall'altra, il dissolvimento dell'uomo in processi puramente psichici. Nella polemica contro il naturalismo Lukàcs scrive pagine felicissime. Guardate con quanta finezza mette a confronto un episodio simile di Zola e di Tolstoi :
Entriamo subito in medias res. In due famosi romanzi moderni, Nanà di Zola e Anna Karenina di Tolátoi, si trova la descrizione di una corsa di cavalli. Come affrontano questo compito i due scrittori? La descrizione della corsa è uno splendido esempio del virtuosismo letterario di Zola. Tutto ciò che può generalmente occorrere in una corsa viene descritto esattamente, plasticamente, sensibilmente. La descrizione di Zola è una piccola monografia sulla moderna corsa al trotto, che viene seguita in tutte le sue fasi, dalla sellatura dei cavalli fino al passaggio del traguardo, con eguale insis[...]
[...]ecisivo col marito. Tutti i rapporti tra i principali personaggi del romanzo entrano in una fase decisamente nuova in seguito alla corsa. Questa non è dunque un quadro », sibbene una aerie di scene altamente drammatiche che segua una svolta nell'insieme dell'intreccio. I compiti completamente diversi a cui assolvono le scene dei due romanzi si riflettono in tutta l'esposizione. In Zola la corsa è descritta dal punto di vista dello spettatore; in Tolstoi e narrata dal punto di vista del partecipante... La corsa diviene un dramma psicologico. Anna segue soltanto Wronskij e non vede nulla dell'andamento della corsa e delle vicende degli altri, Karenin osserva soltanto Anna e le sue reazioni a ciò che accade a Wronskij. Così la tensione in questa scena, quasi senza parole, prepara l'esplosione di Anna quando, tornando verso casa, confessa a Karenin la sua relazione con Wronskij ».
Meno penetrante, continua e puntuale è invece la polemica contro lo psicologismo. Questo malgrado che Lukàes veda chiaramente come lo psicologismo non sia altro che l[...]
[...] la lotta per un nuovo realismo. E la classe operaia, la sua funzione, la trasformazione che essa ha provocato con la sua presenza combattiva in ogni nazione e eon la costruzione del primo Stato socialista nel mondo intiero appaiono poco nelle argomentazioni di Lukàcs o appaiono sotto forma di nozioni ancora una volta dottrinarie e libresche. E infine, il richiamo alla grande stagione del realismo per la Germania significa Goethe, per, la Russia Tolstoi, per la Francia Balzac. Cosa può significare per noi? Il richiamo al Manzoni? In Italia non c'è stata la riforma, non c'è stata — o c'è stata in misura straordinariamente limitata — la grande esperienza illuministica, razionalistica e materialistica del secolo XVIII, non c'è stata una impetuosa e radicale rivoluzione democraticoborghese : il nostro realismo ottocentesco è realismo di moderati, di cattolici, di timidi liberali. Persino Leopardi nelle loro mani è diventato il poeta dell'idillio. La nuova letteratura realistica italiana deve cercare altrove
i suo modelli : soprattutto credo nel[...]